domenica 31 luglio 2011

'Italia, come stai?': Mondiali di nuoto, un'apoteosi azzurra


La forza dell'Italia nelle discipline acquatiche si percepisce dal medagliere dei Mondiali di Shanghai: quinto posto con 9 medaglie complessive (3 ori, 4 argenti e 2 bronzi), preceduta solo dalle super-corazzate Stati Uniti, Cina, Russia e dal discutibile Brasile (inspiegabile l'assoluzione del Tas a Cesar Cielo alla vigilia della rassegna iridata). Alle nostre spalle nazioni dalle grandi tradizioni come Australia, Francia, Germania e Gran Bretagna: il tricolore si è issato di prepotenza nel gotha del panorama natatorio internazionale. Il Bel Paese ha sfoderato solidità e completezza, salendo sul podio in quattro delle cinque discipline in programma (nuoto, fondo, tuffi e pallanuoto) e denotando interessanti margini di miglioramento anche nel nuoto sincronizzato, dove il talento di Linda Cerruti lascia presagire un salto di qualità anche in questa specialità. Due anni fa, nel Mondiale casalingo di Roma, i piazzamenti da top3 furono 10, ma il raccolto cinese possiede una valenza maggiore perché ottenuto nella stagione che precede quella a Cinque Cerchi.
Ad un anno dalle Olimpiadi di Londra 2012 le prospettive sono nel complesso ottime, senza dimenticare che i fantastici risultati conseguiti in Oriente potrebbero addirittura essere migliorati nella terra di Sua Maestà.

Pallanuoto: il Settebello è tornato sul tetto del Mondo a distanza di 17 anni. Nel giro di due stagioni ha scalato letteralmente un vero e proprio Everest, passando dall'undicesima piazza di Roma 2009 al trono globale nel 2011. Un successo storico, anche perché si tratta del primo oro iridato vinto dall'Italia in uno sport di squadra nel secondo decennio del nuovo millennio (lo scorso anno, ma erano 'solo' Europei, giunse una splendida vittoria per la nazionale azzurra di baseball). Un trionfo meritato e non casuale, ideale realizzazione di un progetto lungimirante e dalle solide fondamenta che ha visto nel ct Sandro Campagna il naturale demiurgo e condottiero. La svolta per la rinascita della pallanuoto è stata compiuta tre stagioni or sono dalla Federazione, che ha limitato a due il numero di stranieri per ogni squadra del campionato di A1. In questo modo i molti giovani che tanto bene avevano fatto nelle rassegne giovanili hanno trovato i giusti spazi per emergere e maturare. Il gruppo azzurro è sicuramente coeso e cementato, ma non si può negare che alcuni giocatori sono dei fuoriclasse assoluti, tra i migliori interpreti al mondo nei rispettivi ruoli. Lo è sicuramente il portierone Stefano Tempesti, baluardo e saracinesca di una difesa coriacea che ha irretito il gioco delle squadre avversarie. E come dimenticare la classe cristallina di Maurizio Felugo, atleta estroso e dal talento innato, in grado di cambiare l'inerzia di un match con una sola giocata. Il Mondiale, inoltre, ha sancito la definitiva esplosione del centro-boa Matteo Aicardi, fondamentale nel procurarsi espulsioni ed in fase realizzativa, e dell'attaccante Alex Giorgetti. Funzionali al progetto, infine, sono stati anche gli oriundi Amaurys Perez e Pietro Figlioli, i quali hanno elevato ulteriormente il tasso tecnico della squadra.
L'età media della formazione tricolore è di 27 anni, l'ideale per aprire un ciclo che ricalchi quello magico degli anni '90.
Ottima è stata anche la rassegna iridata del Setterosa, brillante interprete di un torneo culminato con un quarto posto che rappresenta l'ideale base di partenza verso le qualificazioni olimpiche in programma il prossimo anno. Il gruppo del ct Fiori è composto per lo più da atlete giovanissime e l'impressione è che l'ascesa sia appena cominciata.

Nuoto: la stella cometa del movimento tricolore è sempre lei, la 'divina' Federica Pellegrini. La 23enne veneziana ha realizzato un'impresa leggendaria, bissando la doppietta di Roma 2009 nei 200 e 400 sl. Questo trionfo consente alla fenomenale campionessa olimpica di issarsi tra i miti indelebili dello sport italiano, per intenderci i vari Valentino Rossi, Alberto Tomba, Valentina Vezzali, etc. . 'Fede' ha acquisito una nuova maturità: consapevole della superiorità sulle avversarie, ha impostato le gare secondo il proprio piano, temporeggiando all'inizio e sferrando un deciso cambio di ritmo nella seconda parte di gara. Una tattica sensibilmente diversa rispetto al passato, quando invece l'azzurra spingeva forte sin dalle prime bracciate, ma probabilmente più consona alle caratteristiche della nostra campionessa. Ora sarà fondamentale che la Pellegrini non si faccia condizionare troppo dal gossip e, soprattutto, che continui la collaborazione con il tecnico francese Philippe Lucas, il migliore in circolazione. La formidabile azzurra, infine, con la giusta determinazione, potrebbe cominciare a dominare anche negli 800 sl, sui quali, però, dovrà cimentarsi solo in assenza di limiti mentali e psicologici.
A Shanghai, inoltre, sono esplosi due autentici campioni: Fabio Scozzoli e Luca Dotto. Il primo si è reso artefice di una crescita graduale ed a 23 anni si è inserito ormai stabilmente tra i giganti della rana. Il talento di Lugo, però, possiede un vantaggio rispetto al campione del mondo norvegese Dale Oen: se quest'ultimo ha ormai raggiunto il limite delle proprie potenzialità, l'azzurro possiede ancora discreti margini di miglioramento (soprattutto nel tuffo ed in virata), grazie ai quali potrà ambire addirittura al bersaglio grosso a Londra 2012.
Qualche mese fa il brasiliano Cielo lo aveva detto: ''in vista delle Olimpiadi temo solo Dotto''. In effetti il campione olimpico verde-oro farà bene a preoccuparsi, perché il 21enne veneto, dopo lo stupendo argento dei 50 sl, appare solo all'inizio di un percorso che vede come meta l'Olimpo. Colpisce, in particolare, la sua propensione ad esaltarsi in gara, traendo nuova linfa dal corpo a corpo e migliorando le prestazioni giorno dopo giorno. Il vero obiettivo, per attitudini e caratteristiche fisiche, restano i 100 sl, dove Dotto ha tutto per scendere nei prossimi 12 mesi sino ad un crono di 47''50. Attenzione, poi, alla staffetta 4x100 sl, per la quale vale lo stesso discorso fatto per Scozzoli: Australia, Usa e soprattutto Francia sono già al massimo delle proprie potenzialità, mentre il quartetto tricolore, composto per 3/4 da giovani e dal rinato (anche se sfortunato nella prova individuale) Maginini, potrà solo migliorare. La competizione interna, inoltre, non farà altro che accrescere un livello già molto elevato.
Se le punte della spedizione hanno ottenuto il massimo, ci si aspettava qualcosa in più dai comprimari. Tra questi è emerso il solo Sebastiano Ranfagni (sesto nei 2oo dorso), mentre ha deluso oltremodo l'atteso Samuel Pizzetti nel mezzofondo. Il settore femminile, Pellegrini ha parte, non si è rivelato competitivo per questi livelli. Per questo motivo potrà rivelarsi cruciale l'atteso rientro di Alessia Filippi, che, soprattutto nei 400 misti, avrebbe grosse chances di medaglia.

Tuffi: Tania Cagnotto ha realizzato un'impresa sensazionale, conquistando un bronzo nel trampolino da 1 metro a meno di due mesi di distanza dall'incidente occorsole a Bolzano e nel quale si era procurata la rottura di un polso. La pluri-campionessa d'Europa costituisce un modello per i giovani, i quali dovranno prendere come esempio la determinazione e la forza di volontà di una campionessa che non conosce la paura. Nei 3 metri e nei 3 metri sincro, a causa dello scarso carico di allenamenti, Tania ha raggiunto il massimo risultato possibile, ma sarà proprio in queste gare che a Londra 2012 andrà a caccia dell'unico alloro che ancora manca nel suo glorioso palmares, ovvero quello a Cinque Cerchi. Cagnotto a parte, il movimento attraversa un momento di transizione, in attesa che diversi giovani di talento (Giovanni Tocci ed Elena Bertocchi su tutti) salgano alla ribalta nel prossimo quadriennio.

Nuoto di fondo: il bilancio di questo settore è discreto, seppur inferiore alle aspettative. Due medaglie complessive (argento Martina Grimaldi nei 10 km, bronzo Alice Franco nei 25 km) e qualche quarto posto di troppo. Naufragato il settore maschile: si è trovato un alibi nella temperatura troppo calda dell'acqua, tuttavia le condizioni erano le medesime per tutti gli atleti. Valerio Cleri, comunque, non avrà difficoltà a qualificarsi alle Olimpiadi ed in terra londinese tornerà ad essere tra i candidati ad una medaglia.

