La combinata nordica, sport sino ad oggi sconosciuto per il 95% degli italiani, si tinge per la prima volta d'azzurro. Il 20enne fenomeno Alessandro Pittin ha conquistato una sensazionale medaglia di bronzo, al termine di una gara che è già entrata di diritto nel mito dello sport italiano. Il giovane friulano ha costruito l'eccezionale risultato già nella prova di salto, dove ha terminato sesto a pochi secondi dalle posizioni di vertice. L'aria era a questo punto elettrizzante e si fiutava la possibilità di agguantare qualcosa di immensamente grande. Nella prova di fondo si è formato subito un gruppetto di 7 uomini, cui si è aggiunto nel finale anche il temibile americano Bill Demong. L'azzurro Pittin ha gareggiato da veterano, rimanendo sempre nella pancia del gruppo e spendendo il meno possibile. Nel finale, poi, il capolavoro: sullo scatto dell'americano Spillane, reagivano subito il piccolo, grande Alessandro ed il francese Lamy Chappuis. Sembrava fatta per il podio. L'emozione saliva, il cuore batteva forte, il traguardo sembrava nello stesso così vicino ma così lontano. Ha tentato una poderosa rimonta l'americano Lodwick. Tutto in volata. Pittin ha messo il cuore e l'anima in ogni spinta ed riuscito ad entrare nella leggenda. E' un bronzo memorabile, sensazionale, epico, il primo della storia per l'Italia in questo sport. Oro al transalpino Chappuis, argento per Spillane. Alessandro è un talento purissimo, riuscito a consacrarsi in età giovanissima dopo aver vinto tutto a livello juniores. Questo è solo l'inizio di una carriera che regalerà al friulano delle indimenticabili soddisfazioni. La prima medaglia italiana a Vancouver proviene dalla combinata nordica. Non è un sogno, è tutto vero. Una cometa lucente solca i cieli del lontano Canada: Alessandro Pittin è entrato nell'olimpo dei grandi.
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Federico Militello
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