lunedì 31 ottobre 2011

'Italia, come stai?': Fontana, un talento consacrato; ok pattinaggio, lotta e pentathlon


Lo scorso anno, nel corso di un'intervista, Arianna Fontana mi disse queste parole: "Prima o poi, voglio battere le grandi rivali asiatiche e vincere in Coppa del Mondo". Quasi 365 giorni dopo la 21enne di Sondrio non solo ci è riuscita, ma l'impressione è che adesso, a differenza che nel recente passato, sia lei ad incutere timore alle eterne rivali coreane e cinesi.
Sotto la guida del tecnico canadese Eric Bedard, la medaglia di bronzo di Vancouver 2010 è diventata un'atleta completa e polivalente, come dimostrano le due vittorie ottenute nei 500 e 1500 metri, due distanze agli antipodi, dove nella più breve serve una grande esplosività muscolare e nella più lunga una considerevole resistenza, senza dimenticare l'importanza della tattica di gara.
Talento precoce (bronzo in staffetta alle Olimpiadi di Torino 2006 a soli 16 anni) e baciata da madre natura con una classe pura e cristallina, Arianna, dopo l'argento mondiale conquistato ai Mondiali di Sheffield dello scorso marzo, è divenuta oramai una campionessa vera dello short track globale, in grado di poter primeggiare su tutte le distanze e, di conseguenza, con l'obiettivo di conquistare nei prossimi anni il titolo iridato all-round, impresa mai riuscita in passato ad una nostra rappresentante. La pattinatrice di Sondrio è maturata molto con il passare delle stagioni, acquisendo quella consapevolezza nei propri mezzi e quelle sicurezze necessarie per rivaleggiare (e battere) le corazzate nord-americane ed asiatiche.
L'egemonia coreano-cinese in campo femminile, a dire il vero, è seriamente minacciata dalla prorompente ascesa della nazionale italiana: oltre ai trionfi della Fontana, infatti, spiccano anche i tre secondi posti consecutivi agguantati da Martina Valcepina nei 500 metri, il cui punto di forza, in una distanza in cui non è agevole effettuare sorpassi, è rappresentato da una partenza al fulmicotone. La 19enne di Sondrio, inoltre, è meritatamente in testa alla graduatoria generale e contenderà la sfera di cristallo alla canadese Marianne St-Gelais sino all'ultima gara.
Martina, inoltre, aspetta con fiducia la crescita della sorella Arianna, di due anni più piccola, che ha già colto un importante decima piazza nei 500 metri. Buoni anche i progressi di Elena Viviani. La sensazione è che nel prossimo biennio la nazionale tricolore possa diventare micidiale anche nella staffetta.
In campo maschile, invece, stiamo vivendo un momento di ricambio generazionale, anche se fanno ben sperare i progressi dei 18enni Tommaso Dotti ed Andrea Cassinelli, senza dimenticare che già dalle tappe asiatiche potrebbe rientrare Yuri Confortola, pienamente recuperato dopo l'infortunio al perone dello scorso anno.

Nel pattinaggio artistico Anna Cappellini e Luca Lanotte hanno agguantato un benaugurante terzo posto nella prova del Grand Prix di Skate America, specialità danza. La coppia allenata da Paola Mezzadri, seppur a piccoli passi, riesce ad accrescere il proprio rendimento con il trascorrere delle stagioni. Se i primi 5 posti al mondo appaiono ancora piuttosto distanti, i due azzurri potranno giocarsi concrete chances di podio ai Campionati Europei in programma a fine gennaio.

Risultati di tutto rispetto, infine, sono giunti da lotta e pentathlon moderno.
L'Italia si è aggiudicata il prestigioso Torneo Milone a suon di vittorie, tra le quali spicca in particolare quella ottenuta dal campione olimpico Andrea Minguzzi, tornato in piena forma dopo gli infortuni degli ultimi anni e già protagonista ai Mondiali dello scorso settembre, quando si fermò ai quarti di finale. Il campione pugliese rappresenta un punto di riferimento ed un modello da seguire fondamentale per tutta la squadra.
Nel pentathlon Pier Paolo Petroni si è aggiudicato il Champion of Champions, trofeo cui partecipano 18 tra i migliori atleti al mondo, mentre nella medesima competizione Federico Giancamilli si è classificato terzo. I due azzurri, dopo aver conquistato il pass olimpico a discapito dei più conclamati compagni di squadra Nicola Benedetti e Riccardo De Luca, hanno dimostrato di saper preparare egregiamente i grandi appuntamenti, riuscendo tra l'altro a compiere importanti progressi ed a mantenere un rendimento elevato in tutte le discipline in programma. Insomma, alle Olimpiadi di Londra 2012 il Bel Paese potrà contare su due atleti da top10, due out-siders di lusso che, se in giornata, potranno dare fastidio a chiunque.

Federico Militello

domenica 30 ottobre 2011

Primo successo in Coppa del Mondo per Arianna Fontana


Nella splendida e sterminata regione canadese del Saguenay, l'Italia dello short track ha recitato la parte del leone come non accadeva da diversi anni.
Arianna Fontana ha ottenuto il primo successo in carriera in Coppa del Mondo, per di più in quella che, almeno sino ad ora, non rappresentava di certo la sua distanza preferita: i 1500 metri. Più che la vittoria in sé, ha destato impressione il modo in cui è maturata. La 21enne di Sondrio è giunta in finale con una facilità quasi irrisoria e vincendo tutte le batterie di qualificazione. Nell'atto conclusivo, poi, dopo aver controllato la gara fino a due giri dal termine, ha sferrato un attacco decisivo dirompente, che le ha permesso di giungere al traguardo in solitario. Emblematico il distacco finale di oltre un secondo inflitto alle coreane Lee Eun-Byul e Cho Ha-Ri, rispettivamente seconda e terza. E' bene ricordare che alla competizione non ha preso parte la nazionale statunitense e con essa la campionessa Katherine Reutter, tuttavia anche per la fuoriclasse yankee sarebbe stato arduo avere la meglio sulla scatenata atleta del Bel Paese.
Il successo sul suolo della Terra d'Acero consacra Arianna Fontana come pattinatrice eclettica e polivalente, in grado di giocarsi nelle prossime stagioni anche il titolo mondiale assoluto (per ulteriori approfondimenti, vi rimando alla rubrica 'Italia, come stai?).
La giornata trionfale per il tricolore è stata completata dalla seconda piazza di Martina Valcepina nei 500 metri, che per lunghi tratti ha insidiato la beniamina di casa e vice campionessa olimpica Marianna St-Gelais, prima all'arrivo. A soli 19 anni la giovane azzurra costituisce già una certezza consolidata nel panorama dello short track internazionale. La pattinatrice di Cepina, inoltre, è seconda nella classifica generale della distanza più breve e questa sera, complice l'assenza dell St-Gelais (impegnata nei 1000), potrebbe addirittura andare in testa. Alla seconda prova dei 500 metri parteciperà anche Arianna Fontana, che ha realizzato un tempo stratosferico nelle batterie: ci sarà da divertirsi.

Federico Militello

sabato 29 ottobre 2011

La Cdm di volley femminile su Radio Sport Militello


Cari amici,

in questa puntata potrete trovare degli approfondimenti sulla Coppa del Mondo di pallavolo femminile ed una panoramica sulla nazionale di calcio di Cesare Prandelli che, dopo l'infortunio di Giuseppe Rossi, si riscopre all'improvviso a corto di seconde punte.

Buon ascolto (basta cliccare sul link sottostante e dare avvio con il 'play').