Federico Militello

sabato 23 luglio 2011

Appuntamento al 1 agosto


Cari amici,

gli aggiornamenti sportivi riprenderanno il 1 agosto con la ormai tradizionale rubrica 'Italia, come stai?'. Si discuterà principalmente dei Campionati del Mondo di nuoto in programma a Shanghai.

A presto

Federico Militello

Verde Italia (ultima parte). Saranno famosi: Verso Rio 2016


Se negli scorsi episodi ho trattato delle promesse non mantenute e dei giovani poi diventati effettivamente campioni, in questa terza ed ultima parte di 'Verde Italia' vedremo quali nuove leve potranno farsi strada nel lungo sentiero verso le Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016.

Se Londra 2012 sin da ora può considerarsi come un'edizione di transizione, le aspettative tricolori per la manifestazione brasiliana potranno essere decisamente altissime.
Nell'atletica è auspicabile una vera e propria esplosione di talenti nel prossimo triennio. Tra questi vanno menzionati Daryia Derkach (lungo e triplo), Alessia Trost (alto), Josè Reynaldo Bencosme (400 hs), Daniele Secci (peso), Manuel Stecchi (asta), Roberta Bruni (asta), Abdikadar Alì (800-1500 metri), Michele Tricca (400 metri), Marco Fassinotti (alto), Anastassia Angioi (lungo), Antonella Palmisano (marcia), Marco Giupponi (marcia), senza dimenticare che Andrea Lalli e Daniele Meucci possiedono le qualità per cimentarsi con successo nella maratona.

Anche nel nuoto le prospettive sono esaltanti. Il 16enne Andrea Mitchell D'Arrigo, nel giro di un paio d'anni, potrà consacrarsi come grande talento dello stile libero, mentre al femminile va monitorata con attenzione la crescita di Diletta Carli. Il prossimo quadriennio, poi, potrà essere quello della polivalente Alessia Polieri, le cui caratteristiche fanno intravedere una mistista di alto rango. In campo maschile, inoltre, l'Italia può auspicare il raggiungimento di quella completezza sin qui mai avuta, il che consentirebbe di schierare una staffetta mista da medaglia. Nella rana, infatti, Flavio Bizzarri rappresenta una gemma da custodire con cura, mentre dorso e delfino potranno contare rispettivamente su Fabio Laugeni e Martino Lucatello. In vista di Rio, poi, potranno ulteriormente consolidare il proprio rendimento i vari Luca Dotto e Marco Orsi, grazie ai quali la 4x100 sl ambirà con continuità per il primo gradino del podio. Tra le donne, infine, da monitorare la crescita di Lisa Fissnaider (rana) e Federica Meloni (dorso).

Nella canoa i risultati giovanili hanno detto che in Italia esistono talenti in erba di grandi prospettive, ora bisognerà gestirli meglio rispetto al passato. Nel settore slalom, inoltre, al campionissimo Daniele Molmenti si aggiungeranno Roberto Colazingari (C1), Clara Giai Pron, Lukas Mayr e Giovanni De Gennaro, con le premesse di creare un vero e proprio squadrone.
Lo stesso discorso vale per il canottaggio, dove andrà a consolidarsi soprattutto il lavoro del ct olandese Jody Verdonschot sul settore femminile.

Nel ciclismo sta per sbocciare una vera e propria nidiata di talenti. Tra i più promettenti vanno citati Diego Ulissi, Andrea Guardini, Moreno Moser, Enrico Battaglin, Fabio Aru, Salvatore Puccio, Elia Viviani e Davide Martinello, i quali possono garantire al Bel Paese completezza e competitività in ogni tipo di tracciato. Tra le ragazze, invece, due atlete su tutte: Rossella Ratto e Rossella Callovi. Anche il settore del ciclismo su pista sembra proiettato verso una decisa rinascita in vista del 2016, mentre nella mountain bike Gerhard Kerschbaumer ha tutte le carte in regola per diventare il n.1 assoluto di questo sport.

Nella ginnastica artistica femminile si sta verificando un'esplosione assoluta di atlete giovanissime, le quali potranno essere trascinate dalla talentuosa Carlotta Ferlito. Tra gli uomini, invece, attenzione a Ludovico Edalli.

Nel 2016 entrerà a far parte del programma a Cinque Cerchi anche il golf e l'Italia calerà uno dei suoi migliori assi, ovvero il fenomenale Matteo Manassero, il quale potrebbe venire affiancato anche da Domenico Geminiani.

Judo, lotta e teakwondo garantiscono ricambi e risultati di prestigio anche nell'immediato futuro, così come il pugilato, nel quale dopo molti anni si è ricominciato ad investire anche sui settori giovanili. Nel sollevamento pesi il tricolore potrà puntare su una futuro fuoriclasse come Alessandra Pagliaro, sorella della già affermata Jenny, ma potenzialmente anche più forte.

Il triathlon azzurro sta assistendo alla crescita esponenziale dei vari Fabian, Hofer e Steinwandtner, i quali potranno addirittura segnare un'era di questa disciplina. Anche il pentathlon moderno denota un fermento interessante, con i vari Benedetti e De Luca che nel 2016 potranno ambire al raggiungimento di quella maturità necessaria per ambire al podio.

Ricambi continui e di qualità sono garantiti nelle discipline di precisione (tiro a volo, a segno e con l'arco), mentre nella vela Laura Linares è pronta a raccogliere l'eredità di un totem come Alessandra Sensini.

Quando Tania Cagnotto deciderà di smettere, nei tuffi l'alto livello sarà garantito dalla promettente Elena Bertocchi, mentre tra gli uomini spicca Giovanni Tocci (sperando che il fenomeno Andrea Chiarabini torni presto ai livelli del 2009).

Grandi speranze da parte dell'Italia (ed anche del sottoscritto) sono riposte verso il talentuoso Gianluigi Quinzi, tennista appena 15enne che sconfigge con regolarità avversari di 3 anni più grandi. Anche nel tennis tavolo possiamo contare su un potenziale campione come Leonardo Mutti.

La scherma continuerà a rappresentare il nostro sport di punta, con giovani talenti che si affacciano, oltre che nel fioretto, anche nella spada e nella sciabola.

Anche gli sport di squadra, infine, possiedono le carte in regola per tornare dominanti come ad Atene 2004. Nel basket (alle stelle Nba si aggiungeranno Melli e Gentile, giocatori di classe indiscutibile) e nella pallanuoto la strada verso la cima dell'Olimpo è già stata avviata, mentre nella pallavolo (considerando che Parodi e Zaytsev garantiscono comunque un rendimento elevato per il prossimo decennio) sarà importante operare delle riforme che tutelino maggiormente i giovani talenti. Tra le donne, poi, è attesa la definitiva esplosione dell'hockey sul prato, mentre la pallanuoto femminile pare aver intrapreso finalmente la strada giusta per ambire stabilmente alle prime 4 posizioni nella manifestazioni internazionali.

Insomma, sebbene manchino ancora 5 anni, non è utopistico pensare che a Rio 2016 si potrà ammirare l'Italia più competitiva di sempre, in grado non solo di raggiungere le prime 5 posizioni del medagliere, ma anche di installarsi non così distante da superpotenze come Cina e Stati Uniti.

Federico Militello

venerdì 22 luglio 2011

Settebello e Setterosa avanti tutta


Le nazionali azzurre di pallanuoto maschile e femminile hanno vinto i rispettivi gironi ai Campionati del Mondo di Shanghai, qualificandosi direttamente per i quarti di finale senza passare per i play-off.

Il Setterosa del ct Fabio Conti ha superato per 10-9 le padrone di casa della Cina al termine di un match dominato per lunghi tratti, ma complicatosi proprio nel finale a causa di un calo di concentrazione. In vantaggio per 9-5, infatti, la selezione tricolore non ha approfittato di un'azione in superiorità numerica in cui era stato espulso il portiere avversario, subendo in seguito la veemente reazione della asiatiche. Negli ultimi scampoli dell'incontro, tuttavia, le azzurre sono riuscite a mantenersi lucide, registrando la difesa e agguantando un risultato importantissimo che le proietta tra le migliori 8 del globo. Top scorer per l'Italia è stata Roberta Bianconi con una tripletta.

Più difficile del previsto, invece, è stato il successo del Settebello contro l'ostica ma non insormontabile Germania. La formazione del ct Sandro Campagna ha fornito una prova opaca, soffrendo oltremodo la forza fisica dei corazzieri teutonici sorretti dall'immarcescibile portiere di origine russa Alexander Tchigir (41 anni), uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. Nell'ultimo e decisivo quarto, tuttavia, gli azzurri con carattere e determinazione riuscivano a ribaltare una situazione delicata, firmando il sorpasso a 2'43" dal termine.

Ora nei quarti di finale la nazionale femminile attenderà la vincente di Australia-Ungheria, mentre quella maschile incrocerà una tra Australia e Spagna.

