lunedì 28 febbraio 2011

'Italia, come stai?''. Sport Invernali: una moltitudine di talenti tricolori


Rimandando sin da ora un'analisi completa dei Mondiali di Holmenkollen al termine della rassegna iridata, quest'oggi è tempo di parlare dei giovani talenti nostrani degli sport invernali.
Mai come in questa stagione (forse neppure negli Anni '90) si era assistito ad un così enorme proliferare di grandi promesse, per di più in così tante discipline. Un segnale che induce all'ottimismo in vista non solo delle Olimpiadi di Sochi 2014, ma anche del prossimo decennio in generale.

Nello sci alpino, tralasciando l'ormai affermato Christof Innerhofer che a 26 anni sta iniziando solo ora a raccogliere i frutti della sua semina, nelle discipline veloci (in campo maschile) ha cominciato a splendere la stella di Dominik Paris, secondo nella Discesa Libera di Chamonix alle spalle del monumento vivente Didier Cuche. Non ancora 22enne, il talentuoso sciatore altoatesino possiede il DNA del discesista puro, poderoso fisicamente e scorrevolissimo nei tratti piani; può considerarsi più che discreta anche la sua tecnica nell'affrontare le curve, anche se sicuramente perfezionabile con degli allenamenti specifici. A Paris si aggiungono anche Matteo Marsaglia, supergigantista dalle interessanti prospettive, e Paolo Pangrazzi, forse il più eclettico del gruppo italico e già eventualmente pronto, con una preparazione mirata, anche per le gare di Slalom. In rampa di lancio, inoltre, vi sono pure Andy Plank, campione del mondo juniores di Discesa nel 2009, ed Hagen Patscheider, anch'egli iridato a livello giovanile nel 2008. Nelle discipline tecniche, poi, spiccano Giovanni Borsotti per il Gigante e Stefano Gross per lo Slalom, sempre più vicini ad un rendimento che potrebbe consentir loro di entrare in pianta stabile tra i migliori 10 del mondo. In campo femminile promette molto bene la squadra del Gigante, dove, attorno al punto di riferimento costituito da Federica Brignone (20 anni), è attesa sin dal prossimo anno a miglioramenti esponenziali Lisa Agerer, vincitrice della classifica generale di specialità in Coppa Europa e già competitiva anche in SuperG e Supercombinata: insomma, un grande talento polivalente su cui investire. In questo settore, inoltre, sono da seguire con attenzione Anna Hofer e Giulia Gianesini. Più delicato il discorso Slalom Speciale, settore che da qualche stagione evidenzia delle lacune di natura tecnico-strutturale. Proprio la Brignone, però, potrebbe ridare nuova linfa a questa specialità. Nelle discipline veloci si è messa in luce la sola Elena Curtoni, sciatrice dalle immense potenzialità, soprattutto in SuperG.

Quando Armin Zoeggeler andrà in pensione (sempre più probabile che ciò avvenga, se il suo fisico non creerà problemi, dopo le Olimpiadi del 2014), lo slittino italiano non scomparirà dalle grandi ribalte planetarie. Dopo un quindicennio, infatti, è emerso finalmente un credibile erede del Cannibale. Si tratta di Dominik Fischnaller, il quale, a soli 17 anni (neppure il 37enne di Foiana era così competitivo a quest'età), ha ottenuto ben cinque piazzamenti tra i top10 in Coppa del Mondo, con la perla della quinta posizione di Sigulda. L'astro nascente altoatesino riesce a pilotare la slitta con leggerezza e sensibilità, riuscendo a sviluppare sempre delle ottime velocità: quando avrà migliorato la propria massa muscolare (fondamentale in fase di partenza) ed acquisito maggiore esperienza, allora lotterà senza ombra di dubbio per la vittoria. Accanto a Dominik, inoltre, cresce anche il cugino Kevin Fischnaller, di un anno più giovane. E' presumibile un avvenire radioso anche nel doppio, dove il ricambio generazionale (dopo il ritiro di Plankensteiner-Haselrieder e con Oberstolz-Gruber ormai over30) è già avvenuto, con Ludwig Rieder (19 anni) e Patrick Rastner (17) per ben 4 volte tra i 10 e vincitori del titolo mondiale juniores: già dal prossimo anno i campioncini altoatesini potranno puntare ad almeno 2-3 piazzamenti sul podio.
Nel singolo femminile, invece, si sta consolidando il rendimento di Sandra Gasparini, cui manca ancora una maggior confidenza con i vari tracciati del circuito mondiale per provare a sferrare l'attacco alle migliori del globo: anche in questo caso, tuttavia, il talento non difetta alla 20enne di Vipiteno, alle cui spalle sta crescendo un'interessante nidiata di slittiniste in erba.

Nel bob qualcosa si muove alle spalle di Simone Bertazzo. Il nome nuovo è rappresentato da Achim Obkircher, 22 anni, al primo anno in questo sport dopo aver gareggiato nello slittino fino alla scorsa estate. Un pilota di livello apprezzabile, la cui necessità attuale è quella di rafforzare il fisico per essere più performante in fase di partenza, al momento suo vero tallone d'Achille: nel giro di un paio d'anni, tuttavia, dovrebbero tornare 2 le slitte del Bel Paese in Coppa del Mondo. Per scovare nuovi campioni, tuttavia, sarà importante non solo mantenere in vita la pista di Cesana Pariol (e pare proprio che, grazie ad uno sforzo delle istituzioni locali, il catino piemonte verrà salvato), ma anche riaprire quella di Cortina, situata in una zona da sempre fucina di talenti cristallini.

Nel biathlon due nomi su tutti: Lukas Hofer e Dorothea Wierer. Il primo ha sfoderato una continuità impressionante in Coppa del Mondo, raggiungendo addirittura l'ottavo posto nella graduatoria complessiva. La seconda, prima nella storia, ha vinto ben 3 ori individuali ai Mondiali juniores. Inutile nascondersi, si tratta di due potenziali fuoriclasse, veloci sugli sci stretti e rapidi e precisi nel tiro (anche se Hofer è più discontinuo al poligono). La storia di questo sport nel Bel Paese sta per venire riscritta. In rampa di lancio, poi, vi sono anche Dominik Windisch, Pietro Dutto e Michael Galassi.

Completezza è il sostantivo che descrive nel migliore dei modi lo snowboard nostrano. Sia nelle discipline tecniche che nello snowboardcross, infatti, l'Italia ha calato degli autentici assi, capaci già di agguantare vittorie e podi in Coppa del Mondo con invidiabile continuità. Aaron March (Pgs e Psl) ormai è stabilmente tra i primi 5 del mondo, in attesa di essere affiancato da Edwin Coratti, campione del mondo juniores e già sul podio per 5 volte in Coppa Europa (con una vittoria). Nel cross, inoltre, Luca Matteotti (già trionfatore a Lech am Arlberg e quarto ai Mondiali) ed Omar Visitin rappresentano di gran lunga i migliori prospetti in campo internazionale. Tra le donne, infine, continua la crescita esponenziale di Nadia Ochner (Pgs), ormai pronta per la Coppa del Mondo.

Nel free-style (settore moguls) da segnalare i buoni piazzamenti di Giorgia Bertoncini (16 anni) in Coppa Europa, mentre nello ski-cross femminile l'Italia è entrata per la prima volta nella top10 grazie ad Elena Teglia (23), proveniente dallo sci alpino ed il cui rendimento non potrà che elevarsi ulteriormente. Qualche buon segnale giunge anche dal settore maschile, dove Diego Castellaz (ski-corss) si è qualificato tra i primi 30 con discreta continuità, anche se il podio resta obiettivamente ancora molto distante.

Nel salto con gli, grazie soprattutto alle donne, il tricolore sta conseguendo dei risultati impensabili sino a qualche stagione fa. Elena Runggaldier, infatti, è affiancata da altre giovanissime dalle qualità eccelse (Lisa Demetz, 21, Evelyn Insam, 17, Roberta D'agostina, 19), che potranno garantire una gradita continuità di rendimento nel prossimo decennio. Nel momento in cui verrà introdotta la prova a squadre riservata alle donne, inoltre, l'Italia difficilmente scenderà dal podio. Progressi tangibili anche tra gli uomini, dove Sebastian Colloredo ha raggiunto finalmente una convincente stabilità dal punto di vista tecnico, che potrà consentirgli di inserirsi in pianta stabile fra i migliori 15 del circuito. In crescita anche Andrea Morassi.

Con Pittin in flessione rispetto all'annata olimpica, la combinata nordica può giovarsi di un nuovo potenziale campione, ovvero Lukas Runggaldier. Incisivo nel salto e solido nello sci di fondo, il 23enne, già in pianta stabile tra i primi 10, potrebbe presto ottenere un risultato di prestigio. Accanto ai due capitani, inoltre, è maturato anche Armin Bauer, mentre nel circuito minore si sono messi in risalto i giovanissimi Samuel Costa e Mattia Runggaldier. E' un dato di fatto, dunque, che la staffetta tricolore sarà da medaglia ai Mondiali della Val di Fiemme del 2013.

Se gli sport della neve godono di ottima salute, non stanno peggio quelli del ghiaccio. Nello short track, accanto alla già affermata (seppur ancora 20enne!) Arianna Fontana, è sbocciata la talentuosa Martina Valcepina, già due volte sul podio in Coppa del Mondo e campionessa del mondo junior nei 500 metri (oltre che terza nella Overall, impresa mai riuscita ad un'italiana). Si profila, dunque, un acceso dualismo interno tra queste due grandi atlete, che non potrà che far bene ad un movimento femminile di per sé già florido, come dimostra anche l'oro conquistato dalla staffetta junior ai Mondiali di Courmayeur. Meno ricambi, invece, si intravedono tra gli uomini, dove comunque è da monitorare il promettente Tommaso Dotti, 17 anni.

Nello speed skating Matteo Anesi sembra ormai pronto per il definitivo salto di qualità nei 1000 metri, come dimostra il quinto posto in Coppa del Mondo ottenuto a Mosca. Da seguire i miglioramenti del giovanissimo Andrea Giovannini, potenzialmente in grado di diventare un polivalente di valore. Tra le donne, infine, è emersa con prepotenza Yvonne Daldossi, autrice del record italiano juniores nei 1000 metri, che ha già primeggiato in varie gare di Coppa del Mondo giovanile.

