mercoledì 31 agosto 2011

Italia, l'illusione dura poco: la Serbia è di un altro pianeta


Debutto europeo, 18-10 al termine del primo quarto: è il punteggio con cui l'Italia guida l'incontro inaugurale contro la formidabile Serbia. Nel secondo periodo si spegne la luce, con gli avversari che volano sul 35-29. Una vera è propria altalena è la quarta frazione, dove prima la selezione tricolore va sotto di 20, poi risale sino a -4. Quando sembrano esistere i presupposti per assistere ad un ultimo quarto combattuto, l'Italia sparisce improvvisamente dal campo e ripiomba a -15, passivo solo limato negli ultimi scampoli della sfida. 80-68 è il risultato finale che sintetizza come la formazione del Bel Paese sia ancora molto distante dall'elite della pallacanestro europea.
Diciamo subito cosa non ha funzionato:
1) Discontinuità. La nazionale di Pianigiani procedeva a strappi, alternando minuti (pochi) spumeggianti con diversi momenti di totale black-out, nei quali i serbi riuscivano a colpire con inusitata facilità.
2) Totale dipendenza dal trio Nba, che, Gallinari a parte, ha offerto nel complesso una prestazione sottotono. E' proprio questa una delle chiavi di lettura dell'incontro: da un lato la panchina serba ha cambiato l'inerzia del match, dall'altro quella italiana si è rivelata inadatta e priva di vere alternative ai titolari. Ci si aspettava di più anche da Stefano Mancinelli.
3) Non competitività tecnico-fisica a livello europeo del play-maker Anthony Maestranzi. Si tratta di un oriundo americano: possibile che nel nostro campionato (ma anche all'estero) non vi fosse un equiparato di caratura superiore? Se la risposta è no, allora sarebbe stato meglio puntare su un regista italiano.
4) Il tiro da 3. Eloquente il deficitario 2/17 al termine dell'incontro.

Tra gli aspetti positivi, invece, va segnalato il grande salto di qualità del play-maker Daniel Hackett, i cui margini di miglioramento sono ancora importanti. Fuori dal gioco, invece, sono apparsi i veterani Carraretto e Mordente.
Insomma, sfavorita da un sorteggio a dir poco sfortunato, l'Italia si ritrova già con le spalle al muro: bisogna vincere non solo con la Germania (almeno per superare il primo turno), ma anche con la Francia per coltivare delle serie velleità di quarti di finale. In caso di passaggio del turno, infatti, gli azzurri si ritroverebbero Spagna, Lituania e, presumibilmente, Turchia, avversarie contro cui risulta arduo pensare ad un'impresa italica.
L'impressione, dunque, è che il ct Pianigiani dovrà sfruttare le partite di questo Europeo per cementare un gruppo completamente nuovo, il quale, con gli innesti imminenti degli enfant prodige Melli, Gentile e Moraschini, solo tra un paio di stagioni potrà realmente sferrare l'attacco al trono del Vecchio Continente.

Federico Militello

Rigaudo mette la quarta e lancia la sfida olimpica


Elisa Rigaudo ha conquistato sino ad ora il miglior risultato per l'Italia ai Campionati del Mondo di Daegu: quarta nella 20 km di marcia vinta dalla fuoriclasse russa Olga Kaniskina davanti alla cinese Hong Liu ed alla connazionale Anisya Kirdyapkina. Certo, una medaglia di legno lascia sempre qualche rimpianto, tuttavia nel caso dell'azzurra deve considerarsi un risultato luminoso quanto insperato, perché maturato dopo soli 8 mesi di allenamenti e dopo meno di un anno dalla nascita della primogenita Elena. La 31enne di Cuneo, quindi, può lanciare il guanto di sfida verso le Olimpiadi della prossima stagione: "E' Londra 2012 il mio vero obiettivo. Questo doveva essere solo l'anno del rientro, ho ricominciato ad allenarmi da otto mesi ed ho percorso solo 3000 km invece dei canonici 6000. A gennaio avrei messo la firma per una quarta piazza iridata. Mi sento un'atleta nuova, mia figlia mi infonde grande coraggio e convinzione".
La rappresentante del Bel Paese ha distribuito lo sforzo fisico con grande sagacia, mantenendo sin dalle prime battute un ritmo costante e non rispondendo mai alle repentine accelerazioni delle avversarie. L'impressione, dunque, è che sia nata una nuova Rigaudo, persino superiore a quella che nel 2008 colse, un po' a sorpresa, la medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Pechino.
La maternità spesso rappresenta per una sportiva un momento cruciale della carriera, utile da un lato a 'staccare la spina' dall'agonismo e dall'altro a ricaricare le batterie con nuovi stimoli ed ambizioni. Sovente, poi, i miglioramenti sono tangibili (l'ultimo esempio in ordine di tempo era stato quello di Marianna Longa nello sci di fondo, divenuta una vera campionessa dopo aver dato alla luce il proprio figlio).
In attesa della crescita delle promettenti Antonella Palmisano ed Anna Clemente, la marcia tricolore può dormire sonni tranquilli grazie al ritrovato smalto della splendida mamma Elisa.
Per quanto riguarda il podio, invece, l'Italia presumibilmente dovrà aspettare sabato.

Federico Militello

lunedì 29 agosto 2011

'Italia, come stai?', judo, mai così in basso; prendiamo esempio dallo squash


Neanche un azzurro qualificato per gli ottavi di finale: è questo il bilancio del peggior Mondiale di judo della storia tricolore.
L'assenza per infortunio della punta di diamante Elio Verde non deve rappresentare un alibi, poiché il livello complessivamente espresso dai nostri atleti si è rivelato distante anni luce da quello delle nazioni di vertice Giappone, Francia e Brasile. Gli atleti del Bel Paese hanno denotato per lo più un atteggiamento remissivo e rinunciatario, subendo l'iniziativa degli avversari e perdendo persino degli incontri già vinti a causa di imperdonabili cali di concentrazione.
I risultati brillanti ottenuti in Coppa del Mondo, dove quasi sempre la concorrenza straniera non è così qualificata, sono evaporati dinanzi al secondo vero banco di prova stagionale (già gli Europei nel mese di aprile avevano allarmato sulle reali potenzialità degli italiani).
Attualmente la qualificazione olimpica dei nostri atleti si è complicata oltremodo e dovrà essere ricercata sino all'ultimo torneo disponibile. Invero, anche partecipando con 5-6 atleti a Londra 2012, nemmeno il più inguaribile degli ottimisti potrebbe auspicare una medaglia (sebbene le competizioni a Cinque Cerchi siano più 'agevoli' di quelle iridate: in queste ultime, infatti, le migliori nazioni del globo possono schierare 2 atleti per categorie di peso, numero che si riduce ad 1 alle Olimpiadi).
Dal 20 luglio la Federazione ha ingaggiato il tecnico giapponese Ryosuke Machida, forse già consapevole che i Mondiali non avrebbero fornito i risultati sperati: è già un primo passo, tuttavia sarà necessario concedere pieni poteri al tecnico del Sol Levante (proveniente dal prestigioso Kodokan di Tokyo) e non relegarlo ad una figura di secondo piano.
Negli ultimi anni il judo è notevolmente mutato: vietate le prese alle gambe, gli incontri sono diventati delle vere e proprie battaglie di tattica e posizionamento. L'Italia non è riuscita ad assimilare questi cambiamenti, regredendo progressivamente verso i bassifondi del medagliere.
In futuro, dunque, oltre ad assoldare tecnici giapponesi o francesi, sarà necessario anche organizzare degli stage nelle nazioni leader di questo sport, affinché possano essere apprese modalità di preparazione e di allenamento.

La nazionale italiana di squash ha ottenuto un risultato storico e prestigioso ai Mondiali di Paderborn, in Germania: sesto posto e definitiva consacrazione globale dopo il bronzo ottenuto in primavera ai Campionati Europei. La selezione tricolore ha ottenuto 5 vittorie e 2 sole sconfitte, cedendo nei quarti di finale alla formidabile Inghilterra (poi superata in finale dall'Egitto) ed alla Malesia nel match per il quinto posto. L'Italia, tuttavia, ha prevalso su formazioni prestigiose come Stati Uniti, Messico ed India, acquisendo prestigio e credibilità in campo internazionale.
Per 3/4 la formazione del Bel Paese è composta da 'nuovi italiani': si tratta di Amr Swelim, Marcus Berrett e Stephane Galifi, rispettivamente di origini egiziana, inglese e francese. L'unico autoctono è Davide Bianchetti, da un decennio sulla cresta dell'onda.
Lo squash, quindi, rappresenta l'esempio supremo di quanti benefici possa portare la 'politica degli oriundi': prima dell'avvento dei rinforzi stranieri, poteva l'Italia permettersi simili risultati in questa disciplina? Chiaramente no. Solo dei risultati di rilievo, tuttavia, consentono ad un movimento di poter allargare la base ed il conseguente avvicinamento dei giovani. E' accaduto nel calcio a 5 (dalla nazionale 'verde-oro' che vinse gli Europei a Caserta 2003 si è passati ad una selezione nuovamente a trazione spiccatamente tricolore) e nel rugby, è presumibile che avvenga anche in questo settore. Lo squash, quindi, deve rappresentare un modello da seguire per discipline in cui da sempre l'Italia fatica ad imporsi (pallamano ed hockey prato) o per altre che attraversano un momento di difficoltà (judo e canoa; in quest'ultimo sport si sono già ammirati i benefici portati dal moldavo Sergiu Craciun nel settore della canadese).
Insomma, bisogna ricorrere alle naturalizzazioni senza vergogna (ormai è una pratica diffusa in tutto il mondo), consapevoli che i 'nuovi italiani' non rappresentano la soluzione a tutti i problemi, ma un importante aiuto a creare un progetto di crescita lungimirante ed a lungo termine.

