martedì 31 maggio 2011

Inaffondabile Schiavone: è semifinale!


''Non può finire così. Io sono la detentrice del titolo. Io combatto sempre, con cuore, grinta, coraggio. Con l'anima. Io sono Francesca Schiavone. E devo reagire''. Deve aver pensato queste cose la 30enne di Milano nel corso del secondo set dei quarti di finale del Roland Garros, quando la russa Anastasia Pavlyuchenkova conduceva per 6-1, 4-1. Sino a quel momento la rivale dell'Est Europa aveva dominato il match: grazie ad un diritto terrificante ed a delle risposte profonde e sempre vicinissime alle righe, la 19enne zarina non concedeva alla Schiavone la possibilità di prendere ritmo ed entrare pienamente nel match. Sembrava finita. Ma come tante altre volte ci ha abituato, la rappresentante tricolore, ad un passo dal baratro, ha rivisto improvvisamente la luce. Poche atlete nella storia dello sport globale sono state in grado come la Leonessa di esaltarsi e rendere al meglio proprio nei momenti di massima difficoltà. In effetti, come d'incanto, la Schiavone ritrovava smalto e lucidità. Il gioco diventava finalmente fluido, il servizio incisivo ed i colpi della russa, con il passare del tempo, cominciavano a fare meno male. Di slancio la rappresentante del Bel Paese agganciava la giovane rivale, prima di chiudere, ormai galvanizzata, sul 7-5. Nel terzo set, ormai padrona degli scambi, Francesca volava sul 5-1, prima di perdere inspiegabilmente la concentrazione e concedere l'aggancio all'avversaria. Incredibile. Sembrava fatta, il traguardo appariva vicino. Invece la tennista azzurra riapriva tutto. Il pathos aumentava, nell'aria si respirava un amaro aroma di beffa. Poi l'ennesima metamorfosi. Da grande campionessa, la Schiavone dimenticava immediatamente la grande occasione mancata e si concentrava con umiltà su ogni singolo punto. Dopo aver strappato il servizio alla russa, andava a servire per il match sul 6-5. In questo dodicesimo ed ultimo game emergeva la vera personalità Francesca Schiavone: istinto, cuore, orgoglio e determinazione feroce. La Leonessa riusciva a sfoggiare il meglio del suo repertorio, con smorzate, rovesci in back e spaventose accelerazioni di diritto. Meraviglioso il punto del 30-0: l'italiana logorava la giovane avversaria a suon di diritti incrociati, prima di chiudere con un maestoso contropiede, cui faceva seguito un vero e proprio ruggito di esultanza. La sofferenza, però, non era ancora finita. La russa annullava due match point, prima che la Schiavone chiudesse finalmente l'incontro dopo 2 ore e 38 minuti di gioco.
Per la prima volta nella storia un'italiana è approdata per la seconda volta consecutiva nella semifinale di uno stesso Slam. Ora l'attende un'altra battaglia contro la francese Marion Bartoli. Di sicuro non sarà una partita banale. Non può esserlo, perché Francesca Schiavone non lo è. E proprio questo la rende così unica.

Federico Militello

domenica 29 maggio 2011

Fognini e Schiavone, gladiatori d'Italia



Ammettiamolo, imprese del genere, che emozionano, esaltano e restano marcate a fuoco per sempre nella memoria, possono compierle solamente gli italiani.
Quanto hanno fatto oggi Francesca Schiavone e, soprattutto, Fabio Fognini trascende il normale contenuto della parola sport, addentrandosi negli insondabili spazi della leggenda.
Il 24enne ligure ha vinto una delle partite più incredibili ed avvincenti della storia del tennis. Sotto per 8-7 nel quinto e decisivo set con lo spagnolo Albert Montanes negli ottavi di finale del Roland Garros, il tennista tricolore accusava dei laceranti crampi al retto femorale sinistro sul 15-30 e servizio in suo favore. Nonostante l'intervento del fisioterapista, la situazione non migliorava. A quel punto portare a casa il match appariva quanto meno utopistico. Fabio, invece, proseguiva con orgoglio e caparbietà. Giocando praticamente da fermo, l'azzurro inanellava una serie impressionante di colpi vincenti, esprimendo un gioco da primi 10 al mondo ed annullando ben 5 match-point all'avversario. Sul 9-9, poi, strappava incredibilmente la battuta all'iberico, chiudendo infine sul definitivo 11-9. Il fisico non ha retto, provato da una cruenta lotta sportiva, ma il gladiatore italico ha superato l'ostacolo con il cuore, continuando a perseguire il sogno di un Paese intero, che dal 1995 attendeva un proprio rappresentante nei quarti di finale del Roland Garros. Poco importa che al prossimo turno affronterà l'invincibile Novak Djokovic in condizioni menomate, perché questo 29 maggio, grazie a Fabio Fognini, rimarrà indelebilmente stampato sul libro della storia del tennis italiano.
Continua la propria marcia anche Francesca Schiavone. La Leonessa ha prevalso in un incontro durissimo contro la temibile serba Jelena Jankovic, n.10 del globo, per 6-3, 2-6, 6-4. Dopo un primo set in cui sfoderava sprazzi di classe cristallina, l'estrosa 30enne di Milano accusava un calo più psicologico che fisico nel secondo parziale, sciupando molte occasioni ai vantaggi. Nel set decisivo, sotto per 3-4 e 15-30, riusciva ad infilare tre games consecutivi con la consueta grinta. Negli occhi della Leonessa si può leggere una determinazione feroce, protesa al conseguimento di un obiettivo forse irripetibile, ma sicuramente stimolante. Quello della Schiavone è un tennis d'altri tempi, fatto d'istinto ed intuizioni, l'esatto contrario del gioco potente e monotono espresso dalle corazziere dell'Est Europa. Un tennis all'italiana. E non poteva essere altrimenti.