Nel pattinaggio artistico gli unici giovani interessanti brillantemente emersi in questa stagione sono Stefania Berton ed Ondrej Hotarek, quinti agli Europei nelle coppie d'artistico, mentre nel curling sia la squadra femminile che quella maschile (risalite entrambe in Serie A) sono composte nel complesso da elementi molto giovani, in grado di progredire nell'immediato futuro. In decisa ascesa, infine, anche l'hockey sul ghiaccio, dove le varie rappresentative giovanili hanno ben figurato nei vari tornei internazionali.

La pecora nera, come si comprende, resta lo skeleton, nel quale, nonostante l'Italia possa vantare una tradizione di tutto rispetto (come dimostra l'oro olimpico ormai datato di Nino Bibbia a St.Moritz 1948), il Bel Paese in questo sport è praticamente inesistente nei grandi eventi, con piazzamenti anonimi e sempre oltre la 20ma posizione. Un progetto di crescita è stato avviato, reclutando dei ragazzini di 12-13 anni ed assumendo il valente tecnico britannico Anthony Sawyer. La strada verso la gloria, tuttavia, resta ancora lunga e tortuosa.

Federico Militello

sabato 26 febbraio 2011

Innerhofer vince la combinata a Bansko; Longa quinta a Oslo, discreti Runggaldier e Pittin


Sci alpino: i Mondiali di Garmisch hanno regalato all'Italia un nuovo Christof Innerhofer, più maturo e consapevole dei propri mezzi. Il 26enne azzurro ha trionfato nella Supercombinata di Bansko, in Bulgaria, precedendo di appena un centesimo il tedesco Felix Neureuther. Il talento altoatesino, al secondo successo in Coppa del Mondo dopo quello nella Discesa Libera di Bormio nel dicembre 2008, ha costruito la propria vittoria già nella prova di Slalom (invertito l'ordine usuale tra le due manches a causa delle condizioni meteo), dove era undicesimo a solo 1''48 dal leader Jean-Baptiste Grange (uscito nella successiva discesa). Nel SuperG, poi, Innerhofer ha pennellato con la consueta classe un tracciato molto tecnico, riuscendo infine ad agguantare il meritato primato.

Sci di fondo: sinora i Mondiali di sci nordico hanno regalato 2 medaglie al tricolore, un bottino addirittura insperato e non facile da incrementare. La combinata femminile odierna (7,5 km in tecnica classica e 7,5 a skating) ha mostrato la netta superiorità del terzetto di testa formato dalle norvegesi Marit Bjoergen, Justyna Kowalczyk e Therese Johaug, andate in fuga sin dalle prime battute. Alla fine proprio questo è stato l'ordine d'arrivo conclusivo, con Bjoergen che ha conquistato la seconda medaglia d'oro del Mondiale (ed è facile che ne arrivino altre 4). Buona quinta piazza per Marianna Longa, che obiettivamente non poteva concorrere per il podio. In vista della 10 tc e della staffetta, tuttavia, la 31enne di Livigno non ha destato grande impressione nell'amato passo alternato. Lontane anche Arianna Follis, 19ma, e Virginia De Martin 35ma, mentre non è partita Silvia Rupil per un problema al costato che ne mette in dubbio anche la partecipazione per la staffetta: una sua eventuale assenza azzererebbe quasi completamente le speranze azzurre di medaglia.

Combinata Nordica: risultati in linea con gli standards stagionali per l'Italia ai Mondiali di Oslo. Alessandro Pittin, sempre in difficoltà nel salto quest'anno, non è andato oltre la 35ma piazza dopo un balzo da 92 metri, risalendo poi nel fondo fino al 17mo posto. Buon decimo posto, invece, per Lukas Runggaldier, frenato nelle ultime settimane da un problema al ginocchio destro. Peccato anche per l'infortunio alla caviglia per Armin Bauer, che non solo ne ha impedito la partecipazione alla competizione, ma quasi sicuramente lo escluderà anche dalla staffetta in programma lunedì, dove il Bel Paese avrebbe potuto ambire (con la squadra al completo) ad un piazzamento da top5. La medaglia d'oro è stata appannaggio del tedesco Eric Frenzel.

Federico Militello

venerdì 25 febbraio 2011

Elena Runggaldier vola nella storia nel ricordo di Simona: è argento Mondiale!


Giornata storica per lo sport italiano. Mai prima d'ora, infatti, il Bel Paese aveva avuto l'onore di agguantare una medaglia iridata (e nemmeno olimpica) nel salto con gli sci, neppure nell'epoca d'oro degli Anni '90 con Ivan Lunardi (quarto a Falun 1993 nel trampolino piccolo) ed il totem Roberto Cecon (ottavo a Thunder Bay 1995, anche se 2 bronzi li vinse nell'amato volo con gli sci nel 1992 e 1994). La grande impresa è riuscita ad Elena Runggaldier, già medaglia d'oro ai Mondiali juniores dello scorso anno e per due volte sul podio in questa stagione in Continental Cup: la 20enne altoatesina ha vinto la medaglia d'argento alle spalle della fuoriclasse austriaca Daniela Iraschko, da anni unica ed indiscussa dominatrice di questa disciplina. La nostra portacolori ha totalizzato un punteggio complessivo di 218.9 punti, 12.8 in meno della neo-iridata, ma 7.4 in più della francese Coline Mattel, altra grande favorita della vigilia. Un risultato che giunge al termine di un'annata travagliata per la squadra azzurra, sconvolta per la tragica scomparsa di Simona Senoner, morta lo scorso 6 gennaio a soli 17 anni per una grave infezione virale. Tutte le saltatrici tricolore, tuttavia, hanno gareggiato in ricordo della sfortunata compagna e la stessa Runggaldier le ha immediatamente dedicato la medaglia d'argento. Particolarmente struggente è stato il momento che ha preceduto il secondo salto. Elena, dopo un primo balzo da 97.5 metri che l'aveva collocata in piazza d'onore, saliva sul gate di partenza dal quale sapeva che avrebbe potuto proiettarsi verso il mito. In quel momento l'azzurra, nei cui occhi si poteva leggere grande concentrazione, volgeva lo sguardo verso il cielo, verso l'amica che non c'è più, quasi a volerle dire ''guardami, questo è per te''. Pochi attimi fuggenti, in cui le sensazioni provate durano per l'eternità. In quel momento Simona era viva, così come continua a vivere nei cuori delle sue compagne e degli allenatori. Alla fine la saltatrice italica prendeva il via, con uno stacco perentorio usciva dal dente e planava poi con leggerezza a 93.5 metri: il sogno era diventato realtà ed anche Simona, da lassù, poteva gioire per il tanto atteso trionfo.
Nel complesso la selezione tricolore si è rivelata la più competitiva in assoluto, con Evelyn Insam ottava, Lisa Demetz tredicesima e Roberta D'Agostina ventisettesima: peccato che (almeno per ora) non sia prevista la prova a squadre femminile, perché in tal caso l'Italia avrebbe certamente ambito alla medaglia d'oro.

Federico Militello

giovedì 24 febbraio 2011

Fantastica Follis: cade, si rialza e vince l'argento


Strepitosa Arianna Follis. La 33enne di Gressoney-Saint-Jean ha conquistato uno splendido argento nella sprint in tecnica libera dei Mondiali di Holmenkollen, preceduta solo dall'inarrivabile norvegese Marit Bjoergen, che ha colto il primo alloro di una manifestazione in cui ambisce a primeggiare in tutte le specialità. Maestosa la gara della campionessa azzurra, giunta in Norvegia da detentrice del titolo: la fondista tricolore, infatti, cadeva in semifinale sulla salita centrale del tracciato, sbilanciata dalla non proprio corretta Bjoergen. A quel punto nella mente di Arianna si accendeva la miccia ed iniziava la magia. La nostra rappresentante, per nulla demoralizzata dall'indesiderato imprevisto, si scatenava con una progressione poderosa, riportandosi nel giro di 300 metri sul gruppetto di testa, per poi chiudere in terza piazza la batteria e qualificarsi in finale con il primo miglior tempo di ripescaggio. Nell'atto conclusivo, poi, l'italiana era sapiente e saggia nel mantenere la scia della fenomenale scandinava, riuscendo a tenere a bada con relativa facilità le slovene Petra Majdic (bronzo) e Katja Visnar. Quinta la polacca Justyna Kowalczyk. Con questo risultato Arianna Follis ha centrato la quinta medaglia iridata della sua carriera (un oro, un argento e 3 bronzi), salendo sul podio per il quarto Mondiale consecutivo ed entrando di diritto nell'olimpo delle atlete italiane più forti di sempre in questo sport, affiancandosi a fenomeni del calibro di Manuela Di Centa, Stefania Belmondo (che vinse in maniera simile l'oro a Salt Lake City 2002 dopo aver rotto un bastoncino) e Gabriella Paruzzi. Inoltre una prestazione di livello così elevato fa ben sperare anche per la staffetta ed, eventualmente, per il team sprint in alternato. Eliminata nei quarti di finale una pimpante Magda Genuin, frenata da una caduta che ne ha privato con ogni probabilità l'ingresso in finale.
In campo maschile il migliore azzurro è stato il 20enne Federico Pelelgrino, fermatosi in semifinale al cospetto di avversari di massimo rango: Hattestad, Norhug e Cologna. Fuori al primo turno, invece, David Hofer e Renato Pasini, mentre non aveva superato lo scoglio delle qualificazioni Fulvio Scola.
Nel tempio dello sci di fondo, dunque, non poteva esserci debutto migliore per la selezione italica. Domani si assegnerà l'oro del salto con gli sci femminile: le azzurre Elena Runggaldier e Lisa Demetz rappresenteranno delle out-siders di gran lusso. Favorite per il titolo saranno l'austriaca Daniela Iraschko, la francese Coline Mattel e la giapponese Sara Takanashi.

Federico Militello

mercoledì 23 febbraio 2011

Sci Nordico, un Mondiale ostico per l'Italia


Nonostante l'Italia abbia raccolto venti podi stagionali nello sci di fondo e tre nel salto con gli sci femminile, oltre che diversi piazzamenti da top10 in combinata nordica, quelli di Oslo Holmenkollen saranno dei Mondiali in salita per il Bel Paese, che, non dimentichiamolo, alle Olimpiadi di Vanocuver 2010 raccolse un solo argento con Pietro Piller Cottrer. Vediamo nel dettaglio le reali possibilità degli azzurri nelle varie discipline.