Federico Militello

domenica 28 agosto 2011

La flessione agostana dell'Italia


Ammettiamolo, non è un momento molto felice per lo sport italiano. Dopo un meraviglioso mese di luglio, in cui si sono susseguiti i trionfi iridati di Federica Pellegrini e del Settebello (senza dimenticare l'ascesa imponente di Luca Dotto, Fabio Scozzoli e Martina Grimaldi), oltre che il piacevole ritorno nell'elite europea della nazionale italiana di softball, l'agosto attuale, al contrario, è stato sinora foriero di grandi delusioni, che preoccupano non poco per le Olimpiadi di Londra 2012.
Zero medaglie sono arrivate dai Mondiali di canoa velocità, idem dalla rassegna iridata di judo. Nell'atletica hanno già fallito i marciatori, dunque, a meno di sorprese, l'unico podio realmente alla portata appare quello di Antonietta Di Martino nel salto in alto (in attesa dei giovani, il panorama attuale è davvero desolante anche a livello medio, con atleti che faticano pesino a superare le qualificazioni).
Non va meglio nell'equitazione: agli Europei di concorso completo l'Italia è sesta dopo la prova di cross-country, praticamente quasi tagliata fuori da quella quarta piazza che fornisce il pass a Cinque Cerchi (ottenuto, invece, nel 2008, a cui è seguito l'argento europeo del 2009).
Che dire, poi, della selezione tricolore femminile dell'hockey sul prato, mestamente retrocessa in seconda divisione con 5 sconfitte su 5 e l'ultimo posto complessivo nella manifestazione europea: nel giro di 3 anni si sono compiuti tangibili passi indietro, a testimonianza di una palese involuzione.
Insomma, non si può parlare di crisi dello sport italiano (come detto, sino a fine luglio i risultati sono stati soddisfacenti in svariate discipline come quelle invernali, beach volley, canoa slalom, ginnastica artistica e ritmica, tiro con l'arco e tiro a segno, pugilato, tennis, tuffi, oltre ai già ricordati nuoto e pallanuoto), ma di flessione certamente sì. In alcuni settori la conduzione tecnico-dirigenziale è oramai obsoleta: si resta ancorati al passato senza cercare quelle innovazioni necessarie a garantirsi un futuro (tra cui ingaggio di allenatori stranieri, incentivi per il conseguimento dei risultati, naturalizzazioni a tappeto).
Qualcosa di meglio dovrebbe verificarsi ai Mondiali di canottaggio, dove non a caso si è tornati ad investire sulla base del movimento, in particolar modo nel settore femminile.
Attendiamo con ansia, inoltre, gli appuntamenti continentali delle nostre squadre di basket e pallavolo, il cui trend di crescita appare in decisa controtendenza rispetto alle recenti stagioni.
Se il futuro è assicurato, il presente vede l'Italia sportiva attraversare un momento di transizione dai campioni del passato a quelli del domani, palesando delle difficoltà (ed una conseguente cattiva gestione) proprio nella generazione mediana. In questo senso a Londra 2012 bisognerà cercare di limitare i danni, auspicando la conquista di 25 medaglie: difficile fare meglio.

Federico Militello

venerdì 26 agosto 2011

Mondiali di atletica: la piccola Italia nella galassia globale


I Campionati del Mondo di Daegu (Corea del Sud) che scatteranno nella notte saranno tra i più complessi della storia dell'atletica italiana. L'obiettivo è quello di cancellare le zero medaglie di Berlino 2009, tuttavia le frecce all'arco tricolore non sono così numerose.
Il movimento vive un periodo di profonda transizione, con alcuni veterani ancora in grado di piazzare la zampata ed alcuni giovanissimi di grande talento (Derkach, Stecchi, Bencosme, Trost, Bruni e Abdikadar su tutti) ancora acerbi e probabilmente pronti nell'arco di un triennio. Morale della favola: bisogna stringere i denti e limitare degnamente i danni con ciò che passa attualmente il convento.
Alla luce delle classifiche stagionali (che, come abbiamo visto anche per i Mondiali di nuoto, spesso vengono disattese nella competizione che assegna le medaglie) l'unica oggettiva chance di podio per il Bel Paese è riposta in Antonietta Di Martino. La 33enne di Cava de' Tirreni sta vivendo la stagione della piena maturità e consapevolezza agonistica: nei mesi invernali, dopo aver portato il record italiano a 2.04, ha conquistato il titolo europeo indoor a Parigi. In seguito, a fine maggio, ha subito l'ormai 'abituale' infortunio di una carriera non proprio fortunata, riuscendo a recuperare con la consueta caparbietà ed a volare oltre l'asticella dei 2 metri (seconda misura stagionale al mondo) ai campionati spagnoli di Malaga nei primi giorni di agosto. Con la fuoriclasse croata Blanka Vlasic in non perfette condizioni fisiche, il ruolo di favorita spetta alla russa Anna Chicherova, leader stagionale con un impressionante 2.07: se saprà ripetersi, il titolo sarà suo. L'impressione, tuttavia, è che l'oro si possa vincere con un 2.03 alla prima prova.
Se la Di Martino rappresenta una candidata alla medaglia, altri azzurri, invece, proveranno ad inserirsi da out-siders nella corsa al podio. Tra questi va considerato senza esitazioni il martellista Nicola Vizzoni, il quale ha bisogno di un lancio intorno agli 80 metri per sperare.
La continuità intorno ai 14.40 metri ha caratterizzato la stagione estiva di Simona La Mantia, tuttavia, per sognare in grande, occorrerà ritrovare lo smalto (e 30/40 cm in più) degli Europei di Barcellona 2010 e degli Euro Indoor di Parigi.
Difficile, invece, pensare ad un alloro anche per Fabrizio Donato nel salto triplo: sebbene manchi per infortunio il fuoriclasse francese Teddy Thamgo, il 35enne di Latina ha confermato il trend delle scorse stagioni che lo vede brillante nelle competizioni al coperto ed opaco in estate.
Capitolo marcia: l'olimpionico Alex Schwazer è già proiettato sulla 50 km di Londra 2012, tuttavia in Corea gareggerà solo sulla distanza breve dei 20 km, dove obiettivamente la concorrenza russa e cinese appare superiore. Il caldo e l'umidità, tuttavia, potrebbero rendere più dura la gara, a tutto vantaggio del campione altoatesino. Atteso ad una buona prestazione sarà anche Giorgio Rubino. Nella 20 km femminile, inoltre, il podio potrebbe venire addirittura monopolizzato dalla Russia, anche se la rientrante Elisa Riguado cercherà di accarezzare sino in fondo il sogno della prima collana iridata (ha già conquistato un bronzo alle Olimpiadi di Pechino 2008).
Insomma, con una medaglia in carniere, il mondiale italico potrebbe considerarsi sicuramente positivo ed in controtendenza rispetto all'edizione precedente. Se il bottino fosse più cospicuo, poi, vi sarebbero addirittura gli estremi per brindare. Con il mezzofondo regno incontrastato dell'Africa e la velocità feudo inscalfibile delle nazioni caraibico-nord americane, si comprende come non solo per il Bel Paese, ma anche per l'Europa in generale diventi sempre più arduo emergere nell'atletica. Come già ripetuto più volte in passato, quella delle naturalizzazioni a tappeto è un'ipotesi da prendere in seria considerazione, soprattutto in settori dove i nostri atleti sono ormai in via di estinzione (maratona in primis).

Federico Militello

giovedì 25 agosto 2011

Judo, l'Italia non c'è; volley rosa: lasciamo lavorare Barbolini


Judo: i risultati stagionali in Coppa del Mondo, con successi e podi in serie da parte degli atleti del Bel Paese (che hanno messo in cascina punti importantissimi in vista delle qualificazioni alle Olimpiadi), avevano illuso sulle reali potenzialità della rappresentativa tricolore. I Mondiali, però, sono un'altra cosa, in quanto vi partecipano tutti i grandi interpreti internazionali (cosa che raramente accade nel Gran Prix) ed i turni per approdare in finale sono almeno 7: a Parigi, quindi, l'Italia è tornata crudelmente alla realtà. Dopo tre giorni di gare, infatti, i judoka italiani (a dir la verità spesso non agevolati da sorteggi fuori portata nei primi turni con rivali giapponesi, francesi e brasiliani) sono rimasti lontani dalla zona podio, con il miglior risultato raggiunto dal 20enne Andrea Regis nei -73 kg, fuori ai sedicesimi. Disco rosso, invece, per i vari (ed attesi) Moretti, Quintavalle, Faraldo, Ciano e Bruyere, incapaci di fornire prestazioni all'altezza di quelle palesate nel corso della stagione. Le difficoltà italiche, inoltre, sono accentuate ulteriormente dall'assenza della punta di diamante Elio Verde, infortunatosi al ginocchio proprio alla vigilia dei Mondiali. Domani le ultime speranze di medaglia saranno affidate a Roberto Meloni ed Erica Barbieri, i quali, neanche a dirlo, troveranno atleti del Sol Levante nel tortuoso sentiero verso gli allori (l'azzurra addirittura al primo turno!). Difficile, invece, pensare ad un podio per Assunta Galeone (-78 kg) e Lucia Tangorre (+78 kg, impegnata sabato nell'ultima giornata).

