Considerando i risultati fin qui maturati dagli atleti italiani, la conquista di un podio nel biathlon doveva essere considerata solo come una questione di tempo. L'atteso risultato, però, è giunto proprio dalla staffetta, disciplina che esalta le qualità del gruppo e la bontà di un intero movimento.
Il secondo posto di Anterselva, fondamentale nell'infondere profonda autostima in una selezione dalle potenzialità ancora non del tutto espresse, costituisce solo un punto di partenza per questo sport nel Bel Paese. Lukas Hofer, infatti, rappresenta l'emblema della nuova generazione, in prospettiva capace di competere ad armi pari con i norvegesi, soprattutto se aumenteranno le sue percentuali di tiro intorno all'85-90%: sugli sci stretti, infatti, già ora il 21enne altoatesino vale i migliori. Cristian De Lorenzi, inoltre, solo da un paio di stagioni ha raggiunto la continuità di rendimento necessaria a questi livelli ed all'alba dei 30 anni appare ormai nel pieno della maturità psicologica ed agonistica. In ascesa anche le quotazioni di Markus Windisch, mentre il veterano Renè Vuillermoz garantisce equilibrio ad una staffetta di grande spessore. Se i volti del presente garantiscono solidità dal punto di vista dei risultati, sono attesi nel prossimo triennio al salto di qualità altri tre giovani dalle radiose prospettive: Dominik Windisch, Pietro Dutto e Michael Galassi (quest'ultimo già campione del mondo juniores). L'Italia del biathlon, dunque, comincia a respirare ad alta quota.
Il terzo posto di Giuliano Razzoli nello Slalom di Kitzbuhel ha provocato dei risvolti fondamentali nella mente del campione olimpico emiliano, demoralizzato fino a ieri da un inizio di stagione ben al di sotto delle aspettative. Questo podio, però, infonderà grande carica nel possente sciatore tricolore, che si presenterà ai Mondiali nella condizione giusta per tentare una nuova impresa. La potenza fisica del Razzo è fuori discussione: se azzecca due manches senza sbavature, allora anche i vari Kostelic e Grange dovranno temerlo. Nella rassegna iridata di Garmisch bisognerà fare attenzione anche a Cristian Deville e Manfred Moelgg: il primo, ormai completo tecnicamente, potrà gareggiare senza aver nulla da perdere, mentre il secondo ha già dimostrato in passato di esaltarsi nelle competizioni di un giorno (argento ad Are nel 2007). Segnali di ripresa sono pervenuti anche dai velocisti, con Innerhofer, Fill ed Heel ormai a stretto contatto con i leader della specialità: manca davvero un'inezia per il podio. In difficoltà il settore femminile, con il nuovo infortunio di Nadia Fanchini e la fatica ad emergere della sorella Elena e di Johanna Schnarf. Sempre continua Daniela Merighetti, anche se obiettivamente distante due gradini da fuoriclasse del calibro di Vonn e Riesch. Elena Curtoni rappresenta la nota lieta del week-end, con Federica Brignone in crescita di condizione in vista del Gigante iridato.
Grazie a Francesca Schiavone l'Italia è diventata una potenza del tennis (senza dimenticare, però, l'apporto prezioso di Flavia Pennetta). La Leonessa è entrata nella leggenda non solo grazie alla sue vittorie ed ai suoi record, ma anche per il modo in cui questi successi sono maturati. Ogni trionfo della 30enne di Milano, infatti, non risulta mai banale, condito da tocchi di genio, recuperi impossibili, grinta contagiosa, sofferenza latente e determinazione senza confini. La maratona con la russa Kuznetsova è già entrata a far parte nell'immaginario collettivo come uno dei match più belli di sempre. Molti addetti ai lavori ritenevano che la n.4 del mondo si sarebbe sentita appagata dopo il trionfo del Roland Garros 2010: è accaduto l'esatto contrario. Francesca, infatti, ha compiuto un ulteriore salto di qualità, consapevole di far parte ormai del gotha del tennis planetario. Dopo aver vinto una volta, sa che potrà primeggiare ancora e questo le infonde calma nei momenti chiave di ogni incontro. Certo, ora contro la Wozniacki sarà quasi impossibile realizzare un'altra impresa dopo l'immane dispendio di energie profuso, tuttavia la Schiavone, comunque vada, costituisce motivo di orgoglio e vanto per il Bel Paese.
Federico Militello
bene! finalmente qualche nome nuovo!! negli sport invernali stiamo attualmente rovinati e se si disputassero quest'anno le olimpaidi i frutti sarebbero peggiori di vancouver....però si muove qualcosa tra i giovani per sochi 2014..bisogna investire su questi giovani dimenticando anche qualche piazzamento immediato...quindi abbandonare i ventotto/trentenni ancora ancorati ai diciassettesimi posti e lavorare solo sui giovani.
RispondiEliminapio napolitano
I risultati, invece, dicono che l'Italia sarebbe pronta sin da ora, anche se nel prossimi triennio i miglioramenti dovrebbero diventare esponenziali (vedi snowboard ad esempio). Ho capito che alcune tue affermazioni sono fatte per scaramanzia ;-) Sui 28enni punterei su Roland Clara, che finalmente pare aver impresso una svolta alla sua carriera
RispondiEliminaPurtroppo i mondiali di snowboard ci hanno regalato soltanto 1 bronzo, avrebbero meritato di piu Matteotti nel SBX e il PSL. Mi hanno sorpreso i risultati di andrea giovannini nel patt. velocita. Che sai di questo ragazzo junior B? Nel ciclismo auguri per Andrea Guardini, prime gare de pro e 2 vittorie! Molto male il ciclismo su pista, speriamo Cucinotta migliori per l`omnium. Ho notato che uno junior come Catellini fa i 200 mt. lanciati in meno di 11 seg, mentre Ceci ne fa piu di 11 seg. Ma perchè insistono con atleti da terzo mondo se abbiamo buoni junior?
RispondiEliminaL'obiettivo dei Mondiali di snowboard era la conquista di almeno un podio ed è stato raggiunto. Molti elementi sono ancora giovanissimi e devono consolidarsi: tra due anni le medaglie diventeranno 3-4.
RispondiEliminaGiovannini è un discreto velocista, ma sinora i suoi tempi non sono stati strabilianti. Da verificare come progredirà nel prossimo biennio.
Andrea Guardini, invece, è un fenomeno: ha vinto 19 gare tra i professionisti in un anno, evento che non si verificava da 40 anni. Poi ha vinto al debutto tra i pro, impresa non riuscita neppure a Cipollini. Certo, il Giro della Malesia è davvero modesto come concorrenza, tuttavia sono sicuro che abbiamo trovato un velocista di grande talento, chissà se già pronto per le Olimpiadi dell'anno prossimo.
Nel ciclismo su pista paghiamo un decennio di scelte scellerate: sono d'accordo, urge un totale repulisti per dar spazio ai giovani (tra l'altro Guardini viene proprio dalla pista).
A presto!
Ovviamente volevo dire che Guardini ha vinto 19 gare tra i dilettanti ;-)
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