domenica 28 febbraio 2010

Notizie in Breve: quante vittorie per l'Italia!


Scherma: Italia straripante nella Coppa del Mondo di fioretto femminile. A Danzica, in Polonia, è arrivata una magica tripletta: prima (ma dov'è la novità?) Valentina Vezzali, seconda Arianna Errigo (sconfitta in finale solo per 15-14), terza Elisa Di Francisca. Doppietta azzurra anche nel fioretto maschile, dove a Bonn, in Germania, Valerio Aspromonte ha preceduto Giorgio Avola in un importante torneo internazionale. Tanti podi anche dalla sciabola. In Bulgaria, a Plovdiv, l'Italia (Montano, Occhiuzzi, Samele e Tarantino) ha vinto l'oro nella prova maschile, prevalendo sulla Romania per 45 stoccate a 32. Nella prova individuale doppio terzo posto per lo stesso Occhiuzzi e per il giovane Miracco. Tra le donne, invece, Irene Vecchi è terza a Madrid.

Judo: grande vittoria per Elio Verde nella World Cup di Praga. Il judoka partenopeo, già bronzo ai Mondiali 2009, ha superato in finale con un ippon magistrale il coreano Choi. Torna sul podio in Coppa anche l'olimpionica Giulia Quintavalle, terza a Varsavia. Anche nel judo, dunque, l'Italia impone la sua legge.

Atletica: ai Campionati Italiani indoor grande prestazione nel salto triplo di Fabrizio Donato. Il Campione d'Europa in carica di Torino 2009 ha realizzato un balzo da 17.39 metri, che costituisce la miglior misura mondiale stagionale. Nonostante i 33 anni, Donato potrà dare ancora molto all'atletica italiana e potrà rivelarsi un'importante chioccia per l'esplosione del promettente Daniele Greco.

Suberbike: un secondo ed un terzo posto per Michel Fabrizio nella prima prova del mondiale in Australia. Il pilota italiano è secondo in classifica generale a 9 punti dal britannico Haslam. Problemi per il Corsaro Max Biaggi, con un'Aprilia poco performante sul circuito di Phillip Island: il centauro romano ha limitato i danni con un quinto ed un ottavo posto. Dalle prossime gare, però, è attesa la riscossa.

Federico Militello

'I Love Olympia': La Polonia torna d'oro 38 anni dopo


Sapporo 1972. In quella lontana Olimpiade nipponica la Polonia conquistò il suo primo e sino ad ora unico oro a cinque cerchi, con il saltatore Wojciech Fortuna. L'ascesa negli ultimi anni della fuoriclasse fondista Justina Kowalczyk, però, aveva riacceso la speranza di un successo nel popolo bianco-rosso. Ed il trionfo, a distanza di 38 anni, è finalmente arrivato. Nella 30 km a tecnica classica la fuoriclasse del Centro Europa ha dato vita ad un duello epico con la norvegese Marit Bjoergen, grande dominatrice dei Giochi di Vancouver con ben 3 ori conquistati (10 km skating, Sprint tc e Staffetta). Tra le due era sorta nei giorni precedenti una furente polemica, con la polacca che aveva accusato la grande rivale di essere avvantaggiata da un farmaco anti-asma, da lei ritenuto dopante. Le due formidabili fondiste hanno preso il largo negli ultimi 10 km e sono giunte insieme sull'ultimo rettilineo. La Bjoergen sulla carta era più veloce ed in effetti sembrava in procinto di prevalere. La Kowalczyk, però, sostenuta dall'orgoglio e dalla grande volontà di regalare alla Polonia un successo storico, ha spinto sino in fondo con delle bracciate vigorose, riuscendo con un colpo di reni a prevalere sulla norvegese di appena 3 decimi. Al traguardo, inoltre, le due atlete si sono riconciliate in un abbraccio sincero, ponendo fine ai dissidi dei giorni precedenti: i miracoli delle Olimpiadi. ''Mi dispiace per la polemica, io non volevo attaccare Marit, ma semplicemente dire che il problema dell'asma è molto diffuso nello sci di fondo e bisogna trovare una soluzione. Oggi è un giorno indimenticabile per me e la mia nazione'' il commento della vincitrice. Per la Polonia quella di Vancouver è stata la miglior Olimpiade Invernale di sempre, con ben 6 medaglie vinte in totale (in passato il massimo era stato 2): tre sono arrivate dalla Kowalczyk (un oro, un argento e un bronzo), due dal fuoriclasse del salto Adam Malysz (due argenti) ed uno dalla team-pursuit femminile del pattinaggio velocità (bronzo).
Medaglia di bronzo per la finlandese Aino Kaisa Saarinen, mentre l'azzurra Marianna Longa ha confermato ancora una volta di soffrire le lunghe distanze, staccandosi dalle migliori al 19mo km e terminando in una mesta dodicesima piazza. L'Italia del fondo femminile ha chiuso così i Giochi senza alcun podio. Parola d'ordine: puntare sulle giovani, con Silvia Rupil in testa.

Federico Militello

'I Love Olympia': Usa padroni del bob a 4. Bertazzo nono


L’americano Steven Holcomb è stato il vero dominatore della stagione: dopo il trionfo nella Coppa del Mondo, è arrivata ieri anche la medaglia d’oro olimpica nel bob a 4, titolo che mancava al suo Paese da St. Moritz 1948. Il 29enne di Park City ha spezzato l’egemonia del tedesco Andrè Lange, il quale, dopo i due ori di Torino 2006 e quello nel bob a 2 in questa edizione, si è dovuto ‘accontentare’ dell’argento, a 38 centesimi dal vincitore. Holcomb è parso sin da subito a suo agio sul budello di Whistler Mountain e nella seconda manche ha realizzato anche uno spaziale record della pista: 50.86 secondi. Solo nell’ultima discesa non è stato il più rapido, cedendo appena 0.16 al grande rivale tedesco. Lange, inoltre, era terzo prima della frazione decisiva e, con una prestazione magistrale, ha sopravanzato il canadese Lyndon Rush per l’inezia di un centesimo. Il pilota della Foglia d’Acero, tuttavia, può comunque festeggiare la prima medaglia olimpica in carriera.
‘’Nel bob a 2 avevo commesso molti errori, quindi mentalmente ho dovuto resettare tutto. La forza di Lange mi ha spinto a dare il meglio di me stesso. Devo ammettere che questa pista è la più difficile del mondo, con una velocità che in alcune curve raggiunge i 140 km/h. Sì, ora è il mio budello preferito’’, il parere del nuovo campione olimpico. Ai piedi del podio, ma con un distacco di oltre un secondo, sono giunti il tedesco Thomas Florschuetz ed il 40enne canadese Pierre Lueders, rispettivamente quarto e quinto.
Grande delusa di questi Giochi è la Svizzera, in questa occasione solo sesta con il pilota Ivo Rueegg.
Miglior prestazione stagionale per l’Italia di Simone Bertazzo: l’azzurro, dopo una prima manche difficile e terminata in 13ma piazza, ha trovato un buon feeling con il bob e con la pista, riuscendo a recuperare sino al nono posto finale. Nella terza frazione, inoltre, il 27enne di Pieve di Cadore ha ottenuto un eccellente sesto tempo. Insomma, questo risultato dovrà costituire una base di partenza per riportare il bob italiano ai livelli che competono alla sua tradizione.

Federico Militello

'I Love Olympia': Monumentale Razzoli: è medaglia d'oro!



Immenso, superlativo, maestoso Giuliano Razzoli. Questo giovane emiliano è il Salvatore della Patria, che in un colpo solo ha illuminato l'Olimpiade azzurra regalando uno squarcio di luce accecante. Il 25enne di Razzolo ha infranto tutti i tabù: l'astinenza dello sci alpino maschile dall'ultima medaglia di Alberto Tomba nel 1994, oltre che l'assenza di vittorie azzurre in questa edizione dei Giochi. Ha vinto con classe, coraggio e determinazione, senza avvertire in alcun modo il peso della pressione. Un campione vero. Nella prima manche Giuliano regalava subito lampi di classe, surclassando gli avversari con una discesa poderosa, in cui il primo dei rivali, lo sloveno Valencic, inseguiva a ben 43 centesimi di distacco. A questo punto la lunga attesa prima della frazione decisiva. Quanti pensieri avranno attraversato la mente del campione emiliano: l'infanzia sugli amati Appennini, i problemi alla schiena che a 12 anni quasi lo costrinsero ad abbandonare lo sci, i sacrifici compiuti per diventare un fuoriclasse di livello mondiale. Un atleta normale sarebbe stato forse oppresso dalla responsabilità di portare il primo alloro all'Italia a queste Olimpiadi. Giuliano, invece, si è presentato al cancelletto della seconda manche con la tranquillità del fenomeno, di colui che è consapevole di non avere rivali. Nei primi due intermedi Razzoli incrementava ulteriormente il vantaggio sul croato Kostelic, in testa in quel momento, portandolo oltre il mezzo secondo. La sciata dell'emiliano era imperiosa, i pali venivano abbattuti con una potenza inaudita e la neve era solcata da due missili. Per un attimo è sembrato di rivedere Alberto Tomba, che finalmente ha trovato un degno erede e questa volta per davvero. A poche porte dalla fine l'azzurro amministrava il vantaggio e chiudeva con 16 centesimi di vantaggio sul rivale croato, per l'inizio dell'apoteosi azzurra. Il successo di Razzoli dà un sapore diverso a questa Olimpiade, un sapore più dolce e soave. Nel sorriso e nella gioia dell'emiliano sono affogate tutte le delusioni dei giorni scorsi, come d'incanto. Il tricolore sventolava leggero nel plumbeo cielo canadese e la commozione ha avuto il sopravvento su tutti, addetti ai lavori ed appassionati. Razzoli è campione olimpico nello Slalom Speciale, titolo che mancava all'Italia da Calgary 1988, quando si impose il mitico Alberto Tomba. ''Mi sono divertito, ho sciato tranquillo e non ho fatto fatica. Sapevo di essere il migliore e dopo la prima manche me ne sono convinto. Nella seconda sono stato attento. Non ci credo, ma è tutto vero'' le parole del 'Razzo' a fine gara. Emozionato anche il Premier Silvio Berlusconi, che ha contattato il presidente del Coni Gianni Petrucci telefonicamente: ''E' stata una gara eccezionale, l'ho seguita in diretta e mi sono emozionato. Una grande vittoria che ci ha reso tutti felici. Faccia i complimenti al ragazzo, adesso ha la premiazione ma domani lo chiamerò per rallegrarmi con lui''.
La medaglia di bronzo è stata agguantata dallo svedese Myhrer, autore di una spettacolare rimonta dalla decima piazza (con il miglior tempo di manche). Settimo posto per Manfred Moellg, non pienamente a suo agio su questa pista. Oggi, tuttavia, conta una sola cosa. A Whistler risuona l'inno di Mameli: Razzoli e l'Italia hanno conquistato la vetta dell'Olimpo.