Federico Militello

mercoledì 20 luglio 2011

Pallanuoto, bella vittoria sugli Usa; Luca Marini vince ancora; Cleri rimandato


Pallanuoto: fondamentale successo per il Settebello di Sandro Campagna ai Mondiali di Shanghai. La selezione tricolore ha sconfitto per 8-5 gli Stati Uniti, portandosi in testa al gruppo D: ora, per approdare ai quarti, basterà pareggiare nell'ultimo incontro del raggruppamento contro la Germania. Per l'Italia sono andati a segno Gitto (2), Felugo (2), Giorgetti, Gallo, Presciutti ed Aicardi. Gli azzurri sono parsi incisivi in fase difensiva, riuscendo a mantenere sempre a distanza di sicurezza gli avversari. In attacco, invece, l'impressione è che la formazione italica non si sia spremuta più di tanto.

Nuoto di Fondo: Valerio Cleri non è riuscito a bissare il titolo mondiale della 10 km conquistato lo scorso anno, terminando solo 11mo nella rassegna iridata di Shanghai. Considerando che alle Olimpiadi di Londra si qualificavano solo i primi 10, il 30enne romano dovrà staccare il prossimo anno il biglietto a Cinque Cerchi (non vi saranno problemi). Il campione azzurro ha pagato oltremodo la temperatura dell'acqua troppo elevata. Vittoria per il greco Gianniotis.

Motociclismo: "chi sarà il mio erede? Mio fratello". Pensieri e parole di Valentino Rossi. Luca Marini, in effetti, continua a collezionare successi nel campionato italiano velocità, classe MiniGp 80. Nel week-end appena trascorso, infatti, l'astro nascente di Tavullia ha inanellato la terza vittoria stagionale (su tre prove!) sul circuito di Cuneo, dando ancora una volta una grande dimostrazione di forza e talento. Considerando che il 5 agosto compirà 14 anni, si può oggettivamente auspicare che Marini, nel giro di 2 anni, possa debuttare in 125 (che diventerà Moto3).

Federico Militello

martedì 19 luglio 2011

Gatto Cagnotto: maestoso bronzo mondiale dietro la Cina


Sette vite. Come i gatti. Tania Cagnotto viene investita, cade, si frattura uno scafoide, si rialza, si cura, torna in acqua ed esattamente due mesi dopo vince un'insperata quanto lucente medaglia di bronzo nel trampolino da 1 metro ai Mondiali di Shanghai. La 26enne bolzanina, al 70% della condizione fisica a causa di una preparazione inevitabilmente affrettata ed incompleta, ha messo a segno l'impresa più splendente della sua già straordinaria carriera, dimostrando che avrebbe potuto impensierire persino le cinesi se fosse stata nel pieno della forma. La figlia del ct Giorgio Cagnotto, infatti, ha sbagliato il secondo salto, il doppio e mezzo avanti, perdendo quei punti che avrebbero potuto proiettarla verso l'argento (l'oro appariva oggettivamente fuori portata).
295.45 il punteggio complessivo dell'azzurra, dietro le padrone di casa Tingmao Shi (318.65) e Han Wang (310.20). Quarta una sfortunata quanto superlativa Maria Marconi (290.15), all'ennesimo podio sfiorato di una vita sportiva vissuta all'ombra della fuoriclasse di Bolzano.
Tania Cagnotto, per la quarta volta consecutiva tra le top3 in un Mondiale, ha dimostrato ancora una volta di essere probabilmente l'atleta europea migliore di tutti i tempi e l'impresa odierna la proietta indelebilmente nella leggenda dello sport italiano.
Il Bel Paese qualche ora prima aveva festeggiato anche per la medaglia d'argento agguantata da Martina Grimaldi nella 10 km di fondo, risultato che ha qualificato la 22enne azzurra alle Olimpiadi di Londra 2012.
Sì, il nostro Mondiale è iniziato oggi.

Federico Militello

lunedì 18 luglio 2011

Verde Italia, seconda parte: 'Le promesse mantenute'


Se nella prima parte di Verde Italia abbiamo analizzato i casi di quegli atleti che dominano da giovani ma faticano da adulti, in questa occasione discuteremo di alcuni talenti che effettivamente hanno tenuto fede alle aspettative anche nel passaggio tra i professionisti.

Da questo punto di vista la disciplina più virtuosa non può che essere la scherma. In questa disciplina, infatti, l'Italia può contare su di un ricambio generazionale continuo ed impressionante, dove i giovani campioni sono pronti sin da subito a confrontarsi con i ben più affermati compagni di squadra. Uno degli esempi più lampanti è rappresentato dalla fiorettista Arianna Errigo. La 23enne di Monza, dopo aver vinto tutto tra le juniores, è esplosa giovanissima anche nel circuito maggiore, agguantando addirittura la Coppa del Mondo nel 2009 e prevalendo in più di un'occasione sul mito dello sport italiano, ovvero Valentina Vezzali. Da ormai un triennio nel roster del Dream Team che domina il mondo, la schermitrice brianzola può a buon diritto considerarsi una 'giovane atleta già matura ed esperta'.

Nella canoa slalom Daniele Molmenti, a partire dai primi anni del Nuovo Millennio, è apparso alla ribalta internazionale come uomo da battere nelle diverse manifestazioni juniores ed under23, portando a casa diversi titoli di categoria. Il passaggio tra i seniores, tuttavia, non è stato per nulla traumatico, poiché il 27enne di Pordenone si è rivelato competitivo sin da subito anche nel 'nuovo mondo', prima di diventare il dominatore assoluto nell'ambiente della pagaie di torrente.

Un esempio di precocità è costituito da Jessica Rossi nella fossa olimpica del tiro a piattello. La campionessa di Crevalcore, addirittura, non è neppure passata dalle categorie giovanili, vincendo praticamente tutto (Mondiali, Europei e Coppa del Mondo) alla verdissima età di 17 anni. Nell'ultimo biennio è mancato qualche oro, tuttavia il livello si è mantenuto complessivamente altissimo e, carta d'identità alla mano, Jessica intravede ben 6 Olimpiadi dinanzi a sé per entrare indelebilmente nella storia dello sport italiano.

Gli esempi, comunque, sarebbero ancora numerosissimi, tuttavia per non rendere eccessivamente prolissa la trattazione mi limiterò solo a citarne alcuni: Martina Grimaldi (nuoto di fondo), Niccolò Campriani (tiro a segno), Laura Linares (vela), Elio Verde (judo), Marta Menegatti (beach volley).

Una piacevole tendenza si è verificata nell'ultimo biennio negli sport invernali, dove alcuni azzurri, dopo aver vinto tutto in ambito giovanile, si sono imposti sin da subito tra i grandi anche da seniores. Si tratta di Alessandro Pittin (pluricampione mondiale juniores nella combinata nordica e poi bronzo olimpico a Vancouver 2010 a soli 19 anni), Lukas Hofer (bronzo mondiale nel biathlon nel 2011), Arianna Fontana e Martina Valcepina (short track), Elena Runggaldier (salto con gli sci), Federica Brignone e Dominik Paris (sci alpino), Federico Pellegrino (sci di fondo), Luca Matteotti (snowboard).

Insomma, se in alcuni casi i giovani faticano nel fare il salto di qualità nel mondo del professionismo, in tanti altri le Federazioni svolgono un lavoro apprezzabile, affidando le nuove leve a tecnici preparati ed incentivando il raggiungimento di obiettivi prestigiosi. E' questo uno degli aspetti dello sport italiano da elogiare, poiché consente al Bel Paese di mantenersi costantemente tra le prime 5-6 potenze globali assolute.