Pallavolo femminile: dopo l'umiliante 3-0 subito dal Brasile nel primo match delle finali del Gran Prix, l'Italia è stata eliminata dalla competizione dopo la sconfitta odierna (2-3) contro gli Stati Uniti. Rispetto alla sfida con le verde-oro, tuttavia, si è ammirata una nazionale in crescita, più attenta in ricezione ed incisiva in attacco. E' troppo presto per criticare il ct Massimo Barbolini, il quale sin dall'inizio aveva affermato di utilizzare questa manifestazione per effettuare degli esperimenti. In effetti l'Italia ha confermato in queste settimane di possedere un bacino di giocatrici molto ampio, dal quale verrà delineata una squadra in grado di puntare al tris europeo ed al podio in Coppa del Mondo, ovvero i due veri obiettivi italici della stagione. Convince poco la scelta di schierare Simona Gioli come opposto (difficile cambiare ruolo a 34 anni), nella cui posizione, invece, potrebbe venire impiegata la formidabile italo-argentina Carolina Costagrande.

Hockey prato: oggi alle ore 14 l'Italia affronterà il Belgio ai Campionati Europei di Monchengladbach (Germania). In palio l'accesso alla finale per il 5°-6° posto e, di conseguenza, la permanenza in massima serie: chi perde retrocede. Le azzurre non partiranno con i favori del pronostico, avendo perso ben 3 amichevoli su 4 con le belghe nel percorso di avvicinamento alla rassegna continentale.

Federico Militello

mercoledì 24 agosto 2011

Alessandro Fabian: "Voglio il podio a Londra 2012''


Dopo diversi riconoscimenti e successi ottenuti nelle categorie giovanili, a 23 anni Alessandro Fabian è pronto a sferrare l'attacco ai vertici internazionali del triathlon mondiale. Formidabile nel nuoto e costante su due ruote, il talento tricolore sta lavorando alacremente sul punto debole della corsa, nella quale è migliorato oltremodo grazie alla partecipazione a diverse compezioni podistiche. L'astro nascente azzurro, inoltre, rappresenta solo il pioniere di una nidiata di talenti italiani (Steinwandtner su tutti) che nei prossimi anni tenteranno di rendere il Bel Paese una potenza di questa disciplina.

Sei migliorato molto nella frazione dei 10 km di corsa: quanto sono servite le gare podistiche cui hai partecipato per migliorare?

"Moltissimo, perchè queste gare ti permettono di metterti a confronto con dei podisti di alto livello. Per me, infatti, il miglior allenamento è la gara".

Dopo i successi da juniores, attualmente stai cominciando ad importi anche nel circuito maggiore (eloquente il quinto posto agli ultimi Europei), anche se a piccoli passi: cosa ti manca ancora per essere uno dei migliori al mondo e provare l'attacco al podio?

"Manca un'alta intensità in gara. Purtroppo, provenendo dal nuoto ed avendo iniziato a correre a 18 anni, non avevo le basi nella corsa, quindi ora pian piano sto colmando le carenze".

Quali sono i tuoi obiettivi per la stagione attuale?

"Per quanto riguarda la parte tecnica, da un lato consolidare bene i ritmi di corsa, dall'altro tenere alto il livello sia nel nuoto sia nella bici. Invece, per quanto riguarda l'aspetto delle prestazioni, cercherò la qualifica olimpica per Londra 2012".

Cosa ti aspetti dai Giochi Olimpici britannici? Il podio è solo un sogno o una meta perseguibile?

"Dall'Olimpiade di Londra mi aspetto una grande gara da protagonista. A Londra manca ancora un anno, quindi sarà lì che vogliamo fare il podio: ora lo stiamo costruendo".

Il triathlon italiano è in grande crescita: quali sono i segreti di una squadra che migliora di gara in gara?

"L'esperienza. Riuscire a crescere tecnicamente ma anche mentalmente. Con questo voglio dire che al giusto allenamento di gruppo (che favorisce la crescita di ogni singolo atleta) va abbinato un necessario allenamento mentale: è fondamentale, dunque, il gioco di squadra".

Questo sport è davvero così massacrante?

"No, penso sia meno massacrante di qualche altra disciplina. E' vario ed evita la routine del gesto, prevenendo quindi qualche infortunio. Tuttavia quello che credo sia più importante è che le multi-discipline come il triathlon ti permettano la multilateralità, facendoti diventare uno sportivo a tutto tondo".

Come hai iniziato a fare triathlon?

"Ho iniziato per curiosità e per intraprendenza. Ho sempre fatto sport da quando avevo 4 anni e, arrivato a 18 anni con il nuoto che non dava i frutti sperati, ho deciso di cambiare cercando nuovi stimoli. Direi di esserci riuscito alla grande".

"Negli allenamenti come è possibile conciliare tre discipline così differenti?

"Penso che prima di tutto bisogna padroneggiare tutte e tre le discipline e poi inserire la specificità dell'allenamento, con combinati nuoto-bici, bici-corsa e anche delle corte distanze di triathlon per abituare il nostro corpo a cambio immediato del gesto".

Qual è il tuo parere su Matthias Steinwandtner? Pensi che con te e lui l'Italia possa dominare i prossimi anni?

"Matthias è un giovane e forte atleta. Penso che ci sia molto da lavorare per entrambi e che di conseguenza, con impegno, dedizione e grande testa, si potrà dominare".

Perché il triathlon è così poco seguito in Italia? Cosa proporresti per aumentare la visibilità?

"Purtroppo non è ancora abbastanza mediatico. Per esserlo dovremmo avere dei professionisti che sappiano organizzare grandi eventi con un seguito mediatico. Inoltre manca soprattutto ancora un/a campione/essa olimpico/a, come ad esempio Federica Pellegrini, che permetta di parlare di triathlon in tutta Italia. Ma noi lo vogliamo e siamo convinti di riuscirci".

Federico Militello

lunedì 22 agosto 2011

'Italia, come stai?': la crisi della canoa e l'unica soluzione possibile: Josefa Idem


A Szeged (Ungheria) sono andati in scena per l'Italia i peggiori Mondiali di canoa velocità dell'ultimo ventennio. Non solo le medaglie sono rimaste inarrivabili come un miraggio nel deserto, ma addirittura nessuna imbarcazione tricolore, Josefa Idem a parte, è riuscita quanto meno ad agguantare una finale nelle specialità olimpiche.
Delle cause di questi insuccessi abbiamo già discusso, ora, con lucidità, è necessario trovare delle soluzioni per rimediare ad una situazione che è precipitata e non fa onore alla tradizione del Bel Paese in questo sport.
Le dichiarazioni di pragmatica e l'ottimismo a tutti i costi anche negando una palese evidenza non serviranno di certo a migliorare la situazione. In questo senso, tuttavia, si è espresso il presidente federale Luciano Buonfiglio: http://www.federcanoa.it/index.php?option=com_content&view=article&id=859:mondiali-con-benassi-sui-5000-un-bronzo-che-fa-morale&catid=2:news&Itemid=.

A questo punto, con le Olimpiadi britanniche lontane poco meno di un anno, difficilmente si riusciranno a creare degli equipaggi in grado di ambire al podio (traguardo alla portata, invece, per l'intramontabile Idem). L'obiettivo, quindi, sarà quello di qualificare almeno un paio di barche in terra londinese. E' doveroso puntare sul K1 1000 metri di Maximilian Benassi (cui non ha giovato il doppio impiego con il K4) e sul K1 200 di Michele Zerial, senza dimenticare che Andrea Facchin ed Antonio Scaduto, fallito il progetto della barca ammiraglia, potrebbero tornare a ricomporre quel K2 1000 in grado di agguantare un insperato bronzo a Pechino 2008.
Per quanto riguarda il settore femminile, inoltre, risulta oggettivamente arduo pensare ad un K2 500 in grado di staccare il pass a Cinque Cerchi, qualunque ne sia la composizione. Nella canadese, invece, si sono registrati dei progressi molto interessanti, tuttavia per ambire ad una partecipazione olimpica si dovrà attendere ancora un quadriennio.

Proprio a partire dal settembre 2012 si dovrà pianificare con lungimiranza il percorso di avvicinamento a Rio 2016 e per la nuova guida tecnica della nazionale viene in mente un nome naturale: Josefa Idem. La formidabile italo-tedesca concluderà presumibilmente una inimitabile carriera al termine dei Giochi di Londra e per competenze, capacità, carisma ed esperienza appare la persona adatta a risollevare un movimento da anni in crisi di identità.