Un caro saluto

Federico Militello

venerdì 28 ottobre 2011

Universo Bianco, Ski e Nuoto: tre riviste imperdibili per gli appassionati


Cari amici,

vorrei porvi all'attenzione il sito SoloMagazine (http://www.solomagazine.it/), creato lo scorso mese di gennaio da Walter Perosino, giornalista di Tuttosport, all'interno del quale potrete trovare tre riviste assolutamente imperdibili per gli appassionati: Universo Bianco, Ski e Nuoto.
Come leggerle? E' molto facile. Basta registrarsi gratuitamente al sito. In seguito, a cadenza mensile, ogni rivista verrà inviata tramite e-mail al vostro indirizzo di posta elettronica, da cui si potrà scaricare il file in ogni momento. Qui troverete tutte le informazioni per la registrazione: http://www.solomagazine.it/iscrizione.php.
Universo Bianco si occupa principalmente di salto con gli sci, combinata nordica, biathlon e sci di fondo. Ski, invece, approfondisce le tematiche di sci alpino, freestyle e sci alpinismo.
Nuoto, infine, propone una panoramica completa delle discipline natatorie.
Si tratta di riviste corpose e dense di notizie ed approfondimenti.
Per quanto riguarda il sottoscritto, potrete trovare sempre delle mie interviste su Universo Bianco (in quello che uscirà domani, alla saltatrice Roberta D'Agostina ed al combinatista Giuseppe Michielli), mentre su Ski mi occupo del free-style a 360 gradi con inserimenti nello sci alpino e nella descrizione degli Sci club (a novembre troverete l'intervista alla fuoriclasse canadese Jennifer Heil, oltre che una presentazione dell'ormai imminente stagione delle moguls). Su Nuoto, infine, curo il settore delle società, anticipandovi che per il prossimo mese apparirà anche un'intervista all'enfant prodige azzurro Graziano Minicozzi, 14enne che ha battuto tutti i record a livello giovanile.
Insomma, nell'invitarvi ad abbonarvi al più presto (lo ricordo, è gratuito), vi auguro una buona lettura.

Un caro saluto

Federico Militello

giovedì 27 ottobre 2011

Rossi crack: Di Natale torna in azzurro?; bene il calcio femminile


Calcio: sfortuna nera per Giuseppe Rossi. L'attaccante del Villareal si è infortunato ieri nel corso della sfida con il Real Madrid di Mourinho, riportando la rottura dei legamenti crociati del ginocchio destro. I tempi di recupero si aggirano intorno ai 4-6 mesi. I margini per un rientro in vista degli Europei ci sono, anche se non è mai semplice partecipare ad una grande competizione internazionale dopo una stagione vissuta da spettatore e con una condizione fisica inevitabilmente tutta da verificare. Ed allora tornano in auge le parole del ct Prandelli pronunciate non più di due giorni fa: "Se Di Natale continuerà così, non potrò non tenerlo in considerazione". In effetti l'infortunio a 'Pepito' Rossi sembra spianare la strada (da noi, al momento, le seconde punte non sono così tante) al grande ritorno in azzurro del 34enne dell'Udinese, unico italiano tra i candidati al Pallone d'oro. Nel reparto avanzato, al momento, gli unici sicuri del posto in Polonia ed Ucraina sono Balotelli, Cassano e Pazzini. Si giocano due o tre maglie (dipenderà dal numero di centrocampisti e difensori) Matri, Giovinco (favorito anche dalla sua duttilità), Rossi (il tecnico di Orzinuovi lo stima, se recupera bene al 100% ci sarà), Osvaldo e, appunto, Di Natale. Totò potrebbe essere richiamato già in occasione delle due amichevoli previste a novembre con Polonia ed Uruguay. Per il calciatore partenopeo si tratterebbe dell'ultima occasione della carriera per dimostrare di essere un campione di caratura internazionale (in azzurro non ha mai convinto fino in fondo) e non solo un grande fuoriclasse di provincia.

Calcio femminile: terza vittoria consecutiva e qualificazione agli Europei del 2013 ipotecata. In quel di Treviso la nazionale di Ghedin ha superato per 2-0 la Russia, ovvero la rivale più accreditata delle azzurre nella corsa al primato del girone (ovvero l'unico che consente di staccare il pass alla rassegna continentale). Le reti della selezione tricolore sono state messe a segno da Pamela Conti, sempre più leader della squadra in assenza dell'infortunata capitana Patrizia Panico. L'Italia, soprattutto nella prima frazione, ha sfoderato una manovra piacevole e delle ottime trame di gioco, creando sempre la superiorità numerica sulle corsie laterali ed arrivando al tiro con relativa facilità. Non è un caso se la formazione del Bel Paese occupa attualmente il quarto posto nel ranking europeo.

Federico Militello

martedì 25 ottobre 2011

Pallamano, arrivano gli oriundi! (e le azzurre fanno soffrire la Danimarca)


Era ora! La Federazione Italiana di Pallamano ha finalmente deciso di puntare sui naturalizzati per elevare il tasso tecnico della nazionale maschile. Il ct Franco Chionchio, dunque, ha colto l'occasione convocando ben 4 nuovi oriundi, ben 8 in totale (la metà della selezione tricolore). Si tratta degli argentini Juan Martin Carrara e Martin Ariel Doldan (rispettivamente centrale e pivot), del brasiliano Luis Felipe Gaeta e del croato Dean Turkovic (entrambi terzini). A questi si aggiungono Demis Radovcic (nella foto), Tin Tokic e Michele Skatar, senza dimenticare il rientro del veterano Damir Opalic, formidabile in fase difensiva. Inutile nasconderlo: si tratta dei migliori giocatori del campionato italiano, in grado di garantire un miglioramento esponenziale per quanto riguarda atletismo e fase realizzativa. Il 2 novembre, nella prima partita delle qualificazioni ai Mondiali 2013 contro la Svizzera, vedremo quanto vale davvero questa nuova selezione tricolore densa di naturalizzati: l'impressione è che faremo una figura decisamente migliore rispetto al recente e desolante passato. Come anticipato spesso ne 'La politica degli oriundi', ricorrere ai 'nuovi italiani' non deve far passare in secondo piano la crescita dei giovani nostrani. E' auspicabile, dunque, che anche in campo maschile la FIGH crei quella squadra federale che tanto bene sta facendo nel campionato di A1 femminile.
A proposito di gentil sesso, la nazionale femminile di Sergio Dovesi, infarcita di giocatrici under18, ha perso di sole cinque reti (22-27) contro la fortissima Danimarca (stabilmente tra le prime 5 nazionali al mondo) nel match giocato domenica a Mestrino e valido per le Qualificazioni agli Europei 2012. Le giovani azzurre hanno tenuto testa alle più quotate rivali per tutto il match, sfiorando addirittura il pareggio nel finale. Insomma, la strada tracciata è quella giusta e non è insensato pensare ad una pallamano italiana finalmente competitiva nel prossimo lustro. Lo sport azzurro rinuncerebbe ben volentieri ad avere una pecora nera.

Federico Militello

domenica 23 ottobre 2011

'Italia, come stai?': Simoncelli nel cuore; il punto sullo sci azzurro


Fatico ancora a realizzare quanto accaduto, quasi come se non ci volessi credere.
Ricordo una frase di Marco Simoncelli al termine del GP di Jerez, quando, mentre era in testa alla gara, scivolò sull'asfalto viscido. Un pilota qualunque sarebbe stato abbattuto ed inconsolabile. Lui disse con il sorriso sulle labbra: "Ora mangio una bella piadina e passa tutto. Poi la prossima volta andrà meglio". Un esempio di amore per la vita, un ragazzo che con il suo modo di fare ci faceva comprendere la vera essenza dello sport, dove, in fin dei conti e nonostante i tanti interessi in gioco, la passione ed il divertimento contano ancora più di ogni altra cosa.
Aveva un talento cristallino Marco ed era un pilota d'altri tempi, che si esaltava nella bagarre e tirava fuori il carattere nel corpo a corpo con gli avversari. Non sapeva odiare. Anche quando riceveva critiche ed insulti per la sua 'irruenza' in pista, riusciva sempre a rispondere a tono e con ironia.
Dicevano che fosse l'erede di Valentino Rossi e lui, nel suo intimo, ne era convinto: sapeva che un giorno avrebbe potuto vincere il Mondiale.
Era amato da tutti per il suo essere così semplice, così spontaneo, così umile e genuino. Nonostante fosse famoso, era una persona comune, uno di noi.
Con Marco Simoncelli è morto tutto il motociclismo italiano. Passeranno anni, ma il dolore resterà. Non lo vediamo più, ma il centauro di Cattolica esiste ancora ed il suo ricordo continuerà a vivere nei nostri cuori.