Federico Militello

domenica 17 luglio 2011

'Italia, come stai?': Rossi, un futuro in Superbike?; Cairoli, è fuga mondiale


Valentino Rossi sta attraversando il periodo più nero della sua gloriosa carriera e, cosa più grave, non intravede neppure un barlume di luce in fondo al tunnel.
Ricorderete che nel 2004 il Dottore lasciò la Honda, moto all'epoca nettamente superiore alla concorrenza, per approdare alla derelitta Yamaha, casa giapponese che ormai da molti anni viveva solo dei ricordi di trionfi ormai lontani. Il centauro azzurro realizzò una delle più grandi imprese della storia dello sport, riuscendo a vincere non solo la prima gara ma anche il titolo mondiale al primo colpo con la moto blu di Iwata, a cui ne seguirono altri 3 nei sei anni successivi. Nel frattempo, con l'ascesa del poco amato rivale spagnolo Jorge Lorenzo nel medesimo team, lo scorso anno il più forte pilota di tutti tempi maturò una pazza idea: diventare il primo italiano a conquistare un iride con la Ducati. Una sfida alla portata, pensava, perché la Rossa di Borgo Panigale, a differenza della Yamaha di sette stagioni or sono, non appariva così distante dal vertice, avendo maturato anche qualche vittoria parziale con Casey Stoner.
Questo 2011, in realtà, si sta rivelando un vero calvario per il nove volte iridato. Quali sono le cause di una debacle tanto inattesa? Rispetto al 2004 ed in seguito alla crisi economica verificatasi negli ultimi anni, sono stati contingentati i test per sviluppare le moto. Naturalmente ciò ha impedito a Rossi di svolgere tutte quelle prove necessarie per settare al meglio il proprio mezzo. La Desmosedici 2011, inoltre, era stata realizzata ricalcando sostanzialmente i progetti degli anni precedenti, quando il bolide rosso veniva domato dal solo Casey Stoner con uno stile di guida rischioso ed aggressivo, inattuabile per tutti gli altri piloti. Di certo, quindi, la Gp11 mal si concilia con le caratteristiche del Dottore e neppure le modifiche apportate hanno contribuito a migliorare la situazione. Al centauro di Tavullia manca grip con la gomma anteriore e questo non gli consente di disegnare le traiettorie desiderate.
Bisogna rimarcare, inoltre, che nel 2004 Rossi realizzò un'impresa leggendaria a 25 anni. A 32, invece, le condizioni per rimescolare delle gerarchie ormai consolidate risultano decisamente diverse, senza dimenticare che la concorrenza è decisamente più agguerrita di qualche anno fa.
Il rischio è quello che il Fenomeno si intristisca, non riuscendo ad accettare una situazione da comprimario dopo oltre un decennio di folgoranti successi. Con ogni probabilità non vi sono rimedi per la stagione attuale: bisogna arrivare ad ottobre nel modo più dignitoso possibile, magari continuando a lavorare sul telaio della Gp11.1. Il 2012, però, sarà l'anno decisivo, inappellabile. Con il ritorno alle 1000 di cilindrata si dovrà invertire la rotta, soprattutto considerando che la Ducati sta lavorando al progetto da oltre un anno (e non vorrà di certo essere ricordata come la squadra che ha rappresentato il viale del tramonto di uno dei totem del motociclismo). Per Rossi non sarebbe tollerabile vivere un altra stagione da comparsa. Se ciò dovesse avvenire, allora non è escluso pensare ad un clamoroso approdo in Superbike nel 2013. In MotoGp, infatti, con Stoner alla Honda e Lorenzo alla Yahama, sarebbe impensabile pensare ad un ritorno verso una delle due case giapponesi, mentre altri costruttori di rango, al momento, non ve ne sono (la Suzuki vive un periodo di grandi difficoltà economiche; si parla di un possibile approdo nella classe regina della Bmw, ma si tratterebbe di un azzardo). Naturale, quindi, sarebbe il passaggio in Superbike, dove la stessa Ducati potrebbe mettere a disposizione del pilota italico un mezzo finalmente all'altezza. Nel nuovo ambiente Rossi, che ha ancora tanta fame di vittorie, ritroverebbe motivazioni ed adrenalina. Dopo molti anni, inoltre, si rinverdirebbe il duello con lo storico rivale Max Biaggi, senza dimenticare l'agguerrito Marco Melandri. A 34 anni, dunque, il Dottore potrebbe intraprendere una nuova sfida in un mondo completamente nuovo, garantendosi almeno altri 3-4 anni di trionfi. Il 2012, dunque, sarà l'anno chiave: o Valentino Rossi lotterà per il titolo della MotoGp o saranno maturi i tempi per il passaggio in Superbike (che a quel punto in Italia soppianterebbe il motomondiale come intesse ed audience televisivo).

Se Rossi piange, torna a sorridere di gusto il fenomenale Tony Cairoli nel Mondiale Mx1 di motocross. Dopo un avvio di campionato condizionato da un infortunio al ginocchio e le prime gare disputate sempre all'affannosa ricerca della forma migliore, il 25enne siciliano ha operato il sorpasso in testa alla classifica ai danni del belga Clement Desalle nel corso dello scorso Gp di Germania. Nell'odierna competizione in terra di Lettonia, inoltre, il fuoriclasse del Bel Paese ha ritrovato lo smalto delle passate stagioni, trionfando in entrambe le manches disputate nella nazione baltica. Nel giro di due gare, dunque, Cairoli ha impresso forse l'accelerazione decisiva per la conquista del quinto iride della carriera. In classifica generale, infatti, il SuperSiculo guida con 416 punti, ben 42 lunghezze di Desalle. Il pilota azzurro si è rivelato un campione dalla classe cristallina, limitando i danni a suon di podi (ma anche qualche vittoria) quando la condizione fisica non era quella ottimale e tornando a dominare dopo aver riacquistato la totale efficienza motoria. Il motocross è sempre più azzurro grazie ad un centauro che sta segnando un'epoca di questo sport.

Federico Militello

sabato 16 luglio 2011

Cagnotto-Dallapè, una vittoria esserci; quarte Cicolari-Menagatti


Tuffi: nella giornata odierna gli organi di stampa hanno aspramente criticato (parlando di 'delusione' nel migliore dei casi) la prova di Tania Cagnotto e Francesca Dallapè ai Mondiali di Shanghai, seste (a 9 punti dal podio) nella prova del trampolino da 3 metri sincronizzato. In realtà si tratta di un risultato ottimo per la coppia campione d'Europa in carica, insperato sino ad un mese fa. Circa 40 giorni or sono, infatti, Tania fu investita da una macchina mentre si stava recando in motorino agli allenamenti nella piscina di Bolzano, riportando la rottura di uno scafoide ed accusando qualche problema al ginocchio. E' un vero miracolo, dunque, che sia riuscita a tornare ad allenarsi a così breve tempo dall'incidente ed a prendere parte alla rassegna iridata. Seppur con una preparazione inevitabilmente imperfetta, il duo tricolore ha cullato sino in fondo il sogno di agguantare una medaglia. Se la Cina appare irraggiungibile per chiunque, il prossimo anno le azzurre, una volta ritrovata la piena efficienza fisica della Cagnotto, saranno sicuramente il lizza per un podio a Cinque Cerchi.

Beach Volley: quarta piazza per le azzurre Greta Cicolari e Marta Mengatti nel torneo Gran Slam di Mosca. La coppia del Bel Paese ha ceduto prima in semifinale alle campionesse olimpiche americane May-Treanor-Walsh (0-2) e poi alle cinesi Xue-Zhang Xi nella finalina per il bronzo (1-2). Nel corso della sfida con le americane Marta Menegatti ha accusato un piccolo malore, prontamente superato grazie all'intervento del medico. La medaglia di legno nulla toglie all'ennesima eccellente prestazione di una coppia ormai consacrata tra le migliori del pianeta.

Federico Militello

venerdì 15 luglio 2011

La scherma è sempre azzurra; Cicolari-Menegatti non si fermano più; storico hockey in line


Scherma: finale tutta italiana nel fioretto femminile ai Campionati Europei di Sheffield. Alla fine l'ha spuntata Elisa Di Francisca sull'immarcescibile Valentina Vezzali per 10-8. La campionessa del mondo in carica, dunque, ha conquistato la sua prima corona continentale della carriera. L'en plein tricolore non si è verificato a causa dell'eliminazione di Ilaria Salvatori nei quarti di finale (13-15 contro l'ungherese Knapek) e di Arianna Errigo nello scontro in famiglia con la Di Francisca negli ottavi (4-15), ma direi che possiamo anche accontentarci...
Nessun podio, invece, nella spada maschile, con Matteo Tagliariol superato nei quarti per 15-13 dal sorprendente polacco Motyka. Poca strada per tutti gli altri azzurri in gara (Carozzo, Pizzo, Rota), addirittura fuori dai migliori 16.

Beach Volley: ormai non fanno più notizia. Greta Cicolari e Marta Menegatti hanno raggiunto per la seconda volta consecutiva una semifinale in un torneo del Grande Slam. Sulla sabbia di Mosca, dopo aver dominato la propria pool con tre agevoli vittorie, la coppia tricolore ha liquidato negli ottavi le brasiliane Maria Clara-Carol per 2-0 (21-16, 21-15) e nei quarti le ostiche tedesche Goller-Ludwig per 2-1 (21-17, 14-21, 15-12). Domani nel penultimo atto le rappresentanti del Bel Paese affronteranno le bi-campionesse olimpiche americane May-Treanor-Walsh, già sconfitta la scorsa settimana nel torneo di Gstaad. Certamente si tratta di un match molto impegnativo, anche se Greta e Marta hanno ormai dimostrato di potersela giocare alla pari con chiunque: è questo il vero salto di qualità che ha proiettato le azzurre nel gotha di questo sport.

Hockey in line: storico risultato per l'Italia, capace di agguantare per la prima volta la finale di un Mondiale. A Roccaraso gli azzurri hanno superato in semifinale il Canada per 3-2 grazie ad un golden goal di Luca Felicetti (giocatore che fa parte in pianta stabile anche della nazionale tricolore di hockey sul ghiaccio) nei tempi supplementari. Domani l'ultimo ostacolo per salire in cima al globo sarà rappresentato dalla Repubblica Ceca, che oggi ha eliminato con facilità (4-0) i campioni in carica degli Stati Uniti.