Sci di fondo: non sono molte le discipline in cui l'Italia potrà cogliere una medaglia. Nella sprint femminile in tl Arianna Follis parte come detentrice del titolo, tuttavia il durissimo tracciato scandinavo dovrebbe favorire la norvegese Marit Bjoergen e la polacca Justyna Kowalczyk. In questa gara puntano ad entrare fra le prime 6 anche Magda Genuin e Marianna Longa. Da seguire con curiosità, infine, il debutto iridato della giovanissima Gaia Vuerich. Nella sprint maschile, se riusciranno a passare i turni iniziali, diventeranno seri pretendenti all'oro fondisti completi come Dario Cologna e Petter Nothug, che potrebbero anche avere la meglio degli sprinter puri. Per quanto riguarda i nostri rappresentanti, il 20enne Federico Pellegrino (del quale è possibile trovare un'intervista sulla rivista mensile Universo Bianco) potrebbe trovarsi a suo agio sulle temibili salite di Holmenkollen; più difficile un inserimento da parte dei vari Pasini, Scola e Hofer, in considerazione del fatto che il campo partenti sarà di un livello mostruoso. Anche nella sprint a coppie in alternato Longa e Genuin (o Follis) potrebbero provare ad inserirsi nella lotta per la medaglia di bronzo. Stesso discorso per la staffetta femminile, che, considerando inarrivabili Norvegia e Svezia, si giocherà il terzo gradino del podio con Finlandia, Germania e Russia. Poche chances, invece, per Longa e Follis nelle competizioni individuali. Tra gli uomini, salvo sorprese, non si vede chi possa conquistare un metallo prezioso a livello individuale. Roland Clara, possibile protagonista nella combinata e nella 50 km tl, manca dello spunto veloce necessario per primeggiare in questi format di gara, mentre al momento non si conosce il reale stato di forma dei veterani Giorgio Di Centa e Pietro Piller Cottrer, la cui preparazione è stata concentrata esclusivamente per questo grande evento. La staffetta maschile, infine, gravata del solito handicap delle prime due frazioni in tecnica classica, pare abbastanza distante dal vertice.

Combinata nordica: Alessandro Pittin ha vissuto una stagione opaca dopo i fasti di Vancouver 2011. In Norvegia il 21enne di Cercivento si presenterà in ottima condizione di forma nello sci di fondo, tuttavia per sperare nella top3 dovrà realizzare un salto quanto meno discreto: in questa disciplina, infatti, ha accusato non pochi problemi tecnici negli ultimi mesi. L'uomo di punta dovrebbe essere Lukas Runggaldier, la grande rivelazione dell'anno: il 23enne di Bolzano, tuttavia, è reduce da un infortunio al ginocchio che lo ha limitato proprio durante la fase di rifinitura. L'Italia, inoltre, può ambire ad una quinta piazza nella staffetta che si svolge dal trampolino piccolo.

Salto con gli sci: puntiamo tutto sulle donne. Elena Runggaldier ed Elisa Demetz, se in giornata ed in condizioni di vento favorevoli, possono afferrare un risultato di prestigio. Le favorite per il titolo, tuttavia, sono la francese Coline Mattel (16 anni), la giapponese Sara Takanashi (14 anni!) e, soprattutto, l'austriaca Daniela Iraschko, le cui condizioni sono però tutte da valutare dopo l'infortunio al ginocchio destro patito la scorsa settimana. In campo maschile, invece, l'obiettivo di Sebastian Colloredo (del quale potrete trovare un'intervista su Universo Bianco) sarà l'ingresso tra i migliori 15, essendo la zona podio oggettivamente utopistica.

Federico Militello

martedì 22 febbraio 2011

Un nuovo cubano per il Settebello; pioggia di medaglie dal taekwondo


Pallanuoto: l'Italia ha sconfitto in trasferta per 7-4 la Grecia nel quarto turno del gruppo C di World League, dove gli azzurri occupano la seconda posizione alle spalle della Croazia campione d'Europa. La selezione tricolore, tuttavia, è già qualificata alla fase finale poiché la Final Six si terrà proprio nel Bel Paese (la vincente staccherà il pass per Londra 2012). Nella serata odierna le reti sono state messe a segno da Gallo (2), Felugo, Presciutti, Giacoppo e Figlioli. Da segnalare l'ottimo debutto del poderoso difensore cubano Amaurys (evidentemente è destino che tutti coloro che si chiamino così vestano l'azzurro) Perez. Nonostante il giocatore del Posillipo abbia 34 anni, potrà fornire un contributo importante grazie alla propria prorompente forza fisica. Insomma, un innesto di qualità per la formazione di Sandro Campagna, al momento l'unica squadra nostrana con tangibili possibilità non solo di partecipare alle Olimpiadi, ma anche di vincere una medaglia.

Taekwondo: ottimo bottino per l'Italia nell'importante Open d'Olanda. Il tricolore ha raccolto ben 4 medaglie, grazie alle vittorie di Mauro Sarmiento e Carlo Molfetta ed ai terzi posti di Federica Mastrantoni e Cristian Clementi. Considerando che il Bel Paese può contare anche sul talento di Veronica Calabrese, si comprende con facilità come quella azzurra sia una squadra dalle interessanti prospettive.

Federico Militello

lunedì 21 febbraio 2011

'Italia, come stai?': sci alpino, il bilancio di un Mondiale strepitoso


A Garmisch Partenkirchen si è conclusa una delle migliori rassegne iridate di sempre per l'Italia. La selezione tricolore ha eguagliato il record di medaglie vinte (6, di cui un oro, 2 argenti e 3 bronzi) ai Mondiali di Sestriere 1997 (quando i nostri alfieri si chiamavano Alberto Tomba, Deborah Compagnoni, Kristian Ghedina ed Isolde Kostner...), dove però gli ori furono 3 ed il Bel Paese fu secondo nel medagliere finale (l'anno prima, a Sierra Nevada, l'Italia giunse addirittura prima grazie a 4 ori ed un argento). In questa circostanza, invece, gli azzurri hanno chiuso la classifica finale in terza posizione, alle spalle di Austria e Francia (davanti a noi solo grazie alla vittoria nella prova a squadre): un risultato lusinghiero, ma addirittura migliorabile nella prossima edizione di Schladming.
Il Bel Paese, infatti, può contare su un gruppo molto giovane, nel quale figura un numero elevato di talenti che persino la corazzata austriaca ci invidia.


Christof Innerhofer ha finalmente raggiunto la meritata consacrazione. Il 26enne di Gais è altamente competitivo in ben 3 discipline e, una volta che avrà assimilato anche i tempi e la tecnica di velocità del Gigante, potrà lottare per la Coppa del Mondo assoluta: l'età, in un circuito sempre più popolato da veterani, gioca certamente a suo favore. Una medaglia meritata l'ha conquistata anche Peter Fill, i cui problemi familiari ne avevano pregiudicato il rendimento per tutto l'arco della stagione. In generale il settore della velocità maschile induce ad un grande ottimismo: quando tornerà ai consueti standard Werner Heel ed il giovanissimo Dominik Paris acquisirà quell'esperienza di cui ancora difetta, l'Italia potrà calare un magico poker da medaglia in ogni gara. Nello Slalom Manfred Moelgg, mai salito sul podio nelle precedenti prove del massimo circuito mondiale, ha colto un importantissimo bronzo. Il 28enne di San Vigilio di Marebbe, che in bacheca vanta un altro argento iridato ad Are 2007, 2 vittorie in Coppa del Mondo ed una coppa di specialità (2008), ha ormai varcato le porte della storia dello sci alpino italico: una carriera importante, cui manca solo la ciliegina a Cinque Cerchi. Peccato per Giuliano Razzoli, del quale sono comunque piaciuti l'atteggiamento e l'approccio alla gara: il campione olimpico, 11mo dopo la prima manche, ha sciato per vincere, consapevole dell'inutilità di un semplice piazzamento. La sua classe non si discute: in futuro tornerà a primeggiare. Bene anche Cristian Deville, i cui miglioramenti non potranno che regalargli già nelle prossime competizioni il tanto atteso podio. In Slalom potrebbe presto trovare spazio anche Paolo Pangrazzi, che ha destato impressione per potenza ed intraprendenza nella manche tra i pali stretti della Supercombinata, mentre continua a progredire il giovane Stefano Gross. In campo maschile, dunque, l'Italia si è rivelata la miglior rappresentativa del globo (come dimostra il primo posto nel medagliere). L'unico settore in grave difficoltà è quello del Gigante. Il grosso errore è stato quello di puntare ancora una volta sui vari Blardone e Simoncelli dopo le Olimpiadi di Vancouver dello scorso anno. Questi sciatori, che hanno tenuto alto l'onore della bandiera per circa un decennio, sono ormai in palese declino, non più all'altezza dei grandi specialisti stranieri. Il problema, però, non è di agevole risoluzione: Giovanni Borsotti a parte e con Mattia Casse ancora non adattatosi al circuito di Coppa Europa, in questa disciplina scarseggiano i ricambi e dunque sarà importante dirottarvi alcuni discesisti e slalomisti (Innerhofer e Razzoli in primis).


