venerdì 31 dicembre 2010

BUON ANNO!


A tutti gli sportivi ed i lettori auguro un 2011 sublime. Gli aggiornamenti riprenderanno a partire dal 2 gennaio. Perché tra Tour de Ski, 4 trampolini e Dakar, lo sport non si ferma davvero mai!

Federico Militello

giovedì 30 dicembre 2010

I top ed i flop del 2010 italiano


Con un 2010 agli sgoccioli, nel quale complessivamente lo sport italiano ha meritato una sufficienza piena, ecco le classifiche dei nostri migliori e peggiori atleti. Ovviamente si tratta di considerazioni meramente soggettive, basate sull'importanza e l'impatto mediatico dell'evento, sulla continuità di rendimento dell'atleta nel corso dell'anno e sulla natura emotiva dell'impresa realizzata.

La classifica maschile degli sport individuali (top)

1) Daniele Molmenti (canoa slalom)
2) Max Biaggi (superbike)
3) Vincenzo Nibali (ciclismo)
4) Francesco ed Edoardo Molinari (golf)
5) Giuliano Razzoli (sci alpino)
6) Antonio Cairoli (motocross)
7) Valerio Cleri (nuoto di fondo)
8) Niccolò Campriani (tiro a volo)
9) Fabio Scozzoli (nuoto)
10) Armin Zoeggeler (slittino)

La classifica femminile degli sport individuali (top)

1) Francesca Schiavone (tennis)
2) Giorgia Bronzini (ciclismo su strada e pista)
3) Elisa Di Francisca (scherma)
4) Federica Pellegrini (nuoto)
5) Arianna Fontana (short track)
6) Martina Grimaldi (nuoto di fondo)
7) Alessandra Sensini (vela)
8) Tania Cagnotto (tuffi)
9) Valentina Vezzali (scherma)
10) Flavia Pennetta (tennis)

La classifica degli sport di squadra (top)

1) Baseball
2) Pallanuoto maschile
3) Ginnastica ritmica femminile
4) Fioretto femminile (scherma)
5) Aprilia (superbike)
6) 4 di coppia maschile (canottaggio)
7) Nazionale di tennis femminile (Fed Cup)
8) Pallavolo (sia maschile che femminile)
9) Squash maschile
10) Conti-Micol (vela)

I flop del 2010

1) Nazionale di calcio maschile
2) La gestione di gara della Ferrari
3) Canoa velocità
4) Lotta libera
5) Tennis Tavolo
6) Rugby
7) Equitazione
8) Pallamano

Federico Militello

mercoledì 29 dicembre 2010

Innerhofer, un podio per ripartire


Ci voleva proprio. Christof Innerhofer ha conquistato un preziosissimo terzo posto nella discesa monumento di Bormio, regalando all'Italia un podio che profuma di ossigeno puro in un momento di difficoltà per il nostro movimento. Il 26enne altoatesino, già trionfatore su questa pista due stagioni or sono, è risultato di gran lunga il migliore nella seconda parte del tracciato, pagando però qualche decimo di troppo nei primi 50 secondi della competizione. Primo posto per l'immarcescibile austriaco Michael Walchofer, che ha superato di appena 8 centesimi il sempre più sorprendente svizzero Silvan Zurbriggen, a questo punto legittimo candidato alla conquista della sfera di cristallo. 0.36 il distacco del nostro rappresentante dalla vetta.
Ancora una volta, dunque, Innerhofer si è rivelato magistrale dal punto di vista tecnico, non avendo nulla da invidiare ai grandi specialisti: per essere considerato un grande discesista, però, dovrà confermarsi anche su tracciati relativamente facili. Questo risultato, comunque, potrà fungere da stimolo anche per il resto della squadra, con Werner Heel e Peter Fill ancora troppo lontani dal vertice a causa di una condotta di gara forse troppo attendista e remissiva. Bene i giovani Dominik Paris (21 anni, 17mo) e Siegmar Klotz (23 anni, 24mo). Ora Innerhofer, in quanto tra i primi 15 della classifica generale, avrà diritto a partecipare allo Slalom Parallelo di Monaco di Baviera previsto per il 2 gennaio. In prove di questo tipo l'altoatesino ha già dimostrato in passato di sentirsi a suo agio, anche se il vero obiettivo del nativo di Brunico resta il SuperG dei Mondiali di Garmish.

Federico Militello

martedì 28 dicembre 2010

Sci alpino femminile, cosa non funziona?


Nella stagione 2007/2008 la nazionale rosa del Gigante veniva considerata (ed in effetti lo era) una vera e propria corazzata, dove alla dominatrice Denise Karbon si aggiungevano i podi costanti di Nicole Gius e Manuela Moelgg. 3 anni dopo il Bel Paese è praticamente scomparso dalle posizioni di vertice, superato inesorabilmente da Germania, Francia ed Austria. Le nostre rappresentanti di spicco sono rimaste le medesime del passato triennio, con l'aggravante di qualche primavera in più sulle spalle. L'unica novità di rilievo porta il nome e cognome di Federica Brignone, tuttavia allo stato dei fatti una sola volta sul podio ed ancora troppo discontinua.
La verità fa male: questa Italia non ha saputo stare al passo con i tempi. Lo sci alpino femminile, in particolare nelle discipline tecniche, si è sensibilmente evoluto. Sono mutate la tecnica di sciata (in conseguenza anche dei materiali sempre più sofisticati), le tracciature (sempre più veloci) e la preparazione alle gare (con maggior risalto per la preparazione fisica). I nostri tecnici e le nostre atlete, invece, hanno continuato a navigare nel passato, subendo poi l'inevitabile sorpasso da parte della concorrenza. Ora serve un bagno di umiltà, comprendendo che questo non è più il tempo dei trionfi, bensì quello in cui si deve inseguire e migliorare. Difficilmente le veterane Karbon, Gius e Moelgg potranno incrementare di molto il loro rendimento attuale; si dovrà lavorare invece sulle atlete giovani (Brignone, Lisa Magdalena Agerer e Sabrina Fanchini), investendo su uno stile redditizio e costruendo una mentalità finalmente vincente. Necessario sarà l'abbandono della specializzazione: anche le gigantiste, infatti, dovranno cimentarsi nella velocità, affinché siano successivamente pronte ad affrontare qualsiasi tipo di tracciato.
Per far ciò servirà molto tempo: nel frattempo, ci accontenteremmo di una reazione d'orgoglio da parte delle azzurre.

Federico Militello

giovedì 23 dicembre 2010

BUON NATALE



A tutti i lettori e gli appassionati auguro un Natale sereno e denso di gioia. Gli aggiornamenti sportivi riprenderanno da lunedì.

Federico Militello

mercoledì 22 dicembre 2010

Il Pagellone dell'anno sportivo italiano


Promossi o bocciati? Vediamo la situazione di ogni singolo sport (estivo) azzurro in questo anno solare in dirittura d'arrivo.

Atletica 6,5: gli Europei di Barcellona ci hanno restituito un'Italia viva (6 medaglie complessive), ma non vincente (zero ori). Allo stato dei fatti i nomi su cui puntare sono sempre i soliti.

Badminton 6,5: da segnalare il ritorno ad alto livello di Agnese Allegrini e la crescita costante del settore maschile con Greco e Maddaloni.

Baseball 9: Italia Campione d'Europa dopo 13 anni e medaglia di bronzo (la prima in campo mondiale) nella Coppa Intercontinentale. Serve altro?

Beach Volley 6,5: in progresso le donne, dove è arrivato anche un podio, stazionari gli uomini. Ora con il nuovo ct americano Dodd dovrebbe avvenire il salto di qualità.

Calcio 2: il Mondiale peggiore degli ultimi 36 anni e la clamorosa eliminazione dell'Under21 da Europei e Olimpiadi. Siamo all'anno zero, ora bisogna ripartire.

Canoa velocità 5: l'unico a mostrare miglioramenti è stato Benassi, da seguire in ottica Londra 2012. Momentaneamente disperso Zerial, tra le donne ci si affida sempre all'eterna Idem, quest'anno in calo. Incoraggianti segnali dal settore giovanile, che dovranno essere confermati nelle prossime stagioni.

Canoa slalom 9: Molmenti campione del mondo, Clara Giai Pron talentino da coltivare con abnegazione.

Canottaggio 7: due medaglie d'argento ai Mondiali, un 4 senza formato da Under23 che promette scintille nell'imminente futuro. In cerca di riscatto le donne, magari con il fondamentale recupero di Gabriella Bascelli.

Ciclismo su strada 8: nelle corse a tappe nessuno come l'Italia. Basso ha vinto il Giro, Nibali la Vuelta. Nelle corse di un giorno sono emersi i giovani Oss e Gavazzi. Il ritorno di Riccò andrà a rafforzare ulteriormente le potenzialità tricolori. Tra le donne Giorgia Bronzini si è laureata campionessa del mondo.

Ciclismo su pista 6-: l'unica vincente è la solita Bronzini, in una specialità, la corsa a punti, ingiustamente esclusa dai Giochi Olimpici. Incredibile come si stia perdendo un talento come quello della Frisoni. Nella velocità siamo troppo indietro. Inducono alla fiducia le categorie giovanili, con atleti che saranno pronti per il prossimo quadriennio.

Ginnastica artistica 6,5: il bronzo iridato di Morandi agli anelli prosegue la tradizione italica in questa disciplina. Si è visto qualche volto nuovo come Paolo Ottavi, tuttavia ancora non in grado di confrontarsi ad altissimi livelli. Tra le donne Vanessa Ferrari non è più quella di un tempo e dovrà puntare tutto sul corpo libero.

Ginnastica ritmica 9: andare a vincere un oro mondiale in casa delle maestre russe rappresenta l'emblema di una netta superiorità. Manca sempre, però, una individualista di spessore.

Golf 9: Italia sugli scudi grazie ai fratelli Molinari ed al giovane fenomeno Manassero. Per il 10 serve la conquista di uno Slam, non impossibile da agguantare nelle prossime stagioni.

Hockey sul prato 6: voto di stima. I risultati non sono stati eclatanti (mancata qualificazione ai Mondiali) e soprattutto tra le donne si è assistito ad una parziale involuzione. Tuttavia la selezione rosa può ambire a cullare il sogno a Cinque Cerchi, grazie anche alle continue naturalizzazioni (ultime in ordine di tempo le gemelle olandesi Padalino). Gli uomini, invece, hanno iniziato praticamente dalle fondamenta un nuovo percorso di sviluppo.