Federico Militello

Europa colonia azzurra: è un magico tris nel fioretto


Primo, secondo e terzo. Sono i piazzamenti conseguiti da Giorgio Avola, Andrea Cassarà ed Andrea Baldini ai Campionati Europei di Sheffield nel fioretto individuale: impossibile fare meglio.
Sul trono del Vecchio Continente è salito un giovane siciliano di 22 anni, al primo grande titolo della carriera. Nella finale per il titolo il campione d'Europa under23 del 2010 ha preceduto Cassarà sul filo di lana per 15-14. Quest'ultimo aveva superato in precedenza il campione del mondo in carica Andrea Baldini per 15-11. L'unico azzurro ad aver mancato l'accesso in semifinale è stato Valerio Aspromonte, sconfitto nei 32mi dal polacco Rajski per 15-12.
Il russo Cheremisinov ha rappresentato l'unico 'intruso' nella marea tricolore, approdato sino al penultimo ed inchinatosi ad Avola per 15-8.
Il Bel Paese non celebrava una tripletta europea nel fioretto maschile addirittura da 77 anni.
Il trionfo odierno testimonia ancora una volta la netta supremazia italica in questa disciplina in cui i ricambi dal settore giovanile avvengono a getto continuo.
Lo stesso dominio, invece, non esiste (ma il livello è comunque molto alto) nel settore della sciabola femminile, dove la migliore italiana, Gioia Marzocca, si è fermata ai quarti di finale per una sola stoccata (15-14 contro la polacca Socha). Medaglia d'oro per la fuoriclasse ucraina Kharlan.
Domani, nella competizione del fioretto femminile, scenderanno in pedana Valentina Vezzali, Arianna Errigo, Elisa Di Francisca ed Ilaria Salvatori, un Dream Team che sta segnando un'era dello sport italiano. Attenzione anche a Matteo Tagliariol nella spada. Sì, nella scherma è sempre super-Italia.

Federico Militello

giovedì 14 luglio 2011

Basso e Cunego leoni azzurri: l'Italia sogna alla Grand Boucle


Ivan Basso e Damiano Cunego hanno staccato lo spagnolo Alberto Contador. E' questa la vera notizia del primo tappone pirenaico del Tour de France con arrivo a Luz Ardiden. La tappa è stata vinta dall'iberico Samuel Sanchez, ma la vera lotta per la classifica generale si è disputata qualche centinaio di metri più indietro.
Il segnale di un Basso in forma straripante si percepiva ai -9 km dall'arrivo, quando il 33enne varesino chiedeva al fido scudiero polacco Sylwester Szmyd si mettersi in testa a tirare: l'obiettivo era quello di aumentare repentinamente l'andatura e tastare la gamba dei rivali.
Il primo scatto vero veniva messo a segno dal lussemburghese Andy Schlek, immediatamente seguito dai grandi favoriti per la maglia gialla: il fratello Frank, l'australiano Cadel Evans, Contador, Basso e Cunego. Quest'ultimo saliva agile e pimpante, galvanizzato dal reggere il ritmo dei migliori con relativa facilità.
Si susseguivano gli scatti, con i nostri azzurri sempre pronti a rispondere presente. Non incantava, invece, il super favorito Contador, passivo e mai in grado di provare un attacco: la condizione del Giro d'Italia sembra lontana.
Ai -2 km Frank Schleck allungava in maniera decisiva sul gruppetto dei titani, andando quasi a riprendere il binomio al comando composto da Sanchez e dal belga Vanendert, i quali si giocavano il successo parziale con l'iberico a prevalere. Il maggiore dei fratelli Schleck chiudeva al terzo posto. Negli ultimi 1000 metri, però, Basso imprimeva una decisa accelerazione che aveva effetti devastanti su Contador, staccatosi inesorabilmente e giunto a 13 secondi dall'alfiere tricolore sul traguardo. Con il vincitore del Giro d'Italia 2010 arrivavano anche Evans ed A. Schleck, mentre uno stoico Cunego stringeva i denti ed accusava appena 5 secondi da questo terzetto. Il 29enne di Cerro Veronese ha ritrovato smalto e determinazione: un corridore ritrovato che tante soddisfazioni potrà ancora dare al ciclismo del Bel Paese.
Con il francese Voeckler ancora in maglia gialla ed autore di una splendida prestazione, al termine della Grand Boucle mancano ancora 5 tappe di alta montagna più una cronometro individuale di 42 km. Tutto resta in gioco, sul filo di un equilibrio che non si vedeva da anni. In un contesto di grande livello, l'Italia si è riscoperta protagonista assoluta. Ed ora sogna.

Federico Militello

mercoledì 13 luglio 2011

La Verde Italia giovanile tra promesse, delusioni e aspettative. Prima parte: i grandi flop


Spesso ci esaltiamo per i risultati dei campioni del domani. Negli ultimi anni, 2011 compreso, l'Italia ha raccolto medaglie a grappoli nelle rassegne giovanili delle più svariate discipline, ponendo le basi per un avvenire terso e luminoso. Le speranze, però, in molti casi sono state disattese, mentre in altri sono emersi in campo professionistico quegli atleti che da giovanissimi rappresentavano solo delle comparse. Verde Italia è una mini-rubrica che in tre appuntamenti analizzerà la situazione dello sport giovanile nel Bel Paese. In questo primo appuntamento si tratterà delle grandi promesse non mantenute, nel secondo di quegli atleti che effettivamente hanno compiuto un corretto processo di maturazione e nell'ultimo delle aspettative tricolori in vista delle Olimpiadi di Rio 2016.

Verde Italia, Prima parte: Da promesse a flop

Federico Colbertaldo, Damiano Lestingi, Mirco Di Tora, Edoardo Giorgetti, Joseph Davide Natullo, Ilaria Scarcella e Silvia Di Pietro: una lista molto lunga di nuotatori che nell'ultimo quadriennio hanno monopolizzato a suo di podi e vittorie le manifestazioni natatorie internazionali juniores. Di tutti questi, tuttavia, nessuno ha mai trovato una reale consacrazione tra i professionisti, in certi casi uscendo addirittura fuori dal giro della nazionale italiana. Le storie di Fabio Scozzoli e Samuel Pizzetti, invece, possono esemplificare al meglio il percorso inverso: anonimato o quasi in campo giovanile, esplosione repentina tra i seniores; non è un caso, infatti, se entrambi rappresenteranno due tra le non molte punte di diamante della nazionale azzurra ai Mondiali di Shanghai.

Una domanda, per certi versi banale, sorge spontanea: perché si verifica una situazione di questo genere? Una prima ragione può essere individuata nel fatto che alcuni atleti vengano spremuti troppo in un fase dell'età in cui i carichi di lavoro dovrebbero essere ancora blandi. Sino ai 17 anni, infatti, la preparazione sulla massa muscolare non dovrebbe essere neppure presa in considerazione, lasciando che a prevalere siano solo quegli elementi effettivamente più talentuosi. Il vero problema dello sport italiano attuale, e non solo del nuoto, è dato dall'assillante ricerca di medaglie e prestigio nelle competizioni giovanili, di per sé effimere perché solo una tappa di passaggio verso il professionismo. Si allenano i nuovi talenti come se fossero già adulti, con il rischio che quando adulti lo diventano per davvero non possiedono più quelle giuste motivazioni per emergere e compiere l'ultimo e decisivo salto di qualità. La crescita di Scozzoli e Pizzetti, invece, è stata più graduale ed ha assecondato le loro reali esigenze di maturazione psico-fisica. Insomma, sino ai 18-19 anni lo sport deve essere considerato per lo più un gioco. Dopodiché, se in possesso delle doti e della determinazione necessarie per provare a compiere il grande salto ed a fare in modo che il gioco si trasformi in lavoro, sarà giunto il momento di spingere davvero a fondo per raggiungere le più alte vette di rendimento.

Si è fatto l'esempio del nuoto, ma tante altre discipline potrebbero essere prese in considerazione. Che dire, infatti, di Andrew Howe, talento purissimo dell'atletica che a 26 anni probabilmente non ha ancora capito cosa voler fare della propria vita? In questo caso si può parlare di una evidente disfunzione tecnico-organizzativa dei quadri dirigenziali, che non hanno saputo gestire con sollecitudine e razionalità un atleta che avrebbe potuto segnare un'era e che invece rischia di venire ricordato come uno dei più grandi rimpianti dello sport italico.