In campo femminile l'unica medaglia è pervenuta da Federica Brignone, argento in Gigante. La 20enne di Milano possiede l'identikit perfetto della sciatrice moderna: sci sempre rivolti verso la massima pendenza in cerca di velocità, mentalità aggressiva, ambizioni di polivalenza. A breve termine la figlia di Maria Rosa Quario non dovrebbe tardare a diventare competitiva anche in Slalom, mentre serviranno ancora un paio di stagioni (e massa muscolare) per la velocità. Un talento così cristallino, tuttavia, non si ammirava nello Stivale da 15 anni, ovvero dalla mitica Deborah Compagnoni. Si conferma allergica ai grandi eventi Manuela Moelgg, sesta sia tra i pali larghi che tra quelli stretti: per la 27enne marebbana l'austriaca Elisabeth Gorgl, vincitrice di 2 ori a 30 anni dopo una carriera buona ma non eccezionale, dovrà rappresentare un esempio da seguire. Anche Denise Karbon, quarta a pochi centesimi dal podio, ha dimostrato di essere ancora tra le migliori quando il fisico la sorregge. In Gigante è atteso nel prossimo biennio l'avvento di Lisa Agerer, atleta dal fisico possente che si è già aggiudicata la classifica di specialità in Coppa Europa. Nel settore veloce la novità più piacevole è rappresentata da Elena Curtoni. La 20enne di Morbegno, nel giro di una settimana prima ai Mondiali juniores e sesta a quelli assoluti di SuperG, ha mostrato un potenziale notevole, con capacità nel pennellare le curve e sensibilità nel condurre gli sci fuori dal comune: è già pronta per dare fastidio alle padrone della disciplina, ovvero Gorgl, Vonn, Gut e Riesch. Ancora da perfezionare, invece, la discesa libera, specialità in cui è necessaria una maggiore dose di esperienza. In linea con le aspettative Daniela Merighetti, tra le top10 sia in SupeG sia in Discesa Libera, ma oggettivamente troppo lontana dal vertice. Preoccupa sempre più la regressione tecnica di Elena Fanchini, ormai sempre più distante dai livelli del biennio 2005-2006, quando si aggiudicò un argento iridato ed un successo in Coppa del Mondo: gli infortuni, evidentemente, ne hanno condizionato in negativo la carriera (stesso discorso vale per la sorella Nadia). Da seguire con attenzione i progressi della 20enne Francesca Marsaglia, dotata di buona scorrevolezza.
Infine una considerazione: al contrario che nelle scorse stagioni, gli azzurri sono giunti all'evento più importante dell'anno senza il peso dei favori del pronostico, avendo raccolto poco (solo 8 podi) nelle precedenti gare di Coppa del Mondo. I risultati, poi, sono stati eccellenti. Di certo la preparazione è stata calibrata in ottica Mondiale, tuttavia è indubbio come i nostri atleti rendano al massimo quando possono sciare senza l'assillo del dover trionfare a tutti i costi.
Per ulteriori approfondimenti sul tema, vi invito inoltre ad ascoltare on-line Radio Onda Ligure, dove sarò intervistato venerdì alle ore 19.45 da Stefano Mentil nel corso della trasmissione sportiva. Di seguito troverete il link della radio: http://www.ondaligure.it/news/sport/.

Federico Militello

domenica 20 febbraio 2011

Moelgg, una ciliegina di bronzo sul Mondiale azzurro; Viviani sul podio a Manchester


Sci alpino: Manfred Moelgg ha conquistato la medaglia di bronzo nello Slalom iridato disputato a Garmisch Partenkirchen vinto dal francese Jean-Baptiste Grange (grande favorito della vigilia) davanti al rinato svedese Jens Byggmark. Settima piazza con qualche rimpianto per Cristian Deville. Fuori l'olimpionico Giuliano Razzoli, che stava rischiando al massimo nella seconda manche (sarebbe stato da podio se non di più). L'Italia chiude un Mondiale da record, con 6 metalli preziosi in carniere (un risultato conseguito solo 14 anni fa a Sierra Nevada) ed il terzo posto finale nel medagliere vinto dall'Austria. Rinvio alla rubrica 'Italia, come stai?' per un'analisi dettagliata della manifestazione.

Ciclismo su pista: questa disciplina comincia finalmente ad intravedere una luce in fondo al tunnel. Elia Viviani, talento purissimo ed eclettico, già ad alto livello anche su strada, si è classificato terzo nella prova di Coppa del Mondo di Manchester nell'omnium. L'azzurro è stato preceduto dal formidabile neozelandese Shane Archbold (primo in tre gare su sei) e dal sorprendente coreano Cho Hosung. Si tratta di un risultato importantissimo in chiave qualificazione olimpica, dove al momento Viviani rappresenta l'unica carta credibile da giocare in ottica di una possibile medaglia a Cinque Cerchi.

Short track: Martina Valpecina non si ferma più. Dopo il terzo posto di ieri, la 18enne italiana è giunta seconda nella gara-bis dei 500 metri, sopravanzata solo dalla canadese Marianne St.Gelais. Nella stessa gara Arianna Fontana ha chiuso in quarta posizione: a questo punto, tuttavia, paiono poter cambiare le gerarchie in seno alla squadra tricolore.

Bob: al seguente link troverete l'articolo sui Mondiali di bob a 2 disputati a Koenigssee. Sesto Simone Bertazzo. http://wintersport-news.it/it_IT/4612,News.html.

Federico Militello

sabato 19 febbraio 2011

Manuela Moelgg, un sesto posto senza rimpianti; podi da scherma e judo


Sci alpino: Manuela Moelgg è giunta sesta nello Slalom iridato di Garmisch vinto dalla grande fuoriclasse austriaca Marlies Schild. Per l'azzurra una gara senza infamia e senza lode, con il podio lontano oltre un secondo. Obiettivamente la concorrenza della neo-campionessa del mondo, di Kathrin Zettel (argento) e Maria Pietilae-Holmner (bronzo) è parsa notevolmente superiore alla nostra rappresentante, che purtroppo mette in archivio l'ennesimo grande evento senza medaglie. Domani il Mondiale si chiude con l'atteso Slalom maschile: favorito d'obbligo il francese Jean-Baptiste Grange, seguito dal croato Ivica Kostelic e dallo svedese André Mhyrer. E gli azzurri? Reciteranno la parte degli out-siders.

Judo: due podi azzurri nel Grand Prix di Dusseldorf (Germania). Elio Verde è giunto terzo nella categoria dei -60 kg. Il campano è stato sconfitto in semifinale dal giapponese Hiroaki Hiraoka, infine vincitore del torneo. Stesso risultato anche per Giulia Quintavalle nei -53 kg, superata nel penultimo atto dalla brasiliana Rafaela Silva.

Scherma: Andrea Cassarà ha vinto la prova di Coppa del Mondo di fioretto maschile di La Coruna (Spagna) sconfiggendo in finale il campione iridato tedesco Benjamin Kleibrink per 15-8. Bene anche gli azzurri Stefano Barrera, Alessio Foconi ed Andrea Baldini, tutti eliminati ai quarti di finale (quest'ultimo proprio contro Cassarà).

Ciclismo su pista: nella prova di Coppa del Mondo di Manchester, Elia Viviani è secondo nell'omnium dopo 4 delle 6 prove in programma. L'azzurro è giunto quinto nel giro lanciato, terzo nella corsa a punti, primo nella corsa ad eliminazione e 14mo nell'inseguimento individuale. Al comando della classifica si è installato il neozelandese Shane Archbold con 7 punti. Viviani insegue con 23 e dovrà guardarsi le spalle dal polacco Rafal Ratajczyk (24) e dal coreano Ho-Sung Cho (27). Il giovane azzurro dovrà attaccare nell'amato scratch, per poi difendersi nel km da fermo. Un podio sarebbe fondamentale per l'Italia in ottica Londra 2012.

Short Track: secondo podio consecutivo per la 18enne Martina Valpecina, giunta terza nei 500 metri di Dresda (Germania) alle spalle della canadese Marianne St-Gelais e della cinese Liu Qiuhong. Eliminata ai quarti di finale Arianna Fontana.

Federico Militello

Il mondo acclama Re Armin X, il sovrano dello slittino

Galattico Armin Zoeggeler. Il Cannibale ha trionfato sul budello lettone di Sigulda, conquistando la decima sfera di cristallo della sua gloriosa carriera, la sesta consecutiva. Il 37enne di Foiana ha eguagliato dunque il record dell’austriaco Markus Prock, mentre ha portato a 54 i successi parziali nel massimo circuito globale, cui si aggiungono 6 titoli iridati, 2 ori olimpici e 2 europei: un palmares spaventoso ed irripetibile, degno dello slittinista migliore della storia.
Il fuoriclasse altoatesino ha ipotecato la vittoria sin dalla prima manche, quando ha realizzato il nuovo record della pista (48.490), tuttavia non si è limitato ad amministrare nella discesa conclusiva, stampando nuovamente il miglior crono e precedendo di ben 0.291 il russo Albert Demchenko.
Con 5 affermazioni su 9 gare in programma, cui si aggiunge il trionfo mondiale di Cesana Pariol, il Cannibale, ancora una volta, si è rivelato il vero dominatore dell’annata.
In una giornata memorabile per lo slittino tricolore, è maturata anche la miglior prestazione di squadra dell’anno, con ben 4 azzurri fra i primi 10: quinto uno straordinario Dominik Fischnaller, suo miglior piazzamento in carriera, ottavo David Mair, nono Reinhold Rainer. In particolare ha impressionato il 18enne di Rio di Pusteria, già bronzo ai recenti Mondiali juniores di Oberhof, che nel tratto guidato, per naturalezza e capacità di sviluppare velocità, ricorda per certi versi proprio Zoeggeler, del quale pare sempre più l’erede designato. Ultimo, invece, Kevin Fischnaller (cugino di Dominik), artefice di molti errori nella frazione d’apertura.
Se il Bel Paese festeggia, piange invece la Germania, mai così male in questa stagione. Il migliore della nazionale teutonica è stato Jan-Armin Eichhorn, settimo, mentre sono usciti dalla top10 Andi Langerhans (10mo), David Moller (11mo), Johannes Ludwig (13mo) ed un disastroso Felix Loch (15mo), che ha visto evaporare sin nella prima frazione le sue residue speranze di contendere al fenomeno italiano il primato della classifica generale (il campione del mondo in carica si è imposto con oltre 100 lunghezze di margine, 765 lunghezze contro 658).
Grande soddisfazione per il lettone Martins Rubenis, rinato sul catino di casa e nuovamente sul podio (terzo) dopo un triennio avaro di risultati prestigiosi.
Cala il sipario, dunque, sulla stagione di Coppa del Mondo, in cui il leggendario Zoeggeler ha lasciato le briciole alla concorrenza. Il suo arrivo odierno, con il pugno destro alzato e con uno sguardo da vincente insaziabile, sembra una previsione per il futuro, un avviso ai naviganti: la dinastia del Cannibale non è finita.