Karate 7,5: secondo posto mondiale e solita costanza ad alti livelli.

Judo 6: brillanti in primavera, con un'ottima campagna europea, in vistoso calo ai Mondiali, dove la concorrenza era molto più agguerrita. Questa disciplina presenta alcuni talenti (Verde, Gwend, Fornaciti) in grado di garantire certezze nei prossimi 18 mesi.

Lotta 4: con gli infortuni di Minguzzi e De Paola, praticamente assenti per tutto l'anno, siamo spariti dalla scena internazionale. Unica nota positiva proviene da Daigoro Timoncini nella greco-romana.

Nuoto in corsia 7: tra alti e bassi Federica Pellegrini ha comunque vinto 2 ori europei, uno in estate ed uno a dicembre. Resta il faro di questa nazionale. Scozzoli rappresenta ormai una garanzia, mentre Orsi e Dotto stanno progredendo esponenzialmente e magari già a Shanghai proveranno il colpaccio. Interessante la 16enne Polieri, eterni incompiuti i vari Colbertaldo, Di Tora, Natullo e Lestingi. Gareggiano ormai per onor di firma Brembilla, Marin e Boggiatto. Cruciale per questa Italia dovrà essere il recupero di Alessia Filippi.

Nuoto di fondo 10: l'Italia ha dominato sia i Mondiali che gli Europei. Che si continui così!

Nuoto sincronizzato 4,5: dopo il ritiro della Adelizzi il buio assoluto. Scavalcata anche dall'Ucraina nelle gerarchie del Vecchio Continente, la selezione tricolore non riesce proprio ad emergere dall'anonimato.

Pallacanestro 7: la qualificazione diretta (anche se la buona sorte ha dato una mano con l'allargamento della competizione a 24 squadre) agli Europei come dato oggettivo, la crescita umana e caratteriale del gruppo e la presenza delle tre stelle Nba per sperare in un ritorno ai vertici mondiali.

Pallamano 3: nazionale maschile mai così male, esclusa persino dalle qualificazioni ai Mondiali! Un po' meglio le donne, anche se distanti anni luce dai palcoscenici che contano. Qualcosa si muove a livello giovanile, ma è troppo presto per dare giudizi: questo sport resta la nostra 'pecora nera'.

Pallanuoto 8,5: l'argento europeo del Settebello certifica il ritorno dell'Italia sui livelli consoni alla tradizione del Bel Paese. Squadra giovane e di prospettiva quella del ct Campagna, destinata a stupire ancora. Non convince, invece, il ricambio generazionale al femminile: l'impressione è che qualificasi a Londra sarà impresa difficile per il gentil sesso.

Pallavolo 6,5: quarti gli uomini, quinte le donne ai Mondiali. Stagione senza infamia e senza lode, con la conferma di un movimento di vertice, tuttavia senza particolari picchi di rendimento.

Pentathlon moderno 6: qualche podio, ma tanta discontinuità. I giovani De Luca, Benedetti e Giancamilli sono chiamati al salto di qualità definitivo.

Sollevamento Pesi 5: in campo maschile la rassegna iridata è stata disastrosa, con i leader Dellino e De Luca al di sotto delle aspettative. Meglio le donne, con Jenny Pagliaro che ha fornito segni di risveglio nel finale di stagione con 3 ori tra le Under23.

Pugilato 7: non esaltanti gli Europei dilettanti (manifestazione comunque dal prestigio modesto), con il solo bronzo di Picardi. Bene l'inizio delle World Series of Boxing, dove Russo e Valentino si stanno confermando tra i migliori. Nuova vitalità anche dal professionismo, dove segnalo la presenza del talentuoso Di Luisa.

Rugby 5,5: nonostante l'ingresso di due franchigie in Celtic League, la nazionale non ha potuto godere dei miglioramenti sperati. Nel 2011 l'obiettivo saranno i quarti di finale ai Mondiali. Bisognerà battere l'Irlanda: impresa ai limiti dell'irrealizzabile.

Scherma 9: solita miniera d'oro, con prestazioni eccezionali a raffica ed il trionfo nel medagliere iridato.

Softball 8: l'Italia torna a dettare legge nelle categorie giovanili e lancia la propria sfida anche per i prossimi europei seniores nel 2011.

Sport equestri 5: stagione opaca sia per il salto che per il completo dopo un 2009 trionfale. L'obiettivo resta il pass olimpico.

Squash 8: quarto posto per la squadra maschile agli Europei con prospettive di podio per l'anno venturo.

Taekwondo 7,5: Europei molto positivi, con il nome nuovo rappresentato da Carlo Molfetta.

Tennis femminile 10 e lode: la stagione migliore di sempre, forse irripetibile. Il magico trionfo della Schiavone al Roland Garros, l'ennesimo successo in Fed Cup, Flavia Pennetta n.1 al mondo in doppio.

Tennis maschile 4: solita, irritante pochezza. Starace si difende con l'esperienza, Fognini gode di qualche sporadico exploit, Seppi convive con la mediocrità e Bolelli fatica addirittura a tornare tra i primi 100.

Tennis tavolo 5: non bene gli Europei, anche se nel finale di stagione Stefanova ha lasciato intravedere sprazzi del suo talento. Benissimo Mutti tra gli juniores, talento che sarebbe delittuoso sperperare.

Tiro a segno 9: Campriani è ormai il migliore nella carabina, Badaracchi una certezza nella pistola. Inattesi e piacevoli i progressi della Nardelli.

Tiro a volo 7,5: pur senza ori ai Mondiali (anche se con diversi successi agli Europei ed in Coppa del Mondo), la stagione è stata comunque positiva, con Pellielo, Falco, D'Aniello, Rossi, Cainero e Spada pronti a colpire in vista delle Olimpiadi.

Tiro con l'arco 7: Italia formidabile in campo europeo, dove si è aggiudicata il medagliere. Da rivedere il confronto con il resto del mondo. Il movimento gode di buone prospettive.

Triathlon 7: i giovani Alessandro Fabian ed Anna Maria Mazzetti (quest'ultima addirittura sul podio in World Cup) cominciano a farsi largo nel gotha di questa disciplina. Nel 2011 torna Nadia Cortassa dopo la maternità?

Tuffi 7,5: ormai Tania Cagnotto in Europa sa solo vincere, mentre hanno parzialmente deluso le aspettative gli uomini.

Vela 7,5: consuete medaglie per Conti-Micol nel 470 femminile, mentre nel windsurf Alessandra Sensini è incurante dello scorrere del tempo.

Federico Militello

lunedì 20 dicembre 2010

Il momento non felice del nuoto italiano ed il trionfo della Bronzini; anno di transizione nello sci


Terminati i Campionati Mondiali in vasca corta di nuoto, è il tempo delle considerazioni. La prima è inquietante: il mondo viaggia a velocità tripla rispetto alla nostra. I tecnici italiani sono rimasti ai tempi di Rosolino e Brembilla, senza comprendere che nel frattempo questa disciplina si è evoluta ed è mutata radicalmente. Ora tuffo e virate condizionano per il 70% una gara ed in questi fondamentali i nostri atleti (tranne Scozzoli che viene seguito da un allenatore ungherese...) paiono vivere nella Preistoria. Urge un repentino cambio di rotta per non sprecare tutti i risultati fenomenali ottenuti nel decennio appena concluso e non tornare all'anonimato degli anni '90. Federica Pellegrini ha rotto il rapporto con Stefano Morini e probabilmente si affiderà ad un tecnico straniero: questa può essere la strada giusta, che la stessa Federazione dovrebbe prendere in considerazione per il resto della squadra. Occorre confrontarsi con idee innovative e funzionali ad un progetto di crescita piuttosto che barricarsi nelle proprie obsolete e superate convinzioni. Insomma, serve una ventata di novità nell'ambiente acquatico tricolore, un cambio di preparazione che porti nuova linfa e rinnovata vitalità. In vista delle Olimpiadi, ormai lontane appena un anno e mezzo, i nomi su cui puntare non saranno molti: Pellegrini, Scozzoli, Orsi e Dotto. Sarebbe cruciale il recupero di Alessia Filippi (magari nei misti), mentre l'unica interessante sorpresa potrebbe essere rappresentata dalla 16enne Alessia Polieri, ammesso che la sua progressione verso l'elite sia esponenziale. Con un Magnini in evidente ed inesorabile flessione ed un Colbertaldo eterno piazzato, ci si domanda che fine abbiano fatti i vari Di Tora, Giorgetti e Natullo, che avevano dominato in campo juniores. E' proprio questa una delle pecche del nuoto italico negli ultimi anni: ragazzi che vengono spremuti troppo nella categorie giovanili, per poi giungere svuotati e senza ambizioni tra i professionisti. Anche sotto questo aspetto servirà maggior tutela nei confronti delle nuove leve.

Nel ciclismo su pista, sebbene condizionata dalla febbre a 38° e mezzo, Giorgia Bronzini, campionessa del mondo su strada, si è imposta in Coppa del Mondo nella prima prova stagionale della corsa a punti di scena in Colombia. Peccato che questa disciplina sia stata misteriosamente esclusa dal programma a Cinque Cerchi. Tolta la 27enne piacentina (che a Londra ci sarà comunque e sarà tra le favorite nella competizione su strada), in questa disciplina l'Italia è al momento una semplice comprimaria. Nelle discipline veloci, infatti, il divario con le grandi potenze è troppo vasto, incolmabile nei prossimi 18 mesi. Il progetto avviato dalla Federazione, che ha dato ottimi riscontri in campo juniores, dovrà fornire i propri frutti a partire dal prossimo quadriennio. Nel frattempo la nostra unica speranza si chiama Elia Viviani, in grado di andare a podio nell'omnium con una preparazione adeguata. Da segnalare l'ormai irreparabile crisi di Elisa Frisoni, che a 25 anni possiede ancora le chances per reagire a questo periodo di difficoltà.