E' iniziata la Coppa del Mondo di sci alpino. Premettendo che Solden non è mai stata foriera di grosse soddisfazioni per il tricolore e che i nostri atleti solitamente raggiungono il top della forma a cavallo tra metà dicembre e fine gennaio, è già possibile trarre delle prime considerazioni.
Nel settore del Gigante femminile Federica Brignone e Denise Karbon possono ambire al podio in ogni gara. La 21enne di Milano possiede una naturalezza ed una fluidità di sciata tipiche delle grandi campionesse. Insieme alla francese Tessa Worley ed alla tedesca Viktoria Rebensburg, la talentuosa azzurra si candida al ruolo di regina di questa disciplina nel prossimo decennio: se riuscirà ad acquisire una significativa continuità di rendimento, l'Italia potrebbe aver trovato l'erede di Deborah Compagnoni. Ha ancora molto da dare allo sci azzurro anche Denise Karbon, che, ritrovata la forma ottimale, è parsa accarezzare la neve come tre stagioni or sono, quando spadroneggiava incontrastata.
Per il resto, non si intravedono al momento altre atlete da top5. Lo sarebbe Manuela Moelgg, a patto che smaltisca definitivamente gli ormai cronici problemi alla schiena. Ancora acerba, inoltre, appare la potente Lisa Agerer, compagna di stanza e legata da una sincera amicizia con Federica Brignone. Nelle competizioni nord-americane dovrebbe rientrare anche la veterana Nicole Gius, la quale, tuttavia, già da qualche stagione fatica oltremodo nel ripetere i risultati del passato.
Se tra le donne possiamo dormire sonni tranquilli con Karbon e, soprattutto, Brignone, nel Gigante maschile, invece, dovremo abituarci ad un ruolo da comprimari per almeno un biennio. Inutile nasconderlo: in questo momento è il nostro tallone d'Achille. Stupisce che, a dispetto di un'annata 2010/2011 disastrosa, lo staff tecnico non abbia rinnovato in toto la squadra concedendo finalmente spazio alle nuove leve. E' vero, i giovani non sono ancora pronti, ma almeno avrebbero avuto un'importante occasione per fare esperienza. Al cancelletto di partenza, invece, vediamo ancora gli eterni Massimiliano Blardone, Davide Simoncelli, Alexander Ploner, Alberto Schieppati, etc., elementi dal passato sicuramente glorioso, ma ormai inadatti per caratteristiche tecniche allo sci moderno, nel quale occorrono grande elasticità muscolare e scorrevolezza. Non è escluso che i veterani sopra citati riescano in qualche caso ad ottenere qualche exploit (in particolare in piste favorevoli come Alta Badia ed Adelboden), tuttavia le individualità su cui costruire il futuro non possono e non devono essere loro.
Attualmente la speranza per un rilancio del Gigante tricolore è affidata al 21enne Giovanni Borsotti, dotato di ottime qualità di base, ma sul quale si dovrà lavorare con calma e pazienza.
Ricordo, infine, che per il Gigante questa sarà una stagione di transizione, poiché dal prossimo anno, con le nuove sciancrature, assisteremo a delle gare molto simili a quelle dei tempi di Alberto Tomba. E le gerarchie attuali, dunque, potrebbero completamente ribaltarsi.

Federico Militello

Ciao Marco


Se n'è andato. Aveva 24 anni, la mia età. Perdonatemi se non riesco a dire altro.

Ciao Marco.

sabato 22 ottobre 2011

Calcio donne, polo e sci alpino su Radio Sport Militello


Cari amici,

in questa puntata potrete trovare degli approfondimenti sulla vittoria per 9-0 della nazionale di calcio femminile contro la Macedonia, sullo storico bronzo iridato del polo tricolore e sul Gigante Femminile di Solden.


Un caro saluto

Federico Militello

Sci alpino, debutto amaro per le gigantiste


L'Italia puntava su tre atlete nel Gigante di apertura di Solden: Federica Brignone, Denise Karbon e Manuela Moelgg. Nessuna di esse ha terminato la gara. Al traguardo sono giunte solo Irene Curtoni e Giulia Gianesini, rispettivamente 19ma e 21ma. Insomma, tanti ingredienti per una sola constatazione: si è trattato di un debutto da dimenticare al più presto.
Federica Brignone aveva illuso: leggiadra ed aggressiva al tempo stesso, aveva concluso in testa la prima manche con quasi mezzo secondo di margine sull'austriaca Elisabeth Goergl. Grande era l'impressione destata dalla 21enne di Milano, rapida nell'impostare il raggio di curva ed alla costante ricerca della velocità. Nella frazione conclusiva, tuttavia, la solare rappresentante del Bel Paese incrociava gli sci dopo una decina di porte, rimandando l'appuntamento con il primo successo in Coppa del Mondo.
Si era ritirata già nella prima manche, invece, Denise Karbon, molto vicina ai tempi della Brignone con una qualità di sciata che lascia ben sperare per il proseguo della stagione.
Un discorso a parte, invece, merita Manuela Moelgg: l'ormai cronico problema alla schiena non le consente di allenarsi nel modo migliore ed i risultati ne sono la naturale conseguenza.
La competizione ha visto il trionfo della fuoriclasse americana Lindsey Vonn, al primo successo in carriera nella specialità regina dello sci alpino: se la campionessa yankee comincerà a spadroneggiare anche nelle discipline tecniche, la Coppa del Mondo rischia di divenire un monologo a stelle e strisce. Seconda e terza piazza rispettivamente per la tedesca Viktoria Rebensburg e l'austriaca Goergl.
Per l'Italia resta il rammarico per non aver centrato un risultato che appariva ampiamente alla portata. Essendo ancora ad ottobre, non è il caso di fare processi: ci sarà tempo e modo per rifarsi. Il talento non manca.

Federico Militello

martedì 18 ottobre 2011

Boxe femminile, avanza Valeria Calabrese; pallamano, una ventata di novità


Boxe: bella prestazione per Valeria Calabrese ai Campionati Europei di Rotterdam, in Olanda. Nella categoria 51 kg l'azzurra ha sconfitto la turca Sumeyra Yazici per 6-2, approdando così ai quarti di finale dove affronterà la bulgara Stoyka Petrova. Niente da fare, invece, per Romina Merenda, fermatasi al cospetto della bi-campionessa del mondo irlandese Katie Taylor (22-3).

Pallamano femminile: comincia una nuova avventura per la nazionale italiana e, per la prima volta dopo decenni, si respira un'aria nuova. Il progetto federale di costruire una squadra di club interamente composta da giovanissime italiane sta già portando i primi frutti (ben 3 vittorie su 4 in campionato), con le ragazze che hanno modo di allenarsi da professioniste e di progredire giorno dopo giorno. Dell'Italia che da domani inizierà le qualificazioni agli Europei del 2012, ben 11 atlete su 17 fanno parte del team federale e, di conseguenza, l'età media complessiva si attesta intorno ai 20 anni, con alcune giocatrici nate addirittura nel 1995 come Angela Cappellaro, Beatrice Guerra e Maria Gaia Zuin! Insomma, una ventata di novità che si attendeva da tempo. La prima avversaria sulla strada delle azzurre sarà la Croazia (in trasferta), mentre domenica la selezione tricolore attende a Mestrino la temibile Danimarca (ore 18, diretta su Raisport). L'impressione è che nel giro di 2-3 stagioni la pallamano potrà compiere l'atteso salto di qualità.

Federico Militello

domenica 16 ottobre 2011

'Italia, come stai?': scherma, Italia in cima al mondo; super snowboard


Per il secondo anno consecutivo l'Italia ha vinto il medagliere dei Campionati del Mondo di scherma (4 ori, 3 argenti e 4 bronzi). Con un 11 medaglie complessive, quella di Catania è stata un'edizione record per il Bel Paese, che ha eguagliato il medesimo risultato conseguito nel lontanissimo 1949. E dire che, dopo i primi tre giorni di gare e con le prove a squadre ancora da disputare, erano concreti i presupposti per poter fare anche meglio. E' un bene, tuttavia, non aver assistito ad una rassegna iridata 'perfetta' (con 7-8 ori e 14-15 medaglie complessive, per intenderci): un risultato di questo genere non avrebbe fatto altro che infondere un'immane pressione su questo sport in vista delle Olimpiadi di Londra 2012 e la luce dei riflettori avrebbe forse influenzato in negativo la preparazione dei nostri atleti. Se proprio bisogna vincere tutto, meglio farlo tra un anno.
Un dato indiscutibile: quella tricolore è la nazionale guida della scherma internazionale, altamente competitiva in tutte le armi e dominante nel fioretto.
In quest'ultima specialità si è verificato un evento singolare: dopo aver dominato nelle prove individuali, sia gli uomini sia le donne non sono riusciti a prevalere nella competizione per equipe, i cui trionfi apparivano scontati alla luce dei valori in campo. In vista della prossima e decisiva annata, dunque, il compito dei tecnici sarà quello di riuscire ad amalgamare nel migliore dei modi delle individualità eccellenti ma divise da una rivalità latente. E' sotto gli occhi di tutti, infatti, il dualismo tra Valentina Vezzali ed Elisa Di Francisca, mentre in campo maschile sono addirittura in quattro gli atleti a contendersi il trono globale. Alle Olimpiadi non si potrà sbagliare ed anche nelle prove a squadre il fioretto tricolore dovrà ribadire la sua netta supremazia sul resto del globo.
La rassegna iridata in terra di Sicilia ha messo in risalto campioni già affermati (Aldo Montano), nomi nuovi (Irene Vecchi e Rossella Fiamingo) e, soprattutto, un esempio da seguire come quello di Paolo Pizzo, atleta che ha saputo scalare le vette della gloria grazie alla sua debordante passione per lo sport.
La scherma, quindi, si conferma la consueta miniera d'oro e motivo di vanto di tutto lo sport italiano.