Federico Militello

venerdì 18 febbraio 2011

Gigante, un flop annunciato: serve una rifondazione


Dagli 'happy days' appena trascorsi, in cui Christof Innerhofer sembrava Fonzie, Peter Fill Richie Cunningham e Federica Brignone la piccola Joanie, l'Italia incassa quest'oggi una delle pagine più tristi della sua storia sciistica: nessun azzurro tra primi 15 nello Slalom Gigante iridato vinto dall'americano Ted Ligety. 17mo Manfred Moelgg, 20mo Davide Simoncelli, addirittura fuori dai 30 nella prima manche Massimiliano Blardone ed il giovane Giovanni Borsotti. Nell'ultimo ventennio il Bel Paese non aveva mai raccolto risultati così scarni nella disciplina regina dello sci alpino.
Le cause della debacle appaiono evidenti: in questo momento gli azzurri più esperti (Blardone e Simoncelli), che già nelle passate stagioni avevano sempre fallito nei grandi appuntamenti, non possono competere per le prime 10 posizioni. Il motivo? Semplice: negli ultimi anni lo sci è profondamente mutato, privilegiando la velocità e la scorrevolezza alla tecnica. E' rimasto pressoché identico, invece, il modo di sciare degli italiani, il cui gap dai grandi campioni nei tratti piani assume dimensioni sempre più imbarazzanti (Moelgg, il 'migliore' dei nostri, ha rimediato ben 6 decimi per manche negli ultimi 15 secondi del tracciato). Non si è compreso (o forse non si è voluto comprendere) che quasi sempre ai Mondiali ed alle Olimpiadi non si troveranno mai piste simili ad Adelboden ed Alta Badia: quelle sono delle grandi classiche, ma in un certo senso fini a sé stesse. In futuro, dunque, il Gigante sarà sempre più territorio di caccia di discesisti e supergigantisti, mentre gli specialisti puri diventeranno merce sempre più rara e scadente (al momento si difende solo la Francia, che ha colto uno splendido argento con Cyprien Richard, il quale, a 32 anni come Simoncelli, ha imparato ad interpretare bene i tratti di scorrimento). Dal prossimo anno, dunque, occorrerà non tergiversare molto ed operare una drastica rifondazione. Inutile dare fiducia ad atleti da sempre carenti di mentalità vincente ed ormai sul viale del tramonto, urge dare spazio ai giovani Mattia Casse e Giovanni Borsotti, dai quali, tuttavia, non si potrà prendere da subito la luna. E dunque un prezioso jolly potrebbe risultare Christof Innerhofer, le cui qualità tecniche indiscutibili potrebbero consentirgli di eccellere anche in questa specialità, soprattutto su piste come quella di Garmish. In Gigante potrebbe trovare spazio anche Giuliano Razzoli, soprattutto per allargare gli orizzonti legati per ora al solo Slalom Speciale.
E Moelgg? Merita ancora una stagione di fiducia, essendo l'unico ad aver mostrato qualche timido segnale di miglioramento: la sua disciplina principale, tuttavia, resta lo Slalom.
I trionfi di questo Mondiale, dunque, non devono nascondere la crisi di una disciplina in cui l'Italia per anni ha rappresentato un punto di riferimento per il resto del globo. In questo momento i nostri rappresentanti paiono sciare nella Preistoria: serve evolversi per tornare a respirare aria d'alta classifica.

Federico Militello

giovedì 17 febbraio 2011

Federica Brignone d'argento, 3 azzurre fra le prime 6: è un'Italia sensazionale!


Strepitosa Federica Brignone! A soli 20 anni la talentuosa milanese ha conquistato la sua prima medaglia mondiale in carriera, agguantando un meraviglioso argento in Gigante ad appena 9 centesimi dall'oro della slovena Tina Maze. Grande rammarico per Denise Karbon, quarta a soli 0.26 dal bronzo della francese Tessa Worley, risalita dalla 18ma piazza della prima discesa con una seconda manche impeccabile. Bene anche Manuela Moelgg, sesta, che ha già manifestato propositi bellicosi per lo Slalom. Insomma, con tre proprie atlete fra le prime 6, l'Italia ha dimostrato di essere la nazionale più forte del globo nella disciplina regina dello sci alpino.
Nella prima frazione Tina Maze si esaltava su un tracciato molto simile ad un SuperG, che, sulla carta, avrebbe dovuto sfavorire le nostre atlete. Federica Brignone, invece, attaccava con audacia, sviluppando velocità e rimanendo il meno possibile in curva: al traguardo era seconda a 34 centesimi dalla vetta. Si difendevano con coraggio anche Moelgg e Karbon, rispettivamente quinta e nona. Lontanissima, invece, la dominatrice della stagione Tessa Worley, troppo aggrappata agli spigoli e distante oltre 2 secondi dal primato. Nel manche conclusiva (molto più tecnica), però, quest'ultima ritrovava la consueta fluidità d'azione, guadagnando posizioni su posizioni. Poi arrivava il momento della Karbon, giunta in Germania dopo aver subito l'ennesimo infortunio della sua carriera: la 30enne di Castelrotto riusciva ad esaltarsi nella parte alta del tracciato, pennellando con quella classe maestosa che non mostrava da almeno un biennio. Un piccolo errore sul piano finale, tuttavia, la relegava alle spalle della transalpina per pochi fatali centesimi. Stesso discorso per la Moelgg, che nelle ultime porte perdeva velocità e smalto. Ed ecco Federica Brignone. Per nulla intimorita dalla responsabilità, la sciatrice tricolore partiva subito senza remore, mangiandosi letteralmente la neve e reagendo con grande reattività ad alcune (inevitabili) imperfezioni. Primo posto, il delirio, la gioia. Mancava solo la Maze. La slovena, dopo aver guadagnato 3 decimi al primo intermedio, ne perdeva 2 a quello successivo, prima di tagliare il traguardo con un vantaggio infinitesimale sulla figlia di Maria Rosa Quario. Poco importa, per l'Italia si tratta di una medaglia importantissima, la quinta di un Mondiale che ci riporta con la mente agli Anni '90, quando tutti questi podi erano una dolce consuetudine. La Brignone, inoltre, possiede un talento sublime e, come già da lei ammesso, punta in futuro ad aggiudicarsi la Coppa del Mondo assoluta, avendo caratteristiche tecniche (ed una sciata moderna) che potrebbero presto esaltarla anche nella velocità.
Per quanto riguarda Denise Karbon, la medaglia di legno fa senz'altro male, tuttavia deve costituire uno stimolo a proseguire nella sua attività agonistica, dove potrà ancora raccogliere importanti soddisfazioni.
Domani sarà la volta del Gigante maschile. Favoriti l'americano Ted Ligety, il francese Cyprien Richard ed il norvegese Aksel Lund Svindal. Non sarà semplice per gli azzurri Blardone e Simoncelli, sempre in ombra in questa stagione, riuscire ad ottenere quel podio iridato sempre sfuggito nella passate edizioni. A Garmisch, però, tutto è possibile per il Bel Paese.

Federico Militello

martedì 15 febbraio 2011

Innerhofer e il sogno Coppa del Mondo


Il Mondiale di Garmish Partenkirchen ha proiettato Christof Innerhofer in una nuova dimensione. Dopo aver addirittura eguagliato un mito dello sport italiano come Zeno Colò quanto a numero di medaglie vinte in una stessa rassegna iridata, ora il prossimo obiettivo si chiama sfera di cristallo. L'Italia non vince la Coppa del Mondo generale da 16 anni, quando Alberto Tomba, disimpegnandosi in appena due discipline (Gigante e Slalom, che dominava a mani basse), riportò nel Bel Paese un trofeo che mancava dai tempi della gloriosa Valanga Azzurra (risale al 1975 l'ultima delle quattro affermazioni di Gustavo Thoeni, cui si aggiunge un titolo per Piero Gros l'anno prima).
Negli ultimi 20 anni, come lo stesso Tomba ha dimostrato, il nostro Paese ha rappresentato la patria della specializzazione, dove spesso coniugare prove veloci e tecniche è risultata una chimera. E' mancata la volontà da parte dei tecnici di investire sulla polivalenza, valutata rischiosa per gli infortuni e dispersiva per quanto riguarda la crescita di un'atleta. Il neo-campione del mondo di SuperG, tuttavia, può considerarsi uno sciatore completo. Oltre ad essere in grado di conquistare il podio con continuità in tre discipline (Discesa, SuperG e SuperCombinata), Innerhofer è parso competitivo sia sulle nevi ghiacciate (dove al momento è nettamente superiore alla concorrenza) sia su quelle molli ed 'aggressive': un salto di qualità fondamentale per aspirare alla nomina di fuoriclasse globale. Inoltre l'età costituisce un punto a favore del talento tricolore: a 26 anni, infatti, Christof sta entrando proprio adesso nel periodo della piena maturità psico-fisica, in uno sport dove la componente dell'esperienza riveste un peso specifico elevato. Dal prossimo anno, inoltre, il campione italico dovrà necessariamente cimentarsi con costanza nella disciplina regina dello sci alpino, ovvero lo Slalom Gigante: considerata la sua maestria nel pennellare le curve e la sua potenza fisica, potrà ottenere risultati di rilievo anche in questa specialità. Altro vantaggio per l'azzurro, inoltre, potrà derivare anche da un altro fattore: avendo quasi raggiunto i 500 punti nella graduatoria complessiva di quest'anno, infatti, Innerhofer sarà agevolato da numeri di partenza migliori anche nelle prove tecniche.
Il vento sta cambiando, dunque, nel panorama dello sci nostrano. Volgendo lo sguardo oltre l'attualità, negli ultimi anni è radicalmente cambiata l'impostazione nel programma di sviluppo dei giovani: finalmente, infatti, si è compreso come la polivalenza sia l'unica strada percorribile verso l'eccellenza di questo sport. Talenti come Dominik Paris, Mattia Casse, Federica Brignone ed Elena Curtoni, infatti, sono già proiettati verso questo ambizioso progetto. La neve è sempre più azzurra.

Federico Militello

domenica 13 febbraio 2011

'Italia, come stai?': scherma, la solita garanzia; anche Zoeggeler può sbagliare; un super talento nell'atletica


La Coppa del Mondo di scherma, iniziata nelle scorse settimane con una vittoria di Aldo Montano nella sciabola ed un secondo posto di Matteo Tagliariol nella spada, sta entrando nel vivo e con essa, come ormai piacevole consuetudine, si stanno susseguendo podi a grappoli per il tricolore. Dell'Italia desta impressione la grande competitività in tutte le armi, oltre che una notevole quantità di atleti potenzialmente da primo posto in tutte le discipline. Se i capitani falliscono un appuntamento (come accaduto a Tagliariol nel fine settimana di Doha), subito i compagni di squadra sono pronti a tenere alto l'onore della bandiera (come dimostra, per l'appunto, l'ottima seconda piazza di Francesco Martinelli). Inoltre il nostro movimento riesce a sfornare annualmente talenti in quantità industriale, come dimostrano i trionfi nelle varie rassegne giovanili. Si tratta perlopiù di atleti già pronti per il salto di qualità nella categoria maggiore, come testimonia la splendida seconda piazza colta da Rossella Fiamingo (campionessa under20 in carica del Vecchio Continente) nella prova di Coppa del Mondo di spada. Nel fioretto rosa, infine, la campionessa del mondo Elisa Di Francisca ha ricominciato la stagione con un importante successo, mentre il Dream Team è stato sconfitto in finale dalla Russia nella prova a squadre per 41-29.