Lo sci alpino sta attraversando la stessa situazione che si era vissuta nel dopo-Tomba ad inizio del secolo scorso, con i podi che si contano sulle dita di una mano e gli avversari che appaiono di un altro pianeta. Probabilmente in pochi avranno notato che siamo nel bel mezzo di un ricambio generazionale, in particolare nelle discipline tecniche. In campo maschile Simoncelli e Blardone hanno ormai superato i 30 anni e sono ormai agli sgoccioli della loro carriera, mentre in Slalom si è ritirato Giorgio Rocca. Stesso discorso tra le donne, dove Karbon e Gius hanno ormai salutato il miglior periodo della loro vita. In questi settori i ricambi non mancano e sono di qualità: Giovanni Borsotti e Mattia Casse, Lisa Magdalena Agerer e Sabrina Fanchini. Di queste nuove leve colpisce la tecnica di sciata, finalmente moderna, e la volontà di cimentarsi in tutte discipline. Come ho già detto qualche settimana fa, ormai la polivalenza costituisce l'unica via per sfondare. Servono ambizione e voglia di pensare in grande, doti che mancano ai nostri veterani. Dunque largo ai giovani, anche se servirà tempo. Per quanto riguarda il settore della velocità maschile, non possono essere quelli veri i vari Innerhofer, Heel e Fill 'ammirati' fino ad ora. Feriti nell'orgoglio, sapranno certamente riscattarsi già a partire dalla classicissima di Bormio: devono solamente osare di più, senza farsi condizionare dalla paura di sbagliare. Tra le donne, invece, Schnarf e Marsaglia, in attesa del fondamentale ed imminente ritorno di Nadia Fanchini, hanno lasciato intravedere buone cose, che inducono ad un cauto ottimismo.
Dunque bisogna accettare l'attuale momento nero, consapevoli che la tempesta potrebbe volgere al bello nel giro di poco tempo.

Federico Militello

domenica 19 dicembre 2010

'Italia, come stai?': le pagelle sugli sport invernali


Analizziamo l'andamento del week-end degli sport invernali disciplina per disciplina.

BOB 10: la vittoria di Simone Bertazzo costituisce certamente la notizia più lieta per il Bel Paese, perché rinvigorisce la grande tradizione che l'Italia possiede in questo sport. Il 28enne di Pieve di Cadore ha ormai raggiunto la maturità giusta per poter ambire a conquistare podi con continuità. Vista la sua ancor giovane età, inoltre, il bob nostrano potrà giovarsi di questo grande talento almeno per un decennio. Intanto in Coppa Europa si intravedono miglioramenti per il giovane Achim Obkircher, passato quest'anno dallo slittino al bob.

SLITTINO 10: fin quando il Cannibale ci delizierà con le sue imprese, il voto non potrà che essere quello massimo. Gara dopo gara pare accrescersi il vantaggio cronometrico di Zoeggeler nei confronti dei più giovani rivali. Tutto ciò viene evidenziato in particolar modo nelle piste tecniche. Probabilmente il 36enne di Foiana dovrà difendersi nelle prossime gare in Germania, in particolare a Oberhof, definita dagli addetti ai lavori 'l'autostrada di ghiaccio' per la sua eccessiva facilità. La strada verso la decima sfera di cristallo, tuttavia, è ormai spianata. Nel doppio Oberstolz-Gruber sono al momento al di sotto delle attese: con i ritiri dei grandi doppi teutonici avrebbero (in teoria) dovuto avere strada spianata in classifica generale. Invece sono in piena bagarre con i giovani tedeschi Wendl-Artl: con il susseguirsi delle competizioni, tuttavia, potrebbe rivelarsi decisiva l'esperienza del duo altoatesino. In crescita Sandra Gasparini, nona tra le donne.

SNOWBOARD 8: un'altra vittoria tricolore, la terza stagionale, è maturata nella prova a squadre del cross grazie a Luca Matteotti ed Alberto Schiavon. E' evidente come l'Italia sia diventata una potenza di questo sport. Meno brillanti del solito nel PGS, invece, Fischnaller e March.

SCI DI FONDO FEMMINILE 8.5: il secondo posto in staffetta ottenuto a La Clusaz rappresenta un risultato prestigioso. In questo momento il primato è più che utopistico a causa della inafferrabile Norvegia. Dunque le ragazze azzurre hanno agguantato il massimo obiettivo possibile. La buona nuova proviene dall'ottima prima frazione in tecnica classica della 23enne Virgina De Martin Topranin, che potrebbe aver quindi colmato una delle annali lacune del Bel Paese. In continuo miglioramento Silvia Rupil, nona nella prova individuale, mentre Longa e Follis si preparano ad andare a caccia del podio nel Tour de Ski in programma a fine mese.

SCI DI FONDO MASCHILE 2: vergogna e disonore. Sono questi gli unici aggettivi per descrivere il momento attuale del fondo nel settore 'long distance'. Se i veterani Piller e Di Centa pagano l'inesorabile susseguirsi delle primavere (anche se potrebbero tornare sui loro livelli ai Mondiali di Holmenkollen, ai quali tengono moltissimo), i più 'giovani' (comunque tutti quasi 30enni) continuano a recitare la parte delle assolute comparse. La 12ma piazza della staffetta è la cartina di tornasole di un movimento in piena crisi. All'orizzonte, poi, nemmeno l'ombra di un talento, come testimoniano i risultati della Coppa Europa. In futuro, dunque, rassegnamoci ad ottenere grandi risultati solo nelle prove sprint.

SCI ALPINO 4: il bilancio di questo primo scorcio di stagione è pienamente fallimentare. Solo due podi in totale, con tante prestazioni sconfortanti e non all'altezza delle aspettative. Il problema principale della nazionale italiana è la mentalità perdente: ci si accontenta troppo spesso di un piazzamento, si cercano sempre gli alibi più disparati dopo una prova negativa (ormai anche quella della mancanza di piste ghiacciate è venuto miseramente meno) e si considerano gli avversari di un altro pianeta. Di questo passo migliorare risulta pressoché impossibile. In Gigante i vari Blardone, Simoncelli e Ploner sono ormai degli esponenti di uno sci in via d'estinzione, con una tecnica che non paga più nei confronti delle nuove leve. Da questo punto di vista la speranza di riemergere è affidata al talentuoso Giovanni Borsotti, auspicando che non si perda nel suo processo di crescita. Nella velocità, inoltre, Heel, Innerhofer e Fill non hanno compiuto alcun progresso negli ultimi 3 anni, avendo mantenuto intatto il gap dai grandi specialisti svizzeri ed austriaci. In campo femminile (sempre parlando delle velociste), poi, la situazione è leggermente migliore, anche se con fuoriclasse del calibro di Vonn, Riesch e Gorgl agguantare qualche podio risulta impresa ardua. Nel settore tecnico rosa, infine, l'unico barlume di speranza proviene da Federica Brignone, la quale appare tuttavia ancora molto discontinua. Allo stato dei fatti Manuela Moelgg può essere considerata una grande promessa non mantenuta.

BIATHLON 7: Lukas Hofer può essere annoverato tra le grandi rivelazioni dell'annata. In costante ascesa, il 21enne altoatesino si avvicina sempre più alla zona podio ed si colloca già tra i primi 10 della classifica generale. Peccato per l'occasione sprecata nella staffetta mista, dove la nostra grande promessa, in lotta per la vittoria, ha commesso ben 5 errori, portando l'Italia comunque al sesto posto. Il Bel Paese può festeggiare anche per i trionfi di Markus Windish e René Lorent Vuillermoz in Ibu Cup. Il biathlon tricolore, dunque, fornisce segnali di esaltante vitalità.

COMBINATA NORDICA 5.5: lo stato di forma di Alessandro Pittin non è il medesimo dello scorso anno, tuttavia appare evidente come la sua condizione fisica sia in miglioramento gara dopo gara. A Ramsau il 20enne di Cercivento ha lottato per la seconda posizione fino all'ottavo km, prima di crollare di schianto nel finale e terminare 13mo. Da metà gennaio in poi dovremmo rivedere il vero Pittin, in attesa del definitivo salto di qualità anche nei 'trampoli grandi'. Ancora positivo Lukas Runggaldier, per due volte in zona punti.

SALTO CON GLI SCI 7: il futuro sono le donne! Se in campo maschile Morassi e Colloredo ottengono qualche piazzamento nei 30 e poco più, le colleghe del gentil sesso conseguono ottimi piazzamenti in serie in Continental Cup, con al ciliegina sulla torta del terzo posto di Elena Runggaldier. Ricordo che questa disciplina entrerà a far parte del programma olimpico a partire dal 2014.

Federico Militello

Imbattibile Zoeggeler: è primo anche a Park City!


http://wintersport-news.it/it_IT/3092,News.html

Federico Militello

sabato 18 dicembre 2010

Magistrale Bertazzo: magico trionfo a Lake Placid


Monumentale Simone Bertazzo. Su una delle grandi classiche del circuito, la pista di Lake Placid, l'azzurro ha agguantato il secondo successo della sua carriera. Insomma, dopo la seconda piazza dello scorso fine settimana, il 28enne di Pieve di Cadore si è sbloccato definitivamente dal punto di vista psicologico ed ora è pronto a riprendere il sentiero di successi che aveva interrotto per un paio di stagioni. Il pilota tricolore possiede classe e talento indiscutibili, dunque questi strepitosi risultati devono fungere solo da base di partenza verso un avvenire radioso. La tradizione del Bel Paese nel bob, dunque, è stata finalmente rinvigorita. Il merito è di Bertazzo, novello Eugenio Monti.
Leggete su wintersport-news l'articolo da me scritto su questa folgorante affermazione.


Federico Militello

Grande flop per i discesisti; ancora bene Hofer nel biathlon


Sci alpino: ad una discesa dal termine del 2010 (quella di Bormio), i velocisti tricolori costituiscono sino a qui la più grande delusione stagionale. Doveva essere l'anno della svolta, dove i nostri atleti, giunti ormai nell'età della piena maturità agonistica, avrebbero dovuto scalzare dall'olimpo i 'grandi vecchi', ovvero i vari Walchofer, Cuche, etc. Questi ultimi, invece, continuano a vincere e gli unici inserimenti al vertice non riguardano affatto l'Italia, bensì Svizzera (Zurbriggen), Germania (Keppler) e Francia (Theaux e Fayed). I nostri Innerhofer, Fill ed Heel appaiono regrediti sia dal punto di vista tecnico che mentale e di loro non convince neppure l'atteggiamento, troppo remissivo e propenso ad accontentarsi di una top10. Oggi molti appassionati ed esperti, dopo aver assistito all'incredibile settima piazza del quasi 42enne svedese Jaerbyn, avranno sicuramente pensato: ''Qui ci sarebbe dovuto essere Ghedina''. In effetti su questa pista il mitico 'Ghedo' regalava sempre delle prestazioni d'autore, avendo trionfato per ben 4 volte. Tuttavia rimpiangere con vigore il passato significa che il presente non sta realizzando le aspettative sperate. Azzurri, è ora di svegliarsi!