In attesa dello sci alpino, che vedrà la propria ouverture nel prossimo fine settimana a Solden (Austria), è iniziata nel migliore dei modi la stagione degli sport invernali per l'Italia.
A Landgraaf, in Olanda, si è assistito ad una vera e propria dimostrazione di forza da parte dello snowboard tricolore. In campo maschile, al momento, quella azzurra è la nazionale leader del PSL (che dal 2014 entrerà a far parte del programma olimpico), senza dimenticare che i nostri rappresentanti possiedono fondate ambizioni anche nel più tradizionale PGS.
Quel del ct Cesare Pisoni è un gruppo eterogeneo per quanto riguarda i suoi componenti (tra campioni già affermati e nuove, affamatissime leve), ma unito e compatto nella ricerca del risultato.
Vincere aiuta a vincere. Deve averlo capito anche Roland Fischnaller. Dopo quasi un decennio trascorso ad altissimi livelli (con diversi podi in Coppa del Mondo) nella vana ricerca di un successo, lo snowboarder altoatesino ha colto il primato tanto atteso a Limone Piemonte 2010. Quel giorno qualcosa è cambiato nella testa del 31enne di Funes, il quale ha acquisito una consapevolezza dei propri mezzi sino ad allora sconosciuta ed una continuità di rendimento tale da collocarlo a buon diritto tra i più seri candidati ad impensierire gli austriaci Benjamin Karl ed Andreas Prommegger nella corsa alla sfera di cristallo.
Rappresenta oramai una certezza anche il 25enne Aaron March, la cui prerogativa è quella di esprimersi meglio in gara che in allenamento.
Sulla scia dei due atleti sopracitati ed all'interno di un gruppo in cui la competizione non farà altro che aumentare il rendimento complessivo della squadra, proveranno a ritagliarsi uno spazio importante il veterano Meinhard Erlacher e soprattutto i giovani Christoph Mick, in crescita costante, ed Edwin Coratti, campione del mondo juniores nel PGS a Wanaka (Nuova Zelanda) 2010 e già a segno lo scorso anno in Coppa Europa. Quest'ultimo, grazie ad un talento innato ed a dispetto della verdissima età (20 anni), pare già in grado di ritagliarsi uno spazio importante nel circuito maggiore.
Nel settore femminile, inoltre, il Bel Paese può contare su una vera e propria enfant prodige: si tratta della 18enne meranese Nadya Ochner, vincitrice della Coppa Europa nel 2010 e già quarta nella prima prova stagionale di Coppa del Mondo. Ambiziosa e molto determinata, la giovanissima altoatesina possiede le doti per installarsi in un paio di stagioni nel gotha di questa disciplina.

I Mondiali di ginnastica artistica di Tokio non hanno riservato grosse soddisfazioni per il Bel Paese. Se la selezione femminile non dovrebbe incontrare difficoltà nello staccare il pass a Cinque Cerchi in occasione del Test Event previsto a Londra nel gennaio 2012, l'impresa appare improba per quella maschile. A quel punto i soli Alberto Busnari (cavallo con maniglie) e Matteo Morandi (anelli) proveranno a giocarsi delle chances per approdare in Gran Bretagna nelle rispettive discipline, dove, tra l'altro, potrebbero anche coltivare delle ambizioni da medaglia qualora riuscissero a completare i propri esercizi senza sbavature. Per il resto, poco o nulla. Il ricambio generazionale non è avvenuto e la situazione di grande difficoltà si è acuita con il ritiro di Igor Cassina. Si continua ad ignorare il giovane più promettente (Ludovico Edalli, medagliato alle Olimpiadi giovanili di Singapore 2010), mentre le nuove leve Paolo Ottavi e Paolo Principi non hanno mostrato i progressi sperati.
Il contesto non è molto dissimile in campo femminile, dove la 21enne ed encomiabile Vanessa Ferrari, nonostante gli innumerevoli infortuni patiti in passato, rappresenta ancora il top del movimento tricolore: un dato di fatto che deve far pensare. Anche l'astro nascente Carlotta Ferlito ha deluso le attese, in particolare in un attrezzo, la trave, in cui poteva (e doveva) puntare al podio.

Infine, un breve cenno agli Europei di tennis tavolo. Il livello della selezione maschile è medio basso (mancata promozione in prima divisione e solo due turni passati nel tabellone individuale), mentre è praticamente sparita la formazione rosa (retrocessa in terza serie!) con la maternità di Nikoleta Stefanova ed i ritiri di Weng Lin Tan Monfardini, Laura Negrisoli e Tian Jing. Guardando al futuro, si può essere ottimisti per la crescita di un talento puro come quello di Leonardo Mutti, appena 16enne ma già in grado di ben figurare al cospetto di avversari ben più esperti e maturi, mentre si dovrà seguire con attenzione la promettente Cristiana Dumitrache.
Nel complesso, servirà tempo per rivedere il tennis tavolo azzurro ai vertici internazionali, forse diversi anni. Intanto, perché non tornare a puntare sulla naturalizzazione di atleti/e cinesi? In passato ciò ha portato a soddisfazioni mai assaporate in precedenza da questa disciplina: la storia non ha insegnato nulla?

Federico Militello

giovedì 13 ottobre 2011

Snowboard, è subito doppietta azzurra; scherma, dominio tricolore!


Snowboard: comincia nel migliore dei modi l'annata invernale azzurra. Nel PSL di Landgraaf (Olanda), all'interno di una pista coperta che come da tradizione funge da opening stagionale, sventola altissimo il tricolore: in campo maschile si è assistito ad un vero e proprio monologo, con Roland Fischnaller primo (terzo successo in Coppa del Mondo per il fidanzato di Denise Karbon), Aaron March secondo, Meinhard Erlacher quarto e Christoph Mick decimo! Il bottino sarebbe potuto essere ancor più cospicuo se il giovanissimo Edwin Coratti, campione del mondo juniores nel 2010, non fosse caduto nel corso della seconda manche di qualificazione. E' importante ricordare che il PSL da Sochi 2014 sarà disciplina olimpica al pari del PGS. In campo femminile, inoltre, brilla la stellina della 18enne Nadya Ochner, vincitrice della Coppa Europa 2011 e già quarta nel debutto nella terra dei tulipani. La talentuosa altoatesina si è arresa nella finale di consolazione all'austriaca Marion Kreiner. La competizione ha visto prevalere l'elvetica Fraenzi Maegert-Kohli, ma l'impressione è che per la giovane azzurra l'appuntamento con il podio sia solo rimandato.

Scherma: è un'Italia colossale ai Mondiali di Catania. Ieri è arrivato il terzo (magnifico) oro di Paolo Pizzo nella spada, oggi ben tre fiorettisti sono approdati in semifinale, garantendo al Bel Paese altre tre medaglie sicure (e siamo già ad 8 in attesa delle prove a squadre...): si tratta di Valerio Aspromonte, Giorgio Avola ed Andrea Cassarà. Prematura uscita, invece, per Andrea Baldini, fermato ai trentaduesimi dal giapponese Kenta Chida. Italia, non fermarti!

Federico Militello

martedì 11 ottobre 2011

Tripudio azzurro: Vezzali-Montano in cima al mondo!