Federico Militello

sabato 27 febbraio 2010

Vittoria!


Strepitosa vittoria per l'Italia nel Sei Nazioni di rugby. Al Flaminio di Roma la Scozia è stata sconfitta per 16-12. Nel primo tempo il match è stato tattico, con le squadre in perfetto equilibrio: 6-6. Nella ripresa gli azzurri passavano in vantaggio con un piazzato di Mirco Bergamasco (rivelatosi in queste partite un calciatore affidabile), quasi subito pareggiato dal mediano di apertura scozzese Parks. La manovra azzurra, però, appariva lenta e prevedibile, frenata anche dai molti errori di Tito Tebaldi in regia. A 16 minuti dal termine la Scozia passava in vantaggio per la prima volta con un altro calcio di punizione e tutto sugli spalti calava il gelo. Poco dopo, però, la svolta: Pablo Canavosio, subentrato al posto dell'opaco Tebaldi, ha cambiato il volto dell'incontro, rendendo la manovra azzurra finalmente rapida ed imprevedibile. Proprio il mediano di mischia ha realizzato i 5 punti del sorpasso al termine di un'azione fantastica: passaggio di Gower per Canale che trovava lo spiraglio giusto per far breccia nella difesa avversaria, poi Canavosio a sostegno raccoglieva e schiacciava in meta, tra il tripudio del Flaminio. Bergamasco trasformava senza difficoltà e l'Italia si portava a +4. La Scozia reagiva rabbiosamente, portandosi subito oltre la linea dei 22 metri degli azzurri. La mischia azzurra, tuttavia, è stata immensa nel recuperare un ovale vitale ad un soffio dalla linea di meta. Il finale, poi, è stato al cardiopalma: scaduti gli 80 minuti regolamentari, i britannici hanno intrapreso l'ultimo, disperato attacco, con i guerrieri azzurri che però si difendevano strenuamente. Alla fine l'agognato fischio finale dell'arbitro. L'Italia torna a vincere nel Sei Nazioni dopo due anni e dice addio al cucchiaio di legno. Gli azzurri hanno ottenuto il successo con una grande prova difensiva, anche se con l'ingresso di Canavosio (che potrebbe essere riconfermato nel prossimo match) , la manovra offensiva è stata finalmente brillante. I soliti problemi sono emersi nelle rimesse laterali, sulle quali il ct Mallet dovrà lavorare ancora molto. L'impressione, comunque, è questa Italia compia miglioramenti partita dopo partita. Prossimo appuntamento sarà quello con la Francia, il 14 marzo: i gladiatori azzurri si presenteranno a Parigi senza paura.

Federico Militello

'I Love Olympia': Fontana si scaglia contro tecnici e squadra


Durissimo sfogo per l’azzurra Arianna Fontana dopo l’eliminazione dai quarti di finale dei 1000 metri, ultima gara del programma a cinque cerchi. La 19enne di Sondrio, bronzo nei 500 metri, ha attaccato tutti, tecnici e compagni di squadra. Sugli allenatori la presa di posizione è stata lapidaria: ‘’Certe nazioni crescono sempre di più, mentre noi facciamo ogni volta un passo indietro. Ci facciamo un ‘mazzo’ così ed i risultati non arrivano. Ho fatto la metà di quello che dicevano gli allenatori, mi sono dovuta autogestire perché per loro non esiste il riposo. Dicendo queste cose spero di aver smosso le acque, perché altrimenti è dura andare avanti così. Dobbiamo migliorare sia nella tecnica che con gli attrezzi, i nostri allenatori dicono che contano poco ma non è vero’’.
Arianna ha voluto anche smentire una sua eventuale ripicca (la mancata partecipazione alla finale B della staffetta) per il trattamento ricevuto dal fidanzato Roberto Serra (escluso dai 500 a favore dell’oriundo Nicolas Bean): ‘’Ho rinunciato alla finale B perché mi sentivo poco bene. E subito sono uscite fuori delle voci assurde. Hanno detto che io avrei rinunciato per ripicca nei confronti dei tecnici che non hanno fatto correre il mio ragazzo, ma non è affatto vero. Lui è grande e grosso e sa difendersi da solo’’. Infine il giovane (e forse unico) talento dello short track italiano ha voluto rispondere anche alle affermazioni del compagno di squadra Yuri Confortola, che nei giorni scorsi l’aveva accusata di essersi montata la testa dopo la medaglia olimpica: ‘’Mi dispiace per quel che ha detto Confortola. Non mi conosce e non si doveva azzardare a dire certe cose. Io non me la tiro, non mi credo chissà chi, non mi sono mai comportata male e chi mi conosce sa chi sono davvero. La verità è che non siamo mai stati una squadra, sono 4 anni che non andiamo d’accordo, però hanno voluto sempre tenere nascosta questa cosa. Sono arrivata a questa gara che non ce la facevo più! Ma la mia coscienza è a posto, ho detto quello che mi sentivo di dire. Non ho mai avuto un rapporto con i compagni di squadra, che ora non mi parlano nemmeno più. Non ho paura di quello che succederà adesso. Petrucci ha detto che queste situazioni vanno risolte’’.
Pronta la risposta del c.t. Fabio Magarotto: ‘’Siamo contenti per la medaglia di Arianna, sia per noi che per la Federazione. Del resto parleremo a bocce ferme. Io porto avanti il mio ruolo con il massimo della professionalità’’. L’impressione è che la polemica sia appena cominciata: la pattinatrice italiana ha sollevato un polverone che ben difficilmente si potrà dissolvere senza lasciare strascichi negativi.

Federico Militello

'I Love Olympia': Il Canada vola in testa al Medagliere


Grande festa per il pubblico del Pacific Coliseum: gli atleti canadesi hanno trionfato nelle ultime due gare del programma olimpico dello short track maschile, i 500 metri e la staffetta.
Nella gara più breve si è imposto il campione del mondo Charles Hamelis, che ha preceduto in una finale tiratissima il sud coreano Si-Bak Sung ed il connazionale Francois-Louis Tremblay. Quest’ultimo è stato danneggiato nell’atto finale da una scorrettezza del campione olimpico in carica, l’americano Apolo Anton Ohno, che è stato squalificato al termine della competizione.
Nella staffetta, poi, i padroni di casa hanno realizzato la grande impresa di sconfiggere la corazzata della Corea del Sud, uscita quindi fortemente ridimensionata da questi Giochi Olimpici. L’atto finale è stato incertissimo sino alla fine, con Canada, Corea, Usa e Cina in piena lotta per l’oro. Alla fine le quattro nazionali sono giunte sul traguardo raggruppate nello spazio di 4 decimi: gli statunitensi hanno agguantato il bronzo, mentre i cinesi si sono accontentati del quarto posto. Nella prova conclusiva era presente anche la Francia, essendo stata ‘avanzata’ per una scorrettezza dell’Italia in semifinale. I transalpini, tuttavia, si sono rivelati nettamente inferiori all’agguerrita concorrenza ed hanno concluso quinti a 7 secondi dai canadesi.
‘’Sapevamo che la vittoria era un risultato possibile ed ce l’abbiamo fatta. La nostra tattica di chiamava ‘Operazione Cobra’, ovvero contavamo di portare Tremblay in testa prima dell’inizio degli ultimi due giri, perché sapevamo che non si sarebbe fatto sorpassare. Così è stato. Oggi per me è un giorno memorabile, mi sembra di sognare: prima l’oro nei 500 e poi nella staffetta. Super!’’ la dichiarazione gioiosa di Charles Hamelin. Soddisfatto anche il fuoriclasse Ohno: ‘’ Oggi abbiamo dato il 100 % delle nostre possibilità e non abbiamo nulla da recriminare. Il nostro è un gruppo molto giovane, con un gran futuro davanti a sé. Questo bronzo, tuttavia, è già un ottimo punto di partenza’’.
Il Canada grazie a queste due medaglie d’oro è salito in testa al medagliere con ben 10 allori e, considerando le tre finali ancora da disputare (curling ed hockey sul ghiaccio), possiede ottime chances di rimanerci.

Federico Militello

'I Love Olympia': Cina imbattibile nello short track femminile


Negli ultimi anni l’ascesa della Cina nello short track femminile è stata inarrestabile ed in queste Olimpiadi di Vancouver ha toccato l’apice: in tutte le gare previste le asiatiche hanno conquistato la medaglia d’oro ed è la prima nazionale rosa a riuscirci nella storia. Ieri è toccato alla fuoriclasse Meng Wang vincere il terzo oro dei suoi straordinari Giochi nei 1000 metri, dopo quelli nei 500 e nella staffetta. L’asiatica ha prevalso in finale sull’americana Katherine Reutter per 111 millesimi, mentre la coreana Seung-Hi Park si è aggiudicata la medaglia di bronzo. Quest’ultima è stata favorita dalla squalifica dell’altra cinese Yang Zhou, superlativa nello stabilire in semifinale il nuovo primato mondiale (1:29.049).
‘’Dedico questa mia seconda vittoria individuale a tutto il team: la Cina ha dominato tutte le gare dello short track femminile ed è fantastico. Siamo le migliori. Nei giorni scorsi non sono stata molto bene e ringrazio i medici della nazionale per il supporto nei miei confronti. Per noi è motivo d’orgoglio aver sconfitto le nostre rivali della Corea del Sud’’ il parere della nuova campionessa olimpica.
Delusa, invece, la Reutter: ‘’Ci ho provato fino all’ultimo metro, ma contro queste cinesi vincere è impossibile’’.
Eliminata nei quarti di finale l’azzurra Arianna Fontana, bronzo nei 500 metri. La 19enne di Sondrio è stata preceduta dalla Meng Wang e dalla russa naturalizzata australiana Tatiana Bordulina.