Canoa e canottaggio sono due discipline in cui è emersa una totale mancanza di coraggio nell'investire sui giovani. Ai tanto conclamati e celebrati successi juniores ed under23 delle scorse stagioni non sono corrisposti, salvo in sporadiche occasioni (come il 4 senza), i fatti, in quanto si è preferito puntare su atleti maturi e stagionati, per di più non così competitivi ai massimi livelli. Se tecnici e federazioni celebrano i successi giovanili, perché poi non puntano sin da subito su questi atleti? E' fondamentale, poi, che sin da subito le nuove leve possano allenarsi con i colleghi seniores, altrimenti, rimanendo separati nei propri rispettivi gruppi, continueranno a sentirsi anagraficamente 'piccoli' e non verranno responsabilizzati a dovere.

Un'altra possibile causa dei flop che si verificano nel passaggio al mondo professionistico potrebbe essere rappresentata dall'ingresso nei corpi sportivi militari, sui quali si è retto per decenni (e continua a reggersi) lo sport italiano. Tali gruppi, fondamentalmente, svolgono una funzione primaria per ogni tipo di attività sportiva, in quanto consentono agli atleti, soprattutto delle discipline minori, di dedicarsi totalmente alla propria disciplina, erogando loro uno stipendio fisso mensile. In pratica, si porta lustro ad un corpo militare attraverso le imprese sportive ed, in cambio, si riceve una giusta retribuzione. Il sistema, sotto questo punto di vista, non fa una grinza. Il problema, però, inizia quando i corpi militari vengono considerati come un punto d'arrivo più che una base di partenza. Capita, infatti, che molte nuove leve, dopo aver profuso immani energie per entrare a far parte dei gruppi in questione ed aver raggiunto finalmente una necessaria stabilità economica, si adagino sugli allori, paghi in un certo senso del risultato raggiunto. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di garantire dei premi (alti) a rendimento, riducendo in parte il salario-base nel caso in cui i risultati non siano all'altezza delle aspettative.
Sovraccarico negli allenamenti, disfunzioni gestionali, mancanza di coraggio nel puntare sin da subito sui talenti in erba ed appagamento conseguente all'ingresso nei corpi militari. Sono questi i quattro aspetti su cui intervenire per ammirare nello sport un'Italia ancora più incisiva e potente di quanto non sia già attualmente.

Federico Militello

lunedì 11 luglio 2011

'Italia, come stai?'': tricolore in cima al mondo nell'arco; accorgimenti per volley e canottaggio


La forza della squadra italiana di tiro con l'arco è percepibile osservando quali atleti sono rimasti a casa per scelta tecnica: Pia Carmen Leonetti, capace quest'anno di agguantare un secondo posto individuale nella prova di Coppa del Mondo di Porec, il veterano di mille battaglie Ilario Di Buò e l'enfant prodige Massimiliano Mandia. Quando un commissario tecnico è costretto a compiere delle scelte dolorose per definire il terzetto per una grande manifestazione, significa che il livello complessivo è veramente alto e la concorrenza interna aiuta anche a migliorarsi e ad incrementare le proprie potenzialità. In effetti l'Italia sta attraversando un periodo di grande vitalità, nel quale ai sempre affidabili veterani si stanno aggiungendo dei grandi talenti in grado di garantire prestazioni di rilievo per un quindicennio. Dai Mondiali di Torino è emerso che la selezione femminile, sul trono iridato a 12 anni dall'ultima volta, ha ormai colmato il gap con le grandi potenze asiatiche, installandosi con merito nel gotha di questa disciplina. Tra gli uomini si mantiene un gradino superiore a tutti la Corea del Sud, anche se in proiezione olimpica proprio l'Italia appare come una delle più serie candidate ad impensierire i fenomeni dagli occhi a mandorla. Il bronzo ottenuto da Galiazzo, Frangilli e Nespoli, per di più in condizioni non ottimali a causa di infortuni e stati di forma non perfetti, rappresenta un ottimo punto di partenza per affrontare con serenità l'annata a Cinque Cerchi.

La nazionale italiana di pallavolo è stata eliminata nel girone eliminatorio della Final Eight di World League. Quello degli azzurri, tra l'altro, non era neppure il girone più duro (Polonia, Argentina e Bulgaria), considerando che nell'altro raggruppamento erano presenti autentiche corazzate come Russia e Brasile, senza dimenticare Cuba e Stati Uniti. La competizione polacca ha mostrato un'Italia ancora molto lontana dai vertici internazionali. Permane il problema cronico dell'opposto, con Michael Lasko mai incisivo nei momenti chiave dei match. Non ha convinto neppure il libero Bari, mentre i centrali Buti e Birarelli hanno offerto un rendimento troppo altalenante. Bene, invece, il palleggiatore Travica e lo schiacciatore Zaytsev, unico vero talento di questa nazionale. Il capitano Savani, infine, si è rivelato una certezza. Inutile nascondere che pesa moltissimo l'assenza di Simone Parodi, uno dei martelli migliori a livello europeo ed attualmente fermo per infortunio. Al ct Berruto si può contestare il fatto di aver concesso pochissimo spazio ai giovani nel corso del girone eliminatorio della World League, puntando quasi sempre sul medesimo sestetto. Le nuove leve Sabbi, Kovar e Rosso avrebbero avuto bisogno di giocare e di acquisire esperienza internazionale, come accadde ad esempio a Matteo Martino nel 2007. Probabilmente sarebbe arrivata qualche sconfitta in più, ma di sicuro ci saremmo trovati con maggiori ricambi per il futuro. Le alternative ai titolari, invero, non esistono allo stato dei fatti. Il campionato italiano, soprattutto nei ruoli più delicati come opposto e schiacciatore, è stato invaso da stranieri, dunque per il selezionatore diventa sempre più arduo assemblare una nazionale competitiva. Urge, quindi, un cambiamento regolamentare radicale: aumento da 3 a 4 del numero di italiani titolari per ogni squadra di club, obbligo per gli stranieri con passaporto italiano di rendersi eleggibili per l'azzurro (in caso contrario sono da considerarsi stranieri). Serve maggior coraggio, inoltre, non solo nell'investire sui vivai, ma anche nel lanciare i giovani in prima squadra. In attesa di riforme improcrastinabili, l'Italia deve badare anche al presente, con una qualificazione olimpica da conquistare e non così agevole come potrebbe sembrare. Alla causa tricolore farebbero ancora molto comodo i veterani Fei, Mastrangelo e Vermiglio, oggettivamente ancora i migliori nel Bel Paese nei rispettivi ruoli.

Due preziosi argenti nei pesi leggeri per l'Italia del canottaggio nella prova di Coppa del Mondo di Lucerna. In questo settore è stata finalmente trovata la giusta quadratura: se il doppio Bertini-Luini, in condizioni omogenee del campo di regata, si installa stabilmente tra i primi quattro del ranking internazionale, il 4 di coppia ha acquisito nuova linfa con l'innesto del performante Marcello Miani e nelle prossime gare, considerati gli ampi margini di miglioramento di un equipaggio appena formato, potrà lanciare il guanto di sfida alla formidabile Gran Bretagna.
Nel settore senior, invece, le prestazioni in acqua non hanno rispecchiato le aspettative della vigilia. Rimane un cantiere aperto il 4 di coppia, da sempre la punta di diamante del movimento tricolore. L'impressione è che su questa imbarcazione possa presto ritrovare spazio Rossano Galtarossa, senza dimentica anche Alessio Sartori. Nel 2 senza, poi, Mornati-Carboncini appaiono obiettivamente troppo lontani da nazioni come Gran Bretagna, Canada e Nuova Zelanda, risultando quindi le speranze di podio ridotte al lumicino. Giustamente il duo tricolore andrà ai Mondiali di Bled per conquistare la finale ed il pass a Cinque Cerchi, ma proprio in vista di Londra 2012 potrebbero venire dirottati sul 4 senza per provare l'assalto alla zona medaglia.
Costanti progressi, infine, ha sciorinato la selezione femminile, con il doppio pesi leggeri approdato in finale. Per le zone nobili serviranno ancora degli anni di lavoro, ma il progetto che da tre anni viene portato avanti dal ct olandese Josy Vendonkschot sta progressivamente portando le canottiere italiche dall'anonimato ad una dimensione globale.

Federico Militello

domenica 10 luglio 2011

Monumentale Italia, nell'arco femminile è oro mondiale!