2 medaglie d'oro e 4 podi complessivi nella prima giornata dei Mondiali: Signori, questa è la scherma italiana, orgoglio e fiore all'occhiello dello sport azzurro.
Valentina Vezzali, con i suoi 37 anni, è una donna ormai matura ma con l'indole della bambina: per lei esiste solo la vittoria e qualsiasi altro risultato provoca solo pianto e tristezza. La jesina ha vissuto una stagione da tigre ferita. Dopo quella nella semifinale iridata della scorsa stagione, sono maturate altre sconfitte contro la compagna-rivale Elisa Di Francisca, al punto da poter ritenere ormai avvenuto il passaggio di consegne. L'atleta più vincente dello sport italiano ha covato dentro di sé la rivincita, consapevole di essere ancora il tiranno incontrastato del fioretto femminile.
Il torneo odierno è stato un vero capolavoro. Ad un passo dall'eliminazione nei quarti di finale con la francese Corinne Maitrejean, sotto addirittura di 5 stoccate a 30 secondi dal termine (6-11), la cannibale in gonnella (molti i punti di contatto con il fenomeno dello slittino) ha annichilito l'avversaria con una rimonta strepitosa, un cocktail irresistibile di classe e forza caratteriale, prevalendo infine per 12-11 al minuto supplementare. Superata poi in scioltezza la giovane americana Lee Kiefer, si è vista opposta l'ormai eterna rivale Di Francisca nella sfida per il trono iridato. Dire che le due schermitrici non si amino è un eufemismo. Alla vigilia della rassegna iridata la 28enne jesina aveva punzecchiato la plurititolata avversaria: "Non vuole ombre intorno a sé". Una frase che deve aver motivato ulteriormente la tigre ferita, che, con una sontuosa lezione di scherma, ha inflitto un severo 14-5 alla scomoda e più giovane compagna di squadra. Un messaggio chiaro: "La regina sono sempre io". 12 Coppe del Mondo, 6 ori iridati e 5 europei, 3 titoli olimpici: come definire Valentina Vezzali? Una leggenda? Forse qualcosa di più.
L'apoteosi tricolore è stata completata dal meritato trionfo di Aldo Montano nella sciabola maschile, grande campione che finalmente è tornato a vincere dopo l'ormai lontano oro olimpico di Atene 2004. A dispetto di una condizione fisica tutt'altro che ottimale, con un problema al tendine che lo tormentava da luglio, il 32enne livornese ha disputato un torneo eccezionale, approdando in finale senza patemi e con una grinta che da tempo non mostrava. Nell'atto conclusivo ha sfidato il temibile tedesco Nicolas Limbach, che in semifinale aveva prevalso per 15-12 sul 39enne Luigi Tarantino (comunque uno splendido bronzo per l'azzurro). Lo schermidore del Bel Paese ha condotto con temerarietà e decisione la finalissima, passando subito in vantaggio e rivelandosi superiore all'avversario teutonico. Ha vissuto un piccolo brivido in dirittura d'arrivo, quando dal 14-9 si è visto rimontare sino al pericoloso 14-13. A quel punto, però, è giunta la stoccata decisiva che ha dato il via alla festa azzurra.
2 ori e 4 podi, medagliere già monopolizzato: scherma, quanto ti amiamo!

Federico Militello

Preview Sci alpino su Radio Sport Militello


Federico Militello

Che rientri! Alessandro Fei e Tania Di Mario tornano in azzurro!



Grandi notizie per le nazionali di pallavolo maschile e pallanuoto femminile. Tornano in azzurro, infatti, Alessandro Fei e Tania Di Mario, ovvero i migliori esponenti del Bel Paese nelle rispettive discipline. Si tratta di due valori aggiunti fondamentali (per di più ancora relativamente giovani), che vanno ad arricchire due selezioni già altamente competitive.
Alessandro Fei aveva detto basta con la nazionale dopo i Mondiali di Roma 2010, ferito dalle ingiuste critiche ricevute da tifosi ed addetti ai lavori. Il ct Berruto, tuttavia, è riuscito a convincere il 33enne di Saronno a ritornare nel gruppo che darà l'assalto alle Olimpiadi di Londra 2012. Una scelta da applaudire, che risolve il problema dell'opposto: Michal Lasko, infatti, si era ritrovato praticamente senza una vera alternativa, con i giovani Giulio Sabbi e Luca Vettori ancora acerbi per competere ad alti livelli internazionali. Inutile nasconderlo: se l'italvolley appariva già in grado di poter competere ad armi pari con tutte le rivali straniere, con Fei comincia davvero ad incutere timore.
E' durato due anni, invece, il distacco di Tania Di Mario dalla maglia azzurra, ovvero dal termine dei deludenti Mondiali di Roma 2009. Nel frattempo il gruppo si è rinnovato quasi interamente con l'inserimento di diverse giovani di talento ed i risultati sono stati subito di tutto rispetto, con l'argento in World League ed il quarto posto ai Mondiali di Shanghai. Al Setterosa, tuttavia, mancava la fuoriclasse, la giocatrice in grado di pescare il coniglio dal cilindro. Il ct Conti ha risolto il problema con la 32enne romana, che si è dichiarata entusiasta di poter fornire un contributo decisivo nel difficile torneo di qualificazione a Cinque cerchi in programma a marzo. Anche in questo caso il livello della selezione tricolore si accresce esponenzialmente, poiché in un'impalcatura solida e futuribile è stato inserito un elemento che per carisma, classe ed esperienza potrà fungere da traino ed esempio per le nuove leve.
Bentornati ragazzi!

Federico Militello

lunedì 10 ottobre 2011

Baseball, Italia fuori a testa alta; news da tennis tavolo e ginnastica


Baseball: è finito al termine di un match entusiasmante e combattuto il sogno dell'Italia di approdare tra le prime 8 dei Mondiali di Panama. La selezione tricolore è stata sconfitta per 7-6 dal Venezuela dopo un inning supplementare e dopo essere stata in vantaggio per 4-2 e 6-4. Nel finale, tuttavia, i pitcher azzurri Nicholas Pugliese e Yovany D'Amico non sono riusciti a contrastare la grande potenza dei battitori sudamericani. La nazionale del Bel Paese, tuttavia, esce dalla competizione a testa altissima, avendo dimostrato di poter rivaleggiare ad armi pari con tutte le avversarie, Cuba compresa. Resta il rammarico per le sconfitte contro Repubblica Dominicana e Corea del Sud, squadre sicuramente alla portata dei ragazzi di Mazzieri. Quest'ultimo ha promesso un rinnovamento per le prossime stagioni e, considerando l'alto livello raggiunto dalle selezioni juniores e dai molti giovani militanti in Serie A, è auspicabile un'Italia sempre più competitiva negli anni a venire.

Tennis tavolo: sono entrati nel vivo i Campionati Europei di Polonia. Nella prova a squadre le nazionali azzurre sono impegnate in seconda divisione, anche se con ambizioni differenti: la promozione gli uomini, la salvezza le donne. Mihai Bobocica, Nyagol Stoyanov, Marco Rech Daldosso e Leonardo Mutti hanno sin qui conquistato tutti gli incontri disputati ed in serata affronteranno la Serbia per l'accesso alla finalissima che decreterà l'unica squadra ammessa al circuito maggiore. La selezione rosa, invece, vive un momento oltremodo complicato: con i ritiri di Weng Lin Tan Monfardini, Wang Yu, Laura Negrisoli e la maternità di Nikoleta Stefanova (che, si sussurra, potrebbe tornare per le qualificazioni olimpiche previste in primavera), il team è composto interamente da atlete giovanissime fuori dalle prime 200 al mondo. Insomma, i fasti del trionfo continentale del 2003 sono lontanissimi ed il tennis tavolo femminile vive nel Bel Paese un vero e proprio anno zero. Sconfitte dalla Bulgaria, le rappresentanti italiche sono state relegate nel girone che assegna le posizioni dalla 21ma alla 24ma: ora ci attende una delicata sfida con l'Estonia per non retrocedere in terza serie. Viene da chiedersi perché la Federazione non torni ad investire su giocatrici di origine cinese come ha fatto nell'ultimo decennio.