Federico Militello

'I Love Olympia': Germania regina dell'alpino femminile


Lo sci alpino femminile ha visto il grande dominio della Germania in questi Giochi Olimpici, con le atlete teutoniche fenomenali nell'aggiudicarsi ben 3 medaglie d'oro su 5, eguagliando così il risultato già conseguito a Nagano 1998. Nella giornata odierna la fuoriclasse Maria Riesch ha bissato il successo della SuperCombinata, trionfando anche nello Slalom Speciale, specialità di cui è tra l'altro campionessa del mondo in carica. La 25enne tedesca, in testa dopo la prima manche, ha preceduto di 43 centesimi una straordinaria Marlies Schild, autrice del miglior tempo nella seconda frazione. L'austriaca è tornata ad altissimi livelli dopo il grave infortunio ai legamenti patito nella scorsa stagione ed avrebbe anche potuto vincere se non avesse commesso una grave indecisione nella prima discesa. Per la 28enne di Saalfelden, inoltre, si tratta della terza medaglia olimpica in carriera, dopo l'argento ed il bronzo a Torino 2006, rispettivamente in Combinata e Slalom. Medaglia di bronzo per la ceca Sarka Zahrobska, sempre più donna da grandi appuntamenti: la sciatrice dell'Est Europa, infatti, ha vinto un oro mondiale nel 2007, un argento nel 2009 ed un bronzo nel 2005. Ora è arrivata anche la consacrazione nell'evento a cinque cerchi.
Discreta prova per l'azzurra Nicole Gius, ottava dopo la prima manche e nella medesima posizione anche al termine della gara, staccata di ben 2.12 secondi dalla Riesch. Piccola reazione d'orgoglio, invece, per Manuela Moellg, risalita in 11ma piazza dopo un deludente 24mo posto nella frazione iniziale. Indietro anche Denise Karbon, 18ma e probabilmente alla sua ultima Olimpiade, mentre non ha terminato la prova Chiara Costazza, che ha faticato oltremodo a ritrovarsi sui livelli del 2008 nella stagione del post-infortunio.
Domani l'Italia si giocherà la sua ultima carta nello Slalom maschile: Giuliano Razzoli.

Federico Militello

'I Love Olympia': Finale Usa-Canada. Italia fuori ai quarti


Saranno il Canada e gli Stati Uniti a giocarsi il titolo olimpico del team-pursuit nello speed skating. Finale sorprendente, dalla quale è stata esclusa la grande favorita Olanda, eliminata in semifinale dagli americani per 40 centesimi. Il terzetto statunitense composto da Chad Hedrick, Brian Hansen e Jonathan Kuck (che ha sostituito per scelta tecnica Trevor Marsicano, impegnato nel turno precedente), è partito a razzo contro i tulipani, guadagnando quasi 2 secondi di vantaggio nella prima parte di gara. Nell’ultimo giro, però, l’Olanda sembrava recuperare grazie ad una poderosa azione di Sven Kramer, tuttavia gli yankees riuscivano a stringere i denti ed a mantenere un piccolo margine di vantaggio. Senza Shani Davis, autoesclusosi dalla squadra prima dell’inizio delle Olimpiadi, quella realizzata dagli Usa è stata una vera e propria impresa.
Molto convincente anche il cammino del Canada verso la finale. I padroni di casa Mathieu Giroux, Lukas Makowsky e Denny Morrison hanno prevalso di oltre 4 secondi sull’Italia nei quarti di finale, in quella che era la rivincita dell’atto conclusivo di Torino 2006. Gli atleti della Foglia d’acero hanno surclassato gli azzurri sin dal primo metro, realizzando anche il nuovo record olimpico (3:42.38). Il terzetto italiano, invece, è parso poco brillante, con un Enrico Fabris ancora una volta al di sotto delle aspettative: per il 28enne di Asiago si conclude un’Olimpiade da dimenticare, con il settimo posto nei 5000 metri come miglior risultato individuale.
Dopo l’agevole successo sugli azzurri, il Canada ha dovuto soffrire più del previsto in semifinale contro la Norvegia di Havard Bokko, in grande rimonta nella seconda metà di gara. I nord-americani, però, si sono resi artefici di un’altra strepitosa prestazione, abbassando nuovamente il record dei Giochi (3:42.22): contro gli Usa, dunque, partiranno favoriti per la conquista della medaglia d’oro. Nella finalina per il bronzo, invece, l’Olanda, almeno sulla carta, sembra avere qualcosa in più degli scandinavi. Tornerà sul ghiaccio anche l’Italia per la sfida alla Corea del Sud, valida per la quinta posizione: una magra consolazione per quella che era la nazionale campione in carica.

Federico Militello

venerdì 26 febbraio 2010

'I Love Olympia': Carolina e tutto il mondo contro


Il risultato dell'Olimpiade di Carolina Kostner non ha bisogno di commenti: sedicesimo posto con un modestissimo punteggio di 151.90, condito da ben tre cadute. Quella di ieri è stata la peggior prestazione della carriera per la pattinatrice azzurra. Ritengo ingiuste e fuori luogo, tuttavia, le pesanti critiche subite dalla 23enne altoatesina: affermare che Carolina non sia una campionessa ma solo una 'discreta' atleta, o sostenere che non abbia le qualità tecniche per competere ad alto livello, significa aver dimenticato troppo in fretta il passato. La Kostner ha vinto 3 medaglie d'oro agli Europei, dove, obiettivamente, il livello si è decisamente abbassato nelle ultime stagioni. Non bisogna dimenticare, però, che Carolina ha spesso brillato anche nelle manifestazioni iridate, dove ha colto un bronzo nel 2005 ed un argento nel 2008 (2 anni fa, non 20). Il problema dell'azzurra sono, da sempre, le Olimpiadi. In questo grande evento la tensione ne logora la mente, la pressione pesa come un macigno e l'amato ghiaccio diventa all'improvviso un incubo da cui vorrebbe fuggire. Negli ultimi anni l'ascesa dell'Asia (Corea del Sud e Giappone) in questa disciplina è stata prepotente ed inesorabile, con atlete che hanno basato i loro successi sulla perfetta esecuzione dei salti, ovvero il tallone d'Achille di Carolina. Questo fattore ha inevitabilmente tolto tranquillità all'altoatesina, minandone le certezze interiori. Insomma, la Kostner non ha saputo reagire all'esplosione delle varie Na Kim, Asada e Ando: al loro cospetto è parsa sempre tesa, realizzando delle gare molto al di sotto delle aspettative. Agli Europei, invece, ha pattinato e vinto in tranquillità, perché consapevole di essere la migliore. Insomma, in Carolina è sorto una specie di complesso di inferiorità. Come potrà superarlo? Cercando da sola dentro di sé la giusta convinzione e la consapevolezza di poter dare ancora molto a questo sport. Gli psicologi non servono in quella che si preannuncia una battaglia tra Carolina e le proprie paure. A 23 anni il tempo per un'altra Olimpiade ci sarebbe, ma sarà necessario valutare quali e quante saranno le motivazioni dell'italiana per proseguire la propria avventura. Non si deve dimenticare che la Kostner, Giochi Olimpici a parte, ha ottenuto dei risultati mai conosciuti prima dall'Italia in questo sport e grazie a lei il pattinaggio ha usufruito di una grande diffusione, i cui benefici si potranno notare in futuro. Attaccare a ruota libera Carolina non è stato coerente e di sicuro non l'ha aiutata a reagire. A Torino, fra circa un mese, si disputeranno i Mondiali: il destino benevolo presenta alla giovane italiana l'opportunità del riscatto.

Federico Militello

giovedì 25 febbraio 2010

'I Love Olympia': Pittin, un ottimo settimo posto!


Alessandro Pittin si è confermato ancora una volta nell'elite della combinata nordica mondiale e nella gara dal 'trampolino grande', quella a lui meno congeniale, ha ottenuto una brillante settima posizione. Il campione di Tolmezzo si è difeso più che discretamente nel salto, dove ha ripetuto la stessa misura della gara a squadre: 122.5 metri per lui e tredicesimo posto come base di partenza nel fondo. Nella prova dal trampolino si è imposto lo specialista austriaco Bernhard Gruber con un balzo da 134 metri, mentre tra i big i soli americani Johnny Spillane e Bill Demong sono riusciti a contenere il distacco intorno ai 40 secondi. Ottimo settimo l'azzurro Lukas Runggaldier (126.5), in continua crescita e dal sicuro avvenire. Disastrosa, invece, la prestazione del favoritissimo francese Jason Lamy Chappuis, autore di un salto modesto che lo ha messo fuori gioco sin da subito per le medaglie (113 metri e ventinovesima piazza). Nella prova di fondo Pittin scattava con 1'13'' secondi da Gruber, ma, soprattutto, con circa 30 secondi dagli statunitensi Spillane e Demong, dei veri fuoriclasse. Questi ultimi in breve tempo agganciavano l'austriaco in testa alla gara, mentre dietro si formava un gruppone formato da atleti di spessore, tra i quali Manninen, Stecher, Lodwick e lo stesso Pittin. Il terzetto di testa, tuttavia, ha mantenuto sempre un vantaggio rassicurante, avvantaggiato dall'estremo tatticismo formatosi tra gli inseguitori. Negli ultimi 800 metri Demong salutava i compagni di viaggio e volava verso la medaglia d'oro, con Demong, argento, a completare una memorabile doppietta per gli Usa. Bronzo a sorpresa per Gruber, bravo a resistere strenuamente sugli sci stretti, impresa non da poco per lui che nasce come saltatore quasi puro. Quarto posto per un deluso Manninen: il finlandese, probabilmente il combinatista più forte di tutti i tempi, conclude la carriera senza aver mai conquistato una medaglia individuale alle Olimpiadi. Il nostro Alessandro Pittin ha chiuso settimo e soddisfatto: per il 20enne friulano l'Olimpiade canadese ha rappresentato al tempo stesso sia la consacrazione definitiva ad alto livello che una solida base di partenza in vista di un futuro radioso. Nei prossimi anni il giovane campione azzurro sarà in grado di competere per la vittoria della Coppa del Mondo assoluta, oltre che, naturalmente, per Mondiali ed Olimpiadi. Alessandro è sempre più costante nei piazzamenti e, soprattutto, mostra una grande forza mentale, quella che solo i fuoriclasse possiedono: siamo solo all'inizio di una carriera che si annuncia brillante. Se ora la combinata nordica suscita interesse in Italia, inoltre, il merito è solo dell'atleta di Tolmezzo. E' da rimarcare, poi, come attorno a Pittin cresca bene anche il resto della squadra: straordinario l'undicesimo posto odierno di Runggaldier, che proprio alle Olimpiadi ha ottenuto, per ora, il miglior risultato in carriera. Bene anche Bauer e Michielli, rispettivamente 21mo e 23mo. In queste Olimpiadi, almeno nella combinata nordica, si è potuta ammirare l'Italia più forte di sempre.

