lunedì 22 febbraio 2010

'I Love Olympia': Follis, la delusione più grande


Alla vigilia delle Olimpiadi la staffetta a coppie femminile dell'Italia era considerata come la grande favorita per la medaglia d'oro, essendo composta da Arianna Follis (campionessa del mondo in carica) e Magda Genuin, due tra le sprinter più forti del pianeta. Le due azzurre, tuttavia, sono state autrici di una gara spenta e senza lampi, terminata in una mesta quarta posizione. Sempre in difficoltà la Genuin sulle accelerazioni della svedese Kalla, mentre è parsa l'ombra di sé stessa la Follis. Grossa delusione, dunque, per la 32enne di Ivrea, giunta a Vancouver completamente fuori forma e lontana anni luce dalla condizione che le aveva consentito di fare fuoco e fiamme al Tour De Ski di inizio gennaio. Un problema di preparazione o di testa? Alla fine la quarta medaglia di legno dell'Olimpiade azzurra è un risultato giusto, perché le altre nazionali sono state nettamente superiori. Medaglia d'oro a sorpresa per la Germania (Sthele-Nystad), che ha preceduto in volata la favorita Svezia (Kalla-Haag) e la sempre tenace Russia (Khazova-Korosteleva). L'Italia è giunta all'arrivo con ben 10 secondi di svantaggio dalla coppia vincitrice, decisamente troppi. Alla competizione non ha preso parte la norvegese Marit Bjoergen (già due ori per lei in questi Giochi), senza la quale la sua squadra è naufragata in quinta piazza. Il tracciato di gara, infine, si è rivelato durissimo e con il trascorrere dei km le sprinter pure hanno pagato dazio alle donne da lunghe distanze.
In campo maschile prima medaglia d'oro in carriera alle Olimpiadi per il fuoriclasse norvegese Petter Northug, primo sul traguardo al termine di una volata sontuosa nei confronti del tedesco Teichmann e del russo Pethukov. L'Italia, composta da Zorzi e Renato Pasini, non è riuscita a superare i suoi limiti attuali, accontentandosi di un ottavo posto. Questa volta Zorro non è riuscito nel miracolo, ma le 37 primavere sulle spalle cominciano a farsi sentire.
Prossima gara per lo sci di fondo sarà la staffetta tradizionale (a 4), che a Torino 2006 vide trionfare l'Italia. Cosa è cambiato rispetto ad allora? Tutto e niente. Gli interpreti sono per 3/4 gli stessi (Piller, Di Centa e Zorzi), tuttavia invecchiati di 4 anni e sempre più vicini ai 40. Nel frattempo si è ritirato Fulvio Valbusa, eccellente in tecnica classica, ed in questo quadriennio non è emerso un solo giovane dalle buone prospettive. Il mondo, poi, non è rimasto di certo a guardare e gli avversari sono diventati sempre più forti e temibili. Questo quadro desolante induce a comprendere come la medaglia in staffetta, purtroppo, sia solo un miraggio.

Federico Militello

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