Ginnastica: Italia poco brillante ma complessivamente in linea con le aspettative ai Mondiali di Tokyo. Se la nazionale femminile è giunta nona nella prova a squadre e non dovrebbe incontrare difficoltà nell'agguantare il pass olimpico nel test event di gennaio, sembrano invece ridotte al lumicino le chances degli uomini, 15mi ed oggettivamente molto distanti dalle nazionali che si giocheranno il biglietto olimpico. Carlotta Ferlito e Vanessa Ferrari si sono qualificate per la finale dell'All Round, con la 20enne di Orzinuovi abile nell'afferrare anche l'atto conclusivo nella specialità del corpo libero (aspirazione entrare tra le 5, difficilissimo un podio). In campo maschile, invece, Matteo Morandi ha centrato la finale agli anelli con il sesto punteggio, obiettivo sfuggito ad Alberto Busnari al cavallo con maniglie. La vera delusione tricolore di questi Mondiali è stata la mancata qualificazione alla trave da parte di Carlotta Ferlito ed Elisabetta Preziosa, rispettivamente argento e bronzo europeo in carica e dotate delle qualità giuste per puntare ai vertici anche a livello planetario.

Federico Militello

domenica 9 ottobre 2011

Nasce Radio Sport Militello


Cari amici,

è con grande piacere che vi annuncio la nascita di Radio Sport Militello, una web radio in cui periodicamente saranno approfonditi tutti i temi sportivi che già da un anno e mezzo potete trovare su questo blog. Vi invito a cliccare sul link sottostante per ascoltare la prima puntata della rubrica 'Italia, come stai?' dedicata ai Mondiali di pugilato.


Nell'augurarmi che la novità possa trovare in voi dei graditi consensi, vi invito a continuare a seguirmi con rinnovato affetto.

Federico Militello

sabato 8 ottobre 2011

Baseball, Italia in lotta per l'ingresso tra le prime 8 al mondo


La nazionale italiana di baseball sta ben figurando ai Campionati del Mondo di Panama. Dopo i primi 5 incontri gli azzurri sono al terzo posto nella pool 2, frutto di 3 vittorie (su Australia, Nicaragua e Germania) e 2 sconfitte (con Repubblica Dominicana e nella notte contro Cuba). Proprio i caraibici guidano il raggruppamento a punteggio pieno davanti al Venezuela (1 sola sconfitta per i sudamericani).
L'Italia dovrà disputare ancora due partite nella prima fase contro Sud Corea e Venezuela. Considerando che al girone successivo, quello delle magnifiche 8 della rassegna iridata, si qualificano le prime 4, la selezione di Mazzieri si giocherà quasi tutto negli ultimi due incontri, in particolare in quello contro gli asiatici, attualmente appaiati agli azzurri in classifica. Per il Bel Paese si tratterebbe di un risultato storico (nello scorso decennio, infatti, mai abbiamo raggiunto le prime otto piazze: l'ultima volta risale al 1998, quando fummo quarti e sconfitti nella finale per il bronzo proprio dalla Corea del Sud), oltre che della conferma di essere entrato ormai stabilmente nell'elite del baseball dopo lo straordinario terzo posto raggiunto lo scorso anno nella Coppa Intercontinentale.
Vincendo entrambe le gare rimanenti, inoltre, la formazione italica potrebbe guardare al proseguo del torneo con ambizioni ancora maggiori, in quanto nella seconda fase vengono conteggiati anche i punti messi in carniere nella prima.
L'Italia può contare su un parco battitori di alto livello, tra cui spiccano Lorenzo Avagnina, Giuseppe Mazzanti, Jairo Ramos Gizzi, Juan Carlos Infante, Anthony Granato e Mario Chiarini. Affidabile e completo anche il reparto dei lanciatori, con Mazzieri che presumibilmente si affiderà a Thiago Da Silva ed Alessandro Maestri nei match decisivi. Peccato non poter avere a disposizione il fuoriclasse Alex Liddi, primo atleta di formazione italiana ad essere approdato nell'Mlb, la massima lega americana: con il 23enne sanremese un'Italia già molto forte avrebbe potuto addirittura ambire a qualcosa di impensabile sino a qualche anno fa.
Nella pool1 è da segnalare il grande Mondiale disputato sino ad ora dall'Olanda, eterna rivale degli azzurri nel Vecchio Continente: la selezione orange sino ad ora è imbattuta ed ha prevalso persino sui campioni in carica degli Stati Uniti. Se, come è lecito augurarsi, assisteremo al derby d'Europa nella seconda fase, è lecito attendersi dei veri e proprio fuochi d'artificio.

Federico Militello

venerdì 7 ottobre 2011

Il pugilato esiste ancora?


Oggi abbiamo assistito ad una delle pagine più tristi della storia della boxe.
L'azzurro Domenico Valentino, campione iridato in carica della categoria 60 kg, ha disputato una brillante semifinale con l'ucraino Vasyl Lomachenko, nella quale è emersa una superiorità pugilistica incontrovertibile.
Nella prima ripresa il 27enne di Marcianise si manteneva a distanza dall'avversario dell'Est Europa, andando a segno di rimessa con dei ganci destri puliti e stilisticamente impeccabili. Il rivale ucraino, al contrario, non si distingueva per lealtà sportiva, colpendo ripetutamente alla nuca il nostro rappresentante. L'arbitro, però, rimaneva incredibilmente a guardare. Al suono della campana Valentino conduceva appena per 4-3, quando almeno 2-3 punti di vantaggio erano apparsi nitidi.
Nel secondo round, poi, accadeva qualcosa che poco ha a che vedere con lo sport.
Nonostante continuassero imperterrite le scorrettezze di Lomachenko, il pugile campano subiva un warning per aver 'legato'. Nonostante ciò, tuttavia, l'atleta del Bel Paese continuava a macinare un pugilato d'alta scuola, scuotendo il capo del rivale con tre diretti destri di pregevole fattura. L'ucraino, dal proprio canto, tentava una reazione scomposta e basata esclusivamente sul corpo a corpo. Insomma, una ripresa da considerare leggermente a favore di Valentino o, al massimo, in parità. La giuria, invece, vedeva (chissà dove) un vantaggio per Lomachenko per 12-6 e, sul 15-10, il match era ormai segnato.
A nulla valevano gli ultimi sforzi di un coraggioso ed ammirevole Valentino, il quale conduceva anche un terzo round di tutto rispetto.
Morale: un vero esperto di boxe non avrebbe avuto dubbi nell'assegnare la vittoria all'azzurro con 5-6 punti di margine. E' avvenuto l'esatto contrario.
Siccome negli ultimi anni non è la prima volta che accadono fatti di questo genere (ricordate gli Europei di Istanbul nel mese di giugno?), è lecito chiedersi se abbia ancora senso che il pugilato continui ad esistere non solo alle Olimpiadi ma anche come disciplina sportiva.
Nel pugilato spesso i vincitori vengono decisi a tavolino molti mesi prima dell'evento vero e proprio. Emblematico il caso-Lomachenko: sconfitto negli ottavi di finale dal brasiliano Conceicao, il verdetto del ring è stato per la prima volta ribaltato in seguito ad un ricorso della Federazione ucraina: un evento mai accaduto nella storia della boxe, indizio inequivocabile di come il vincitore dell'oro sia già noto ancor prima della finale di domani.
Inoltre non si fa nulla per venire a capo di situazioni vergognose e patetiche. Perché è stato eliminato il conteggio in tempo reale dell'assegnazione dei punti? Forse per favorire ulteriormente i 'giochetti' delle giurie corrotte?
La verità è che questo non è più sport. Non contano più doti tecniche, sacrifici, allenamenti massacranti, forza di volontà ed ambizione. Così gli atleti vengono privati dei loro sogni, anche del più elementare e genuino, cioè puntare al trono mondiale combattendo ad armi pari e nelle medesime condizioni degli avversari. Ora, invece, allo sport si sono sostituiti gli interessi della politica. Ha senso parlare ancora di pugilato?