Federico Militello

'I Love Olympia': Rebensburg oro a 20 anni. L'Italia è scomparsa


Un ritorno ai Giochi Olimpici di Innsbruck 1976: all'epoca era consuetudine la disputa dello Slalom Gigante in due giorni separati. A distanza di 34 anni l'antica usanza si è ripetuta, a causa delle fitta nebbia che ha costretto gli organizzatori a rinviare ad oggi la seconda manche. Medaglia d'oro per la 20enne tedesca Viktoria Rebensburg, sciatrice in ascesa e dal potenziale immenso. Quest'anno la teutonica si era messa in luce in Coppa del Mondo con un podio nella gara di Cortina, dove tra l'altro sbagliò moltissimo. Questa volta, invece, è stata perfetta ed ha preceduto di appena 4 centesimi la slovena Tina Maze, al secondo argento di questi Giochi dopo quello in SuperG. Medaglia di bronzo per Elisabeth Goergl: l'austriaca, in testa dopo la prima frazione, ha pagato una visibilità visibilmente peggiorata nella parte alta a causa della nebbia (ancora lei!). Per la 29enne di Bruck an der Mur si tratta del secondo bronzo in queste Olimpiadi dopo quello in Discesa Libera, anche se i 14 centesimi che la separano dalla Rebensburg profumano di beffa.
Nessuna azzurra tra le prime dieci, un crollo in linea con i risultati deprimenti di questa edizione a cinque cerchi. Denise Karbon, dopo il gravissimo errore della prima manche, è scattata dalla 30ma piazza e, con il miglior tempo della seconda discesa, è risalita sino alla 23ma: il rimpianto non potrà che attanagliare l'altoatesina, alla quale rimane comunque lo Slalom di domani. Manuela Moellg, invece, era teoricamente in lotta per il podio, ma è stata artefice di una prestazione sconcertante, sempre aggrappata agli spigoli ed in trattenuta: inevitabile il 17mo posto complessivo. Non bene anche Federica Brignone, 18ma, e Nicole Gius, 20ma. Come successo ai colleghi uomini, anche le azzurre sono mancate proprio nel momento più importante della stagione. Ora rimane lo Slalom, forse la disciplina a noi più ostica in campo femminile. Poi, finalmente, sarà il tempo dei processi.

Federico Militello

'I Love Olympia': Pittin sogna una nuova impresa


La combinata nordica è giunta all'ultimo atto di questa edizione olimpica: alle ore 19 scatta la gara dal 'trampolino grande', con l'attesa prova di salto. Bisognerà aspettare 3 ore, poi, per i decisivi 10 km di fondo. Il grande favorito sarà il francese Jason Lamy Chappuis, già medaglia d'oro nella competizione inaugurale di questi Giochi. Il 24enne transalpino ha mostrato in questa stagione una superiorità netta nel salto con gli sci e sul trampolino odierno potrebbe raggiungere anche una misura intorno ai 138 metri, ipotecando così il secondo alloro. Inoltre il campione franco-americano (nato a Missoula, nel Montana, prima di trasferirsi in tenerà età nella sua Terra d'origine, la Francia) si è rivelato formidabile nelle volate finali, essendo dotato di una progressione impressionante nei metri finali di pista. Battere Chappuis, dunque, non sarà affatto facile e per farlo occorrerà non essergli troppo distante dopo la competizione del salto. I rivali più accreditati per il successo finale saranno il norvegese Magnus Moan, di gran lunga il migliore al mondo nel fondo, l'austriaco Felix Gottwald e gli americani Bill Demong, Johnny Spillane (argento dal 'trampolino piccolo') e Todd Lodwick. Proverà ad inserirsi nella battaglia per il podio anche l'azzurro Alessandro Pittin. Il 20enne friulano gareggerà dal trampolino che meno gradisce, poiché non ha ancora raggiunto la giusta continuità su distanze più lunghe. Nella prova a squadre il giovane talento italiano non ha brillato, effettuando un salto piuttosto corto (appena 122.5 metri): se riuscirà a migliorarsi, magari volando intorno ai 130 metri, allora nel fondo nessun risultato gli sarà precluso. Pittin soffre le condizioni di vento instabili, problema che potrà essere risolto solo con l'accumularsi dell'esperienza. ''Sono tranquillo, per me non è cambiato nulla dopo lo storico bronzo. Ancora non mi rendo conto di ciò che ho fatto, forse lo capirò dopo le Olimpiadi. Sono rimasto lo stesso Alessandro di sempre. Oggi proverò a non perdere molto nella prova di salto, poi so che nel fondo posso fare molto bene. Insomma, non ho nulla da perdere e ci proverò'', il parere di Pittin alla vigilia della gara. L'impressione è che questo ragazzo non si sia ancora accontentato e proverà anche oggi il colpaccio: la sua classe innata ed il suo talento indiscutibile potranno consentirgli di ben figurare anche in questa circostanza.

Federico Militello

'I Love Olympia': Doppietta canadese nel Bob femminile


Inarrivabile Kaillie Humphries. La 24enne di Calgary ha dominato la prova femminile di bob a 2 sin dalla discesa iniziale, conquistando il primo titolo olimpico in carriera. L’atleta della Foglia d’acero è parsa di un altro pianeta sul budello di Whistler, come testimonia il record della pista abbassato per tre volte consecutive nelle prime tre discese. Nell’ultima manche, invece, la campionessa a cinque cerchi si è limitata ad amministrare il cospicuo vantaggio, ‘lasciando’ il best time dell’ultima prova alla connazionale Helen Upperton, medaglia d’argento a ben 85 centesimi dalla Humphries. Quest’ultima, inoltre, si è presa una rivincita nei confronti della propria Federazione, che la escluse dalla spedizione olimpica di Torino 2006. Medaglia di bronzo per l’americana Erin Pac, seconda dopo le prime tre discese ma autrice di una scialba quarta frazione, conclusa appena con l’ottava tempo.
‘’Sì, Torino ormai è definitivamente alle spalle, ma non voglio di certo dimenticare: seppur triste, è stata comunque una pagina di storia della mia vita. Sono consapevole di aver realizzato qualcosa di grande. Prima della partenza io e la mia compagna Heather Moyse ci siamo caricate cantando ’I got a feeling’ dei Black-Eyed Peas perché è il nostro modo di fare, siamo sempre allegre’’, l’entusiastico commento della Humphries.
Grande delusione, invece, per la campionessa uscente tedesca Sandra Kiriasis, che ha abdicato con un amaro quarto posto a 1.53 dalla prima posizione. La 35enne teutonica nelle due giornate di gara non è riuscita a realizzare delle discese pulite, commettendo sempre dei piccoli errori. Non hanno concluso la competizione olimpica, invece, la campionessa del mondo britannica Nicola Minichiello e la fortissima tedesca Corinna Martini, entrambe vittime di un ribaltamento. Molte atlete a tal proposito hanno più volte sottolineato la pericolosità del discusso budello di Whistler Mountain. Emblematico il parere della statunitense Shauna Rohbock (sesta alla fine): ‘’Se due tra le migliori interpreti al mondo di questo sport si ribaltano sulla stessa pista, allora è chiaro che c’è qualcosa che non va’.
Tredicesima posizione per l'italiana Jessica Gillarduzzi, in leggero progresso rispetto agli standard stagionali.

Federico Militello

mercoledì 24 febbraio 2010

'I Love Olympia': La staffetta azzurra al passo d'addio


Dopo cinque Olimpiadi consecutive sul podio, la staffetta italiana maschile dello sci di fondo ha abdicato. Il nono posto finale è emblematico di una squadra logorata dall'inesorabile scorrere del tempo, ormai l'ombra sbiadita di quella che trionfò a Torino 2006. Nella prima frazione Valerio Checchi (30 anni, unica novità rispetto al quartetto d'oro) sembrava aver recuperato dal problema muscolare che lo aveva afflitto la scorsa settimana e nei primi 6 km manteneva il ritmo dei migliori con il passo alternato. Poi l'inaspettato attacco del francese Gaillard faceva selezione ed il laziale giungeva al cambio con 26 secondi dalla vetta. Il divario dalle prime piazze si è ingigantiva poi con la prova di Giorgio Di Centa (37 anni), a suo dire danneggiato da un'errata scelta negli sci. A metà gara un terzetto composto da Svezia, Francia e Repubblica Ceca prendeva il largo, con Germania e Norvegia poco dietro. Gli azzurri, invece, crollavano in maniera definitiva: 1'06'', troppi per un eventuale rimonta di Piller Cottrer (35 anni). Anche il sappadino, argento nella 15 km skating, è parso tuttavia poco brillante, non riuscendo a guadagnare molti secondi. L'ultima frazione è stata a dir poco spettacolare, con la grande rimonta del norvegese Northug giunto a soli 15 secondi dal trio di testa. A questo punto lo svedese Hellner piazzava l'allungo decisivo, regalando al suo Paese meritata medaglia d'oro. Il fenomeno Northug, con una volata delle sue, agguantava l'argento, mentre la Repubblica Ceca beffava la Francia proprio sul rettilineo finale. L'ultimo staffettista azzurro, Cristian Zorzi (37 anni), giungeva al traguardo stanco e rassegnato, con un margine abissale dai vincitori di oltre due minuti.
A Whistler Mountain si è chiusa la grande era del fondo azzurro, cominciata ad inizio anni '90 dai vari Vanzetta, Fauner e De Zolt e terminata con campioni del calibro di Valbusa, Piller Cottrer, Di Centa e lo stesso Zorzi. All'orizzonte non si intravedono talenti, se non quello di Dietmar Noeckler che sta dominando la Coppa Europa. Urge rinnovare dalle fondamenta, creando un progetto serio che sappia valorizzare i giovani e soprattutto creare atleti polivalenti, abili in entrambe le tecniche di sciata. Queste grandi delusioni olimpiche dovranno fungere da stimolo per ripartire con umiltà verso un futuro che possa essere nuovamente glorioso. Serviranno anni e forse 4 non basteranno. La rivoluzione, però, è inevitabile.