Biathlon: continua a piccoli passi la crescita di Lukas Hofer. Il 21enne altoatesino è giunto sesto nella Sprint di Pokljuka (Slovenia), commettendo 1 errore al poligono e concludendo la propria prova a 29 secondi dal vincitore svedese Bjorn Ferry. Un inizio di stagione ottimo per il nostro portacolori, il quale ha già agguantato la top10 per 4 volte (non a caso è nono in classifica generale). A questo punto un podio sarebbe fondamentale per il definitivo cambio di mentalità. Vista il grande momento di difficoltà dello sci di fondo italiano nelle lunghe distanze (nelle sprint per fortuna siamo tra i migliori al mondo), non è escluso che Hofer, molto performante sugli sci stretti, possa cimentarsi in un futuro non troppo remoto anche in questo sport (come ha già fatto in passato il fenomeno norvegese Bjorndalen, tra l'altro vincendo anche una gara).

Sci di fondo: nelle lunghe distanze il ritornello è ormai monotono: bene le donne, inguardabili gli uomini. Tre azzurre nelle prime 10 nella 15 km skating di La Clusaz: Arianna Follis quarta, Marianna Longa quinta e Silvia Rupil nona. Primo posto per l'imbattibile norvegese Bjorgen davanti alla polacca Kowalczyk. Domani in staffetta le azzurre possono ambire ad un podio. In campo maschile, invece, si naviga a vista su una barca ormai alla deriva e coperta da un cielo plumbeo e tempestoso. Nella 30 km tl il migliore, si fa per dire, è stato il 38enne Di Centa, 15mo, seguito da Moriggl, 26mo, e Piller Cottrer, 33mo. Risultanti che testimoniano come l'Italia sia scomparsa dal vertice di questo sport. Una situazione imbarazzante, senza giovani all'orizzonte (Pellegrino è uno sprinter) e con la prospettiva di peggiorare ulteriormente. Ripensando ai titoli in staffetta di Lillehammer 1994 (impresa epica nella patria del fondo) e Torino 2006, questo momento negativo fa davvero male.

Combinata nordica: 20mo posto per Alessandro Pittin e 21mo per Lukas Runggaldier nella prova di Coppa del Mondo di Ramsau, località dove il 20enne di Cercivento ottenne lo scorso anno il suo primo podio in carriera. La medaglia di bronzo di Vancouver 2010 ancora una volta non ha brillato nel salto, terminando 34mo appena dietro al compagno di squadra. Poi una buona rimonta nello sci di fondo, che ha evidenziato un'evidente crescita di condizione. Domani si replica, serve un balzo solido per poter tornare tra i primi 10. Forza Pittin!

Federico Militello

venerdì 17 dicembre 2010

Elena Runggaldier vola sul podio; bronzo per Federica Pellegrini


Salto con gli sci: primo podio stagionale per Elena Runggaldier. Nella prova di Continental Cup (il circuito mondiale di maggior prestigio, in attesa che dall'anno prossimo nasca la Coppa del Mondo femminile) di scena ad Oslo, la campionessa iridata juniores ha conquistato una brillante terza piazza grazie ad un secondo salto stellare: 96.5 metri, meglio anche della vincitrice Daniela Iraschko. Con questo super-volo, la saltatrice azzurra ha recuperato ben 7 posizioni nella seconda manche. Buona anche l'ottava piazza di Lisa Demetz, sempre costante tra le top10.

Nuoto: medaglia di bronzo per Federica Pellegrini nei 400 sl ai Mondiali in vasca corta di Dubai. Occorre ricordare che questa rassegna iridata costituisce solo una tappa di passaggio per la 22enne veneta e di conseguenza la sua preparazione fisica non è stata affinata per questo evento. Resta il fatto che quando Fede non vince desta sempre sorpresa: a questo proposito domani dovrà provare ad aggiudicarsi il successo negli amati 200 sl. Quinta ed ottava piazza per Marco Orsi e Luca Dotto nella finale dei 50 sl vinta dal fuoriclasse brasiliano Cielo. I due azzurri, sebbene in crescita esponenziale, sono ancora alquanto distanti dal podio: saranno pronti tra due anni.

Sci alpino: settimo posto per Werner Heel nel SuperG della Val Gardena vinto dall'intramontabile austriaco Walchofer. L'azzurro forse più completo tra i velocisti, dunque, appare completamente ristabilito dopo l'infortunio al polso patito in Nord-America. 14mo Fill, appena 27mo Innerhofer, che a 26 anni (compiuti oggi) deve capire se intende restare un campione potenziale oppure entrare finalmente tra i grandi dello sci.

Federico Militello

giovedì 16 dicembre 2010

Scozzoli, un argento prezioso; Juantorena dice no all'Italia


Nuoto: Fede, non sei più sola! Fabio Scozzoli, dopo l'alloro europeo, si è consacrato anche a livello mondiale grazie ad uno splendido argento conquistato nei 100 rana nella rassegna iridata di Dubai. 57''13 il tempo fatto segnare dall'azzurro. Oro per il sud-africano Cameron Van der Burgh (56''80). I due campioni sono coetanei, essendo entrambi del 1988: siamo quindi agli albori di una rivalità che promette scintille nel prossimo biennio. Bene anche i velocisti Dotto ed Orsi, qualificatisi per la finale dei 50 sl rispettivamente con il quarto e secondo crono. Non sarà facile agguantare una medaglia, tuttavia esistono reali possibilità per provarci sino in fondo.

Pallavolo: Osmany Juantorena, formidabile cubano di passaporto italiano che milita nella formazione del Trento, ha dichiarato di non voler rispondere ad una eventuale chiamata per la nazionale del Bel Paese. Il discorso sull'utilità degli oriundi, d'altronde, può avere avere valore solamente nel caso in cui questi siano effettivamente attirati dalla causa italica. Dunque, sfumata questa naturalizzazione (come già in passato quella di Dennis), avrà vita dura il nuovo ct Berruto nell'assemblare una squadra. Il nostro campionato, infatti, non ha mostrato alcuna novità tra i giovani, gli italiani in campo sono sempre meno e quasi sempre nei ruoli di minore (con tutto il rispetto) incisività: centrale o libero. In particolare, con il ritiro di Fei, gli unici opposti titolari sono Lasko e Gavotto, due giocatori normali ma nulla più. O si cambiano le regole (meno stranieri e più spazio ai giovani), oppure la nazionale italiana di volley è destinata a sparire nel giro di 5 anni.

Federico Militello

mercoledì 15 dicembre 2010

Brava Deborah Scanzio; nel nuoto siamo lontani dal vertice


Free-style: come anticipato, Deborah Scanzio si sta avvicinando alla zona-podio. La 24enne di Faido (Svizzera) è giunta settima nel dual-moguls di Coppa del Mondo di scena a Meribel, in Francia. Si tratta di un risultato importante, il migliore in una disciplina che non le appartiene, anche se evidenti sono i miglioramenti. Dopo aver agguantato una brillante settima piazza nella fase di qualificazione, la nostra portacolori ha eliminato negli ottavi di finale la canadese Kristi Richards, prima di arrendersi nel turno successivo ad un'altra atleta della Foglia d'Acero, Justine Dufour-Lapointe. Sempre rimanendo nell'ambito del free-style, sabato prenderà il via da San Candido la stagione dello ski-cross, specialità dove l'Italia si ripresenterà praticamente da zero dopo il ritiro di Massimiliano Iezza. I giovani su cui puntare sono Diego Schmalzl, Matteo Murer e Diego Castellaz. Salvo gradite sorprese, tuttavia, difficilmente giungeranno risultati eclatanti in questa annata e l'obiettivo sarà quello di centrare in qualche gara l'ingresso nella top30.

Nuoto: è un'amara verità, ormai nota da un paio d'anni: in questo sport, se non ci fosse Federica Pellegrini, raccoglieremmo davvero le briciole. Inutile discutere sui talenti in rampa di lancio o cosiddetti futuribili, il presente è oggi e dice che l'Italia non è competitiva per le medaglie in campo mondiale. Le staffette sono l'emblema di quanto detto: seppur oltre i propri limiti, il podio è rimasto un miraggio. Per non parlare della ormai cronica, totale ed inspiegabile assenza nel settore del delfino, fattore che di fatto ci impedisce di schierare una 4x100 mista all'altezza. Ancora una volta, dunque, servirà il contributo della 'Divina' per cancellare un desolante zero dal medagliere tricolore. Intanto Alessia Filippi se la ride di gusto su Eurosport (dove sta lavorando al commento tecnico), convinta di poter tornare ai propri livelli nel 2011. Domanda: in quale specialità? Nel mezzofondo la strada sembra sbarrata da Adlington, Friis e dalla stessa Pellegrini, nei misti la concorrenza è addirittura mostruosa.

