martedì 31 maggio 2011

Inaffondabile Schiavone: è semifinale!


''Non può finire così. Io sono la detentrice del titolo. Io combatto sempre, con cuore, grinta, coraggio. Con l'anima. Io sono Francesca Schiavone. E devo reagire''. Deve aver pensato queste cose la 30enne di Milano nel corso del secondo set dei quarti di finale del Roland Garros, quando la russa Anastasia Pavlyuchenkova conduceva per 6-1, 4-1. Sino a quel momento la rivale dell'Est Europa aveva dominato il match: grazie ad un diritto terrificante ed a delle risposte profonde e sempre vicinissime alle righe, la 19enne zarina non concedeva alla Schiavone la possibilità di prendere ritmo ed entrare pienamente nel match. Sembrava finita. Ma come tante altre volte ci ha abituato, la rappresentante tricolore, ad un passo dal baratro, ha rivisto improvvisamente la luce. Poche atlete nella storia dello sport globale sono state in grado come la Leonessa di esaltarsi e rendere al meglio proprio nei momenti di massima difficoltà. In effetti, come d'incanto, la Schiavone ritrovava smalto e lucidità. Il gioco diventava finalmente fluido, il servizio incisivo ed i colpi della russa, con il passare del tempo, cominciavano a fare meno male. Di slancio la rappresentante del Bel Paese agganciava la giovane rivale, prima di chiudere, ormai galvanizzata, sul 7-5. Nel terzo set, ormai padrona degli scambi, Francesca volava sul 5-1, prima di perdere inspiegabilmente la concentrazione e concedere l'aggancio all'avversaria. Incredibile. Sembrava fatta, il traguardo appariva vicino. Invece la tennista azzurra riapriva tutto. Il pathos aumentava, nell'aria si respirava un amaro aroma di beffa. Poi l'ennesima metamorfosi. Da grande campionessa, la Schiavone dimenticava immediatamente la grande occasione mancata e si concentrava con umiltà su ogni singolo punto. Dopo aver strappato il servizio alla russa, andava a servire per il match sul 6-5. In questo dodicesimo ed ultimo game emergeva la vera personalità Francesca Schiavone: istinto, cuore, orgoglio e determinazione feroce. La Leonessa riusciva a sfoggiare il meglio del suo repertorio, con smorzate, rovesci in back e spaventose accelerazioni di diritto. Meraviglioso il punto del 30-0: l'italiana logorava la giovane avversaria a suon di diritti incrociati, prima di chiudere con un maestoso contropiede, cui faceva seguito un vero e proprio ruggito di esultanza. La sofferenza, però, non era ancora finita. La russa annullava due match point, prima che la Schiavone chiudesse finalmente l'incontro dopo 2 ore e 38 minuti di gioco.
Per la prima volta nella storia un'italiana è approdata per la seconda volta consecutiva nella semifinale di uno stesso Slam. Ora l'attende un'altra battaglia contro la francese Marion Bartoli. Di sicuro non sarà una partita banale. Non può esserlo, perché Francesca Schiavone non lo è. E proprio questo la rende così unica.

Federico Militello

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