Federico Militello

Notizie in breve


Pallanuoto: continua la marcia trionfale del Settebello nella World League. Gli azzurri hanno letteralmente surclassato in trasferta la Germania, prevalendo per 11-4 (10-1 dopo tre tempi!). La nazionale italiana ha mostrato una grande compattezza difensiva, esaltata dalle grandi parate di Tempesti. Molto buone anche le trame d'attacco, con ben otto giocatori andati a segno. L'Italia è in testa a punteggio pieno nel girone 1, con tre punti di vantaggio sul Montenegro. Prossima sfida il 16 marzo, contro la Francia.

Ginnastica artistica: ai campionati italiani è tornata alla gare la fuoriclasse Vanessa Ferrari, ferma da quasi un anno a causa di un grave infortunio. La bresciana si è comportata ottimamente alla trave ed alle parallele asimmetriche, dove ha ottenuto il punteggio di 14.400.

Basket: la Federazione italiana è in pressing sulla Fiba per la naturalizzazione di Benjamin Eze, centro nigeriano di Siena, da tre anni cittadino della Repubblica per matrimonio. Vi è tuttavia un ostacolo da superare: il 29enne Lagos ha già rappresentato la Nigeria in un torneo under19, quindi per regolamento non potrebbe vestire la casacca di nessun'altra nazionale. Alcuni casi del passato, tuttavia, sembrano contraddire questa normativa, quindi i burocrati federali sono all'opera per la risoluzione del caso. Inutile dire come un centro di questa caratura manchi al momento alla nostra Nazionale.

Tennis: Andreas Seppi, nonostante la volontà di misurarsi in Coppa Davis nel 2010, è stato convocato dal capitano Barazzutti per la sfida alla Bielorussia nella prima settimana di marzo. A questo punto il giocatore altoatesino sembra obbligato a scendere in campo, pena l'inevitabile squalifica da parte della Fit.

Federico Militello

Raikkonen, ripensamento in vista?


Kimi Raikkonen non ha iniziato nel migliore dei modi l'avventura nel campionato del mondo Rally. In Svezia, già nella ricognizione pre-gara, il finlandese è rimasto vittima di una collusione con un altro concorrente, prima di naufragare in 30ma piazza nella competizione vera e propria. Su un terreno cosparso di neve e ghiaccio, l'ex ferrarista non è riuscito a trovare il giusto feeling con la sua Citroen C4, essendo sempre molto distante dai migliori in termini di tempo. Nella prima giornata di speciali, inoltre, il finnico ha commesso un grave errore, finendo fuori pista e perdendo ben 25 minuti. Il passaggio dalla F1 al mondo dei Rally, dunque, è tutt'altro che agevole e Raikkonen comincia ad averne la prova. Si tratta, infatti, di due mondi totalmente differenti, con ritmi e stili di guida agli antipodi. A 30 anni, poi, il cambio di disciplina è ancor più complicato. Voci di mercato, intanto, parlano di un possibile ritorno del campione del mondo finlandese in F1 a partire dal 2011: è reale l'interessamento della Red Bull e l'intesa con il pilota sembra vicina. Insomma, il finlandese dopo una gara nei Rally volge subito lo sguardo al suo vecchio mondo: nostalgia canaglia Kimi?

Federico Militello

martedì 23 febbraio 2010

'I Love Olympia': decimo posto per i combinatisti azzurri


Un'esperienza positiva e preziosa in vista del futuro. Deve essere valutata in questo modo la prova della staffetta italiana di combinata nordica, giunta decima all'arrivo su dieci squadre partecipanti (nonostante tutto questo è il miglior risultato di sempre per l'Italia!). L'età media dei componenti del quartetto è di 22 anni e, con un talento già consacrato come Alessandro Pittin a fungere da traino per l'intero movimento, i margini di crescita sono enormi, a partire già dalla prossima stagione. Gli azzurri come nelle previsioni hanno sofferto nella prova di salto disputatasi dal 'trampolino grande'. Il migliore è stato Lukas Runggaldier con 126.5 metri, mentre ha deluso parzialmente Pittin con 122.5, misura che il 20enne friulano dovrà nettamente migliorare nella gara individuale di giovedì se vorrà cullare nuove ambizioni di medaglia. Molto corti, invece, i balzi di Giuseppe Michielli ed Armin Bauer, rispettivamente 112.5 e 114 metri. La staffetta tricolore, quindi, è scattata in ultima piazza nella prova di fondo, staccata 2'19'' dal primo posto della Finlandia. Pittin è stato autore di una buona frazione iniziale, essendo riuscito ad avvicinare la formazione della Svizzera. Successivamente gli altri tre azzurri si sono difesi dignitosamente: alla fine il distacco dalla vincitrice, l'Austria, è stato di 4'42''. Il team biancorosso ha trionfato con un'imperiale accelerazione finale di Mario Stechert, bravo a precedere di 5 secondi l'americano Bill Demong. La favoritissima nazionale a stelle e strisce, quindi, si è dovuta accontentare dell'argento. Medaglia di bronzo per una sempre coriacea Germania, che ha preceduto la Francia di Lamy Chappuis (il transalpino sarà l'indiscusso uomo da battere nella gara individuale). Deludente settimo posto, infine, per la Finlandia, che si impose a Torino 2006.
L'ultima gara olimpica della combinata nordica sarà quella dal 'trampolino grande', di scena giovedì 25 febbraio (ore 19 il salto, ore 22 la prova di fondo). Pittin, con la tranquillità derivante dal grande risultato già ottenuto, potrà andare a caccia di una nuova, grande impresa.

Federico Militello

'I Love Olympia': Naufragio Gigante!


Non è arrivata nemmeno dallo Slalom Gigante l'attesa medaglia per lo sci alpino maschile italiano. Max Blardone era quarto al termine della prima manche, prima di realizzare una seconda frazione opaca e concludere in un'anonima undicesima piazza. Il 30enne di Domodossola conferma il suo rapporto non idilliaco con Mondiali e Olimpiadi, nei quali non ha mai conquistato un solo metallo prezioso. Per il resto della squadra, inoltre, la competizione di Whistler Mountain si è rivelata una vera e propria Caporetto: 18mo Ploner, 19mo l'atteso Simoncelli (frenato da un problema al ginocchio), 22mo Moellg. Le condizioni della neve ed il tracciato troppo semplice non hanno favorito la tecnica degli azzurri, anche se non è corretto cercare alibi. Sono anni che gli italiani faticano oltremodo quando la pista non è ghiacciata: perché non si riesce ad eliminare questa difficoltà latente? Il rimedio per i prossimi anni dovrà essere la polivalenza: nello sci moderno la specializzazione non paga, se non nelle grandi classiche di Coppa del Mondo (Adelboden, Alta Badia). Invece nelle gare di un giorno, disegnate sempre ed inevitabilmente sui pendii per le prove veloci, quasi sempre si impongono gli atleti completi, quelli a proprio agio anche ad alte velocità. Oggi per l'appunto la vittoria è stata appannaggio dello svizzero Janka , un campione vero che a soli 23 anni ha conquistato nel giro di due stagioni una strepitosa doppietta d'oro: Mondiali ed Olimpiadi. L'elvetico, già tra i migliori anche in Discesa e SuperG, sarà probabilmente il dominatore delle prossime stagioni. Argento e bronzo per la Norvegia, rispettivamente con Jansrud e Svindal (quest'ultimo alla seconda medaglia di questi Giochi dopo l'oro in SuperG).
'Hanno vinto i migliori, non si devono cercare alibi nella neve o nella pista. Complimenti a loro', l'onesto commento di Max Blardone al traguardo. La squadra di Gigante ha realizzato la peggior gara dell'anno, addirittura fuori dalla top10. Ancora una volta, purtroppo, è successo nella competizione più importante.