Armin Zoeggeler rappresenta uno degli atleti più continui e costanti della storia dello sport mondiale. Mai un errore, mai una gara sbagliata. Uno slittinista sublime, infallibile, nel cui vocabolario il termine 'perfezione' è evidenziato a caratteri cubitali. Tutto questo fino a ieri. Per la prima volta, infatti, il Cannibale ha commesso un grave errore alla curva 13 del budello di Paramonovo, appoggiando entrambi i piedi a terra, rallentando inesorabilmente e chiudendo la prima manche addirittura in decima posizione, per di più ad oltre un secondo dalla vetta. In una situazione insolita ed imprevista, tuttavia, il sei volte iridato ha saputo reagire con tutta la sua proverbiale classe, mantenendo la giusta concentrazione e risalendo sino alla quinta piazza grazie al miglior crono nella frazione conclusiva. La Coppa del Mondo resta in bilico, Loch è distante appena 35 punti e tutto si deciderà tra una settimana a Sigulda (ad Armin basterà un terzo posto per agguantare la sfera di cristallo). Tuttavia l'episodio avvenuto in terra di Russia ci ha mostrato uno Zoeggeler capace di gestire emozioni e difficoltà. Un Cannibale più umano e, proprio per questo, ancora più grande.

L'atletica tricolore potrebbe aver trovato la fuoriclasse del futuro. Si tratta dell'ucraina Darya Derkach, che, a causa della solita e intricata legislazione del nostro Paese, malgrado sia cresciuta a Pagani (Salerno) sin dalla tenera età, soltanto nel 2012 acquisirà (forse) la cittadinanza italiana. Dopo aver iniziato con l'eptathlon, la giovane campana si sta rivelando una saltatrice di immense potenzialità, sia nel lungo che nel triplo, con i suoi record personali che parlano chiaro (rispettivamente 6.45 e 13.56 metri). Un talento purissimo, dunque, in grado di garantire un decennio di grandi successi. In generale si tratta di uno sport dove, soprattutto al femminile, sono molte le promesse su cui puntare per il futuro. Tra queste spiccano Alessia Trost nell'alto e Roberta Bruni nel salto con l'asta. In campo maschile si è messo in luce Stefano Braga, distante appena 7 centimetri dal record italiano juniores di Andrew Howe nel lungo (7.45 contro 7.52). Intanto, volgendo lo sguardo al presente, Antonietta Di Martino ha ritrovato nuova linfa a quasi 33 anni, realizzando uno stratosferico record italiano indoor con 2.04, misura da medaglia d'oro o quasi in qualsiasi manifestazione internazionale. La campionessa di Cava de' Tirreni può regalarsi un biennio da protagonista sul sentiero che porta a Londra 2012.

Detto che dei Mondiali di sci alpino si parlerà il prossimo lunedì al termine della rassegna iridata, da segnalare due splendidi terzi posti nella Coppa del Mondo di short track a Mosca: primo podio in carriera per la 18enne Marina Valcepina nei 500 metri; secondo consecutivo, invece, per la staffetta rosa, trascinata da una performante Arianna Fontana.

Federico Militello

sabato 12 febbraio 2011

Podi e vittorie nella scherma; sorrisi da hockey ghiaccio e tennis


Scherma: debutto stagionale con vittoria per Elisa Di Francisca nella prova di Coppa del Mondo di fioretto in programma a Tauber (Germania). La campionessa del mondo in carica, dopo aver sconfitto in semifinale la compagna di squadra Ilaria Salvatori (terza), ha prevalso in finale di una sola stoccata sulla russa Deriglazova (15-14). Fuori agli ottavi Valentina Vezzali. Buone notizie giungono anche da Doha, dove lo spadista Francesco Martinelli si è arreso nell'atto conclusivo all'ungherese Imre per 15-12. Inspiegabile prestazione, invece, per Matteo Tagliariol, umiliato al primo turno (15-1!) dallo sconosciuto ucraino Karuchenko.

Hockey sul ghiaccio: l'Italia è giunta seconda nell'Euro Ice Hockey Challenge disputatosi ad Oslo. Gli azzurri guidati da Rick Cornacchia hanno ottenuto due vittorie (4-3 con la Norvegia e 3-1 con l'Ucraina) ed una sconfitta (7-1 con la Lettonia vincitrice del torneo). In generale la formazione tricolore ha messo in campo un collettivo di buon livello, che ad aprile avrà come obiettivo quello di ritornare prontamente nel primo gruppo mondiale. In attesa di passaporto, inoltre, vi sono due canadesi come David Borrelli e Rob Sirianni: con due attaccanti di tale calibro non si potrà che migliorare ulteriormente.

Tennis: Sara Errani è in finale al torneo Wta di Pattaya (Thailandia), dopo aver superato in semifinale la compagna di Fed Cup Roberta Vinci per 6-1, 6-4. In finale l'azzurra affronterà la slovacca Daniela Hantuchova.

Rugby: l'Italia è stata sommersa per 59-13 dall'Inghilterra nel secondo turno del 6 Nazioni. 8 le mete messe a segno dai britannici, appena una dagli azzurri. Appare evidente come i ragazzi di Mallet ancora non riescano a sostenere due sfide di alto livello nel giro di una settimana.

Slittino: ecco i link dove leggere gli articoli sulle gare di doppio e singolo femminile in programma a Paramonovo, in Russia. Tra le donne lo squadrone tedesco è stato sconfitto dopo 13 anni. http://wintersport-news.it/4414,News.html; http://wintersport-news.it/it_IT/4411,News.html.

Federico Militello

Bravo Innerhofer, ora sei completo: è un bronzo brillante in Discesa


Innerhofer è il grande protagonista dei Mondiali di sci alpino di Garmisch Partenkirchen. Dopo aver vinto un superlativo oro in SuperG, il 26enne altoatesino è giunto terzo nella Discesa Libera alle spalle del canadese Erik Guay, trionfatore a sorpresa e davanti 76 centesimi all'azzurro, e dell'eterno svizzero Didier Cuche. Un bellissimo bronzo, dunque, che vale anche di più dell'iride già in bacheca. Il motivo è presto detto. Innerhofer ha finalmente dimostrato di essere altamente competitivo anche in condizioni climatiche e di fondo a lui sfavorevoli, segnale che lo proietta tra i campioni assoluti della specialità. Da oggi, quindi, lo sciatore di Gais è uno sciatore completo, in grado di primeggiare non solo sul ghiaccio ma anche su nevi molli e primaverili.
Nella competizione odierna il rappresentante del Bel Paese è stato superlativo nella parte alta del tracciato, commettendo però un'imprecisione nel tratto centrale, senza la quale probabilmente avrebbe colto l'argento. Guay, infatti, sarebbe stato inarrivabile, avendo realizzato la gara della vita dopo una stagione di Coppa del Mondo assolutamente anonima. Certamente i numeri di partenza (9 l'italiano, 10 il neo-iridato) hanno avvantaggiato questi due atleti, con la pista che andava progressivamente a deteriorarsi.
Prestazione da dimenticare, invece, per gli altri azzurri: 14mo Peter Fill, 20mo Dominik Paris, 22mo uno spento Werner Heel, che non riesce proprio ad imboccare la retta via con i nuovi materiali.
L'Italia è seconda nel medagliere con un oro ed un bronzo; in testa l'Austria con 3 medaglie (2 ori ed un argento).
Domani verrà assegnato il titolo della Discesa Libera femminile. Quasi certamente le condizioni della neve saranno le medesime di oggi, quindi sarà fondamentale l'estrazione dei pettorali (un numero basso potrebbe fare la differenza). Da valutare le condizioni delle favorite Maria Riesch e Lindsey Vonn, per motivi diversi non al top in questa rassegna mondiale.

Federico Militello

venerdì 11 febbraio 2011

Mondiali di sci: cambia la neve e l'Italia mette subito le mani avanti


Può bastare una notte umida e temperata per modificare ancor prima della gara le prospettive di un Mondiale? La risposta non può che essere affermativa quando di mezzo ci sia la nazionale italiana di sci alpino. Se negli scorsi giorni sia i tecnici che gli atleti azzurri avevano giustamente elogiato le perfette condizioni della pista Kandahar di Garmisch, con un fondo tra i più ghiacciati degli ultimi anni che ha favorito la grande tecnica dei nostri rappresentanti, ora che le condizioni della neve sono mutate (è divenuta 'aggressiva', cioè maggiormente adatta alle prese di spigolo: in poche parole serve una maggiore sensibilità nello sviluppare velocità) nell'ambiente tricolore si parla già di grosso handicap in vista della Discesa Libera di domani. ''Oggi in prova mi sentivo lento, è cambiata la neve ed io ho perso il giusto feeling'', il pensiero del neo-iridato Christof Innerhofer, che forse a livello mentale non è ancora un vero fuoriclasse. Un campione vero, infatti, può (e sa) di poter primeggiare in qualsiasi condizione e su qualsiasi tipo di tracciato; se ci si arrende ancor prima di mettere gli sci ai piedi, allora il risultato non potrà che rasentare la delusione. Gli uomini-jet italici, dunque, prendano esempio dai vari Cuche, Miller e Walchofer, pronti ad imporsi in ogni circostanza e sempre poco propensi nel ricercare alibi: domani proprio questo trio, sulla carta, si giocherà la medaglia d'oro, con l'elvetico favorito.
Il discorso, in effetti, appare inconcepibile: possibile che gli sciatori del Bel Paese (Razzoli a parte) si sentano sicuri e convinti solo sul ghiaccio? Perché i rivali delle altre nazioni presentano spiccate doti eclettiche? Questo problema ormai si trascina da molti anni e, nonostante ciò, non si è fatto ancora nulla per scovare una soluzione, un metodo di lavoro che metta finalmente fine alla 'questione neve'. A Paris, Heel, Fill ed Innerhofer (che tra l'altro ha qualche linea di febbre) il difficile compito di smentirmi.