Federico Militello

domenica 21 agosto 2011

Hockey prato, due sconfitte per le azzurre agli Europei


In quel di Monchengladbach (Germania) la nazionale italiana femminile di hockey sul prato torna a disputare la prima divisione dei Campionati Europei a distanza di quattro anni dalla prima apparizione (settimo posto e conseguente retrocessione) ed in seguito alla promozione maturata due stagioni or sono nella rassegna continentale (division II) di Roma.
Partiamo da lontano: nella primavera 2008 la formazione tricolore sfiorava una storica qualificazione alle Olimpiadi di Pechino, perdendo per 5-0 contro la Corea del Sud l'incontro decisivo per il biglietto a Cinque Cerchi. "Obiettivo solo rimandato: a Londra ci saremo", disse all'epoca l'attuale ct argentino Fernando Ferrara.
Nell'ultimo triennio, tuttavia, la competitività internazionale delle azzurre non ha fatto registrare l'atteso salto di qualità, anzi, per certi versi, è stato fatto addirittura un passo indietro (nelle qualificazioni ai Mondiali dello scorso anno l'Italia fu superata da Russia e Bielorussia, due formazioni all'epoca indietro nel ranking internazionale).
Anche le prime due partite degli Europei hanno emesso una sentenza inappellabile: la selezione italica non solo non ha colmato il gap dalle potenze di vertice, ma vi è ancora distante anni luce. Nel match inaugurale il team azzurro è stato piegato per 4-0 dalla Spagna, nel secondo per 5-3 dall'Azerbaijan filo coreano (ben 9 le oriunde asiatiche presenti in rosa). Diverse le occasioni sprecate (emblematico un rigore fallito dalla capitana Faustini contro le iberiche sullo 0-1), anche se, oggettivamente, la squadra italiana non ha mai dato realmente l'impressione di poter impensierire le avversarie. E' mancata la giusta coesione difensiva, oltre che la velocità necessaria nei ribaltamenti. A questo punto, cercando di limitare il più possibile il passivo con le campionesse olimpiche dell'Olanda nel terzo e conclusivo match del girone A, l'Italia è già fuori dalle semifinali e giovedì affronterà una tra Belgio ed Irlanda (in entrambi i casi partirebbe sfavorita) per garantirsi il sesto posto e la conseguente permanenza in massima serie.
Le Olimpiadi, dunque, almeno per il momento sembrano rimanere ancora un sogno irrealizzabile, dato che nel primo semestre del 2012 le azzurre dovranno superare corazzate come Giappone o India per approdare in terra londinese. D'altronde, quando si parte da zero (e l'Italia sino al 2005 era davvero più che una comparsa nelle competizioni internazionali), il lavoro da svolgere richiede pazienza e, soprattutto, tempo. La strada intrapresa è quella giusta: ora non bisogna abbattersi, ma capire cosa serve davvero per compiere l'ultimo step verso le posizioni di vertice.

Federico Militello

sabato 20 agosto 2011

Josefa Idem non tradisce e si qualifica per la sua ottava Olimpiade


A Barcellona 1992 Josefa Idem partecipò per la prima alle Olimpiadi da italiana, così come aveva rappresentato la Germania a Los Angeles 1984 e Seoul 1988. Stiamo parlando di un periodo storico distante quasi tre decenni, un'eternità nello sport. Ebbene, la mitica canoista di Gogh, 28 primavere dopo la prima apparizione a Cinque Cerchi, sarà anche a Londra 2012, realizzando un vero e proprio record per un atleta del Bel Paese (eguagliato solo dai fratelli D'Inzeo nell'equitazione) di otto partecipazioni olimpiche.
Il biglietto tanto atteso per l'edizione britannica è arrivato nella finale odierna del K1 500 metri ai Mondiali di Szeged (Ungheria), dove la formidabile italo-tedesca è giunta settima nella competizione vinta dalla teutonica Nicole Reinhardt. E' d'obbligo sottolineare come la Idem abbia sbagliato completamente la partenza, arrestandosi addirittura dopo un paio di pagaiate e ripartendo praticamente da ferma: vista la successiva ed impetuosa progressione (ai 300 metri era addirittura quarta), si può affermare che con un avvio quanto meno discreto l'azzurra sarebbe finita sul podio.
L'appuntamento con la medaglia, dunque, è rimandato alla prossima stagione, quando a quasi 48 anni Josefa cercherà nuovamente di vincere la propria personale battaglia contro il tempo.
Per un giorno l'impresa della Idem ci ha fatto dimenticare il panorama desolato della canoa italiana, dove neppure un equipaggio ha raggiunto la finale nelle specialità olimpiche (fuori anche l'atteso Michele Zerial nel K1 200). Vi rimando alla rubrica 'Italia, come stai?' per un'analisi attenta sulla disastrosa spedizione tricolore in terra magiara.
Per il Bel Paese il miglior risultato in assoluto è giunta da...un moldavo-rumeno! Si tratta di Sergiu Craciun, quinto nel C1 500, che per la prima volta ha rappresentato l'Italia in un Mondiale, anche se per le Olimpiadi, non avendo ancora il passaporto del nostro Paese, dovrà attendere Rio 2016. Il fatto che i migliori risultati siano giunti da due 'nuovi italiani' (Craciun e Idem), la dice lunga sulla penuria del movimento italico attuale.

Federico Militello

venerdì 19 agosto 2011

Salvagente Idem, il resto è puro anonimato


I fatti, da sempre, contano più delle parole. Eccoli.

1) La Federazione italiana di canoa da oltre un biennio ha puntato sul K4 in vista delle qualificazioni olimpiche. Le idee, va da sé, non erano così chiare sulla composizione del quartetto, tanto che il singolarista Maximilian Benassi è stato inserito a poco meno di tre mesi dalla competizione iridata che assegnava il pass a Cinque Cerchi. Risultato: quarto posto nella prima semifinale dei Mondiali di Szeged (in finale passavano le prime tre) e addio Londra 2012. Le recriminazioni del tecnico Mazzoni non reggono: l'Italia avrà pur fatto registrare il quinto tempo assoluto delle semifinali, tuttavia, se Australia e Danimarca potevano essere sulla carta superiori agli azzurri, la Repubblica Ceca era un avversario alla portata.

2) Nelle specialità olimpiche una sola atleta del Bel Paese ha raggiunto la finale, dove non solo avrà concrete chances di qualificarsi per la sua ottava edizione dei Giochi, ma anche di ambire alle prime cinque posizioni. Si tratta dell'eterna Josefa Idem, la quale, ancora una volta, ha dimostrato di saper preparare in modo impeccabile i grandi appuntamenti. Questo dato deve far riflettere: la campionessa italo-tedesca svolge per tutto l'anno degli allenamenti personalizzati, partecipando solo in rare occasioni ai raduni della nazionale: i risultati sono palesi sotto gli occhi di tutti. Se i destini delle pagaie tricolori sono ancora affidati ad una esemplare donna di 46 anni, l'unica ancora in grado di salvare la barca da una inesorabile deriva, allora il movimento ha raggiunto il massimo grado di apnea, quello immediatamente precedente all'annegamento.

3) Si è puntato tutto sul K4, rivelando una coperta spaventosamente corta. Tutti gli elementi 'migliori' sono stati schierati sulla barca ammiraglia, lasciando in pratica scoperte e non competitive imbarcazioni come il K2 (sulla quale, ora, si cercherà di ripiegare in vista dell'ultimo biglietto olimpico in palio agli Europei di Duisburg nel 2012).

4) Riccardo Gualazzi ha disputato il primo Mondiale in carriera nel K1 500 a 25 anni. Secondo i tecnici doveva fare solo esperienza. E' lo specchio di una realtà desolante: non si ha fiducia nei giovani, lasciati al loro destino dopo i successi nelle categorie giovanili e fatti debuttare in età molto più avanzata rispetto alle altre potenze europee.

L'elenco di questi fatti, in teoria, dovrebbe portare quanto meno gran parte degli organigrammi tecnici e dirigenziali a presentare le proprie dimissioni alla Federazione. Sarebbe un atto di lealtà, una presa di coscienza di aver fallito in toto il proprio incarico.
In attesa di Michele Zerial nel K1 200, la canoa italiana, ancora una volta, si affida alle imprese epiche della sua leggendaria campionessa. Purtroppo, però, fino a 60 anni non potrà gareggiare.
E dopo?