Federico Militello

Lippi: in Sud Africa una Nazionale di over 30


Marcello Lippi comincia a scoprire le carte in vista del Sud Africa: ''sì, sarà un'Italia con tanti ultra-trentenni. In queste grandi manifestazioni di un mese conta l'esperienza ed un paio d'anni in più o in meno di certo non fanno la differenza'', il pensiero del ct. Il tecnico viareggino ha pubblicamente riaperto le porte dell'azzurro ad Alessandro Nesta, con il quale ha ammesso di aver avuto un colloquio in proposito. Lippi ha compreso come sia a dir poco problematica la situazione della difesa tricolore, con un'unica certezza, Giorgio Chiellini, e le tante incognite legate ai rendimenti di Cannavaro, Legrottaglie e Gamberini. Il ritorno dello stopper romano sarebbe fondamentale nello scacchiere azzurro. Sotto osservazione anche Leonardo Bonucci, centrale di talento rivelatosi quest'anno nel Bari e seguito dal City di Roberto Mancini. Per il ruolo di terzino, inoltre, Fabio Grosso sta vivendo una stagione anonima nella Juventus e con la gestione Zaccheroni è finito addirittura in panchina, sopravanzato nelle gerarchie da Paolo De Ceglie: l'eroe di Berlino sarà convocato per debito di riconoscenza? Importante poi il ritorno ad alti livelli di Daniele Bonera, con il quale Lippi potrebbe aver risolto il vuoto sulla corsia di destra e trovato un preziosissimo jolly difensivo.
Oltre a quello di Nesta, appare scontato anche quello di Francesco Totti: se il romanista sarà sano a fine stagione (cosa tutt'altro che scontata visti gli attuali e continui acciacchi), di sicuro parteciperà alla competizione iridata.
Nelle ultime amichevoli pre-mondiali (mercoledì 3 marzo si gioca Italia-Camerun) potrebbe esserci spazio anche per alcuni debuttanti che hanno brillato in campionato: Andrea Cossu del Cagliari e Marco Rossi del Genoa i nomi più probabili.
Insomma, Lippi ha in mente una Nazionale molto simile nell'ossatura a quella che trionfò in Germania 4 anni or sono. In questo arco di tempo i giovani calciatori azzurri non hanno compiuto l'atteso salto di qualità e ciò è testimoniato da una considerazione emblematica: quale difensore under 30 è al momento superiore a Nesta? E un attaccante della stessa età possiede la classe di Totti? Emerge chiaramente, quindi, la necessità di far ricorso ai grandi e sempre affidabili veterani. L'esperienza certamente è un fattore importante, ma in un Mondiale contano anche brillantezza, capacità di recupero da impegni ravvicinati, dinamismo ed atletismo. Difficilmente una squadra non giovanissima come quella italiana potrà fregiarsi di tutte queste imprescindibili doti.

Federico Militello

lunedì 22 febbraio 2010

'I Love Olympia': Follis, la delusione più grande


Alla vigilia delle Olimpiadi la staffetta a coppie femminile dell'Italia era considerata come la grande favorita per la medaglia d'oro, essendo composta da Arianna Follis (campionessa del mondo in carica) e Magda Genuin, due tra le sprinter più forti del pianeta. Le due azzurre, tuttavia, sono state autrici di una gara spenta e senza lampi, terminata in una mesta quarta posizione. Sempre in difficoltà la Genuin sulle accelerazioni della svedese Kalla, mentre è parsa l'ombra di sé stessa la Follis. Grossa delusione, dunque, per la 32enne di Ivrea, giunta a Vancouver completamente fuori forma e lontana anni luce dalla condizione che le aveva consentito di fare fuoco e fiamme al Tour De Ski di inizio gennaio. Un problema di preparazione o di testa? Alla fine la quarta medaglia di legno dell'Olimpiade azzurra è un risultato giusto, perché le altre nazionali sono state nettamente superiori. Medaglia d'oro a sorpresa per la Germania (Sthele-Nystad), che ha preceduto in volata la favorita Svezia (Kalla-Haag) e la sempre tenace Russia (Khazova-Korosteleva). L'Italia è giunta all'arrivo con ben 10 secondi di svantaggio dalla coppia vincitrice, decisamente troppi. Alla competizione non ha preso parte la norvegese Marit Bjoergen (già due ori per lei in questi Giochi), senza la quale la sua squadra è naufragata in quinta piazza. Il tracciato di gara, infine, si è rivelato durissimo e con il trascorrere dei km le sprinter pure hanno pagato dazio alle donne da lunghe distanze.
In campo maschile prima medaglia d'oro in carriera alle Olimpiadi per il fuoriclasse norvegese Petter Northug, primo sul traguardo al termine di una volata sontuosa nei confronti del tedesco Teichmann e del russo Pethukov. L'Italia, composta da Zorzi e Renato Pasini, non è riuscita a superare i suoi limiti attuali, accontentandosi di un ottavo posto. Questa volta Zorro non è riuscito nel miracolo, ma le 37 primavere sulle spalle cominciano a farsi sentire.
Prossima gara per lo sci di fondo sarà la staffetta tradizionale (a 4), che a Torino 2006 vide trionfare l'Italia. Cosa è cambiato rispetto ad allora? Tutto e niente. Gli interpreti sono per 3/4 gli stessi (Piller, Di Centa e Zorzi), tuttavia invecchiati di 4 anni e sempre più vicini ai 40. Nel frattempo si è ritirato Fulvio Valbusa, eccellente in tecnica classica, ed in questo quadriennio non è emerso un solo giovane dalle buone prospettive. Il mondo, poi, non è rimasto di certo a guardare e gli avversari sono diventati sempre più forti e temibili. Questo quadro desolante induce a comprendere come la medaglia in staffetta, purtroppo, sia solo un miraggio.

Federico Militello

'I Love Olympia': Pittin guida la staffetta azzurra


Dopo l'epico bronzo nella prima gara di queste Olimpiadi, Alessandro Pittin non vuole smettere di riscrivere la storia dello sport italiano. Il prossimo obiettivo sarà quello di trascinare la staffetta azzurra per la prima volta fra le top10 in un'edizione a cinque cerchi. L'impresa appare ampiamente alla portata, poiché il quartetto azzurro è composto, oltre che dal fuoriclasse di Tolmezzo, anche da altri due elementi molto validi come Lukas Runggaldier (sedicesimo nella prima gara) e Giuseppe Michielli (entrato quest'anno per la prima volta tra i migliori 10 in una gara di Coppa del Mondo), molto abili soprattutto nello sci di fondo. L'anello debole, tuttavia, potrebbe essere rappresentato da Armin Bauer, coetaneo di Pittin che ancora fatica ad imporsi a livello internazionale. Se gli azzurri riusciranno a difendersi nella prova di salto, allora nel fondo (4 frazioni da 5 km) potranno costruire un risultato memorabile. Alcune nazionali sono inarrivabili, come Stati Uniti, Germania, Austria, Norvegia e Francia. Subito dopo, però, potrà inserirsi l'Italia, magari con una grande rimonta di Pittin in ultima frazione. Il 19enne friulano sta imprimendo una decisa scossa a tutto il movimento della combinata nordica del nostro Paese, con i suoi compagni di squadra in palese miglioramento ed alcuni giovanissimi che si stanno mettendo in luce in campo juniores come Mattia Runggaldier. Insomma, il quartetto tricolore potrà essere da medaglia tra qualche anno, magari a Sochi 2014. E pensare che sino a 5/6 stagioni fa l'Italia faticava anche solo a schierare una staffetta....

Il Programma

Martedì 23 febbraio: ore 19.30, prova di salto con gli sci
ore 23, prova di sci di fondo

Federico Militello

'I Love Olympia': Germania implacabile nel bob


Una superiorità schiacciante. La Germania è parsa sin dalle prime discese di un altro pianeta ed ha ottenuto una doppietta nel bob a 2, con il 36enne Andrè Lange (nella foto), alla seconda medaglia d’oro in questa disciplina dopo quella di Torino 2006, davanti al connazionale Thomas Florschuetz, medaglia d’argento. Il vincitore è dunque sulla buona strada per ripetere le scorse Olimpiadi, quando si impose anche nel bob a 4. Dopo una prima manche in cui Florschuetz aveva piazzato il record della pista, Lange è salito decisamente in cattedra, realizzando i migliori tempi nelle tre prove successive. Alla fine il fuoriclasse teutonico ha trionfato con 22 centesimi di vantaggio sul più giovane compagno di squadra. Il dominio della Germania è testimoniato dal fatto che il russo Alexandr Zubkov, medaglia di bronzo, ha accumulato un margine di ben 84 centesimi dal primo posto, mentre l’elvetico Ivo Rueegg, quarto, addirittura 1.20 secondi. ‘’Cosa ho fatto oggi non lo capirò sino a quando non salirò sul podio per la cerimonia di premiazione. In Germania c’è una forte competizione interna che ci avvantaggia sul resto del mondo. Inoltre abbiamo svolto un duro lavoro sui materiali e sulla ricerca. I risultati si sono visti. Questo è un giorno speciale’’, il commento post-gara di Lange.
Delusione per il padrone di casa Pierre Lueders, quarto, mentre non è andato oltre la quinta piazza uno dei grandi favoriti, l’americano Steven Holcomb. Quest’ultimo punterà ora sulla competizione a 4, della quale è il detentore della sfera di cristallo.
Il 40enne italiano Fabrizio Tosini ha concluso la sua gara in 17ma posizione, mentre Simone Bertazzo è stato squalificato al termine della terza manche a causa di un peso della slitta minore di quello consentito.

Federico Militello

domenica 21 febbraio 2010

'I Love Olympia': Italia, crediamoci fino alla fine!


L'Olimpiade italiana è stata sino ad ora al di sotto delle aspettative, in parte per sfortuna ed in parte per le prove deludenti di alcune punte, Fabris e Oberstolz-Gruber su tutti. Molte persone hanno già instaurato i processi alla delegazione azzurra, ma dimenticano che siamo solo a metà dell'opera. L'Italia deve reagire, ci sono ancora le possibilità per rendere la spedizione canadese accettabile. Nei prossimi tre giorni si decide tutto: domani la staffetta a coppie Genuin-Follis può competere anche per la vittoria finale, nonostante la Norvegia sembri superiore con una Bjorgen in stato di grazia; in campo maschile Renato Pasini e Zorzi avranno avversari ostici come Russia, Germania, Norvegia e Svezia, ma anche per loro c'è la concreta possibilità di agguantare un podio. Zorro, poi, si esalta nelle difficoltà (quest'anno è stato perennemente messo in dubbio ed ancora non è certo di un posto in staffetta) e sono sicuro che ci regalerà qualcosa di grande. Dopo l'abbonamento alle medaglie di legno, nello sci alpino caliamo i nostri migliori assi: i gigantisti Blardone e Simoncelli, le gigantiste Karbon, Manuela Moellg e Brignone, gli slalomisti Manfred Moellg e Razzoli. Tutti atleti da podio, che dimostreranno come lo sci azzurro sia più vivo che mai. Nonostante un Fabris in palese declino, il pursuit italiano nello speed skating può aspirare ad un bronzo, mentre, tornando al fondo, desta ottimismo la staffetta femminile (Longa, Follis, Rupil e Genuin ?), molto meno quella maschile (Checchi è infortunato ed in classico siamo inferiori alle squadre migliori), anche se comunque tutto può accadere. Non dimentichiamoci di Carolina Kostner, che mai come quest'anno sembra finalmente matura per la definitiva consacrazione. Una sorpresa potrebbe giungere dal PGS di snowboard con Roland Fischnaller, il fidanzato di Denise Karbon e (perché no?) Pittin potrebbe sorprenderci ancora dal trampolino grande. Cari amici, i bilanci si fanno al momento in cui verrà spento il braciere olimpico. Sino ad allora stringiamoci forte intorno ai nostri azzurri. Fino alla fine.