Federico Militello

giovedì 6 ottobre 2011

Calcio italiano: l'orgoglio di essere giovani


La roboante quanto poco significativa vittoria per 7-2 della nazionale Under21 contro il modestissimo Liechtenstein ci fornisce lo spunto per discutere del momento attuale del calcio italiano.
La stagione è iniziata appena da un mese, tuttavia la Serie A ha già fornito una sentenza in controtendenza con il passato recente: i giovani talenti azzurri stanno finalmente tornando a farsi strada ed a meritarsi un minutaggio fondamentale per acquisire esperienza e, soprattutto, sicurezza ad alti livelli.
Alcuni calciatori si stanno esprimendo ad un livello tale da meritarsi l'inevitabile attenzione del ct Cesare Prandelli. Si tratta di Alessio Cerci, Ezequiel Schelotto, Giacomo Bonaventura e Pablo Daniel Osvaldo (per la prima volta convocato in azzurro). Da notare che i primi tre sono degli esterni di fascia, una vera rarità per il nostro calcio. Altri, poi, erano già affermati, ma sono sbocciati definitivamente e promettono di diventare delle pedine fondamentali per la selezione tricolore: su tutti Sebastian Giovinco, Claudio Marchisio (per completezza e qualità tecniche, uno dei migliori centrocampisti in Europa) e Davide Astori.
Come dimenticare, poi, i ragazzi di Ferrara, da Mattia Destro ad Alberto Paloschi, dal peperino Lorenzo Insigne al romanista Fabio Borini, sino al più che promettente Manolo Gabbiadini (fratello di Melania, tra le migliori interpreti in Italia del calcio femminile), elemento che ha il gol nel proprio DNA.
Il ct dell'Under21, addirittura, non ha neppure convocato per scelta tecnica il talentuoso Stephane El Shaarawy: l'abbondanza è un segnale oltremodo positivo per un movimento italico che sta rapidamente risollevandosi dopo il triste Mondiale sudafricano.
Non gioca in Serie A, ma merita una citazione anche Angelo Ogbonna, pilastro della difesa del Torino di Ventura primo in classifica nel campionato cadetto: senso della posizione, stacco aereo imperioso e marcatura d'altri tempi sono qualità che potranno presto consentire al giovane campano di spiccare il volo.
Insomma, i giovani italiani esistono e sono anche molto bravi. Onore a quelle società che lo hanno capito investendo sui vivai nostrani (Atalanta, Siena e Juventus le società più virtuose in questo senso) ed ottenendo dei risultati ragguardevoli. Non ammiro, invece, la politica di club come l'Udinese, dove al contrario si punta quasi totalmente su talenti stranieri: un esempio deprecabile, che se seguito condurrebbe alla fine del calcio italiano.
Le ultime settimane hanno fornito un consiglio importante a tutte le società del Bel Paese: non andate a cercare all'estero giocatori mediocri, perché qui da noi i vivai sono ora più che mai in grado di produrre futuri e potenziali campioni.

Federico Militello

martedì 4 ottobre 2011

Boxe: l'Italia fa poker e raggiunge l'obiettivo Londra 2012


Quattro azzurri su sei hanno superato lo scoglio degli ottavi di finale ai Campionati del Mondo di boxe di scena a Baku, tre di essi si sono qualificati alle Olimpiadi di Londra 2012 (Vincenzo Picardi, Domenico Valentino e Vincenzo Mangiacapre), uno (Roberto Cammarelle) dovrà vincere ancora un incontro per celebrare il pass a Cinque Cerchi.
Un bilancio lusinghiero per il Bel Paese, considerando che già da tempo ha staccato il biglietto anche Clemente Russo, vincitore delle World Series of Boxing.
Il pugile azzurro che ha destato maggiore impressione è stato il giovane Vincenzo Mangiacapre (categoria 65 kg). Il 22enne di Marcianise ha letteralmente sovrastato il ceco Zdenek Chadlek per 16-9, sfoderando una velocità di colpi eccezionale ed una rapidità di gambe che ha confuso lo spaesato avversario. L'Italia, dunque, ha trovato l'atteso nome nuovo in vista delle prossime Olimpiadi, un talento che possiede le doti per diventare un campione. Il talentuoso atleta tricolore è atteso domani all'esame di maturità contro il mongolo Munkh Erdene Uranchimeg, pugile esperto, medaglia di bronzo a Milano 2009 e testa di serie n.2 del tabellone. Un match in cui il nostro portacolori partirà sfavorito, anche se un'eventuale vittoria lo consacrerebbe definitivamente in campo internazionale dopo il bronzo europeo agguantato ad Istanbul nel mese di giugno.
Continua il momento poco brillante di Domenico Valentino (60 kg), che, da campione vero, riesce comunque a condurre in porto degli incontri in cui si esprime solamente al 50% delle proprie possibilità. Quest'oggi il detentore del titolo ha prevalso con un sofferto 26-23 sull'astro nascente serbo Branimir Stankovic, ma nei quarti servirà ben altra prestazione contro l'ungherese Miklos Varga per approdare in zona medaglia.
Si conferma una garanzia il peso mosca Vincenzo Picardi, il quale, dopo due round iniziali equilibrati, ha preso il largo nell'ultima e definitiva ripresa contro l'aggressivo dominicano Dagoberto Aguero (18-12). Il 28enne di Casoria attende ora l'uzbeko Jasurnek Latipov.
Continua spedita, infine, la marcia di Roberto Cammarelle nei supermassimi, che ha approfittato del ritiro dell'irlandese Cornelius Sheenan nel corso del terzo round (il campione del mondo di Cinisello Balsamo era agevolmente in vantaggio per 17-10). Il capitano della nazionale azzurra dovrà fare molta attenzione nei quarti al britannico Anthony Joshua, pugile ancora grezzo tecnicamente ma dotato di grande potenza.
Non hanno superato il turno, invece, Alex Ferramosca (-49 kg) e Vittorio Parrinello (56 kg), superati rispettivamente dal cubano naturalizzato spagnolo José De La Nieve (18-17) e dal cubano Lazaro Alvarez (13-11). Sebbene si sia trattato di due match decisi solo sul filo di lana, gli azzurri hanno complessivamente meritato la sconfitta, considerando che entrambi sono anche stati contati. Parrinello, tuttavia, può ancora sperare nella qualificazione olimpica, poiché Alvarez possiede ottime chances per raggiungere la finale. Ferramosca, invece, dovrà rimandare l'appuntamento a Cinque Cerchi al torneo europeo in programma ad aprile, in quanto De La Nieve dovrebbe trovare strada sbarrata con il fuoriclasse russo David Ayrapetyan.
Queste, infine, le percentuali di successo degli italiani impegnati nei quarti di finale.

52 kg. Vincenzo Picardi-Jasurbek Latipov (Uzbekistan): 70%

60 kg. Domenico Valentino-Miklos Varga (Ungheria): 55%

64 kg. Vincenzo Mangiacapre-Munkh Erdene Uranchimeg (Mongolia): 32%

+91 kg. Roberto Cammarelle-Anthony Joshua (Inghilterra): 60%


Federico Militello

lunedì 3 ottobre 2011

Boxe: sei azzurri tra i migliori 16 al mondo


Sei azzurri qualificati per gli ottavi di finale ai Campionati del Mondo di Baku, in Azerbaijan. Da domani, tuttavia, si comincia a fare veramente sul serio, in quanto l'approdo ai quarti significherebbe qualificazione diretta alle Olimpiadi di Londra 2012 (salvo che per la categoria +91 kg di Roberto Cammarelle, nella quale è necessario raggiungere la semifinale).
A giocarsi l'ambito pass a Cinque Cerchi saranno Alex Ferramosca (-49 kg), abile quest'oggi nel superare il georgiano Tchubabria Avtandil per 15-8, Vincenzo Picardi (52 kg), Vittorio Jahyn Parrinello (56 kg), autore di un debutto convincente contro il giapponese Satoshi Shimizu (22-13), il campione in carica Domenico Valentino (60 kg), che, dimostrando una forma tutt'altro che esaltante, ha prevalso solo grazie alla preferenza sul marocchino Mahdi Quatine, l'astro nascente campano Vincenzo Mangiacapre (64 kg) ed il già ricordato Roberto Cammarelle, plurititolato capitano di questa nazionale.
Queste le percentuali di successo degli azzurri che scenderanno sul ring domani.

-49 kg. Alex Ferramosca-José De La Nieve (Spagna): 30%.

52 kg. Vincenzo Picardi-Dagoberto Aguero (Repubblica Dominicana): 50%

56 kg. Vittorio Parrinello-Lazaro Alvarez (Cuba): 10%

60 kg. Domenico Valentino-Branimir Stankovic (Serbia): 70%

64 kg. Vincenzo Mangiacapre-Zdnek Chladek (Repubblica Ceca): 70%

+91 kg. Roberto Cammarelle-Cornelius Sheenan (Irlanda): 60%


Federico Militello

'Italia, come stai?': volley rosa, niente allarmismi; delusione ovale


Diciamo la verità, se il week-end appena concluso si è rivelato deludente, il merito è anche della forza sportiva dell'Italia. Il nostro Paese, infatti, risulta competitivo in praticamente tutte le discipline. Un esempio: in Germania e Spagna neppure sanno cosa sia, se non per sentito dire, il rugby. Andate a chiedere, poi, ad un inglese, se conosce i risultati delle sua nazionale di pallavolo femminile...
Insomma, questo breve antefatto è utile a chiarire un concetto importante: siamo forse l'unica nazione al mondo presente in tutte le grandi manifestazioni sportive di ogni genere. E' ovvio, tuttavia, che non si può vincere tutto e sempre.