Federico Militello

giovedì 18 agosto 2011

Mondiali di canoa, debutto amaro per l'Italia


Non ci siamo. Nella prima giornata dei Campionati del Mondo di Szeged (Ungheria), validi anche come principale prova di qualificazione alle Olimpiadi di Londra 2012, l'Italia ha collezionato delusioni in serie. Al momento neanche un'imbarcazione azzurra ha staccato il biglietto a Cinque Cerchi, le speranze residue saranno ora riposte nel K4 1000 maschile (la gara dalla concorrenza maggiore), nell'eterna Josefa Idem (opaca durante la stagione di Coppa del Mondo ed agli Europei) e nello sprinter Michele Zerial, anche se i 200 metri rappresentano sempre una distanza soggetta a svariate variabili. Il rischio, neanche così irrealizzabile, è che il Bel Paese non schieri alcun proprio rappresentante nella canoa velocità alle prossime Olimpiadi.
Continua il totale anonimato del settore femminile. Il K4 composto da Stefania Cicali, Alessandra Galiotto, Fabiana Sgroi e Alice Fagioli ha subito nell'ultimo quadriennio una sostanziale involuzione: dal quinto posto iridato di Duisburg 2007, che lasciava presumere una costante scalata ai vertici internazionali, ed all'ottavo di Pechino 2008, sino al crollo inesorabile delle recenti apparizioni, dove persino il raggiungimento della finale è diventato un obiettivo fuori portata. Quest'oggi, sia in batteria sia in semifinale, l'equipaggio tricolore è sempre apparso molto distante dalle prime tre posizioni, quasi che la concorrenza pagaiasse su una dimensione parallela.
Non è andata meglio a Maximilian Benassi, eliminato nel K1 1000 metri. E dire che il 25enne nativo di Colonia rappresenta una delle punte di diamante del movimento nostrano, il quale non a caso verrà impiegato anche nel K4 1000. Per l'azzurro, tuttavia, vale in qualche modo lo stesso discorso fatto per il K4 femminile: nelle ultime stagioni non si sono verificati i progressi sperati ed il livello, sostanzialmente, è rimasto il medesimo (mentre la concorrenza internazionale è cresciuta in maniera oltremodo celere).
Insomma, a prescindere da ciò che potrà accadere nelle prossime competizioni, l'impressione è che la canoa italiana si basi su di un sistema oramai obsoleto, risultando quindi una semplice comparsa sulla scena internazionale. Ad inizio anni Duemila i podi e le vittorie erano all'ordine del giorno con i vari Rossi, Bonomi ed Idem. Ora pensare ad una medaglia olimpica è diventato fanta-canoa. Siamo sprofondati in basso, in un anonimato che fa male. Speriamo che questa debacle possa scuotere la Federazione ed i vertici del Coni affinché venga operata una totale rifondazione tecnico-agonistica a partire dal quadriennio che porterà a Rio de Janeiro 2016.

Federico Militello

lunedì 15 agosto 2011

'Italia, come stai': le certezze del beach volley, i dubbi del tiro a volo


In vista delle Olimpiadi di Londra 2012 l'Italia ha trovato in Greta Cicolari e Marta Menegatti una concreta chance da medaglia. La coppia tricolore, sesta nel ranking mondiale, ha legittimato il proprio ruolo di prima antagonista del Vecchio Continente alle potenze brasiliane, americane e cinesi. L'Europeo vinto in Norvegia ha rappresentato la naturale ciliegina sulla torta di una stagione che ha visto le azzurre raggiungere con regolarità le prime quattro posizioni del World Tour, prevalendo di volta in volta su avversarie che sino allo scorso anno apparivano fuori portata.
Greta e Marta possiedono una dote fondamentale per proseguire questo entusiasmante processo di crescita: la capacità di saper limitare i danni anche quando la forma non è quella ottimale. Si tratta di una prerogativa tipica delle campionesse e le atlete del Bel Paese rientrano ormai a buon diritto in questa categoria. Il livello di gioco della selezione tricolore, sotto la sapiente guida del ct brasiliano Lissandro Carvalho, è progressivamente cresciuto gara dopo gara e, soprattutto nel fondamentale della difesa, le azzurre appaiono tra le migliori interpreti planetarie.
Il duo italico, formatosi poco meno di un anno or sono, potrà ulteriormente consolidare la propria intesa nel corso della prossima stagione, presentandosi all'importante appuntamento a Cinque Cerchi nel novero delle prime cinque candidate alla medaglia.
Dopo anni bui, dunque, il beach volley italiano è tornato grande. I risultati di Cicolari-Menegatti, tuttavia, non dovranno risultare fini a sé stessi, bensì fungere da traino per un movimento che fatica a decollare con decisione. Alle spalle della coppia di vertice, infatti, faticano ad emergere le nuove leve, mentre in campo maschile la guida dell'americano Dodd, tra dubbi ed incomprensioni (emblematico il caso-Martino, recentemente separatosi da Paolo Nicolai), non ha ancora dato i frutti sperati. Sul duo Nicolai-Lupo si può lavorare ed investire (difficile, però, la qualificazione ai Giochi), ma alle loro spalle le alternative sono veramente scarne. La strada intrapresa, comunque, è quella giusta, con raduni ed allenamenti dispiegati in tutto l'arco dell'anno (soprattutto quello invernale) e collegiali svolti insieme alle rappresentative straniere di maggior rilievo. Esistono i margini, dunque, affinché quelli di Marta e Greta siano solo i primi successi di un'Italia che vuole inserirsi stabilmente tra le potenze globale, senza dimenticare che il lavoro da svolgere sarà ancora molto lungo e faticoso.


Un bronzo in campo individuale ad opera del ritrovato Daniele Di Spigno nel double trap: è questo il magro bottino per l'Italia ai Campionati Europei di tiro a volo di Belgrado. C'è da preoccuparsi in vista di Londra 2012? Relativamente. La concorrenza internazionale, in una disciplina in cui da sempre l'Italia si è installata tra le potenze egemoni, è aumentata esponenzialmente con l'esplosione di alcuni paesi come Cipro (nazionale guidata dall'olimpionico azzurro Andrea Benelli, oro ad Atene 2004 nello skeet), Slovacchia e Spagna. Punteggi che sino a qualche anno fa bastavano per vincere, ora non consentono neppure di approdare in finale: per primeggiare serve quasi la perfezione. Gli atleti del Bel Paese, comunque, restano ai vertici di questa disciplina, tuttavia conquistare medaglie è molto più arduo rispetto a 5-6 stagioni fa. Bisogna considerare, inoltre, che la preparazione della selezione tricolore è finalizzata ai Mondiali che si terranno, sempre a Belgrado, i primi di settembre e dopo i quali si potranno ottenere riscontri più concreti sull'attuale e reale potenziale dei tiratori italici.
Il futuro, poi, è già assicurato, con le nuove leve del Bel Paese che hanno raccolto medaglie in tutte le specialità, con l'apoteosi della tripletta della fossa olimpica. Insomma, è vero che il livello del tiro a volo mondiale continuerà ad alzarsi, ma è altrettanto auspicabile che nel gotha di questo sport continuerà a risiedere anche l'Italia.


Un breve cenno, infine, sugli Europei di tiro a segno. Con l'assenza della punta di diamante Niccolò Campriani, che ha preferito concentrarsi sui Mondiali, e di atlete del calibro di Elania Nardelli e Petra Zublasing, l'Italia ha celebrato il ritorno sul podio del talentuoso Marco De Nicolo nella carabina, mentre nella pistola automatica RIccardo Mazzetti, quinto, ha fallito la qualificazione alle Olimpiadi. Un vero peccato se si considera che questo atleta lo scorso anno saliva con regolarità sul podio in Coppa del Mondo: l'ennesima dimostrazione, dunque, che le qualificazioni a Cinque Cerchi, per stress ed emotività, risultano spesso addirittura più insidiose degli stessi Giochi Olimpici.

Federico Militello

sabato 13 agosto 2011

Cicolari-Mengatti da urlo: sono campionesse d'Europa!


Le tappe del World Tour di questa stagione lo avevano lasciato intuire, ora è arrivata l'attesa e benvenuta conferma: Greta Cicolari e Marta Menegatti rappresentano la miglior coppia di beach volley del Vecchio Continente. Il duo tricolore, infatti, ha conquistato il primo importante trofeo della carriera ai Campionati Europei di Kristiansand, in Norvegia. Nell'atto conclusivo che assegnava la corona continentale, la coppia del Bel Paese ha prevalso con incontestabile superiorità per 2-0 (21-10, 21-12) sulle austriache Hansel-Montagnolli, vera sorpresa della manifestazione (hanno eliminato le olandesi Keizer-Van Iersel e le campionesse uscenti tedesche Goller-Ludiwig) e forse già appagate per l'insperato risultato raggiunto. Molto più complessa, invece, la semifinale con le ceche Klapalova-Hajeckova, la cui solidità in ricezione ha messo in difficoltà le azzurre, brave comunque a mantenere salda la concentrazione e ad imporsi per 15-13 al terzo.
Grazie a questo trionfo l'Italia è tornata sul gradino più alto del podio europeo a 9 anni di distanza dall'apoteosi di Daniela Gattelli e Lucilla Perrotta.
A questo punto l'attenzione di Marta e Greta si sposta sin da ora sulle Olimpiadi del prossimo anno. Attualmente le azzurre rientrano nella ristretta cerchia di squadre in grado di giocarsi il podio a Cinque Cerchi ed in cui figurano le campionesse del mondo brasiliane Larissa-Juliana, le statunitensi Kessy-Ross (iridate nel 2009) e May-Walsh (bi-campionesse olimpiche in carica) e le cinesi Xue-Zhang Xi. Si tratta di avversarie senza dubbio quotate e temibili, ma con le quali le rappresentanti italiche hanno già dimostrato di poter competere e vincere. Il vantaggio delle azzurre, inoltre, è costituito dall'essere una coppia molto giovane, formatasi da poco meno di un anno e dunque con margini di miglioramento ancora importanti.
Si presume, dunque, che il trionfo scandinavo rappresenti solo la pietra miliare di un ciclo che potrà regalare diverse altre affermazioni.