Federico Militello

Notizie in breve


Atletica: Giuseppe Gibilisco torna a volare. Il 31enne siciliano sta ritrovando lo smalto dei tempi migliori e sembra avviato a vivere una grande seconda parte di carriera. Al meeting tedesco di Dessau l'azzurro ha saltato 5.70 metri, misura che vale anche come pass per i Mondiali indoor di Doha. Il saltatore con l'asta italiano ha fallito di pochissimo un tentativo a 5.84, che sarebbe stata la miglior prestazione stagionale. Insomma, Gibilisco, dopo essere uscito pulito dalla infamante vicenda di doping del 2007, è pronto a regalare nuove soddisfazione all'atletica italiana. Ed alle sue spalle, inoltre, cresce il talento del giovane Stecchi, il quale ha strappato proprio al campione del mondo siculo il primato italiano juniores (5.32 metri).

Scherma: come al solito in questo sport è grande Italia. Nella Coppa del Mondo di fioretto secondo posto per l'iridato Andrea Baldini nel Gp Fie di Venezia, sconfitto in finale dal cinese Lei. Medaglia di bronzo per Andrea Cassarà. Bene anche i giovani Ramacci e Lari, rispettivamente 10mo e 15mo: segnale emblematico di una scuola italiana che sa continuamente produrre talenti.

Badminton: questa disciplina, invece, si conferma, insieme alla pallamano, la pecora nera dello sport azzurro. Agli Europei a squadre l'Italia è stata eliminata nel girone iniziale, perdendo contro tutte e tre le avversarie: Russia, Slovacchia e Svezia. Il lavoro di sviluppo, tuttavia, è appena cominciato e solo tra qualche anno si potranno vedere i primi frutti.

Ciclismo: vittoria di Ginanni nel trofeo Laigueglia, da sempre antipasto della Milano-Sanremo. Il corridore toscano, 24 anni, è la grande speranza italiana per le corse di un giorno.


'I Love Olympia': dominio svedese nella 30 km. Azzurri lontani


A prescindere dal deludente risultato degli italiani, la 15+15 km di fondo è stata un grande spettacolo per gli appassionati di sport, di sicuro la migliore di sempre con questo format. A differenza del passato, questa volta sin dai primi chilometri in alternato si è cercato di fare selezione, in particolare il ceco Bauer ha impresso una serie di accelerazioni poderose, delle autentiche fucilate. Al cambio (15mo km) il gruppo è arrivato compatto, ma le gambe di molti cominciavano ad essere appesantite. Pronti via ed in tecnica libera scattava lo svedese Olsson, abile nel guadagnare subito una decina di secondi. Perdeva subito contatto, invece, Pietro Piller Cottrer, probabilmente poco a suo agio con il caldo di Whistler (11 gradi e giornata da primavera inoltrata). Il gruppo non sembrava temere l'attacco dello scandinavo, considerando l'allungo un fuoco di paglia. Dopo il 20mo km Giorgio Di Centa ha mostrato i primi segnali di cedimento, staccandosi poi progressivamente nell'ultima frazione di gara. A 5 km dall'arrivo Ollson portava a 30 secondi il suo vantaggio e dietro i compagni di squadra Soedergren ed Hellner mantenevano blanda l'andatura degli inseguitori, favorendo il connazionale. Sembrava di assistere ad una tappa alpina del Giro d'Italia. Poi ai -4 dall'arrivo è partito con uno scatto radente il russo Legkov, sulla cui scia sono rimasti solo Hellner, il tedesco Angerer ed il fenomeno norvegese Northug, spauracchio per chiunque in volata. Il fuggitivo è stato raggiunto ad 800 metri dal traguardo e si formava così un quartetto dal quale rimaneva escluso Northug, staccato a causa della rottura di un bastoncino. Nella volata finale trionfava Hellner su Angerer e sul coraggioso Ollson. Solo quarto Legkov, stremato per il forcing che ha prodotto il ricongiungimento: senza l'azione di forza del russo, probabilmente Ollson non sarebbe stato più ripreso. Alla fine solo undicesimo Northug, sino ad ora il grande sconfitto di queste Olimpiadi: partito per vincere tutto, per ora ha agguantato solo un bronzo. Deludenti gli italiani: 12mo Di Centa, 14mo Piller Cottrer, 24mo Moriggl e 53mo Hofer (a ben 10 minuti!). Segnali sconfortanti in vista della staffetta, che sembra non avere chance di medaglia. Lunedì, invece, sarà la giornata chiave dell'Olimpiade azzurra del fondo, con le attese staffette a coppie che possono puntare ad una medaglia.

Federico Militello


sabato 20 febbraio 2010

'I Love Olympia': Amman vola come un'aquila: è bis d'oro!


L'elvetico Simon Ammann si è confermato imbattibile sul trampolino di Whistler Mountain ed ha trionfato anche nel 'trampolino grande', conquistando il secondo successo di questi Giochi. L'Harry Potter svizzero è entrato nella storia sportiva del suo Paese, essendo stato il primo atleta a conquistare la bellezza di quattro medaglie d'oro alle Olimpiadi. Ammann ha ripetuto a distanza di 8 anni il doppio trionfo di Salt Lake City. Il podio odierno è stato identico a quello della competizione dal 'trampolino piccolo', con il 33enne polacco Adam Malysz argento e l'austriaco Gregor Schlierenzauer bronzo. Quest'ultimo è il grande deluso di questa rassegna a cinque cerchi, essendosi presentato come l'indiscusso favorito. Il vincitore ha piazzato in entrambe le prove il miglior salto (addirittura 144 metri il primo), precedendo di oltre 14 punti l'intramontabile Malysz, che chiude in bellezza quella che molto probabilmente sarà ultima Olimpiade. Tuttavia c'è un piccolo rammarico per il saltatore del Centro Europa, che voleva regalare al suo popolo quell'oro olimpico che manca da Sapporo 1972, quando proprio nel salto con gli sci si impose Wojciech Fortuna. Contro questo Ammann, però, era impossibile pretendere di più. Ventisettesima piazza per l'azzurro Sebastian Colloredo, mentre Andrea Morassi è stato eliminato dopo la prima serie di salti. Ultimo appuntamento per lo ski jumping sarà la prova a squadre, con l'Austria a godere nettamente dei favori del pronostico.

Federico Militello

'I Love Olympia': L'Italia si è abbonata al quarto posto!


Una disdetta. Dopo il quarto posto di Heel, ancora una medaglia di legno per lo sci alpino azzurro. Questa volta è toccato a Johanna Schnarf, giunta a soli 11 centesimi dal bronzo di Lindsey Vonn. L'italiana ha realizzato la gara della vita, ma il sogno è volato via per un soffio. Oro per la talentuosa austriaca Andrea Fischbacher, in grado di risollevare le sorti della sua nazionale con una prestazione impeccabile nella difficilissima e tecnica parte centrale. Argento a 49 centesimi per la slovena Tina Maze. Una Vonn meno brillante del solito si è dovuta accontentare della terza piazza (+0.74). Ottima gara anche per Lucia Recchia, settima a 1.29 dalla vincitrice. Insomma, agli azzurri dopo questi due giorni non si può rimproverare nulla: hanno attaccato e sciato su ottimi livelli. Solo alcuni centesimi ci hanno privato di un paio di meritate medaglie. Speriamo che la ruota giri: in Gigante Blardone, Simoncelli, Karbon, Moellg e Brignone vogliono rompere 'l'incantesimo del legno'.

Federico Militello

Seppi tradisce la Nazionale Italiana


Andreas Seppi rinuncia a vestire la maglia azzurra in Coppa Davis. Il n.46 del mondo ha dichiarato di voler 'puntare' molto sulla sua carriera in questo 2010, aggiungendo di aver sentito troppo la pressione in azzurro negli anni scorsi. Una rinuncia che equivale ad un tradimento, simbolo di un disamore nei confronti della propria nazionale. Gli interessi della Nazione, soprattutto nello sport, devono venire prima di quelli personali. Seppi è un tennista mediocre (anche se il migliore in Italia e questo dice tutto), molto discontinuo e mai incisivo nei tornei del Grande Slalm. L'attuale posizione nel ranking, quindi, è decisamente veritiera. Non si capisce, dunque, quale svantaggio possa comportare giocare la Coppa Davis. Binaghi, il presidente della Fit, ha risposto all'altoatesino per le rime, affermando che in caso di convocazione da parte di Barazzutti non potrà esimersi. Caro presidente, a questo punto è meglio mandare in campo coloro che davvero amano e sono orgogliosi di indossare la gloriosa maglia azzurra, da troppi anni macchiata dai gesti di questi giocatori indegni (due anni fa rinunciò anche Simone Bolelli, salvo poi ripensarci). I vari Lorenzi, Starace, Fognini e Arnaboldi non saranno dei fenomeni, ma noi li stimiamo molto più dell'arrogante Andreas Seppi, perché in campo metteranno il cuore per la loro Italia. La maglia azzurra è un valore da tutelare per sempre, chi la disprezza merita di essere dimenticato.

Sul sito Livetennis.it troverete la lettera di Andreas Seppi e la contro-risposta di Binaghi.