Tornando a dati più concreti, la nazionale azzurra di pallavolo femminile è scesa dal podio del Vecchio Continente per la prima volta dal 2003 e per la seconda negli ultimi 12 anni.
Un quarto posto europeo costituisce un risultato di rilievo per qualsiasi formazione straniera, ma non per un'Italia abituata a vincere ed imporre la propria legge.
Quali sono stati i motivi della debacle? Probabilmente il gruppo non è più così legato al ct Barbolini e, di conseguenza, necessita di una nuova guida tecnica. Il 47enne di Modena è parso alquanto confuso per tutta la stagione, tentando esperimenti improponibili (Gioli schierata come opposto su tutti) ed infondendo solo insicurezze nelle sue ragazze, che inevitabilmente non hanno trovato quegli automatismi necessari per aspirare al gradino più alto del podio.
Se appare necessario un cambio al timone, la squadra, di per sé, merita la riconferma, almeno sino alle Olimpiadi di Londra 2012: solo al termine di esse, infatti, dovrà avvenire quel ringiovanimento richiesto da più parti (ed i talenti abbondano, su tutti la promettente Valentina Diouf).
La selezione attuale, infatti, è completa in tutti i reparti, con alternative di grande spessore. Sebbene la stragrande maggioranza delle giocatrici abbia superato i trent'anni, al momento non si intravedono nel panorama nazionale delle atlete superiori a Piccinini, Del Core e Gioli. Una chance, forse, la meriterebbero Cristina Barcellini e, soprattutto, Monica Ravetta, da due anni una delle marcatrici più prolifiche della Serie A1, ma inspiegabilmente ignorata dal giro azzurro. Nel complesso, tuttavia, il gruppo merita fiducia e, con un nuovo ct (si parla di Giovanni Guidetti) ed il recupero del libero Paola Cardullo, potrà coltivare grandi ambizioni in vista dell'annata a Cinque Cerchi.
A tal proposito, sarebbe importante ricevere una wild card per la Coppa del Mondo che si disputerà in Giappone a novembre: nei prossimi giorni si avranno delle notizie a riguardo.

I quarti di finale dei Mondiali di rugby continuano a rimanere tabù per la nazionale italiana. La severa lezione subita contro l'Irlanda ha fatto emergere inesorabilmente tutti i difetti che attanagliano da anni la formazione tricolore: totale assenza di una mediana quanto meno dignitosa e di un calciatore 'vero', impalpabilità dei trequarti, gioco monotono e concentrato quasi sempre su mischie e maul. Il ct Mallet ha sì avuto il merito di rinnovare la rosa a sua disposizione (Gori, Benvenuti, Barbieri), ma lo ha fatto solo in parte, puntando ancora su diversi giocatori in fase calante (Ongaro, Lo Cicero, Canale) o comunque mai realmente incisivi in campo internazionale (Garcia, Orquera). Il 55enne sudafricano non poteva fare miracoli (in Italia, oggettivamente, non esistono né mediani di apertura all'altezza né calciatori specializzati), ma sicuramente avrebbe dovuto provare ad osare maggiormente attuando una tattica più aggressiva e meno rinunciataria. Mallet verrà ricordato, nel complesso, come una persona perbene che ha dato l'anima per il tricolore (cantava persino l'Inno di Mameli) e che, soprattutto, ci ha sempre messo la faccia.
Cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo quadriennio?
Innanzitutto la Federazione dovrà rivelarsi lungimirante nel creare un progetto che consenta al prossimo ct francese Jacques Brunel di lavorare con pieni poteri ed in tranquillità, possibilmente non designando già un successore prima della vigilia della prossima rassegna iridata.
Si dovrà puntare, inoltre, anche sul rugby a 7, in cui attualmente siamo in colpevole ritardo rispetto alle altre nazionali: oltre ad essere diventata olimpica (da Rio 2016), questa disciplina risulta propedeutica per la creazione di quei trequarti che tanto farebbero comodo al rugby a 15.
In parte, poi, dovranno essere mutate anche alcune regole riguardanti le due franchigie (Aironi e Treviso) partecipanti alla Celtic League: giusto limitare il numero di stranieri, ma bisognerebbe imporre anche la presenza di atleti autoctoni in ruoli chiave come la mediana.
Insomma, seppur molto lentamente, il rugby nostrano cresce anno dopo anno. Per ambire a competere con i giganti di questo sport, tuttavia, si dovranno salire ancora un paio di gradini. Quelli più faticosi.

Federico Militello

sabato 1 ottobre 2011

Pallavolo, le azzurre salutano la finale; riscossa azzurra nel judo?


Pallavolo: l'Italia è fuori dagli Europei di Belgrado, sconfitta nettamente in semifinale per 3-0 dalla Germania. Le azzurre, attualmente fuori anche dalla Coppa del Mondo (in attesa di una possibile wild-card), affronteranno domani la perdente di Serbia-Turchia nella finalina per il bronzo. La formazione di Barbolini è stata travolta da una squadra teutonica a cui è riuscito tutto e che difficilmente si lascerà scappare l'oro dopo aver disputato il torneo della vita. In casa Italia, al contrario, non ha funzionato nulla. Particolarmente deficitaria la ricezione, poco incisivo l'attacco, stranamente impalpabile il muro. Prestazioni incolore per l'oriunda Carolina Costagrande e per una frastornata Francesca Piccinini. Ci sarà tempo per approfondire dettagliatamente il discorso (vi rimando, dunque, alla rubrica 'Italia, come stai?'). Si può anticipare, tuttavia, che in vista dell'anno olimpico servirà avere delle idee chiare sulla formazione del gruppo sin dalla prossima primavera.

Judo: 4 podi per le azzurre nella prova di Coppa del Mondo di Roma. Finale tutta italiana nella categoria -48 kg, con Elena Moretti abile nel superare la compagna di squadra Valentina Moscatt; vittoria finale anche per la campionessa olimpica Giulia Quintavalle nei -57 kg, che ha prevalso sulla spagnola Isabel Fernandez per ippon nel match conclusivo; terza piazza, infine, per Rosalba Forniciti nei -52 kg, superata prima in semifinale dalla polacca Marta Kuban e poi brava nello sconfiggere la rumena Andreea Stefania Chitu. Anche in campo maschile, inoltre, è giunta una buona notizia grazie al terzo posto del giovane Andrea Regis (-73 kg) nella World Cup in Gran Bretagna. Dopo i disastrosi Mondiali di Parigi, si può parlare di rinascita del judo tricolore? La risposta è no. Si tratta di successi maturati in competizioni non di primissima fascia, dove la concorrenza straniera è tutt'altro che al completo (a differenza che nei Tornei del Gran Slam o ai Mondiali). Insomma, il sentiero che conduce nuovamente verso i vertici internazionali è ancora lungo e tortuoso. Questi risultati, dunque, vanno valutati positivamente solo in proiezione ranking olimpico, in quanto portano punti importanti in vista della qualificazione a Cinque Cerchi.

Boxe: una vittoria ed una sconfitta per il Bel Paese ai Campionati del Mondo di Baku. L'iridato in carica Domenico Valentino ha superato per 15-10 l'ostico bulgaro Ayrin Ahmedov, approdando ai sedicesimi di finale. Fuori, invece, Luca Podda, nettamente superato per 17-7 dal bielorusso Mikalai Vesialou. Domani scenderanno sul ring 4 azzurri per cercare l'approdo tra i migliori 16. Sulla carta il match più arduo è quello di Vincenzo Magiacapre contro il messicano Juan Romero. Queste le percentuali di successo degli azzurri:

Categoria 52 kg. Vincenzo Picardi-Mohammed Alwadi (Giordania): 90%

Categoria 64 kg. Vincenzo Mangiacapre-Juan Romero (Messico): 35%

Categoria 69 kg. Danilo Creati-Yasuhiro Suzuki (Giappone): 65%

Categoria +91 kg. Roberto Cammarelle-Jose Payares (Venezuela): 90%


Federico Militello