mercoledì 12 gennaio 2011

Agnese Allegrini: ''L'obiettivo è Londra 2012''


L'Italia del badminton ha partecipato per la prima volta alle Olimpiadi a Pechino 2008, grazie alla storica qualificazione di Agnese Allegrini. Successivamente la 28enne romana si è presa un periodo di parziale inattività, prima di riprendere nel 2010 la corsa verso una nuova edizione dei Giochi Olimpici, quella di Londra 2012. Con l'azzurra ho discusso delle sue prospettive personali, oltre che dell'avvenire del badminton nostrano.

Dopo le Olimpiadi di Pechino avevi dichiarato di essere ormai stanca della vita da atleta e non a caso ti eri presa un anno sabbatico. Cosa ti ha spinto poi a tornare alle gare?
''In realtà non ho mai smesso definitivamente, anche se mi sarebbe piaciuto. Appena terminate le Olimpiadi, infatti, ho frequentato per un anno un corso per allenatori ad Aalgorg (Danimarca, la patria di questo sport, n.d.r.), la cui partecipazione prevedeva anche una parte pratica oltre alla teoria. In seguito, terminato questo corso, sono rimasta in Danimarca per allenare in un'accademia ed allo stesso tempo ho giocato per una squadra di club nel campionato danese. Dunque, come si comprende, non mi sono affatto fermata. Tuttavia il mio lavoro in quest'accademia non ha soddisfatto appieno le mie aspettative ed in più mi è tornata un po' di voglia di giocare durante gli allenamenti. Per questo 6 mesi dopo sono rientrata in Italia e sono tornata ad essere una giocatrice a tutti gli effetti''.

Il tuo rientro è stato eccezionale, con tornei vinti ed ottime prestazioni. Se prima eri fuori classifica, ora hai già agguantato la posizione n.74 del ranking mondiale in pochi mesi: si può dire che la nuova Allegrini sia più forte di prima?
''E' chiaro che, allenando ed insegnando, non si può che imparare e migliorare. Inoltre, come si matura nella vita, così si cresce anche nei vari aspetti di gioco''.

A 28 anni pensi ancora di poter migliorare tecnicamente oppure ti reputi una giocatrice completa?
''Ho ancora tantissimo da migliorare. Non credo che si possa mai smettere di imparare cose nuove, specialmente in uno sport come il badminton (ed a maggior ragione in Italia, che viene considerato una disciplina minore), in cui non conta solo la componente tecnica, ma sono fondamentali anche la tattica, la preparazione fisica e quella mentale''.

Quali sono i tuoi obiettivi per questo 2011? La tua mente è già rivolta a Londra 2012?
''Sì, l'obiettivo è Londra 2012. Per il 2011 mi sto allenando sia dal punto di vista tecnico che, soprattutto, mentale per implementare colpi 'nuovi' del mio gioco di modo che diventino presto automatici e possa poi utilizzarli con sicurezza nell'anno a Cinque Cerchi''.

Nei mesi scorsi hai insegnato badminton ai bambini in Danimarca: che cosa hai provato? Pensi di ripetere questa esperienza in futuro?
''Ho insegnato in Danimarca nel 2008 e 2009. I bambini danesi, essendo diversa la cultura, sono molto più diretti ed in un certo senso arroganti di quelli italiani, quindi per me all'inizio non era piacevole. Poi ho iniziato a conoscerli meglio e anche loro ad apprezzarmi e rispettarmi. In questo momento, insieme a Luca Crippa, presidente del Badminton Club Milano, e Megumi Sonoda, alleno e sono la direttrice tecnica della prima accademia di badminton in Italia''.

Il badminton italiano è in crescita: oltre a te, infatti, altri giovani (Greco e Maddaloni su tutti) stanno ottenendo buoni risultati. Cosa manca ancora, però, per vincere dei trofei importanti in campo mondiale?
''Innanzitutto secondo me, anche se è vero che si può lavorare sotto molteplici aspetti per far crescere un atleta, campioni si nasce. Questo fatto, unito al non elevato numero di praticanti e di tecnici qualificati, fa sì che sia difficile l'avvento di un fuoriclasse nel nostro Paese''.

L'apertura del PalaBadminton a Milano è servito certamente per allargare la base dei praticanti: cosa occorre per avvicinare sempre più i giovani a questo sport?
''Allenatori preparati ed in gamba che sappiano far nascere la passione per questo sport. Servirebbe, poi, maggior visibilità, soprattutto in televisione e sui giornali''.

Cosa ha portato di nuovo il ct rumeno (Hamza Csaba) alla Nazionale?
''Il suo metodo di insegnamento ed il suo contenuto degli allenamenti mi ricordano molto il mio ex-allenatore cinese. Avendo la sottoscritta frequentato in Danimarca il corso di formazione per allenatori di più alto livello in Europa, noto la differenza di mentalità, essendo stata abituata dal mio tutt'ora responsabile Kenneth Larsen ad essere più protagonista degli allenamenti piuttosto che spettatrice''.

Hai già individuato alcuni talenti che potranno tenere alta la bandiera dell'Italia nel badminton nei prossimi anni?
''Sicuramente nella nostra accademia ci sono Rebecca Tognetti, Martina Corsini e Gabriel Kiss. Da seguire, inoltre, alcuni giocatori interessanti dell'Alto Adige''.

Descrivi la tua giornata tipo.
''Sveglia alle 7.30. Studio, medito o seguo lezioni all'Università fino alle 10. Allenamento mattutino dalle 10 alle 12. Pranzo. Riposo. Studio. Allenamento pomeridiano dalle 16 alle 18. Alleno i ragazzi in accademia delle 18 alle 20. Cena. Letto!''.

Sei d'accordo che bisognerebbe cambiare la cultura sportiva italiana affidando ad una persona competente il compito di mutare la calciofilia in amore per tutte le altre discipline?
''Sono più che d'accordo. Soprattutto perché il calcio è diventato puro business e non lo vedo più come sport. Però, ahimè, non credo nei miracoli: attuare un simile cambiamento significherebbe rivoluzionare la mente della gente e, in particolare, dei boss che gestiscono lo ''sports d'affaires''. Il problema è che ai boss le cose stanno bene così, dunque sarà impossibile cambiare''.

Descriviti in poche parole il tuo carattere ed i tuoi hobbies.
''Lunatica, sensibilissima, perfezionista, testarda, ironica, irascibile ma comprensiva, anticonvenzionale (preferisco fare quello che secondo me è giusto piuttosto che quello che mi conviene: per questo mi caccio spesso nei guai!). Mi piacerebbe guardare un bel film a fine giornata, ma dopo 5 minuti crollo...Mi piace uscire con gli amici, ma purtroppo non ho mai tempo. Ultimamente, per la felicità del mio ragazzo, ho scoperto che mi piace cucinare. Adoro meditare (più che un hobby, vorrei che la meditazione diventasse, per me e le persone che mi stanno intorno, uno stile di vita). Non ho più tempo per disegnare e dipingere. La cosa che odio maggiormente è viaggiare''.

Federico Militello

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