Federico Militello

giovedì 11 agosto 2011

Prandelli e l'Italia metamorfica


Lo sport ci insegna che nel volgere di poche stagioni si possono stravolgere gerarchie consolidate. Lo ha dimostrato il Settebello nella pallanuoto, da undicesimo a primo ai Mondiali nel giro di due anni. Lo sta dimostrando anche la nazionale dell'alchimista Cesare Prandelli, l'uomo che sta realizzando l'apparentemente improba missione di cambiare la cultura calcistica italiana.

Solo nel giugno 2010 la selezione tricolore usciva mestamente dalla rassegna iridata sudaricana, tra le peggiori di sempre con i pareggi contro Paraguay e Nuova Zelanda e l'ingloriosa sconfitta con la Slovacchia. Poco più di 13 mesi dopo, l'Italia non solo è quasi certa della qualificazione agli Europei del 2012, ma anche pareggiato in amichevole con la Germania e battuto i campioni del mondo della Spagna.
I disastri dell'era Lippi-bis sembrano appartenere alla Preistoria: ora gli azzurri, ormai fuori dal tunnel oscuro che avevano imboccato, possono guardare al futuro con rinnovate ambizioni.

Nel successo sulle Furie Rosse ha colpito principalmente un aspetto della selezione tricolore: la gestione del pallone. Nell'arco dell'intero match, infatti, non vi è stato un solo lancio lungo; sin dal reparto arretrato, al contrario, si è cercato sempre di creare gioco, non sprecando neppure un possesso. La squadra, nel complesso, ha denotato grande qualità, dalla quale è sfociata un'azione armoniosa e rapida, fatta di tocchi rapidi e precisi. L'Italia, inoltre, è risultata ficcante in fase offensiva, con repentine verticalizzazioni che sovente hanno messo in difficoltà la difesa iberica. E' piaciuto anche l'atteggiamento in fase di copertura, con i vari reaparti coesi nell'arginare le ripartenze avversarie (salvo che nel finale di gara quando è emersa l'inevitabile stanchezza agostana).

Nel primo tempo, addirittura, l'Italia ha dominato la Spagna grazie ad un pressing continuo e, soprattutto, organizzato, che ha incrinato le certezze della Roja sin dalle fondamenta. L'impressione, dunque, è che la rivoluzione prandelliana sia in piena realizzazione, con i giocatori che seguono alla lettera le indicazioni di un vero e proprio vate che sta imprimendo una svolta storica al nostro calcio obsoleto e da sempre poco incline alle innovazioni.

Se prima la nostra caratteristica principale era rappresentata dalla solidità difensiva (grazie alla quale si sono vinti i Mondiali nel 2006), ora l'imperativo è quello di creare calcio, coniugando estetica e concretezza. La metamorfosi si sta rapidamente compiendo.

Federico Militello

mercoledì 10 agosto 2011

Londra 2012: quali prospettive per l'Italia?


Manca meno di un anno ormai alle Olimpiadi di Londra 2012, per la precisione 352 giorni. Sebbene in questo lasso di tempo ancora molti fattori certamente muteranno, vediamo indicativamente quali saranno le ambizioni azzurre disciplina per disciplina.


Atletica: quasi tutte le speranze di medaglia saranno riposte nella marcia ed in Antonietta Di Martino. Possibile out-sider sarà Nicola Vizzoni nel martello. Difficile un recupero di Andrew Howe, il quale ormai da diverse stagioni non riesce più a trovare continuità nel salto in lungo. Tra le nuove leve potrebbe avvicinarsi al vertice l’astista Claudio Manuel Stecchi, anche se l’obiettivo non potrà che essere una qualificazione in finale.

Badminton: a meno di sorprese sarà Agnese Allegrini l’unica rappresentante del Bel Paese a qualificarsi ai Giochi. Rispetto a Pechino 2008 la 29enne romana ha compiuto una tangibile evoluzione tecnico-tattica, dunque potrà ambire al superamento di un paio di turni.

Beach Volley: Greta Cicolari e Marta Menegatti hanno dimostrato di poter stare con costanza tra le prime quattro coppie al mondo, dunque in terra londinese almeno un bronzo pare alla portata, considerando che l’intesa e la competitività delle due azzurre non potrà che accrescersi nei prossimi 12 mesi. In campo maschile, nel caso centrassero la qualificazione, Lupo-Nicolai sarebbero un osso duro per chiunque.

Calcio: Italia non qualificata né in campo maschile né in campo femminile.

Canottaggio: in questo momento le certezze provengono dai pesi leggeri, con il doppio ed il quattro senza sicuramente da top3. L’obiettivo a breve termine sarà quello di creare la giusta alchimia tra i componenti del quattro di coppia senior, equipaggio su cui si deve puntare con decisione. Difficile credere ad altre possibilità di medaglia, ma il 2 senza ed il 4 senza senior possiedono comunque chances da finale.

Canoa: quasi tutti i destini di questo sport saranno affidati al campionissimo Daniele Molmenti nel K1 slalom. Oggettivamente, almeno per il momento, il Bel Paese non appare competitivo ad alti livelli nel settore velocità.

Ciclismo: il circuito della prova su strada femminile sembra fatto su misura per la campionessa del mondo Giorgia Bronzini. Tra gli uomini, invece, l’uomo di punta dovrebbe essere Daniele Bennati, anche se è attesa la crescita del giovane Andrea Guardini. Su pista il Bel Paese calerà un unico ma pesantissimo asso: Elia Viviani, da podio nell’omnium. Nella mountain bike puntano all’exploit Eva Lechner e Marco Aurelio Fontana.

Ginnastica: quello della ritmica, giurie permettendo, è un podio sicuro, bisognerà solo stabilirne il gradino. Nell’artistica non sarà facile competere con corazzate come Usa, Cina e Russia. In una gara lotteria come la trave potrebbe emergere Carlotta Ferlito. Vanessa Ferrari, invece, attraversa ormai la fase calante della carriera, anche se il suo contributo sarà determinante nella prova a squadre. Tra gli uomini, infine, Matteo Morandi ambisce ad una finale agli anelli.

Hockey prato: la nazionale femminile cercherà nei prossimi mesi una storica (quanto complessa) qualificazione a Cinque Cerchi, mentre gli uomini sono già stati eliminati.

Judo: nessun azzurro tra i favoriti, ma molti out-sider. Elio Verde, che salterà i Mondiali per un infortunio al ginocchio, appare il più accreditato per una medaglia nei -60 kg, ma anche dai veterani Francesco Bruyere e Roberto Meloni è lecito attendersi qualcosa di buono. Tra le donne, tre nomi su cui puntare: Elena Moretti, Giulia Quintavalle ed Erica Barbieri. Da queste ultime almeno un podio potrebbe arrivare.

Lotta: prima di tutto bisognerà provare a qualificare più atleti possibili, impresa tutt’altro che agevole. Razionalmente nessun azzurro può ambire ad una medaglia, ma lo stesso discorso si faceva alla vigilia di Pechino 2008, quando poi giunse un insperato oro ad opera di Andrea Minguzzi. Questa volta, se proprio vogliamo sognare, affidiamoci a Daigoro Timoncini nella greco-romana.

Nuoto: Federica Pellegrini donna da battere nei 200 e 400 sl, ma attenzione all’americana Melissa Franklin ed alla padrona di casa Rebecca Adlington. La ‘Divina’ del nuoto tricolore, se lo volesse, potrebbe diventare da podio anche negli 800 sl. Nel settore velocità grandi ambizioni saranno riposte in Luca Dotto (50 e 100 sl) e nella staffetta 4x100 sl. Nei 100 rana Fabio Scozzoli può puntare al bersaglio grosso. Atteso un possibile quanto arduo ritorno di Alessia Filippi, che soprattutto nei misti avrebbe grosse chances per tornare ai vertici.

Nuoto di fondo: Martina Grimaldi e Valerio Cleri (che non avrà problemi nel centrare il pass olimpico) sono due grossi calibri. In questa disciplina è atteso, dunque, almeno un risultato da top3.

Nuoto sincronizzato: speranze di medaglia pari allo zero per l’Italia, le Olimpiadi dovranno essere sfruttate per accumulare esperienza in vista del quadriennio successivo.

Pallacanestro: attualmente la nazionale di Pianigiani non possiede più di un 20% di probabilità di partecipare alle Olimpiadi, considerando che la qualificazione passa dagli imminenti Europei in cui gli azzurri sono inseriti in un girone di ferro (Serbia, Francia, Germania, Israele e, nel caso di passaggio del turno, Spagna, Lituania e Turchia!). Già fuori le donne.

Pallamano: Italia mai in corsa per il biglietto olimpico.

Pallanuoto: tre squadre, al momento, sono superiori alla concorrenza. Si tratta di Serbia, Croazia e, naturalmente, del Settebello campione del mondo. Proprio queste tre nazionali dovrebbero giocarsi i tre gradini del podio. Per il Setterosa, invece, l’impresa più difficile sarà quella di qualificarsi (alle Olimpiadi partecipano solo 8 squadre). Una volta raggiunto questo obiettivo, un’eventuale medaglia diventerebbe alla portata.

Pallavolo: la nazionale femminile ha qualità ed esperienza tali da poter lottare per la medaglia d’oro, mentre anche la selezione maschile, con il prossimo rientro di Simone Parodi (ed auspicando l‘esplosione del giovane opposto Sabbi, che giocherà titolare a Roma), sembra pronta a compiere il definitivo salto di qualità.