Folgorante impresa per la nazionale femminile di tiro con l'arco. Natalia Valeeva, Guendalina Sartori e Jessica Tomasi si sono laureate campionesse del mondo nella prova a squadre, riportando il Bel Paese sul trono iridato a 12 anni di distanza dall'ultima volta. Battuta l'India per 210-207.
In una Torino illuminata da uno splendido sole, le azzurre accusavano la tensione nelle prime due voleè, inseguendo di una lunghezza le rivali a metà gara. A questo punto, trascinate da una formidabile Valeeva, le ragazze italiane cambiavano marcia, superando le avversarie ed incominciando l'ultimo turno con un margine di 3 punti. L'India, con sei 9 consecutivi, non riusciva ad impensierire le rappresentanti italiche, che, grazie al 10 conclusivo della Valeeva, mettevano il sigillo finale ad un trionfo storico (210-207).
Già nel corso dell'anno si erano percepiti i prodromi di un possibile attacco dell'Italia femminile ai vertici globali. La selezione tricolore, infatti, si è rivelata nella stagione di Coppa del Mondo di gran lunga superiore a tutte le rivali in campo europeo, denotando un livello tale da poter impensierire persino le corazzate asiatiche. E' mancata la sfida con la Corea del Sud, eliminata dall'India in semifinale, ma l'impressione è che il confronto diretto sia solo rimandato alle Olimpiadi di Londra 2012.
Una rassegna iridata densa di emozioni e brividi per le atlete italiane, che in pochi giorni sono precipitate all'Inferno prima di risorgere e volare in Paradiso. Negli ottavi di finale, infatti, le azzurre erano state eliminate dalla Georgia, prima che un reclamo per un errore nei cronometraggi consentisse loro di rimettersi in gioco e di prevalere agli spareggi. Passata la grande paura di una sconfitta che avrebbe impedito all'Italia la qualificazione ai Giochi Olimpici, le neo-campionesse del mondo hanno ritrovato calma e determinazione, riuscendo ad esprimere di conseguenza il loro vero potenziale.
Il trionfale mondiale italiano si è concluso, inoltre, con la medaglia di bronzo della squadra maschile: Michele Frangilli, Mauro Nespoli e Marco Galiazzo hanno prevalso per 212-210 sul Messico nella finale per il 3°-4° posto.
Sì, l'Italia è nell'Olimpo del tiro con l'arco.

Federico Militello

venerdì 8 luglio 2011

Cicolari-Menegatti in semifinale a Gstaad; l'Italia saluta la World League


Beach volley: ora è una certezza. Greta Cicolari e Marta Mengatti sono entrate ufficialmente a far parte delle prime 6 coppie più forti al mondo, ovvero quelle in grado di andare sempre a podio nelle tappe del World Tour. Nel prestigioso Grand Slam di Gstaad (Svizzera) le azzurre sono approdate in semifinale dopo aver superato nei quarti le campionesse olimpiche americane May-Trainor-Walsh per 2-1 dopo aver prevalso per 15-11 al terzo set. La coppia tricolore, che attraversa uno stato di forma invidiabile, affronterà domani le campionesse del mondo brasiliane Larissa-Juliana per approdare nell'atto conclusivo.

Pallavolo: l'Italia dice addio alla World League. Dopo l'illusoria vittoria per 3-0 sui padroni di casa della Polonia, squadra in pieno rinnovamento e ricambio generazionale, la nazionale di Berruto è stata piegata nettamente per 3-0 dalla Bulgaria nell'ultimo match del girone eliminatorio. Emerge chiaramente la difficoltà degli azzurri nell'affrontare i momenti di difficoltà di un incontro, ingigantita ulteriormente dalla mancanza di uomini di esperienza in grado di garantire tranquillità al gruppo. In attesa di ulteriori approfondimenti in 'Italia, come stai?', si può anticipare che forse questa Italia ha ancora (tanto) bisogno di Fei, Mastrangelo e Vermiglio.

Equitazione: successo storico per la nazionale juniores, capace di salire sul tetto d'Europa nella prova a squadre di categoria. L'equipe tricolore composta da Filippo Codecasa, Francesca Arioldi e Nicolò Vincenzo Callerio ha totalizzato complessivamente 14 penalità, precedendo Danimarca (18) e Norvegia (21).

Nuoto: incetta di medaglie per l'Italia ai campionati Europei di Belgrado. Dopo tre giorni di gare, infatti, sono già 9 gli allori nella bacheca italica, tra i quali spiccano ben 4 medaglie d'oro (4x100 sl maschile, Gregorio Paltrinieri nei 1500 sl, Flavio Bizzarri nei 200 rana e Federica Meloni nei 200 dorso).

Federico Militello

Rodigari si ritira, ora l'Italia punta l'americano Lobello


A 29 anni Nicola Rodigari ha deciso di appendere i pattini al chiodo. La decisione è maturata in seguito ad idee e punti di vista non conciliabili con quelli del ct canadese Eric Bedard ed anche dei compagni di nazionale più giovani. "Dopo aver riflettuto per diversi mesi, ho compiuto questa scelta, seppur dolorosa. Non me la sono sentita di proseguire con le stesse condizioni della scorsa stagione. Sono lontano anni luce dalle metodologie e dalla programmazione di Bedard, contro il quale, comunque, non ho nulla di personale. Allo stesso modo, per valori morali e voglia di far sacrifici, sono distante dal giovane gruppo che compone attualmente la nazionale. E’ un vero peccato, perché ritengo che avrei potuto dare ancora molto allo short track tricolore, soprattutto in termini di esperienza". L’ex-pattinatore bormino avrebbe voluto proseguire la propria carriera da solo e con uno staff tecnico-sanitario personale al seguito, ma "non mi è stato concesso dalla Federazione".
L’Italia, dunque, perde uno degli suoi atleti più vincenti in questa disciplina, nel cui palmares figurano 5 titoli europei, un argento olimpico in staffetta a Salt Lake City 2002 e due podi mondiali (bronzo in staffetta a Goteborg 2004 ed argento nei 1500 metri a Milano 2007).
A questo punto, con Yuri Confortola in recupero dall’infortunio a tibia e perone che lo ha tenuto fuori dalle gare per tutta la stagione 2010/2011, il Bel Paese, già in calo di rendimento negli ultimi anni in campo maschile, vede assottigliarsi ulteriormente la propria competitività attuale nei confronti non solo delle corazzate asiatiche e nord-americane, ma anche di alcune nazionali europee in esponenziale ascesa (Francia e Gran Bretagna su tutte). Per questo motivo la Federazione sta pensando di ‘rinforzare’ l‘organico a disposizione, monitorando lo statunitense Anthony Lobello per una eventuale naturalizzazione. Il 26enne del Michigan, bronzo con la staffetta statunitense ai Mondiali di Londra 2011, vanta una vittoria in Coppa del Mondo.


Federico Militello

mercoledì 6 luglio 2011

Arco: le azzurre sognano uno storico iride; Volley, che Italia mediocre!


Tiro con l'arco: giornata trionfale per l'Italia ai Campionati del Mondo di Torino. E non parca di brividi. Nelle gare a squadre che qualificavano le prime 8 classificate alle Olimpiadi di Londra 2012, la selezione femminile ha rischiato moltissimo negli ottavi di finale contro la modesta Georgia. In preda alla tensione del dover prevalere a tutti i costi per staccare il pass a Cinque Cerchi, le azzurre racimolavano un interlocutorio punteggio di 207, pareggiato dalle rivali dell'Est Europa. Si andava allo spareggio, dove Natalia Valeeva, Guendalina Sartori e Jessica Tomasi si vedevano superare incredibilmente per 27-22. Tutto sembrava finito. Un errore nei cronometraggi (countdown di 40 secondi anziché 60 per ogni tiro), tuttavia, permetteva alla delegazione tricolore di proporre ricorso, accettato dopo una discussione di quasi un'ora. Lo spareggio, quindi, veniva ripetuto e, ironia della sorte, terminava nuovamente in parità (25-25). A qualificarsi, però, era l'Italia per aver piazzato la freccia più vicina al centro (grazie al 10 della Valeeva). Insomma, oggi la Dea Bendata è stata benigna nei confronti del tricolore. Superato lo shock per la possibile ed inaspettata eliminazione, le arcieri del Bel Paese hanno ritrovato sicurezza e smalto, eliminando in seguito Taipei e Cina, questa volta con punteggi di tutto rispetto (rispettivamente 219-209 e 221-213). Nella finale per la medaglia d'oro le azzurre non troveranno la favorita Corea del Sud, eliminata nel penultimo atto dalla sorprendente India.
Ottimo anche il comportamento della squadra maschile, giunta in semifinale dopo aver superato Germania e Gran Bretagna, prima di arrendersi alla Francia per sole 3 lunghezze (222-219). Nella finale per il bronzo Marco Galiazzo, Michele Frangilli e Mauro Nespoli affronteranno il Messico.

Pallavolo: ritorno alla realtà? La prima partita della Final Eight di World League in programma a Danzica (Polonia) ha rappresentato un brusco risveglio per l'Italia dopo le illusioni del girone eliminatorio, sconfitta con un secco 3-1 dall'Argentina, squadra discreta ma nulla più. A questo punto le semifinali paiono già un miraggio, considerando anche la forza delle prossime due avversarie (Polonia e Bulgaria). In un colpo solo sono emersi tutti i limiti della nazionale del ct Berruto: assenza di un opposto di livello internazionale, ricezione altalenante e non certo supportata dal rendimento del libero Bari, mancanza di alternative in panchina che permettano di dare una piega diversa alle partite, gioco nel complesso ripetitivo e scontato. A questa Italia, inoltre, manca un uomo faro, il campione che sappia trascinare i compagni nel momento di difficoltà: i rivali odierni, invece, lo avevano (Facundo Conte) ed hanno vinto. La situazione della pallavolo maschile non è molto migliore di quella del calcio o del basket: il campionato italiano è sempre più invaso da stranieri e le convocazioni diventano oramai obbligate. Nel ruolo di opposto, addirittura, è obbligatorio pescare (Lasko a parte) nelle serie minori. Si comprende facilmente, dunque, perché poi i risultati in campo internazionale siano così modesti.

