lunedì 18 luglio 2011

Verde Italia, seconda parte: 'Le promesse mantenute'


Se nella prima parte di Verde Italia abbiamo analizzato i casi di quegli atleti che dominano da giovani ma faticano da adulti, in questa occasione discuteremo di alcuni talenti che effettivamente hanno tenuto fede alle aspettative anche nel passaggio tra i professionisti.

Da questo punto di vista la disciplina più virtuosa non può che essere la scherma. In questa disciplina, infatti, l'Italia può contare su di un ricambio generazionale continuo ed impressionante, dove i giovani campioni sono pronti sin da subito a confrontarsi con i ben più affermati compagni di squadra. Uno degli esempi più lampanti è rappresentato dalla fiorettista Arianna Errigo. La 23enne di Monza, dopo aver vinto tutto tra le juniores, è esplosa giovanissima anche nel circuito maggiore, agguantando addirittura la Coppa del Mondo nel 2009 e prevalendo in più di un'occasione sul mito dello sport italiano, ovvero Valentina Vezzali. Da ormai un triennio nel roster del Dream Team che domina il mondo, la schermitrice brianzola può a buon diritto considerarsi una 'giovane atleta già matura ed esperta'.

Nella canoa slalom Daniele Molmenti, a partire dai primi anni del Nuovo Millennio, è apparso alla ribalta internazionale come uomo da battere nelle diverse manifestazioni juniores ed under23, portando a casa diversi titoli di categoria. Il passaggio tra i seniores, tuttavia, non è stato per nulla traumatico, poiché il 27enne di Pordenone si è rivelato competitivo sin da subito anche nel 'nuovo mondo', prima di diventare il dominatore assoluto nell'ambiente della pagaie di torrente.

Un esempio di precocità è costituito da Jessica Rossi nella fossa olimpica del tiro a piattello. La campionessa di Crevalcore, addirittura, non è neppure passata dalle categorie giovanili, vincendo praticamente tutto (Mondiali, Europei e Coppa del Mondo) alla verdissima età di 17 anni. Nell'ultimo biennio è mancato qualche oro, tuttavia il livello si è mantenuto complessivamente altissimo e, carta d'identità alla mano, Jessica intravede ben 6 Olimpiadi dinanzi a sé per entrare indelebilmente nella storia dello sport italiano.

Gli esempi, comunque, sarebbero ancora numerosissimi, tuttavia per non rendere eccessivamente prolissa la trattazione mi limiterò solo a citarne alcuni: Martina Grimaldi (nuoto di fondo), Niccolò Campriani (tiro a segno), Laura Linares (vela), Elio Verde (judo), Marta Menegatti (beach volley).

Una piacevole tendenza si è verificata nell'ultimo biennio negli sport invernali, dove alcuni azzurri, dopo aver vinto tutto in ambito giovanile, si sono imposti sin da subito tra i grandi anche da seniores. Si tratta di Alessandro Pittin (pluricampione mondiale juniores nella combinata nordica e poi bronzo olimpico a Vancouver 2010 a soli 19 anni), Lukas Hofer (bronzo mondiale nel biathlon nel 2011), Arianna Fontana e Martina Valcepina (short track), Elena Runggaldier (salto con gli sci), Federica Brignone e Dominik Paris (sci alpino), Federico Pellegrino (sci di fondo), Luca Matteotti (snowboard).

Insomma, se in alcuni casi i giovani faticano nel fare il salto di qualità nel mondo del professionismo, in tanti altri le Federazioni svolgono un lavoro apprezzabile, affidando le nuove leve a tecnici preparati ed incentivando il raggiungimento di obiettivi prestigiosi. E' questo uno degli aspetti dello sport italiano da elogiare, poiché consente al Bel Paese di mantenersi costantemente tra le prime 5-6 potenze globali assolute.

Federico Militello

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