Federico Militello

martedì 14 dicembre 2010

In Spagna la nuova frontiera del doping


Dopo l'Operacion Puerto, ecco l'Operacio Gago. Se la prima, nella quale erano coinvolti ben 150 atleti delle più disparate discipline (tra cui anche calcio e tennis), cadde praticamente sotto silenzio coperta da melmosi sotterfugi, che cosa succederà adesso? Non è un mistero, infatti, che in Spagna in questi anni si sia verificato qualcosa di molto simile a quanto avveniva negli anni '80 nell'allora Unione Sovietica, dove si praticava il doping di Stato. Nella penisola iberica magari non si è arrivati a quel punto, ma di sicuro la federazione nazionale ha in più di una circostanza difeso (e quindi, seppur in maniera indiretta, favorito) le pratiche proibite. Non bisogna andare troppo indietro nel tempo per avere una prova di ciò: il ciclista Valverde è stato protetto anche contro l'evidenza ed è stato giustamente squalificato solo grazie all'intervento della procura anti-doping del Coni.
Dunque i tanto efferati (ed effimeri) trionfi latini di questi anni (non così tanti per la verità, se si eccettuano 3-4 discipline) si stanno rivelando delle truffe belle e buone, che stanno gettando discredito ed umiliazione addosso alla nazione giallo-rossa. Nel ciclismo potevano contare su due grandi corridori: Valverde e Dopador (ops, scusate, volevo dire Contador), quest'ultimo ancora, e chissà perché, in attesa di un giudizio che non dovrebbe ammettere discussioni, ovvero la squalifica di due anni con revoca dell'ultimo Tour de France. La sentenza, tuttavia, spetterà ad un tribunale di Madrid....
Nell'atletica Marta Dominguez (che potete 'ammirare' nella oltraggiosa foto in cui esulta dopo il suo furto), sfidando le leggi della natura, aveva sconfitto le inarrivabili africane nei 3000 siepi, per di più a 34 anni! Come aveva fatto? Con il doping, ovviamente. Per non parlare di Almayehu Bezabeh (spagnolo per modo di dire, in quanto etiope purosangue), vincitore degli Europei di cross nel 2009 e beccato qualche giorno fa nel bel mezzo di una trasfusione.
Ed ora le affermazioni del Dottor Fuentes: ''Se parlassi, alla nazionale spagnola verrebbero revocati sia gli Europei che i Mondiali di calcio''. Che parli allora! Ormai il dado è tratto, ora deve andare fino in fondo. Perché in Iberia questa storia deve finire. La Spagna non ha mai avuto una grande tradizione nello sport, come dimostrano le sole 115 medaglie conquistate nella storia delle Olimpiadi (di cui appena 32 ori; l'Italia, invece, vanta 227 allori e 627 podi complessivi: due tradizioni agli antipodi, che testimoniano come la storia non si faccia in 5 anni ma in 80 ed oltre). Nonostante ciò, magari anche per coprire altre disfunzioni statali, si decise qualche stagione or sono di cominciare a vincere nello sport, senza disdegnare a riguardo qualche aiutino. Ora tutto è stato smascherato e finalmente gli organi internazionali, tra cui la Wada, si stanno attivando affinché gli iberici possano subire la giusta punizione ed invertire la rotta.
Ormai la terra degli antichi conquistadores, in campo sportivo, è diventata il Paese dei sospetti e dell'incertezza, dove a questo punto ogni vittoria farà storcere il naso a più di un appassionato, che non potrà non pensare: ''Sì va bene, anche questo sarà dopato come tutti gli altri''. Quando ci si 'guadagna' una determinata reputazione, è difficile mutarla ed a tal proposito potrebbero servire anche anni, magari un decennio. La Russia ci è riuscita, ora tocca alla Spagna redimersi da questa vergognosa epoca della sua (poco gloriosa) storia.

Federico Militello

lunedì 13 dicembre 2010

'Italia, come stai?': Siamo una potenza degli sport invernali


Andare a podio in sette discipline invernali diverse nell'arco di un solo week-end è un lusso che poche nazionali al mondo possono permettersi: tra queste c'è l'Italia. Il Bel Paese, infatti, ha fatto festa nei seguenti settori: bob, slittino, pattinaggio artistico, sci alpino, sci di fondo, snowboard e short track. Senza contare i tanti buoni piazzamenti agguantati nelle rimanenti specialità (e di cui già si è discusso). Insomma, a livello di completezza e competitività negli sport invernali, ritengo l'Italia tra le prime tre del globo insieme a Stati Uniti e Germania. Ognuna di queste tre potenze, tuttavia, ha la sua pecora nera: noi lo skeleton, gli States il biathlon, i teutonici lo short track. La perfezione dunque, almeno per il momento, non esiste...

Particolarmente gradito il ritorno sul podio di Simone Bertazzo nel bob. Sul talento e la classe del 28enne di Pieve di Cadore non vi erano dubbi, i problemi in questi due anni sono stati la carenza di frenatori (con Samuele Romanini spesso, e tuttora, infortunato) e soprattutto dalla slitta. E' miseramente fallito il progetto Coni-Ferrari per lo sviluppo dei bob, avendo portato solo a risultati disastrosi (il mezzo diventava incontrollabile oltre i 100 km/h). Con una scelta razionale, quindi, si è tornati ad utilizzare le slitte tradizionali, in attesa che la collaborazione con Maranello possa progredire maggiormente in futuro. In generale la seconda piazza conquistata in Nord-America potrebbe infondere nuova fiducia in Bertazzo, da cui, vista la ancor giovane età, ci si aspettano grandi soddisfazioni ancora per un decennio.

Nello sci di fondo la scorsa settimana avevo auspicato il duello stellare tra la fenomenale Marit Bjoergen e la nostra Arianna Follis nella sprint a tecnica libera nello sci di fondo. Ha vinto la norvegese, che in questo momento sembra una marziana che si diverte ad umiliare i malcapitati terrestri. Sui facili trionfi della scandinava, però, aleggia lo spettro di un farmaco anti-asma che potrebbe darle più di un vantaggio (il che non sorprenderebbe, poiché distacchi così abissali non si vedevano neppure ai tempi di Bente Martinsen). La grande notizia del week-end è rappresentata dall'esplosione di Federico Pellegrino, capace di realizzare il miglior crono nelle qualificazioni e di entrare per la prima volta in finale a soli 20 anni. Dopo più di tre lustri, quindi, l'Italia torna ad avere un giovane di grande avvenire nello sci di fondo, il cui percorso dovrà ambire alla specializzazione anche nelle lunghe distanze. Ancora bene Fulvio Scola, ormai tra i migliori del pianeta nelle sprint. Buona la quinta piazza in alternato di Marianna Longa, mentre proseguono i problemi degli uomini nella tecnica classica, dove ormai siamo dei comprimari (e ciò nuoce anche alla staffetta).

Nello sci alpino abbiamo tanti buoni atleti, ma un unico (anche se molto incostante) fuoriclasse: Giuliano Razzoli. Il campione olimpico emiliano appare di gran lunga il solo in grado di poter primeggiare in ogni gara e l'impressione è che se diminuisse il numero di uscite, allora potrebbe trionfare con costanza. Piace del Razzo l'atteggiamento in gara, sempre all'attacco e senza remore mentali: è l'unica strada per ambire al successo. Blardone si conferma solidissimo in Gigante e domenica arriva la nostra pista, l'Alta Badia, dove è atteso anche il Signore della Gran Risa, ovvero Davide Simoncelli. Sprecone Manfred Moelgg, del quale bisogna però sottolineare gli incredibili miglioramenti nei tratti piani: continuando così il 28enne di San Virgilio di Marebbe potrà tornare quello di 2 stagioni or sono, quando vinse la Coppa di Specialità in slalom. Periodo buio, invece, nel settore femminile: Manuela Moelgg sembra sempre più prigioniera delle sue paure, Federica Brignone fatica ad esplodere del tutto, mentre le varie Gianesini, Curtoni ed Alfieri sono al momento lontane un abisso dal vertice. In parabola discendente Nicole Gius. Difficile che il ritorno dell'acciaccata Denise Karbon possa mutare la situazione.

Nello snowboard nessuno come l'Italia: da inizio stagione, infatti, nel nostro carniere risultano già 5 podi e due vittorie. Nel cross è esploso Luca Matteotti, che insieme a Omar Visitin sarà uno degli attori principali dei palcoscenici mondiali. In proposito potete anche leggere un'intervista da me effettuata: http://wintersport-news.it/it_IT/3014,News.html. Finalmente, a 30 anni, è arrivato il meritato successo per Roland Fischnaller, in una disciplina, il parallelo, dove insieme al già fortissimo March ed al campione del mondo juniores Edwin Coratti (che sta dominando in Coppa Europa) potremo contare su una vera e propria corazzata. Bene anche le donne, dove la quarta piazza di Corinna Boccacini costituisce un ottimo punto di partenza.

Federico Militello

domenica 12 dicembre 2010

Il Cannibale pianta la sua bandiera anche a Calgary


Cannibale nell'anima. Armin Zoeggeler continua ad inanellare trionfi su trionfi, lasciando le briciole agli avversari. Emerge lampante, poi, la sua netta superiorità sulle piste classiche e tecniche come quella di Calgary. Leggete l'articolo scritto da me su wintersport-news.


Federico Militello

sabato 11 dicembre 2010

Fuochi d'artificio tricolori negli sport invernali: nessuno come l'Italia!



Negli sport invernali nessuna nazione al mondo è competitiva in tutte le specialità come l'Italia. La giornata odierna ne è stata una dimostrazione, con podi giunti dalle discipline più disparate: bob, pattinaggio artistico, sci alpino, snowboard. Aspettando in nottata lo slittino e domani pomeriggio lo sci di fondo con Arianna Follis...
Ottime notizie giungono anche dal biathlon, dove Lukas Hoker ha trovato una piacevole continuità di rendimento tra i primi 10 al mondo e non a caso è già all'ottavo posto della graduatoria generale. Prima di fine stagione non è affatto da escludere che il 21enne altoatesino possa regalarci un colpo a sensazione, senza dimenticare due giovani interessantissimi in rampa di lancio: Dominik Windish e Michael Galassi. Stesso discorso dicasi per il salto femminile, dove Lisa Demetz ed Elena Runggaldier si inseriscono costantemente nelle prime 7-8 piazze, con il podio non così distante e da prefiggersi come obiettivo per le prossime gare. Nel pattinaggio di velocità, in attesa di rivedere un Fabris pimpante agli Europei di Collalbo, sembra che stia vivendo una nuova giovinezza Chiara Simionato, tornata a 35 anni nella top10 dei 1000 metri (ottava). L'atleta veneta sta migliorando gara dopo gara e sembra poter avvicinare i tempi che riusciva a realizzare nel suo periodo d'oro, ovvero quello pre-Torino 2006. Nello short track l'Italia si conferma fortissima, piazzando la staffetta femminile in finale e con Arianna Fontana pronta a sfidare senza paura l'Asia nei 500. Persino in una disciplina in cui il Bel Paese può vantare ben scarse tradizioni, è positiva la 12ma posizione di Deborah Scanzio nel free-style, specialità moguls. La sciatrice italo-svizzera, già medaglia di bronzo ai Mondiali nel 2007, deve solamente migliorare dal punto di vista cronometrico, in quanto dal punto di vista acrobatico il suo livello è in linea con quello delle migliori: anche in questo campo, dunque, potrebbe arrivare qualche podio, magari tra gennaio e febbraio. E che dire poi del curling, con entrambe le selezioni tricolori tornate in Serie A, con gli uomini che hanno anche sfiorato la qualificazione ai Mondiali (2 partite perse su 3 nel play-off con la Francia)? Insomma, skeleton a parte (però non dubitate, serviranno anni, ma arriveremo ad eccellere anche qui), il movimento invernale azzurro vive una fase meravigliosa della sua già gloriosa storia.