Federico Militello

mercoledì 9 febbraio 2011

Sbalorditiva Di Martino: un volo d'angelo a 2.04 metri!


Atletica: incredibile impresa per Antonietta Di Martino. A quasi 33 anni (li compirà a giugno) la saltatrice in alto di Cava de' Tirreni ha migliorato il proprio record italiano indoor (che già deteneva) nel meeting slovacco di Banska Bystrica, portandolo a ben 2.04 metri, 4 centimetri in più del precedente. Una gara dominata, con un percorso netto fino a 2.02. Il nuovo primato nazionale, invece, è stato effettuato al terzo tentativo. La campionessa metelliana, inoltre, mai era salita così in alto: anche all'aperto, infatti, il suo record attuale è di 2.03. Inutile dire che si tratta di una misura di livello stellare, in grado di assicurare anche una medaglia d'oro a Mondiali ed Olimpiadi (andare oltre, infatti, è difficile persino per la croata Blanka Vlasic). Questo risultato, ancora una volta, conferma come nello sport moderno l'età assuma un valore sempre più relativo: quando si possiedono integrità fisica, voglia di emergere e determinazione, allora lo scorrere del tempo può, almeno momentaneamente, essere sconfitto.

Snowboard: ennesimo podio per l'Italia in quella che si sta rivelando di gran lunga la miglior stagione dell'ultimo decennio. Aaron March, infatti, è giunto terzo nel PSl di Yongpyong, in Corea del Sud, vinto dal fuoriclasse austriaco e campione del mondo in carica Benjamin Karl davanti al compagno di squadra Siegfred Grabner. Settimo Roland Fischnaller, che mantiene comunque la seconda piazza in classifica generale alle spalle dell'inarrivabile Karl. Insomma, tra Innerhofer, Di Martino e March, è stata una giornata memorabile per il Bel Paese.

Federico Militello

Magico Innerhofer: è campione del mondo!


''Se arriviamo quarti, quinti o sesti, saremo degli stupidi'', queste le parole del direttore tecnico Ravetto alla vigilia della gara di SuperG dei Mondiali di Garmisch. Christof Innerhofer ha risposto sul campo al suo allenatore: ''Io sono intelligente. Io sono campione del mondo''.
Una prestazione eccezionale per il 26enne di Brunico, da vero mago. L'azzurro, infatti, ha disegnato delle traiettorie da artista dello sci, costruendo il proprio vantaggio sin nella parte alta a lui meno favorevole. Da metà tracciato in giù, inoltre, il campione italico è stato perfetto nel pennellare le curve sul tratto più ghiacciato, scavando un distacco abissale nei confronti della concorrenza: 60 centesimi il margine del secondo, l'austriaco Hannes Reichelt, 72 quelli del terzo, il croato Ivica Kostelic. Una supremazia netta. Nel terso cielo della Baviera, dunque, si è levato leggiadro e soave il tricolore. L'Italia è tornata sul tetto del mondo a 4 anni di distanza dal successo a sorpresa colto da Patrick Staudacher ad Are, sempre in SuperG. In una stagione di Coppa del Mondo avara di primi posti, per il Bel Paese il trionfo più atteso è maturato proprio nell'occasione più importante dell'anno: insomma, è accaduto (fortunatamente) il contrario delle stagioni precedenti, quando ci presentavamo alle rassegne iridate da favoriti per poi lasciare le medaglie ad altri. Innerhofer, inoltre, si è finalmente consacrato come atleta dal talento sublime, il migliore al mondo dal punto di vista tecnico.
Solo discreta la prestazione degli altri azzurri: ottavo Werner Heel, nono Peter Fill, quattordicesimo Matteo Marsaglia. Poco importa, oggi è un'apoteosi verde, bianca e rossa.

Federico Militello

martedì 8 febbraio 2011

Il Mondiale della Goergl ed il promettente sesto posto di Elena Curtoni


La gara inaugurale dei Mondiali di Garmisch-Partenkirchen ha dimostrato quanto sottili siano gli equilibri psicologici in una disciplina come lo sci alpino. L'americana Lindsey Vonn aveva vinto tre SuperG su quattro nelle precedenti apparizioni stagionali in Coppa del Mondo ed in questa specialità, considerando anche rassegne iridate ed olimpiche, non scendeva giù dal podio da addirittura 17 gare. La scorsa settimana, tuttavia, la fuoriclasse yankee ha riportato una caduta nel corso di un allenamento di Gigante, urtando al suolo il proprio capo: nessuna grave conseguenza dal punto di vista fisico, tuttavia qualcosa si è rotto nella mente della 26enne di Saint Paul. Per sua stessa ammissione, infatti, la detentrice della sfera di cristallo dopo l'incidente occorsogli non riesce più ad acquisire la giusta concentrazione, scossa dalla paura di poter sbagliare e, di conseguenza, cadere nuovamente. La settima piazza odierna, dunque, è la naturale conseguenza di tutto questo.
Il Mondiale, come spesso succede, si è rivelato una competizione imprevedibile, dove quasi sempre viene premiata colei che sa rischiare e realizzare la prestazione della vita proprio nell'occasione più importante. Ci è riuscita l'austriaca Elisabeth Goergl, mai sul podio in questa stagione ed il cui ultimo trionfo in SuperG risaliva al 2009. La quasi 30enne austriaca, convertitasi nell'ultimo triennio da gigantista di classe a polivalente di buon livello, ha vinto grazie ad una parte alta impeccabile (quella più scorrevole), dove ha guadagnato su tutte le avversarie. Nella parte finale ghiacciata, poi, la neo campionessa del mondo ha pennellato con maestria le ultime curve, agguantando infine l'alloro più atteso della carriera. Medaglia d'argento per l'americana Julia Mancuso, staccata appena 5 centesimi dalla vetta. Buon terzo posto per l'attesa padrona di casa Maria Riesch, a questo punto favorita d'obbligo per la Discesa Libera.
Nella squadra italiana una grande soddisfazione è giunta grazie al sesto posto di Elena Curtoni: la 20enne valtellinese, laureatasi campionessa del mondo juniores di SuperG la scorsa settimana, ha preceduto atlete del calibro di Vonn, Suter e Paerson. La promettente sciatrice tricolore è piaciuta per atteggiamento (mente libera e sgombra dalle pressioni del debutto) e tecnica di sciata (moderna e capace di sviluppare costantemente velocità; eccellente, poi, la capacità di affrontare le curve ad ampio raggio): finalmente l'Italia ha trovato un talento dal sicuro affidamento per il prossimo decennio. Bene anche Daniela Merighetti, nona, che , inutile nasconderlo, potrà fare molto bene in Discesa. In ombra, invece, Elena Fanchini (18ma) e Johanna Schanrf (23ma).
Domani si disputerà il SuperG maschile: per la selezione del Bel Paese saranno in gara Heel (pettorale n.9), Fill (14), Innerhofer (15) e Marsaglia (25). Favoriti per il titolo saranno gli svizzeri Cuche e Janka, l'americano Bode Miller, gli austriaci Baumann e Reichelt ed il norvegese Svindal.

Federico Militello

lunedì 7 febbraio 2011

'Italia, come stai?': azzurre da favola nel tennis; quali aspettative per i Mondiali di sci alpino?


Nel tennis femminile siamo nel bel mezzo di una gloriosa era tricolore. Negli ultimi sei anni, infatti, l'Italia è giunta quattro volte nella finale di Fed Cup (vincendone tre, le ultime due consecutive), ed un'altra in semifinale (quella conquistata ieri), meritandosi giustamente (e nettamente) la vetta della classifica per nazioni. Quella in Australia è stata una delle trasferte più difficili di sempre, contro una selezione che poteva contare su Samantha Stosur (n.5 del mondo) e sull'astro nascente Jarmila Groth (n.31). Francesca Schiavone e Flavia Pennetta, tuttavia, sono ormai delle fuoriclasse assolute, capaci di imporre il loro gioco contro chiunque ed in qualsiasi circostanza. Il 4-1 finale, considerando una sostanziale parità di valori tra le giocatrici, è maturato proprio grazie alla maggiore tenuta mentale delle azzurre, più abituate a competere a questi livelli e, soprattutto, ormai avvezze al dolce aroma della vittoria, per nulla appagate dai successi del passato. Ora nel turno successivo ci attende la temibile Russia. Si giocherà in trasferta, contro le varie Zvonareva, Kuznetsova, Sharapova e Safina: sarà dura, ma chiaramente si tratterà di un incontro alla pari, dove le magiche atlete italiane tenteranno di aggiungere un altro sensazionale episodio alla loro entusiasmante epopea.

Nel wek-end di sci alpino è giunto un brillante secondo posto per Federica Brignone nel Gigante di Zwiesel. L'azzurra, quando riesce a mettere in pratica con sicurezza la sua sciata, fa parte certamente del gruppo di atlete che potranno regnare in questa disciplina nei prossimi anni. Domani inizieranno i Mondiali e la domanda è la solita che precede i grandi appuntamenti: quante medaglie potrà vincere l'Italia? Purtroppo, non è impossibile che non venga conquistato alcun podio. Tutti gli azzurri si presentano in veste di out-siders, dovendo sperare in circostanze favorevoli o di eventuali passi falsi della concorrenza. Partiamo dal settore maschile: qualche speranza potremmo nutrirla in Discesa Libera (dove Cuche appare inarrivabile) e Slalom Speciale, mentre in SuperG e soprattutto Gigante (che attraversa il momento più buio da 10 anni a questa parte) servirebbe un vero e proprio miracolo. Pochissime chances per la Supercombinata, dove gli specialisti Kostelic, Miller, Raich e Janka appaiono due gradini superiori. Tra le donne, invece, possiamo riporre qualche esigua aspettativa per le discipline tecniche con Brignone (Gigante) e Manuela Moelgg (Slalom), con quest'ultima, però, che ha sempre fallito nelle occasioni di rilievo. Strada quasi sbarrata, invece, nella velocità, dove obiettivamente fenomeni del calibro di Vonn, Riesch, Paerson e Gut, a meno di errori o uscite, non possono che monopolizzare i tre gradini del podio. Insomma, se per l'Italia arrivassero 1-2 medaglie, ci sarebbe da festeggiare.