Pentathlon: l’obiettivo massimo per gli atleti tricolori è rappresentato da un piazzamento nei top10. Per il podio servirebbe la prestazione della vita.

Pesi: la nazionale femminile si sta giocando la qualificazione a Cinque Cerchi. In generale, la sola Jenny Pagliaro, in ripresa dopo alcune stagioni travagliate, è competitiva ai massimi livelli, anche se la medaglia appare lontana.

Pugilato: tre nomi sicuri da medaglia: Roberto Cammarelle (+91 kg), Clemente Russo (91kg) e Domenico Valentino (60kg). Possibili sorprese sono rappresentate dai giovani Vincenzo Mangiacapre (64kg) e Roberto Fiori (81kg).

Scherma: è la disciplina da cui dipenderanno maggiormente gli esiti dell’Olimpiade azzurra. Auspicabile una messe di allori nel fioretto (5 medaglie alla portata tra prove individuali ed a squadre), mentre altri 3 podi sembrano fattibili nelle altre due armi (spada e sciabola).

Sport equestri: in tutte e tre le discipline in programma (salto, completo e dressage) l’Italia deve ancora conquistarsi la qualificazione. Una volta a Londra, una possibile sorpresa potrebbe giungere dalla prova a squadre del completo.

Taekwondo: attualmente il solo Mauro Sarmiento, atleta indiscutibilmente da podio, ha conquistato il pass a Cinque Cerchi. Attesi ad un grande risultato, tuttavia, saranno anche Carlo Molfetta e Veronica Calabrese, i quali si giocheranno a gennaio il biglietto per le Olimpiadi.

Tennis: i doppi femminili composti da Pennetta-Schiavone e Vinci-Errani sono da medaglia. Qualche gioia potrebbe provenire anche dal doppio misto, soprattutto se composto da Pennetta-Bracciali. Improbabile, invece, un podio in campo individuale.

Tennis tavolo: unico obiettivo alla portata per il Bel Paese sarà la qualificazione di un paio di atleti. Utopistico un podio.

Tiro a segno: Niccolò Campriani sarà tra gli atleti da battere nella carabina 10 metri, mentre potrebbe sorprendere anche nella ‘tre posizioni’. Out-sider di lusso saranno Marco De Nicolo, Roberto Bruno e Petra Zublasing.

Tiro a volo: la concorrenza internazionale è decisamente aumentata, mentre l’Italia non appare così dominante come in passato. Due medaglie, comunque, paiono fattibili ed i nomi più accreditati su cui puntare sono quelli di Jessica Rossi (fossa femminile) ed Ennio Falco (skeet).

Tiro con l’arco: sia la squadra femminile (campione del mondo in carica) sia quella maschile sono in grado di agguantare un metallo prezioso. Nell’individuale, invece, l’ampia concorrenza straniera sembra sbarrare ogni possibilità di medaglia.

Triathlon: Alessandro Fabian ed Anna Maria Mazzetti sono due buoni atleti, in grado di ambire ad un risultato tra i migliori 10. Per parlare di podio, però, bisognerà aspettare Rio de Janeiro 2016.

Tuffi: Tania Cagnotto proverà ad aggiungere alla sua bacheca l’unico alloro ancora mancante, quello a Cinque Cerchi. Le possibilità maggiori sono riposte nel sincro 3 metri insieme a Francesca Dallapé, anche se la 26enne bolzanina può giocarsi il bronzo con la canadese Abel pure nella prova individuale.

Vela: 4 barche potenzialmente da medaglia: la Star di Negri-Voltolini, il 49er dei fratelli Sibello, il 470 femminile di Conti-Micol e l’RS:X di Alessandra Sensini. Proprio dalla veterana è atteso un grande risultato per concludere in bellezza una carriera sontuosa.

Federico Militello

lunedì 8 agosto 2011

Allegrini, ora la prova del nove; ok la lotta


Badminton: ottimo inizio per Agnese Allegrini ai Campionati del Mondo di Londra. Nel medesimo palazzetto che ospiterà il prossimo anno il torneo a Cinque Cerchi, la 29enne romana ha superato al primo turno l'americana Rena Wang per 2-0 (21-17, 21-17), entrando con merito tra le migliori 32 della manifestazione. Si tratta di un risultato fondamentale in ottica olimpica, poiché consente all'azzurra di racimolare punti pesanti in chiave ranking mondiale. Al prossimo turno la rappresentante del Bel Paese affronterà la temibile bulgara Petya Nedelcheva, n.13 del globo. Si tratta di un match dai risvolti cruciali per Agnese, che vincendo compirebbe un ulteriore salto di qualità in grado di proiettarla stabilmente tra le migliori 20 atlete del pianeta. Insomma, un banco di prova impegnativo per capire quanto ampi siano ancora i margini di crescita di una giocatrice che dal suo rientro in attività non ha smesso di progredire partita dopo partita.

Lotta: tre medaglie per l'Italia nel prestigioso torneo 'Ion Corneanu' disputatosi a Targoviste, in Romania. In campo femminile Silvia Felice, tornata ad alti livelli dopo un paio di stagioni tormentate da infortuni, ha raccolto una luminosa medaglia d'argento nella categoria -48 kg, superata in finale di misura dalla padrona di casa Croitoru. Bene anche Francesca Mori, bronzo nei -51 kg. Tra gli uomini conferma un trend positivo il greco-romanista Daigoro Timoncini, sul terzo gradino del podio nei -96 kg dopo aver prevalso sull'ungherese Balach nella finale di consolazione. Proprio sul 25enne di Ravenna sono riposte gran parte delle speranze italiche in ottica qualificazione a Cinque Cerchi. Lontano dalle posizioni di vertice, invece, il rientrante Andrea Minguzzi, il quale cercherà di rifinire la condizione atletica in vista dei Mondiali di Istanbul in programma dal 13 al 18 settembre.

Federico Militello

domenica 7 agosto 2011

'Italia, come stai?': softball, un argento per ripartire; canottaggio e mountain bike: che talenti azzurri!


La nazionale italiana di softball è tornata ai livelli che le competono. La medaglia d'argento conquistata agli Europei del Friuli Venezia Giulia costituisce un deciso passo in avanti rispetto all'edizione di Valencia 2009, ovvero la peggiore di sempre con un mesto e bruciante sesto posto. Dopo aver toccato il fondo, la nazionale del ct Marina Centrone ha saputo rialzarsi ed in due anni ha velocemente colmato il gap che la separava dall'aristocrazia del Vecchio Continente. Rispetto al passato, la selezionatrice del Bel Paese ha deciso di non ricorrere in maniera eccessiva a giocatrici oriunde, limitandosi alla convocazione della sola Bianca Novelli, nata in Sud Africa da genitori bergamaschi. Per il resto lo zoccolo duro della nazionale è rappresentato da atlete giovani e dal radioso avvenire, sei delle quali hanno frequentato l'Accademia del softball di Tirrenia, progetto voluto e realizzato dalla Federazione per accrescere il numero di praticanti ed incrementarne il livello qualitativo. Si è rinnovata, dunque, l'eterna sfida con l'Olanda per il trono europeo: nelle passate 17 edizioni, infatti, si è verificato un duopolio incontrastato di queste due nazioni dell'albo d'oro, con 9 trionfi azzurri (di cui 8 consecutivi dal 1992 al 2007) ed 8 orange. Attualmente la rappresentativa dei Paesi Bassi appare un gradino superiore a quella tricolore, tuttavia il divario non è poi così elevato, come dimostra la sconfitta subita dall'Italia ai supplementari nel play-off. I risultati delle rassegne giovanili, con annuali vittorie da parte delle diverse selezioni tricolori, invitano poi a sperare in un eventuale sorpasso in vista degli Europei 2013. Intanto dal prossimo anno il softball italiano tornerà a confrontarsi con le corazzate di caratura planetaria: i Mondiali canadesi rappresenteranno un'altra importante tappa di passaggio all'interno di un processo di crescita che sta rapidamente riportando il tricolore ai quartieri nobili di questo sport.

Rendimento esaltante per l'Italia ai Campionati del Mondo juniores di canottaggio tenutisi ad Eton, in Gran Bretagna: 4 medaglie complessive (2 ori, 1 argento e 1 bronzo) e terzo posto finale nel medagliere alle spalle dell'inarrivabile Germania (6 ori, 2 argenti e 2 bronzi) e della Romania (2 ori, 1 argento e 2 bronzi). Alle spalle della selezione tricolore potenze del calibro di Stati Uniti, Nuova Zelanda, Francia, Canada e gli stessi padroni di casa d'Oltremanica, sintomo che la base del movimento remiero italico gode di una florida salute. Il Bel Paese, inoltre, ha agguantato una medaglia d'oro pesantissima nell'otto, risultato mai ottenuto in oltre 40 anni di tentativi infruttuosi. Il trionfo nella barca ammiraglia testimonia tutta la bontà del lavoro svolto dalla Federazione e dai tecnici in questi anni, che hanno ricominciato ad investire con serietà ed abnegazione sulle nuove leve. Nel settore femminile, inoltre, attenzione alle sorelle Giorgia e Serena Lo Bue, prime nel 2 senza e dotate di un potenziale che potrebbe proiettarle in futuro come le 'Abbagnale in rosa'. Continua ad essere sapiente, sotto questo punto di vista, il lavoro del ct olandese Josy Verdonkschot, il quale ha creato quasi dal nulla una struttura ed un'organizzazione tali da consentire al movimento femminile quella crescita attesa da diversi lustri e che con ogni probabilità culminerà con le Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016.