Federico Militello

Strepitoso secondo posto per Simone Bertazzo


L'Italia è tornata grande anche nel bob. Il merito è di Simone Bertazzo, pilota dal talento indiscusso che finalmente ha ritrovato la dritta via dopo un paio di stagioni tribolate. Che sia solo l'inizio di una bella striscia di risultati? E' auspicabile. Leggete l'articolo in proposito scritto da me su wintersport-news.


Federico Militello

venerdì 10 dicembre 2010

Curling in trionfo, uomini e donne tornano in Serie A!


Squilli di tromba agli Europei Le Gruyere, in Svizzera: l'Italia del curling è tornata in Serie A sia con la nazionale maschile che con quella femminile. A questo punto, come si suol dire, l'appetito vien mangiando: il prossimo obiettivo è provare ad agguantare la qualificazione ai prossimi Mondiali.
Partiamo con la selezione rosa. Dopo aver concluso al quarto posto il round robin, le azzurre hanno superato per 6-3 l'Austria nel play-off, prima di affrontare quest'oggi in semifinale l'Ungheria in un match dal non ritorno: la vincente sarebbe volata nella massima divisione, la perdente avrebbe dovuto sopportare un altro anno in Purgatorio. Contro le ostiche magiare, che già avevano prevalso sull'Italia nel girone di qualificazione, la selezione tricolore è stata perfetta, prendendo un margine di tre punti a metà gara e controllando poi nel finale. Alla fine le ragazze italiane guidate dalla skip Giorgia Apollonio hanno trionfato con il punteggio finale di 7-6. L'obiettivo minimo della promozione è stato raggiunto, ora alle 13 nuova sfida alla forte Repubblica Ceca per la finale della Division B: la vincente avrà diritto a spareggiare con l'ultima del gruppo A per l'ultimo pass iridato disponibile.
Indicibile sofferenza, invece, in campo maschile, nel quale il team capeggiato da Joel Retornaz, vincitore di tutti gli incontri nel girone iniziale, ha perso il play-off con la Lettonia per 9-5. Questa mattina, dunque, come per le ragazze si è presentata una sfida decisiva contro l'Irlanda. Dopo aver guidato il match per 4-2, gli italiani subivano il sorpasso alla nona frazione, prima di pareggiare i conti proprio in extremis. Si decideva tutto all'extra-end, nel quale la formazione del Bel Paese piazzava il punto decisivo per il definitivo 6-5. Anche in questo caso è Serie A, ora rivincita con i lettoni per guadagnarsi il diritto al play-off iridato.
Bella, pimpante e temeraria: è l'Italia del curling, che il prossimo anno tornerà in prima divisione per recitare un ruolo da protagonista assoluta.

Federico Militello

giovedì 9 dicembre 2010

Intervista a 360 gradi al Cannibale dello sport italiano: Armin Zoeggeler!


9 Coppe del Mondo, 5 titoli iridati, 2 ori, 1 argento e 2 bronzi olimpici, 50 vittorie nel circuito mondiale, atleta azzurro più vincente della storia degli sport invernali, classe da vendere, qualità uniche, indole da fuoriclasse incontentabile: è il biglietto da visita del monumento vivente dello sport italiano, l'immenso ed inimitabile Armin Zoeggeler. E' stato per me un onore ed un piacere intervistare il Cannibale all'indomani dell'ennesimo trionfo di Winterberg ed alla partenza per la trasferta in Nord-America, già importante ai fini della classifica generale.

A quasi 37 anni rimane sempre l'uomo da battere: si può dire che il mancato oro di Vancouver le abbia dato la voglia di proseguire per altri 4 anni?
‘’No. Fino a quando avrò forza ed andare in slitta sarà per me un divertimento, la mia carriera agonistica non si fermerà. E poi devo dire che la medaglia di bronzo di Vancouver per me vale come un oro, soprattutto pensando alle condizioni che trovai in Canada’’.

Dove trova ogni anno le motivazioni per continuare a vincere?
‘’Per me ogni stagione è importante e io vedo la mia passione anche come un lavoro, dove ogni giorno mi impegno e cerco di dare il massimo. Non ci si può mai rilassare quando ci si prende un impegno di questo genere’’.

Dopo due gare è in testa alla classifica generale. Sulla strada della decima Coppa del Mondo, tuttavia, il tedesco Felix Loch appare ormai sempre più insidioso: è preoccupato in questo senso?
‘’Gli atleti tedeschi sono sempre stati e sono tuttora molto forti. In questo momento Loch è il migliore tra i giovani teutonici e si posiziona molto vicino a Georg Hackl, mio grande rivale del passato. Una buona concorrenza è stimolante e il mio obiettivo rimane quello di vincere’’.

Se dovesse scegliere un regalo per il 2011, meglio l'ennesima sfera di cristallo o il sesto titolo iridato?
‘’Non penso mai ai titoli che non ho ancora vinto. Per me ogni Coppa del Mondo è importante e il bilancio delle mie vittorie lo faccio a fine stagione’’.

Nel mese di gennaio si terranno a Cesana Pariol i Campionati del Mondo. Si tratta di una pista dove ha sempre vinto: come spiegherebbe questo magico feeling?
‘’È una pista molta impegnativa, dove riesco a gareggiare sempre bene. Ho vinto a Cesana la mia prima medaglia d’oro per l’Italia alle Olimpiadi 2006. Un bel ricordo che forse mi trasmette un feeling particolare con quel budello’’.


Dopo la morte dell'atleta georgiano Nodar Kumaritashvili a Vancouver è sorto il problema della sicurezza delle piste: in questo senso cosa si potrebbe fare secondo lei per rendere meno pericolosi i budelli?
‘’Penso che non si possa rimproverare nulla agli organizzatori i quali hanno rispettato i massimi standard di sicurezza. È un sport pericoloso, dove c’è sempre un piccolo rischio di incidenti’’.

Lei da bambino andava a scuola con la slitta ed in tal modo ha iniziato ad amare questa disciplina: le capita ancora di andare in giro con lo slittino nel suo paese?
‘’Ora vivo in paese e non c’è più la possibilità di slittare all‘interno. Purtroppo con il traffico di oggi è diventato anche pericoloso’’.

L'aiuto della Ferrari nella realizzazione delle slitte ha portato dei reali vantaggi oppure il progetto verrà accantonato?
‘’La collaborazione con la Ferrari ci ha dato alcuni utili input. Solo il nostro direttore tecnico Walter Plaikner, però, è qualificato per stabilire quanto ciò possa esserci utile o che applicazioni si possano trovare in proposito’’.

Dopo molti anni sembra che abbia trovato finalmente due degni eredi, ovvero i cugini Dominik e Kevin Fischnaller: che ne pensa? Possiedono le carte in regola per ripercorrere le sue orme? Inoltre cosa si dovrebbe fare per far avvicinare sempre più i giovani a questo sport?
‘’Sia per la nostra squadra che per il futuro dello slittino artificiale è importante che ci sia un ricambio di giovani atleti. Sono particolarmente ottimista sul loro futuro perché credo che abbiano le caratteristiche giuste per raggiungere grandi successi. Avvicinare i giovani a questo sport è difficile, perché le strutture per gli allenamenti sono lontane da casa’’.

Le piace il soprannome ''il Cannibale''?
‘’Questo appellativo mi è stato dato proprio dai giornalisti, ma ad essere sincero non ne vado particolarmente fiero’’.

Come ama trascorrere il suo tempo libero? Nel suo futuro da post-atleta pensa di rimanere nel mondo dello slittino?
‘’Trascorro il mio tempo libero con la mia famiglia, faccio passeggiate in estate e dopo la stagione agonistica vado anche qualche volta a sciare. Il mio futuro al momento è nel presente, quando sarà il momento ci penserò’’.

Federico Militello

mercoledì 8 dicembre 2010

Prima vittoria in carriera per Luca Matteotti nello snowboard


Quando si possiedono talento, determinazione e l'ambizione di diventare qualcuno, è solo questione di tempo l'arrivo dei primi risultati. Luca Matteotti è un predestinato dello snowboardcross, specialità nella quale si impose in Coppa Europa nel 2009 a soli 19 anni. Ora, dopo un anno di apprendistato nel circuito maggiore, è giunto il primo trionfo in Coppa del Mondo alla seconda gara stagionale disputata a Lech am Arlberg (Austria). Il campioncino di Aosta, secondo in classifica generale grazie al 14mo posto di ieri, ha preceduto calibri da 90 come l'australiano Alex Pullin ed il francese Paul-Henri De Le Rue. Inoltre ha riportato all'Italia una vittoria che in questa specialità mancava dal 2005, quando si impose Alberto Schiavon, attualmente fermo per un infortunio ad una spalla occorsogli durante una run di qualificazione di gara-1. Molto bene anche il 'gemello' di Matteotti (per risultati conseguiti in campo juniores), Omar Visitin, 10mo e 14mo nelle due competizioni disputate. Insomma, considerando che anche nel PGS i nostri giovani Aaron March ed Edwin Coratti paiono ormai pronti per il definitivo salto di qualità, si comprende facilmente come lo snowboard possa presto diventare un vero e proprio feudo tricolore.

Federico Militello

lunedì 6 dicembre 2010

Curling: bene l'Italia maschile agli Europei, in difficoltà le donne


Ai Campionati Europei di Le Gruyere, in Svizzera, procede spedita la marcia della nazionale italiana maschile verso il ritorno in Serie A. Gli azzurri guidati dallo skip Joel Retornaz hanno infilato 4 vittorie consecutive, sconfiggendo nell'ordine Belgio (12-4), Estonia (11-4), Spagna (11-3) e Slovacchia (8-6): quest'ultimo è un successo importantissimo perché ottenuto nello scontro diretto per il primato nel girone. Le prime due selezioni approderanno nel massimo campionato, tuttavia sarebbe auspicabile agguantare il primo posto per poter spareggiare con l'ultima della prima divisione: in palio il pass di qualificazione ai Mondiali. I prossimi avversari saranno Grecia ed Ungheria.
Già due sconfitte, invece, per la selezione rosa delle sorelle Giorgia e Federica Apollonio. Pesa molto quella iniziale con l'Ungheria per 4-7, con le ragazze di Cortina che però hanno reagito con Austria (6-5), Irlanda (8-2) e Turchia. In serata, tuttavia, è giunta una brutta debacle con la favorita Repubblica Ceca (1-9), risultato che ha quasi compromesso la promozione. Domani in programma le sfide con Galles ed Estonia. Bisogna crederci fino alla fine.