Capitolo sci di fondo. Il successo della staffetta femminile e la seconda piazza di quella maschile a Rybinsk contano veramente poco, poiché hanno disertato la tappa di Coppa del Mondo praticamente tutte le nazionali di alto livello. Suona però un campanello d'allarme nel settore femminile: come già lo scorso anno in prossimità delle Olimpiadi di Vancouver, la condizione fisica di Marianna Longa ed Arianna Follis pare in calo rispetto a quella evidenziata i primi di gennaio al Tour de Ski. Aver sbagliato nuovamente la programmazione in vista dell'appuntamento mondiale sarebbe veramente delittuoso. Tra gli uomini si conferma in crescita esponenziale Roland Clara, che potrebbe sorprendere ad Oslo nella 50 km.

Federico Militello

sabato 5 febbraio 2011

Coraggio azzurri, state diventando grandi


Una meta da antologia, da squadra di rango. La gioia, l'estasi, la commozione. Poi un drop avversario, a 2 minuti dalla fine. Tutto cambia in un attimo, come nella vita. I sorrisi diventano lacrime, l'entusiasmo lascia il posto alla disperazione, l'impresa si trasforma in una beffa amara. I gladiatori italici, come paralizzati dallo sconforto, si accasciano al suolo impotenti, increduli. No azzurri, questo non è il tempo della commiserazione, bensì quello del giubilo e dell'euforia. Oggi avete capito di aver intrapreso la strada della grandezza, quella che porta verso il mito. Un tempo si parlava di sconfitte onorevoli e ci si accontentava. Ora, invece, perdere con l'Irlanda 13-11 provoca solo rammarico e rabbia per un obiettivo mancato: sì, perché questa Italia voleva vincere e ci credeva. E' cambiata la mentalità. Da eterna Cenerentola, la selezione tricolore ha capito di poter diventare, magari tra un triennio, la regina del Sei Nazioni. Ogni timore reverenziale è caduto, l'orgoglio ed il senso di appartenenza alla maglia azzurra spingono i ragazzi dello sfortunato Mallet (merita la riconferma) al di là di limiti e difetti che ancora sussistono. La difesa è migliorata sensibilmente, commettendo davvero poche infrazioni e resistendo strenuamente (salvo in un'occasione) alle sfuriate irlandesi, mentre l'ultima azione della gara, una meta maturata grazie a dei passaggi velocissimi dei tre quarti e finalizzata da McLean, ha dimostrato come anche i guerrieri del Bel Paese sappiano giocare a rugby: con coraggio e maggiore convinzione nei propri mezzi, gli schemi offensivi non potranno che migliorare. Resta il problema del calciatore, con Mirco Bergamasco ancora non continuo a questi livelli, soprattutto nei piazzati da posizione defilata. Una sconfitta, dunque, che brucia, anche se la mente non può che volare già al mese di ottobre, quando l'Italia affronterà nuovamente l'Irlanda ai Mondiali nel match decisivo per la qualificazione ai quarti. Lì il disappunto potrebbe lasciar posto ad un'infinita felicità.

Federico Militello

Bertazzo, la folgore azzurra: è apoteosi tricolore a Cesana!



Eccezionale vittoria per Simone Bertazzo. Nella prova del bob a 2, il 28enne di Pieve di Cadore si è imposto sull’amata pista di Cesana Torinese, dove tra l’altro colse la sua prima affermazione in Coppa del Mondo nel 2007, con un vantaggio di 0.14 sullo svizzero Beat Hefti. L’azzurro, coadiuvato dall’ottimo frenatore Matteo Torchio, è risultato incisivo in fase di spinta (secondo solo all‘elvetico), realizzando una prima manche impeccabile, nella quale ha costruito un vantaggio incolmabile per tutti gli avversari. Nella frazione conclusiva, poi, il pilota tricolore si è limitato ad amministrare il già cospicuo vantaggio, agguantando il secondo primato della stagione dopo quello di Lake Placid, cui si aggiungono anche un secondo ed un terzo posto. Per Bertazzo, dunque, si è conclusa la miglior annata della propria carriera (in attesa dei Mondiali), coronata anche dalla terza piazza finale in classifica generale, risultato che all’Italia mancava dal 1998 (allora riuscì nell’impresa il campione olimpico Gunther Huber). Salgono a 9, inoltre, i successi del Bel Paese nel circuito maggiore, 3 dei quali appannaggio di Bertazzo e 6 dello stesso Huber.
Sul terzo gradino del podio è salito il tedesco Thomas Florschuetz, distante appena un centesimo dalla piazza d’onore. Per quanto riguarda l’assegnazione della sfera di cristallo, nel duello tra il russo Alexandr Zubkov ed il teutonico Manuel Machata ha prevalso nettamente il primo, quinto al traguardo con l’avversario impelagato nelle retrovie (appena 15mo, peggior prestazione dell’anno proprio nell’occasione più importante). Il 36enne dell’Est Europa, grande specialista della slitta di maggiori dimensioni che aveva persino manifestato l’idea di ritirarsi dopo le Olimpiadi di Vancouver, può quindi celebrare il primo trionfo assoluto nella disciplina del bob a 2.
In gara era presente anche l’equipaggio di Italia2 formato da Michele Menardi e Federico Comel, installatosi al 20mo posto.
Domani è in programma la competizione del bob a 4.

Federico Militello

venerdì 4 febbraio 2011

Fed Cup: sfida dal grande fascino in Australia; Minguzzi torna sul podio


Tennis: le campionesse del mondo in carica dell'Italia debutteranno in Australia nel primo turno stagionale (un quarto di finale in pratica) della Fed Cup. Un incontro allo stesso irto di insidie, ma indubbiamente dal notevole fascino. Andrà in scena nella giornata conclusiva il remake della finale del Roland Garros tra Francesca Schiavone (n.4 del mondo) e Samantha Stosur (n.5). Quest'ultima affronterà Flavia Pennetta (n.16) nel secondo match in programma, mentre nella partita inaugurale scenderanno in campo la Leonessa e Jarmila Groth (n.31 ed in costante ascesa). Saranno tutte sfide equilibrate e punto a punto: decisivo potrebbe rivelarsi il doppio.

Lotta greco-romana: dopo un intero anno di assenza dai palcoscenici internazionali a causa di un infortunio, il campione olimpico Andrea Minguzzi è tornato in gara nel torneo ''Dave Schultz'' in programma a Colorado Springs (Usa), centrando subito un benaugurante secondo posto, sconfitto in finale dal bulgaro Elis Guri. Il 29enne emiliano, il cui rientro assume risvolti fondamentali per l'economia del movimento tricolore, si è cimentato nella categoria dei 96 kg, abbandonando, almeno momentaneamente, quella degli 84 kg.

Rugby: inizia il Sei Nazioni. Subito un debutto da brividi per l'Italia, opposta al Flaminio ad un'Irlanda esperta e temibile nel reparto dei tre quarti. Il ct degli azzurri Nick Mallet manderà in campo un'inedita mediana costituita dal trentenne oriundo australiano Chris Burton e dal giovane rampante Edoardo Gori: un binomio che può garantire finalmente delle buone giocate all'attacco tricolore (del quale, tuttavia, va soppesata la tenuta difensiva). Punti di forza italici, come sempre, saranno la mischia e la difesa. Dopo anni di sconfitte onorevoli (e, in taluni casi, debalce disonorevoli), è giunto il tempo della verità: fare bella figura non può più bastare, ora bisogna vincere. Azzurri, dovete crederci!

Sport Invernali: premessa d'obbligo: nella prova di Coppa del Mondo di sci di fondo in programma a Rybinsk (Russia), mancavano le nazionali di Norvegia e Svezia. Il secondo posto di Marianna Longa nella 10 km pursuit alle spalle dell'inarrivabile polacca Justyna Kowalczyk, tuttavia, costituisce un risultato da non disprezzare. Bene anche Arianna Follis e Silvia Rupil, rispettivamente quarta e ottava. Buono anche il comportamento degli uomini, con quattro italiani tra i primi 10: 5° Di Centa, 8° Checchi, 9° Piller Cottrer, 10° Clara. Nello sci alpino, inoltre, Manuel Moelgg è giunta quarta nello Slalom di Zwiesel (Germania) dopo aver recuperato ben 12 posizioni nella seconda manche. Nel biathlon, infine, prestazioni positive per gli azzurri nella sprint di Presque Isle: sesto Markus Windish, ottavo Lukas Hofer. Tra le donne è rinata Michela Ponza, quarta a soli 2''6 dal podio.

Federico Militello

giovedì 3 febbraio 2011

Intervista ad Achim Obkircher, ex-slittinista ed ora grande speranza del bob


Dopo molti anni un volto nuovo per la nazionale italiana di bob: si tratta di Achim Obkircher, grande promessa dello slittino due stagioni or sono e proiettato da un anno in una nuova realtà.
Il 21enne di Bolzano racconta i motivi del suo cambiamento ed i suoi propositi per il futuro. Troverete l'intervista completa al seguente link:


Federico Militello

martedì 1 febbraio 2011

Laura Linares sul podio nella vela; cresce l'Italia del cricket


Vela: nella seconda prova di Coppa del Mondo a Miami, la giovane Laura Linares è giunta terza nella specialità RS:X grazie al successo maturato nella medal race. La vittoria finale è stata appannaggio della spagnola Marina Alabau davanti alla francese Charline Picon. La 20enne di Marsala, grande promessa della vela tricolore e già campionessa del mondo giovani nel 2009 (oltre che argento europeo seniores nel 2010), cercherà sino in fondo di conquistarsi l'unico posto da titolare per le prossime Olimpiadi di Londra. Piccolo dettaglio: la sua rivale sarà niente meno che Alessandra Sensini, autentico totem di questa disciplina. Da segnalare anche la sesta piazza di Giulia Conti e Giovanna Micol nel 470 e la settima di Francesca Clapcich nel Laser Radial. In ombra gli uomini. Non erano presenti i fratelli Sibello, impegnati in uno stage di allenamento alle Isole Baleari.

Cricket: storico terzo posto per l'Italia nella terza divisione della World Cricket League disputata ad Hong Kong. Con questo risultato gli azzurri raggiungono il 24mo posto nel ranking globale: mai la selezione del Bel Paese era arrivata così in alto. Miglior giocatore del torneo è stato nominato l'italo-australiano Peter Petricola.

Federico Militello