E' solo questione di tempo: Gerhard Kerschbaumer diventerà un fuoriclasse assoluto della mountain bike. Dopo aver vinto tutto nella categoria juniores, il talento altoatesino si sta ripetendo al primo anno tra gli under23, avendo già messo in carniere la Coppa del Mondo e gli Europei di categoria. A soli 20 anni i margini di miglioramento sono elevatissimi e già alle Olimpiadi di Londra nel 2012 esistono concrete chances per ambire ad un piazzamento tra i top10. Il quadriennio successivo, poi, con ogni probabilità sarà quello della consacrazione. Non è escluso che in futuro l'astro nascente di Bressanone possa provare anche l'avventura su strada, come già fatto ad esempio dal recente vincitore del Tour de France Cadel Evans.
Gli Europei di Dohnany (Slovacchia), trionfo di Kerschbaumer a parte, hanno riservato al Bel Paese un bronzo nel team-relay e qualche piazzamento al di sotto delle attese. Marco Aurelio Fontana è giunto settimo nella prova elite maschile, confermandosi out-sider di buon livello, mentre era lecito attendersi qualcosa in più da Eva Lechner, solo 13ma al traguardo: dopo la brillante annata 2010, l'erede di Paola Pezzo sta vivendo una stagione densa di difficoltà, tuttavia, per talento e caparbietà, rappresenta una sicura carta da giocare per l'Italia in occasione dei Giochi Olimpici di Londra 2012.

Federico Militello

venerdì 5 agosto 2011

Canottaggio, Italia ai Mondiali con ambizione


Mancano ormai poco più di tre settimane ai Campionati del Mondo di canottaggio in programma a Bled (Slovenia) dal 28 agosto al 4 settembre.
Nella piccola cittadina situata ai piedi delle Alpi Giulie, l'Italia avrà come obiettivo minimo quello di qualificare il maggior numero di barche possibili alle Olimpiadi di Londra 2012, provando ad agguantare almeno 2 medaglie nelle specialità a CInque Cerchi.

In campo maschile si qualificano ai Giochi i primi undici classificati di tutte le prove, ad eccezzione dell'otto (cui l'Italia non partecipa), dove staccano il biglietto solo i primi sette.
Tra le donne, invece, ottengono il pass le prime nove barche del singolo senior, le prime otto del due senza senior, del doppio senior e del doppio pesi leggeri, le prime sette del quattro di coppia e le prime cinque dell'otto.
La selezione tricolore possiede le qualità necessarie per qualificare alle Olimpiadi complessivamente 8-9 equipaggi.

Le chances migliori della spedizione tricolore sono riposte nel settore dei pesi leggeri maschile. Sia il doppio composto da Lorenzo Bertini ed Elia Luini, argento mondiale in carica, sia il quattro senza di Andrea Caianello, Daniele Danesin, Martino Goretti e Marcello Miani rappresentano due consolidati punti di forza per il Bel Paese, essendo anche saliti sul podio nell'ultima prova di Coppa del Mondo di Lucerna: l'obiettivo sarà l'ingresso tra i top3.
Nel due senza Lorenzo Carboncini e Niccolò Mornati non dovrebbero incontrare difficoltà nell'agguantare la finale, tuttavia per i metalli pregiati la strada sembra sbarrata dalle corazzate Nuova Zelanda, Gran Bretagna e Canada. Lo stesso discorso vale per il quattro senza di Vincenzo Capelli, Mario Paonessa, Francesco Fossi ed Andrea Palmisano.

Tutta da verificare la composizione dell'imbarcazione che storicamente ha garantito le migliori prestazione per il tricolore, ovvero il quattro di coppia. Gli innesti dei giovani Paolo Perino e Pierpaolo Frattini non hanno convinto, mentre potrebbe venire ripescato l'immarcescibile Rossano Galtarossa, tornato a vogare a quasi 40 anni con il sogno di partecipare alla sua sesta Olimpiade.

In campo femminile, grazie al sapiente lavoro del ct olandese Josy Verdonkschot, l'Italia ha compiuto un deciso salto di qualità rispetto a qualche stagione fa: il podio resta ancora piuttosto distante (il progetto è a lungo termine, con il mirino già puntato a Rio de Janeiro 2016), tuttavia doppio senior, 4 di coppia, doppio leggero e due senza possiedono concrete chances di raggiungere la finale e, conseguentemente, la qualificazione a Cinque Cerchi.

Federico Militello

giovedì 4 agosto 2011

Softball, azzurre sicure del podio; brilla ancora Scozzoli


Softball: superba prestazione per la nazionale femminile agli Europei di scena in Friuli Venezia Giulia. La selezione tricolore guidata dal ct Marina Centrone ha superato per 6-1 l'ostica Repubblica Ceca e domani affronterà l'Olanda per l'accesso diretto alla finalissima della manifestazione. In ogni caso, le azzurre sono già sicure di aver vinto almeno una medaglia di bronzo, risultato che cancella l'opaco sesto posto maturato due anni or sono dopo oltre un decennio di dominio. L'Italia, inoltre, si è qualificata anche per i Mondiali del 2012. In precedenza, nella serata di ieri, la nazionale del Bel Paese aveva travolto per 13-0 la Spagna.

Nuoto: Fabio Scozzoli senza limiti. Dopo le due imperiose medaglie d'argento conquistate ai Mondiali di Shanghai, il campione di Lugo, che ha festeggiato proprio ieri il suo 23mo compleanno, ha sfoderato una prova superlativa anche ai Campionati Italiani Estivi in vasca corta, vincendo i 50 rana con il nuovo primato europeo di 26''11, crono che rappresenta la quarta miglior prestazione di sempre al mondo.

Mountain bike: medaglia di bronzo per l'Italia nel team-relay agli Europei di Dohnany, in Slovacchia. Il quartetto tricolore composto da Eva Lechner, Marco Aurelio Fontana, Gerhard Kerschbaumer e Lorenzo Samparisi è stato preceduto solo da Francia e Svizzera. Nei prossimi giorni si disputeranno le competizioni individuali.

Federico Militello

mercoledì 3 agosto 2011

Europei softball, inizia la seconda fase; svolta nella pallamano


Softball: con due agevoli vittorie su Croazia (15-0) ed Ungheria (10-0), l'Italia ha vinto il girone A degli Europei in programma in Friuli Venezia Giulia, staccando il biglietto per seconda fase in cui affronterà Spagna (in serata), Repubblica Ceca ed Austria. Proprio il match con le boeme dovrebbe rivelarsi decisivo per il primato del raggruppamento, risultato che darebbe diritto ad un play-off con la prima classificata del gruppo F (quello dell'Olanda) per l'accesso diretto alla finalissima.

Pallamano: anche questa disciplina intravede finalmente un progetto di crescita. Nel settore femminile, infatti, la FIGH ha creato una squadra federale composta interamente da giovani italiane che prenderà parte al campionato di A1. La formazione sarà guidata dall'esperto allenatore Marco Trespidi, già alla guida delle nazionale in passato. La rosa è composta interamente da giocatrici nate dopo il 1991, con la sola eccezione di Giusy Ganga e Cristina Lenardon (entrambe del 1989). Si tratta di una grande opportunità, dunque, per delle atlete in età verdissima, le quali potranno confrontarsi con il meglio del panorama nazionale. Sono previste, inoltre, anche diverse amichevoli con club esteri. Insomma, un progetto serio e lungimirante, i cui risvolti positivi si potranno ammirare nell'arco di un triennio.

Federico Militello

martedì 2 agosto 2011

Softball, buon inizio per le azzurre. De Gasperi re dello sci nautico


Softball: convincente inizio per l'Italia ai Campionati Europei di scena in Friuli Venezia Giulia. Sul campo di Ronchi dei Legionari le azzurre hanno piegato prima la Gran Bretagna per 1-0 e poi la Svezia per 5-0. Sugli scudi la lanciatrice Stella Turazzi. La selezione tricolore quest'oggi affronterà Croazia ed Ungheria, due match ampiamente alla portata. Intanto sono stati sorteggiati i gironi per gli Europei di baseball in programma in Olanda dal 7 al 16 settembre. La formazione italica, che lo scorso anno ha vinto la manifestazione del Vecchio Continente dopo 13 anni, è stata inserita nel gruppo A con Grecia, Svezia, Spagna, Croazia e Russia.

Sci nautico: ottimi risultati per l'Italia ai Campionati Mondiali disputati il 24 luglio a Dubna, in Russia. Il trentino Thomas De Gasperi si è laureato campione del mondo nella disciplina dello slalom, ottenendo il record della manifestazione con 3 boe a 10.25. Per il 30enne di Povo si tratta del secondo iride della carriera (il primo nel 2007), a cui si aggiunge anche un argento conseguito nel 2009. Insomma, un fuoriclasse assoluto nel pieno della propria maturità psico-fisica. Buona anche la prestazione del 27enne Carlo Allais, ottavo, mentre la 20enne Silvia Caruso, al debutto in una rassegna globale, è giunta settima nella specialità 'figure'.

Federico Militello