Federico Militello

'Italia, come stai?': benissimo fondo e slittino, troppi piazzamenti nell'alpino


Non si può non partire da uno dei più grandi monumenti dello sport italiano: Armin Zoeggeler. Il Cannibale non è ancora sazio, tutt'altro. Agguantata la 50ma vittoria in Coppa del Mondo, la mente del fenomeno altoatesino è già rivolta ai prossimi ed immediati obiettivi: la conquista della sfera di cristallo e, soprattutto, i Mondiali di Cesana Pariol a fine gennaio. Il 36enne di Foiana ha dimostrato ancora una volta la sua netta superiorità su piste tecniche e tortuose (come quella di Winterberg), dove più della forza delle braccia in partenza contano la sapienza e la maestria nel saper condurre la slitta con sensibilità e leggerezza. In questo Armin è un maestro assoluto, inimitabile. Di questo campione colpisce proprio la continua ricerca di nuove sfide, l'ossessionante desiderio di voler riassaporare anno dopo anno il soave piacere del successo. Per certi versi, quanto ad ambizione e voglia di dominio, Zoeggeler può ricordare miti dello sport come Michael Schumacher, Valentino Rossi e Valentina Vezzali (tutti per fortuna ancora in attività!). Continua poi la crescita del 17enne Dominik Fischnaller, già decimo alla sua seconda gara nel circuito mondiale: insieme al cugino Kevin, abbiamo trovato una coppia dall'avvenire radioso. Molto bene nel doppio Oberstolz-Gruber, sempre continui in zona podio e non a caso in testa alla classifica generale. Pure in questo campo i 19enni Rieder-Rastner, anch'essi già tra i top10 alla seconda apparizione, assicurano un tranquillo ricambio generazionale.

Nello sci di fondo Arianna Follis, da degna campionessa del mondo in carica, si è rivelata ancora una volta tra le migliori interpreti di tutti i tempi nelle sprint a tecnica libera, agguantando a Dusseldorf sia la prova individuale che quella in coppia con Magda Genuin. Peccato che mancasse la norvegese Marit Bjoergen, unica forse in grado di impensierire l'azzurra e con la quale si sarebbe potuto assistere ad un duello stellare. In Germania era presente anche la promessa Gaia Vuerich (di poco fuori dalle 30), talento su cui puntare ad occhi chiusi per un futuro nemmeno troppo lontano. Molto bene anche gli uomini, con Fulvio Scola bravo ad ottenere il primo podio della sua vita: a 28 anni sembra arrivato finalmente il momento del definitivo salto di qualità. Nella sprint l'Italia si è confermata molto competitiva, come dimostra anche la terza piazza conseguita da Fabio Pasini e David Hofer nel team-sprint. Era nelle previsioni. Ora bisogna risollevarsi anche nelle lunghe distanze: in questo senso sarà importante l'apporto dei veterani Pietro Piller Cottrer e Giorgio Di Centa, nell'auspicio che anche i vari Valerio Checchi, Roland Clara e Thomas Moriggl diano finalmente un segnale di vita.

Sono deluso per quanto riguarda il comportamento dello sci alpino. Inutile cercare di addolcire la pillola, per una nazione come la nostra tanti piazzamenti a ridosso del podio, seppur discreti, devono considerarsi come risultati al di sotto delle aspettative e delle possibilità. In particolare ci si deve attendere molto di più dai velocisti. Christof Innerhofer è tornato in forma e, a mio modo di vedere, tecnicamente è il migliore insieme all'austriaco Mario Scheiber; paga dazio, però, nei tratti di scorrimento puro, dove comunque ha compiuto qualche miglioramento rispetto al passato. Peter Fill, inoltre, appare ormai uno sciatore completo. Tuttavia ai nostri manca sempre un numero per fare tombola, per salire cioè sul podio con costanza. Più delicato il problema dei gigantisti, che, come noto, riescono ad esprimersi al massimo solo sulle piste di maggior blasone come Val Badia ed Adelboden. Su pendii come quello americano, più adatti ai supergigantisti per intenderci, i vari Blardone, Simoncelli e Ploner non possiedono alcuna chance si primato. In teoria questo handicap verrà superato con le nuove generazioni, dove talenti in erba come Giovanni Borsotti e Mattia Casse sin dalla giovane età stanno si cimentano nella polivalenza. Insomma, nello sci moderno la specializzazione non paga più ed è necessario puntare a più di una disciplina.
In campo femminile, invece, con Nadia Fanchini ancora ai box, sarà impensabile, a meno di qualche prestazione a sorpresa, cogliere qualche podio nella velocità. Il motivo è presto detto: la concorrenza è mostruosamente superiore. Fenomeni come Vonn, Riesch, Mancuso e Gut appaiono obiettivamente un gradino sopra alle nostre rappresentanti, se si eccettua per l'appunto la minore delle sorelle Fanchini, il cui recupero (dovrebbe avvenire a gennaio) sarà fondamentale. Dunque la quarta piazza della Merighetti e la settima della Schnarf costituiscono complessivamente dei risultati da non disprezzare.

Sta arrivando Lukas Hofer e con lui il Bel Paese potrebbe tornare protagonista nel biathlon. Il 21enne altoatesino, dominatore nella categoria juniores due stagioni or sono, sembra aver metabolizzato il passaggio nel circuito maggiore, dove ha ottenuto uno spettacolare settimo posto nell'inseguimento. L'azzurro è formidabile sugli sci stretti, mentre è ancora perfezionabile al poligono. L'impressione è che ci sarà da divertirsi quando avrà raggiunto una buona continuità di rendimento con carabina alla mano. Positivo in generale il comportamento di tutta la selezione tricolore, con De Lorenzi in costante crescita e Windisch in ripresa. Tra le donne al momento Katia Haller ha superato Michela Ponza: chissà che questa rivalità interna possa servire per scalare ulteriormente le classifiche.

Nella combinata nordica Alessandro Pittin si è confermato in difficoltà nel salto dai trampolini grandi, anche se la sua condizione nello sci di fondo è parsa in progresso. Tra due settimane a Ramsau (piccolo trampolino) mi aspetto nuovamente il 20enne di Cercivento in lizza per le primissime posizioni, senza dimenticare che il vero obiettivo stagionale restano i Mondiali nel mese di febbraio. Se il capitano è in difficoltà, altrettanto non si può dire di Lukas Runggaldier, finito per la prima volta in carriera tra i top15. Insomma, non è escluso che presto l'Italia, considerando anche i vari Michielli, Bauer, Costa e Mattia Runggaldier, possa essere competitiva anche nella staffetta. E' solo questione di tempo. Se pensiamo che fino a 3 anni fa nel Bel Paese in pochissimi sapevano cosa fosse questo sport...

Federico Militello

sabato 4 dicembre 2010

Italia entusiasmante sulla neve. Una vittoria nella pallamano


Sci di fondo: Italia monumentale a Dusseldorf, in Germania. Arianna Follis ha vinto la prova sprint a tecnica libera davanti all'americana Kikkan Randall. Per la 33enne campionessa del mondo della disciplina si tratta dell'ottava affermazione in carriera in Coppa del Mondo, risultato che la consolida come terza azzurra più grande di sempre dietro le inarrivabili Stefania Belmondo e Manuela Di Centa. Stratosferico primo podio in carriera per Fulvio Scola (a 28 anni è arrivato nell'età in cui solitamente esplodono i fondisti tricolori), in testa sino a 100 metri dal traguardo e beffato in extremis solo dallo svedese Emil Joensson. Domani possibili altre soddisfazioni con la team-sprint.

Sci alpino: che sfortuna! Nel SuperG di Beaver Creek, quarto posto per Christof Innerhofer (a 20 centesimi dal primo ed appena sette dal podio!) e sesto per Peter Fill (a 0.29 dalla testa). La pista si deteriorata dopo i primi numeri. A beneficiare della situazione l'austriaco Streitberger (primo) ed il francese Theaux (secondo). Terzo l'immarcescibile Cuche. Insomma, i nostri velocisti stanno dimostrando di essere al top della specialità: serve solo una maggior dose di buona sorte.

Biathlon: decimo posto e miglior risultato in carriera per Lukas Hofer nella prima sprint stagionale di scena a Oestersund. Il giovane talento altoatesino ha commesso due errori al poligono, senza i quali avrebbe potuto aspirare legittimamente alla top5. Insomma, siamo vicini al definitivo salto di qualità.

Combinata nordica: problemi per Pittin. Il campione azzurro fatica a trovare il giusto feeling nei trampolini grandi. Anche oggi era appena 49mo dopo il salto nella prova di Coppa del Mondo a Lillehammer ed ha rinunciato alla prova di fondo. Domani serve un riscatto immediato, anche se il prossimo appuntamento a Ramsau dovrebbe restituirci il vero Pittin. L'Italia può però consolarsi con l'ottima dodicesima posizione di Lukas Runggaldier (miglior risultato della carriera).

Pallamano: avrà anche innumerevoli limiti tecnici, ma di sicuro l'orgoglio non manca alla nazionale femminile. Dopo la disfatta con la Repubblica Ceca ed il conseguente addio alla qualificazione ai Mondiali, le azzurre hanno piegato (per la prima volta nella storia) la Lituania per 24-23. Grande protagonista Silvia Scamperle con 8 reti. Domani sarebbe bello chiudere con un'altra vittoria con la Bulgaria.

