Andreas Seppi rinuncia a vestire la maglia azzurra in Coppa Davis. Il n.46 del mondo ha dichiarato di voler 'puntare' molto sulla sua carriera in questo 2010, aggiungendo di aver sentito troppo la pressione in azzurro negli anni scorsi. Una rinuncia che equivale ad un tradimento, simbolo di un disamore nei confronti della propria nazionale. Gli interessi della Nazione, soprattutto nello sport, devono venire prima di quelli personali. Seppi è un tennista mediocre (anche se il migliore in Italia e questo dice tutto), molto discontinuo e mai incisivo nei tornei del Grande Slalm. L'attuale posizione nel ranking, quindi, è decisamente veritiera. Non si capisce, dunque, quale svantaggio possa comportare giocare la Coppa Davis. Binaghi, il presidente della Fit, ha risposto all'altoatesino per le rime, affermando che in caso di convocazione da parte di Barazzutti non potrà esimersi. Caro presidente, a questo punto è meglio mandare in campo coloro che davvero amano e sono orgogliosi di indossare la gloriosa maglia azzurra, da troppi anni macchiata dai gesti di questi giocatori indegni (due anni fa rinunciò anche Simone Bolelli, salvo poi ripensarci). I vari Lorenzi, Starace, Fognini e Arnaboldi non saranno dei fenomeni, ma noi li stimiamo molto più dell'arrogante Andreas Seppi, perché in campo metteranno il cuore per la loro Italia. La maglia azzurra è un valore da tutelare per sempre, chi la disprezza merita di essere dimenticato.
Sul sito Livetennis.it troverete la lettera di Andreas Seppi e la contro-risposta di Binaghi.
Federico Militello
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