Federico Militello

Montgomery Profeta in Patria nello skeleton


Con una strepitosa quarta manche il 30enne canadese Jon Montgomery ha conquistato la medaglia d’oro nello skeleton, la prima in carriera. Al termine della terza prova l’atleta della Foglia d’acero era in seconda posizione, distante ben 25 centesimi dal lettone Martins Dukurs, vincitore quest’anno della Coppa del Mondo. Nella discesa conclusiva, poi, il padrone di casa ha realizzato una prestazione perfetta e con il miglior tempo di manche ha preceduto il baltico di appena 7 centesimi. Per il Canada è il secondo alloro consecutivo in questa disciplina, dopo quello di Duff Gibson a Torino 2006.
‘’Non ci posso credere, è stato come se una scossa elettrica mi avesse colpito!’’ ha affermato il vincitore, che ha regalato al suo Paese la quarta medaglia d’oro di questi Giochi. ‘’Sono impazzito di gioia quando ho visto il mio vantaggio di 7 centesimi. E’ un’un emozione indescrivibile. Sono fiero di quanto fatto’’ conclude Montgomery. Accetta con sportività la sconfitta, invece, il lettone Dukurs: ‘’Sono abbastanza deluso per la mia ultima discesa, ma non per il piazzamento complessivo. Penso che oggi abbia vinto il migliore’’.
Medaglia di bronzo russo Alexander Tretyakov, staccato di 1.02 dalla medaglia d’oro. Il vincitore della sfera di cristallo del 2009, opaco per tutta la stagione, ha ritrovato le sensazioni migliori proprio nel momento giusto. Ai piedi del podio il fratello maggiore di Dukurs, Tomass, che si conferma ancora una volta piazzato di lusso. Quinta piazza per l’americano Zach Lund, mentre ha deluso la forte nazionale tedesca: il primo dei teutonici, infatti, è stato Frank Rommel, settimo a +1.67.
L’unico atleta italiano presente a Whistler, Nicola Drocco, ha terminato le sue Olimpiadi in ultima posizione

Federico Militello

venerdì 19 febbraio 2010

'I Love Olympia': sottotono le Azzurre del fondo


Vittoria senza discussioni per norvegese Marit Bjoergen nella 7.5+7.5 km femminile di sci di fondo, che conquista così il secondo oro dopo quello della sprint a tc: la scandinava è tornata sui livelli di cinque stagioni or sono, quando era difficilmente battibile in tutte le discipline. La 29enne di Trondheim ha provato sin dalla frazione in tecnica classica a fare la differenza, provocando comunque una serrata selezione: si sono staccate Charlotte Calla e Arianna Follis. Al cambio erano rimaste in sette, tra le quali anche l'azzurra Marianna Longa, che in tecnica libera, tuttavia, si è mostrata da subito poco brillante, staccandosi quasi subito dalle posizioni di vertice. A 2 km dal traguardo l'allungo decisivo della Bjoergen, che ha sopravanzato di 9 secondi il gruppetto con la svedese Haag, argento, la polacca Kowalczyk, bronzo al photofinish, e la connazionale Steira, quarta. Alla fine deludente settimo posto per la Longa, staccata di 1 minuto e 4 secondi. Nona la Follis. Buona la prova della giovane Silvia Rupil, sedicesima, mentre Sabina Valbusa ha concluso diciottesima. L'impressione è che le azzurre non siano in forma come lo erano i primi di gennaio, quando fecero faville al Tour de Ski: la preparazione, dunque, potrebbe non essere stata azzeccata. Restano due carte da giocare: la più importante sarà certamente il team-pursuit con Follis e Genuin, mentre nella staffetta con Norvegia e Svezia fuori portata, il bronzo potrebbe essere raggiungibile(Finlandia e Germania permettendo).

Federico Militello

'I Love Olympia': una beffa multipla nel SuperG


Continua la grande astinenza per lo sci alpino maschile, che non sale sul podio da Lillehammer 1994. A questo punto, però, si può parlare di una vera e propria maledizione, visto che Werner Heel è giunto quarto a 2 centesimi dal bronzo, Christof Innerhofer sesto a 8 e Staudacher settimo a 9! Insomma, tre azzurri a meno di un decimo dal podio: un risultato difficile da accettare. Oro meritatissimo per il norvegese Svindal, che ha preceduto di 28 centesimi l'americano Miller e di 31 l'altro atleta a stelle e strisce Weibrecht. Quest'ultimo ha realizzato la gara della carriera: in questa stagione lo yankee non era mai entrato nei primi 10 nè in Discesa nè in SuperG, mentre il suo miglior piazzamento era stato un decimo posto nel 2006. L'americano ha saputo sfruttare ad arte il pettorale n.3, in una pista che, seppur non esageratamente, si è deteriorata con il susseguirsi delle discese. Queste sono le Olimpiadi. A tal proposito ha sprecato una grande chance Peter Fill, scattato con il pettorale 4 ed in vantaggio su Weibrecht sino all'ultimo intermedio, prima di cadere rovinosamente in vista dell'arrivo (oltre al danno la beffa: l'altoatesino si è infortunato alla schiena ed è in forte dubbio per la SuperCombinata). Dove hanno perso gli azzurri quegli impercettibili attimi di tempo? Innerhofer ha commesso un errore gravissimo a metà gara, quando sembrava quasi fuori: almeno mezzo secondo in quel frangente è andato (e forse la medaglia d'oro). Heel è uscito troppo largo da una curva che immetteva nel piano, con conseguente perdita di velocità. Più pulita la discesa di Staudacher, bravo a non commettere particolari sbavature. Tre italiani fra i primi 7 sarebbe un buon risultato in Coppa del Mondo, ma alle Olimpiadi contano solo i metalli preziosi. Contro il destino non si può combattere.
Paura per il 41enne svedese Jaerbyn, vittima di una spaventosa caduta ad oltre 100 km/h. Lo scandinavo ha perso i sensi ed è stato soccorso dagli addetti alla sicurezza, prima di essere trasportato via in toboga.

Federico Militello

'I Love Olympia': Forza Azzurri, è tempo di sfatare un tabù


16 anni. Da questo lungo arco di tempo uno sciatore azzurro non vince una medaglia alle Olimpiadi. L'ultimo fu l'inarrivabile Alberto Tomba, argento nello slalom di Lillehammer nel 1994. Poi solo delusioni ed occasioni mancate, la più cocente quella di Giorgio Rocca a Torino 2006. Oggi il sortilegio può essere spezzato dai velocisti italiani. Nel SuperG in questa stagione gli azzurri non hanno brillato, se non in quello della Val d'Isere, con Heel terzo e Staudacher quarto. Tuttavia ci sono i presupposti per far bene. Primo fattore determinante è il percorso tracciato dal tecnico della nazionale italiana Gianluca Rulfi, che ha piazzato delle porte regolari per favorire i nostri atleti. Inoltre serpeggia nel gruppo una gran voglia di rivalsa dopo l'insuccesso della discesa libera e la consapevolezza di possedere i mezzi tecnici per ambire a qualsiasi risultato. Negli allenamenti, a detta dei tecnici, Staudacher è stato sovente il migliore. Proprio il 29enne di Vipiteno sembra il più adatto alle gare di un giorno ed è stato per l'appunto l'ultimo campione del mondo italiano (nel 2007, guarda caso proprio in SuperG). Da prime posizioni anche Heel, Fill ed Innerhofer, con quest'ultimo che dovrà evitare di lasciare decimi preziosi nella parte finale del tracciato, dove la neve è primaverile.
'Non ripeterò gli errori della discesa libera. Questa volta attaccherò a tutta'' la dichiarazione temeraria di Werner Heel. ''Bisogna lasciar correre gli sci, a costo di sacrificare la perfezione delle traiettorie. So che i nostri ragazzi possono fare una bella gara'' il parere del tecnico Claudio Ravetto. Sì, è ora di infrangere il tabù.

Federico Militello

giovedì 18 febbraio 2010

'I Love Olympia': Italia, ritorno al 1980?


Dopo cinque giorni di Olimpiadi l'andamento dell'Italia è certamente positivo: a neanche metà strada sono già 4 le medaglie (ovvero quante secondo alcuni 'dotti dello sport' avremmo dovuto vincerne in totale) e si potrà avvicinare se non eguagliare Torino 2006 come numero complessivo. La doppia cifra sarebbe un grande risultato nelle Olimpiadi post-casalinghe, che per qualsiasi nazionale rappresentano sempre un regresso rispetto all'edizione casalinga ( qualche esempio: a Nagano 1998 il Giappone vinse 5 ori, nessuno 4 anni dopo; a Salt lake City 2002 gli Usa agguantarono 34 medaglie, 'solo' 25 a Torino 2006). Il vero problema per la rappresentativa italiana, tuttavia, è la medaglia d'oro. Armin Zoeggeler era considerato a riguardo una certezza, invece il campione altoatesino, sfavorito dalla pista, si è dovuto accontentare del bronzo. Altri favoriti al gradino più alto del podio erano Oberstolz-Gruber nel doppio, purtroppo solo quarti al termine della gara. Risultato: l'Italia si ritrova con 0 ori, fuori dalle prime 10 del medagliere e con la prospettiva seria di non riuscire a conquistare nemmeno un successo. Si tornerebbe indietro di 30 anni, a Lake Placid 1980, quando agguantarono appena due argenti Hildgartner e Brunner-Gschnitzer nello slittino. Ormai le occasioni di successo pieno non sono molte: la più importante è sicuramente il team-sprint femminile con Follis-Genuin, senza dimenticare lo Slalom Gigante, sia maschile che femminile. Inoltre nello Slalom Razzoli è imprevedibile, può vincere come inforcare dopo poche porte. Nel fondo maschile battere Northug nelle gare corpo a corpo sarà quasi impossibile. Il Fabris visto nei 5000, poi, non sembra competitivo nemmeno per una medaglia nei 1500, mentre il pursuit può puntare massimo ad un bronzo, con l'Olanda inarrivabile per il primo posto. Insomma, il numero 0 alla voce degli ori è un'ipotesi più che plausibile.

Federico Militello