Federico Militello

domenica 3 luglio 2011

''Italia, come stai?''. Successi giovanili per tuffi e canoa: ora tuteliamo questi talenti


Bagliori di futuro. Il week-end appena trascorso ha messo in luce diversi atleti promettenti nella canoa velocità e nei tuffi, dove l'Italia ha ottenuto risultati di assoluto rilievo nelle rispettive competizioni europee juniores.

Partiamo dalla canoa. Al di là delle due medaglie complessive (un oro ed un argento), sempre relative in una fascia d'età ancora verdissima, il Bel Paese ha mostrato dei segnali incoraggianti soprattutto in quel settore femminile che da anni vive solo degli acuti di Josefa Idem. Le 17enni Irene Burgo ed Agata Fantini si sono laureate campionesse del Vecchio Continente nel K2 1000 metri, mentre Francesca Capodimonte è giunta quarta sia nel K1 200 sia nel K2 200 (affiancata da Francesca Ganzo). Bene nel complesso anche il K4 500, ottavo, un equipaggio su cui si può lavorare. Insomma, il materiale a disposizione non manca per rendere la canoa femminile italiana finalmente competitiva e non solo Idem-dipendente (la fuoriclasse italo-tedesca, tra l'altro, dovrebbe ritirarsi al termine dei Giochi di Londra 2012). Queste prestazioni, tuttavia, devono rappresentare solo una base di partenza per queste giovani e non un mero punto d'arrivo. Il difficile viene adesso, perché, se a questi livelli sono altamente competitive, difficilmente lo saranno immediatamente nel grande salto tra le seniores. Allenamento, abnegazione e forza di volontà saranno le parole chiave per riuscire nell'impresa di diventare delle campionesse affermate. In tutto ciò dovrà rivelarsi cruciale l'aiuto dei tecnici, i quali dovranno avere il coraggio di puntare da subito su queste ragazze, a costo di ottenere agli albori dei risultati poco significativi: spesso è proprio dalle sconfitte che si acquisisce nuova linfa per emergere. Abbiamo un buon patrimonio a disposizione: ora non disperdiamolo. Il discorso è identico per il settore maschile, nel quale, oltre all'argento di Michele Bertolini e Lorenzo Zeni nel K2 500, piace la sempre più decisa crescita della specialità canadese.

Secondo posto finale nel medagliere per l'Italia agli Europei juniores di tuffi tenutisi a Belgrado: la selezione tricolore, con sette medaglie complessive (di cui due d'oro), è stata preceduta solo dalla Russia. Già emersi lo scorso anno nel corso delle Olimpiadi Giovanili di Singapore, Giovanni Tocci ed Elena Bertocchi hanno confermato tutte le loro enormi potenzialità, imponendosi rispettivamente nel trampolino da 1 metro ed in quello da 3 metri. Nel complesso, inoltre, la squadra ha sfoggiato una invidiabile solidità, come dimostra la crescita esponenziale di Gabriele Auber, argento nel trampolino 3 metri, ed il bronzo ottenuto da Beatrice Atzei e Laura Billotta nel sincro 3 metri femminile. Il Bel Paese, dunque, può dormire sonni tranquilli per il dopo-Cagnotto. Sebbene non sia andato sul podio, inoltre, risulta fondamentale il ritorno alle gare di Andrea Chiarabini, messosi in luce a soli 14 anni ai Mondiali di Roma e subito etichettato come fuoriclasse del futuro. Le attenzioni mediatiche, tuttavia, non hanno giovato al tuffatore romano, che per oltre un anno, fermato da un blocco psicologico, non è più salito su una piattaforma. Attualmente ha ricominciato dai trampolini (1 e 3 metri), anche se non è escluso in futuro un ritorno al suo primo amore. In fondo a 16 anni si può a buon diritto affermare che la sua carriera sia appena all'inizio ed esistono inevitabilmente infiniti margini di crescita.
Nella medesima capitale serba si sono disputati anche gli Europei juniores di nuoto sincronizzato, dove sono giunti gli allori di Linda Cerruti (argento nel solo) ed il bronzo (ex aequo con l'Ucraina) nella prova a squadre del libero combinato (oro alla Russia, argento alla Spagna). Esistono i presupposti, dunque, perché l'Italia nell'immediato futuro si presenti competitiva ai Mondiali delle discipline natatorie in tutti e cinque gli sport in programma (nuoto, pallanuoto, tuffi, nuoto di fondo e sincronizzato).

Federico Militello

sabato 2 luglio 2011

Mauro Sarmiento stacca il biglietto per Londra 2012


Mauro Sarmiento è giunto terzo nel torneo di qualificazione olimpica in programma a Baku (Azerbaijan). Nella categoria -80 kg la medaglia d'argento di Pechino 2008 ha superato al primo turno l'olandese Mollet per 8-5. Pura formalità, in seguito, gli ottavi di finale, quando il 28enne partenopeo ha surclassato per 6-1 l'africano del Benin Kiki. Nei quarti, poi, con una tattica accorta e di rimessa ha prevalso per 3-0 sull'egiziano Abdelrhaman. La prima ed unica battuta d'arresto è arrivata in semifinale contro il padrone di casa Azivov, vincitore con merito per 8-3 ed autore anche di uno splendido colpo al capo. A questo punto, tuttavia, Sarmiento non si è scoraggiato, affrontando con il giusto piglio lo spagnolo Garcia Hemme nella finale per il bronzo, ovvero quella che assegnava l'ultimo biglietto per le Olimpiadi di Londra 2012. Il rappresentante del Bel Paese iniziava male, sotto per 2-0. Lenta ma inesorabile si concretizzava la rimonta dell'azzurro, che a 30 secondi dal termine si portava in vantaggio di 2 lunghezze (6-4). Con le forze e le energie che venivano meno, l'azzurro si affidava all'esperienza, cercando di evitare il confronto corpo a corpo con il rivale iberico ed in pratica badando alla sola difesa negli ultimi istanti del match. Alla fine il 6-5 conclusivo premiava il campione campano, apparso oggettivamente superiore all'avversario per capacità tecniche espresse.
In campo femminile, invece, non hanno superato il primo turno Federica Mastrantoni (-49 kg) e Daniela Castrignanò (+67 kg), con Veronica Calabrese neppure convocata per la manifestazione a causa di un infortunio al polpaccio.
Domani l'Italia punterà su Carlo Molfetta (+80 kg) per ottenere la seconda qualificazione ai Giochi Olimpici.

Federico Militello

venerdì 1 luglio 2011

Hockey prato: le azzurre surclassano la Svizzera; ok i giovani dei tuffi


Hockey prato: la nazionale femminile del ct Fernando Ferrara è impegnata a Padova nella Coppa delle Alpi, torneo di preparazione ai Campionati Europei che si disputeranno a fine agosto e che assegneranno due biglietti per le Olimpiadi di Londra 2012. Nella gara inaugurale le azzurre hanno sommerso per 7-0 la Svizzera, squadra detentrice del trofeo. Le reti per la selezione tricolore sono state realizzate da Macarena Ronsisvalli, Alessia Padalino (doppietta), Eleonora Di Mauro, Agata Wybieralska e Rosario Sosa Cazales (doppietta). Domenica l'Italia tornerà in campo per affrontare la Francia.

Tuffi: 4 medaglie in due giorni per il Bel Paese ai Campionati Europei juniores di tuffi di scena a Belgrado. Gabriele Auber è salito per ben due volte sul podio: argento nel trampolino 3 metri (522.30 punti, meglio di lui solo il russo Sergey Zhdanov) e bronzo nel sincro 3 metri in coppia con Giovanni Tocci. Bene anche Elena Bertocchi, già protagonista lo scorso anno alle Olimpiadi Giovanili di Singapore, bronzo nel trampolino 1 metro ed attesa ad un grande risultato anche dai 3 metri. Terza piazza anche per Beatrice Atzei e Laura Billotta nella prova dei 3 metri sincro. Intanto manca solo l'ufficialità per la partecipazione di Tania Cagnotto ai Mondiali di Shanghai. La campionessa bolzanina, grazie alla solita caparbietà, ha recuperato a tempo di record dall'infortunio al polso patito a fine maggio (era stata investita da un auto mentre si dirigeva in motorino verso la piscina) e da qualche settimana ha ripreso ad allenarsi grazie ad un tutore. La forma, chiaramente, non sarà quella ottimale, tuttavia dalla pluri-campionessa europea non è escluso che possa giungere un risultato a sorpresa, soprattutto nel trampolino 3 metri sincro insieme a Francesca Dallapé.

Federico Militello