Federico Militello

50 VOLTE CANNIBALE!


Immenso Armin Zoeggeler. Il più grande slittinista di tutti i tempi ha imposto una severa lezione agli avversari sulla pista teutonica di Winterberg, celebrando la cinquantesima vittoria in Coppa del Mondo e raggiungendo così il record di Alberto Tomba per quanto riguarda i successi azzurri nel circuito mondiale delle discipline invernali. Un ulteriore primato, dunque, che va ad aggiungersi ad un impressionante palmares in cui figurano 9 sfere di cristallo, 5 titoli mondiali, 2 ori, un argento e 2 bronzi olimpici. Il quasi 37enne di Foiana, già in testa al termine della prima manche con 0.072 centesimi sul tedesco David Moller, ha ulteriormente incrementato il margine sul 28enne rivale, portandolo a ben 0.219. E dire che il budello era stato modificato in estate e solo gli atleti di casa avevano avuto il privilegio di provarlo. Il fuoriclasse altoatesino in questa circostanza è cresciuto molto anche in fase di spinta, dove ha realizzato addirittura il sesto crono nella manche conclusiva. Con questo storico risultato il Cannibale vola in testa alla classifica generale con 170 punti, a pari merito con Muller e con sole 10 lunghezze di vantaggio su Felix Loch, solo quarto sulla poco amata pista di casa, dove lo scorso anno si era addirittura ribaltato. Rivelazione di giornata è stato, neanche a dirlo, un altro giovanissimo tedesco, il 19enne Julian Von Schleinits, che ha colto il primo podio della sua vita. Tuttavia se la Germania sforna talenti a raffica, in questa stagione anche l’Italia non è da meno: il 17enne Dominik Fischnaller, infatti, decimo al traguardo, è entrato per la prima volta nella top10 alla sua seconda gara da senior della carriera.
Per quanto riguarda i piazzamenti gli altri azzurri , 12mo David Mair, 20mo Reinhold Rainer, 30mo Achim Brunner.
Bene anche il doppio Oberstolz-Gruber: http://wintersport-news.it/it_IT/2869,News.html.

Federico Militello

venerdì 3 dicembre 2010

Maria Riesch, vittoria pesante. Figuraccia azzurra nella pallamano


Sci alpino: a mio parere la pista canadese di Lake Louise è la migliore al mondo per quanto riguarda la discesa libera femminile. Un tracciato all'antica, dove conta moltissimo la scorrevolezza e nel quale è necessario mantenere alta l'andatura anche nei curvoni ad ampio raggio. Insomma, una pista per vere specialiste. Non a caso il discorso per la vittoria ha riguardato le due grandi regine della specialità (e della Coppa del Mondo): importantissimo successo per la tedesca Maria Riesch, capace di prevalere sulla grande rivale Lindsey Vonn con appena 12 centesimi di vantaggio. La rivincita prevista per domani promette scintille. Terza piazza per l'austriaca Elisabeth Goergl, ormai sempre più a suo agio come donna-jet. Buon settimo posto per Daniela Merighetti, 12ma Elena Fanchini. La verità è che con queste grandi fuoriclasse straniere sarà dura agguantare qualche podio nella velocità. L'unica che potrebbe competere ad armi pari con Vonn e company è Nadia Fanchini, che presto dovrebbe tornare in gara dopo il grave infortunio dello scorso anno.

Pallamano: una magra figura. La nazionale femminile è stata umiliata per 38-22 dalla Repubblica Ceca nel match inaugurale del torneo di qualificazione ai Mondiali 2011. Progressi rispetto al passato? Zero assoluto. Addirittura le azzurre sono parse regredite, peccando anche in fondamentali base come i passaggi o l'infrazione di passi. La qualificazione è già svanita, ora speriamo in una reazione d'orgoglio con Lituania e Bulgaria.

Federico Militello

Pallamano, le azzurre chiamate alla 'Mission Impossible'


Con la nazionale maschile fuori da tutto ancora per un anno intero, le speranze (poche) del movimento pallamanistico tricolore si concentrano tutte sul settore femminile, dove le azzurre, da oggi fino a domenica, saranno impegnate ad Oderzo (TV) in un girone di qualificazione ai play-off per i Mondiali 2011. Le avversarie delle ragazze del ct Neukum saranno la Repubblica Ceca, la Lituania e la Bulgaria: passa solo la prima. Diciamolo subito, staccare il pass sarà un'impresa ai limiti dell'impossibile, con le ceche sulla carta fuori portata per l'Italia. Più equilibrata dovrebbe rivelarsi la sfida con le lituane, mentre con le bulgare una vittoria sarà d'obbligo.
Quest'anno è stato avviato nel Bel Paese un progetto di sviluppo per le selezioni giovanili, con un occhio di riguardo per l'Under17: solo avviando sulla retta via le ragazze sin dalla tenera età si potranno in futuro ottenere dei risultati all'altezza del blasone italico nello sport.
Tuttavia le grandi rivoluzioni non si materializzano nell'arco di qualche mese, bensì con un lento e costante propagarsi nel corso degli anni. Dunque, al momento, il livello tecnico della nostra squadra non sarà sostanzialmente mutato di molto rispetto al passato. La speranza è quella di colmare il gap grazie alla concomitanza tra cuore, grinta e fattore campo.
Solo tre le oriunde presenti in squadra: le rumene Laura Avram e Florentina Pastor ed il portiere argentino Sabrina Porini. In fase realizzativa l'Italia si affiderà principalmente all'estro di Silvia Scamperle (nella foto) ed all'esperienza del capitano Elena Barani. Da valutare i progressi delle giovani, anche se ormai da qualche stagione in azzurro, Lunardon, Balsanti e Furlanetto.
Tutte le partite saranno visibili in diretta sui canali di Raisport alle ore 17, da oggi sino a domenica. Consiglio vivamente a tutti gli appassionati di non perdersi questo appuntamento: non capita tutti i giorni di poter guardare la nazionale di pallamano in tv.

Federico Militello

martedì 30 novembre 2010

Che anno sportivo è stato per l'Italia?


Terminato il mese di novembre e con esso tutti i più grandi appuntamenti sportivi dell'anno, è dunque il tempo delle considerazioni finali. Se fossimo in un'impresa e dovessimo misurare la differenza tra costi e ricavi, si potrebbe dire che il bilancio è certamente positivo, anche se parzialmente inferiore a quanto programmato.

Le vittorie: tante e spesso inattese. Indimenticabile il Roland Garros di Francesca Schiavone, certamente uno dei successi più importanti della storia del nostro sport in generale (a cui si aggiunge l'ennesima Fed Cup in bacheca e la stratosferica stagione di Flavia Pennetta in doppio). Nel ciclismo siamo stati i veri padroni delle corse a tappe con il trionfo di Basso al Giro d'Italia e l'apoteosi di Nibali alla Vuelta, senza dimenticare l'oro iridato di Giorgia Bronzini. In altre discipline, come scherma, ginnastica ritmica e canoa slalom (Molmenti), abbiamo confermato la supremazia della passata stagione. Inoltre una gradita sorpresa (fino ad un certo punto definibile tale, in quanto il potenziale si sapeva essere immenso) è giunta dal tiro a segno, dove con Campriani, Nardelli e Badaracchi il Bel Paese si è issato in cima al mondo (solita garanzia, come al solito, il tiro al piattello). E' risorta l'atletica (più che buono il bilancio agli Europei di Barcellona, in attesa poi dei tanti oriundi in arrivo dalle categorie giovanili), mentre nel nuoto, alle spalle della fenomenale Pellegrini, si stanno affermando dei talenti dal radioso avvenire. Restando in tema acquatico, l'Italia ha dominato letteralmente i Mondiali di fondo, mentre nei tuffi Tania Cagnotto si è confermata una spanna sopra tutte in Europa. Incoraggianti i progressi nel beach volley, nel triathlon, nel pentathlon e nel judo, mentre si mantengono su livelli molto alti la vela ed il tiro con l'arco. E' stato un ottimo 2010 anche per quanto riguarda i motori, con il Corsaro Max Biaggi sul trono imperiale della Superbike (primo azzurro a realizzare questo risultato) e Tony Cairoli imbattibile nel motocross. Negli sport di squadra, inoltre, sono state strepitose le imprese del baseball, con l'Italia Campione d'Europa e di bronzo (storico) nella Coppa Intercontinentale. E' rinato il Settebello nella pallanuoto, argento alle spalle della Croazia. Ed induce all'ottimismo anche il basket, qualificatosi agli Europei dove con il connubio tra le stelle Nba ed i giocatori che si stanno mettendo in luce in Serie A (Cavaliero, Hackett, Aradori, Melli, Gentile, Garri, Cinciarini, Crosariol) si potrà ambire a qualcosa di importantissimo. Infine uno degli sport in cui maggiormente ci siamo imposti è stato il golf, dove si sono susseguiti trionfi in serie grazie ai fratelli Molinari ed al giovanissimo predestinato Manassero: in questo settore siamo solo all'inizio di una vera e propria epopea italica.

Le delusioni: purtroppo abbiamo fallito i due appuntamenti più importanti dal punto di vista mediatico, ovvero le Olimpiadi Invernali ed i Mondiali di calcio. A Vancouver le 5 medaglie conquistate sono state ben poca cosa rispetto alle attese, mentre in Sud Africa si è perso persino l'onore uscendo al primo turno. Gravissima l'eliminazione della selezione di calcio Under21 dalle prossime Olimpiadi. Sia negli sport invernali che nel calcio, tuttavia, esistono concreti presupposti per un pronto ed immediato riscatto. Ci si aspettava un podio iridato sia dalla nazionale maschile di pallavolo che da quella femminile, obiettivo invece solo sfiorato. Non bene la boxe agli Europei, anche se questo, senza grandi competizioni, è stato un anno di transizione per la nobile arte. In questo senso le Aiba World Series potrebbero rilanciare alla grande i nostri Russo e Valentino. Il titolo iridato sfuggito in extremis alla Ferrari brucia ancora molto, tuttavia occorre riconoscere la netta superiorità della Red Bull per tutto il campionato. A Maranello appare evidente a tutti (tranne che a Montezemolo ovviamente) come qualcosa non funzioni nella gestione sportiva della squadra, con errori che si ripetono con inesorabile e sgradita costanza. Opaco il settore della canoa velocità, dove, con Josefa Idem ormai 46enne, non si intravedono ancora ricambi all'altezza (ad eccezione forse del solo Maximilian Benassi). Non ha portato benefici, almeno per il momento, la Celtic League al rugby nostrano, ancora troppo distante dalla nazioni leader. E' rimandato il ciclismo su pista, praticamente assente dalle posizioni di vertice tra i Seniores, ma dominante a livello giovanile: serve tempo per una sentenza definitiva. Bocciato senza attenuanti, infine, il nuoto sincronizzato, con l'Italia addirittura superata dall'Ucraina in campo continentale: passano gli anni, ma il livello delle sincronette tricolori rimane pressoché immutato.

Voto finale all'annata sportiva italiana: 7

Federico Militello