Federico Militello

venerdì 27 maggio 2011

La Cina applaude Tatanka: Russo trionfa nelle World Series


Clemente Russo si è aggiudicato la prima edizione delle World Series of Boxing, categoria pesi massimi, sconfiggendo ai punti per 67-66 l'azero Magomedrasul Medzhidov sul ring di Guiyang (Cina). Tornato a calarsi nei panni del pugile vero dopo aver interpretato sé stesso nel film 'Tatanka', uscito nelle sale cinematografiche qualche settimana fa, il 28enne di Marcianise ha vinto con merito un incontro in cui si è dimostrato indiscutibilmente superiore al pur coriaceo avversario.
Nelle prime 4 riprese Russo impietriva il rivale, di 20 kg più pesante, grazie ad una maggiore velocità di gambe e ad una serie di sinistri di incontro che hanno strappato gli applausi del pubblico presente. Nella seconda metà del match, tuttavia, il boxer tricolore accusava segnali di stanchezza, subendo il ritorno del potente azero. Un calo fisico comprensibile: Tatanka non combatteva da quasi due mesi a causa della mancata qualificazione dei Milano Thunder ai play-off; inoltre, per la prima volta in carriera, si è cimentato sulla distanza delle 7 riprese. Proprio nell'ultimo round, comunque, il campione del mondo di Chiacago 2007, supportato da una grande forza di volontà, ha sfoderato le ultime energie a disposizione, chiudendo in bellezza un incontro mai veramente in discussione.
Grazie a questa vittoria, inoltre, la medaglia d'argento di Pechino 2008 si è qualificato di diritto alle Olimpiadi di Londra 2012, dove presumibilmente gareggerà nella categoria -91 kg, in quanto nei super-massimi il Bel Paese può contare su un altro monumento vivente della boxe nostrana: Roberto Cammarelle.
Russo, dunque, conclude degnamente una stagione da dominatore, nella quale si è aggiudicato ben 7 incontri su 7. A questo punto Tatanka si prenderà alcuni mesi di meritato riposo, nei quali potrà curare la fascite plantare che lo limita da qualche tempo negli allenamenti. Salterà, dunque, i Mondiali in programma a fine settembre a Baku.
Dopo averlo sfiorato 3 stagioni or sono, però, la mente del campione campano è già rivolta al conseguimento di un grande obiettivo, il sogno di una vita: la conquista dell'Olimpo.

Federico Militello

giovedì 26 maggio 2011

Italia, ecco perché possiamo dominare il prossimo decennio



Lo sport italiano gode di buona salute, seppur nel pieno di un imponente ricambio generazionale. Negli sport invernali le nuove leve, salvo eccezioni, hanno ormai spodestato le vecchie glorie, portando lustro e celebrità alla nostra bandiera. Per quanto riguarda gli sport estivi, inoltre, si stanno ponendo delle buone basi per le Olimpiadi di Londra 2012, senza dimenticare che per il tricolore saranno dei Giochi di transizione in vista del decennio successivo, in cui esistono fondate possibilità di raccogliere vagonate di medaglie a Rio de Janeiro 2016 e, si spera, a Roma 2020.
Qualche difficoltà in più si avverte negli sport motoristici, ma anche in questo caso, come si dirà a breve, esistono ottimi motivi per sperare.

Innanzitutto l'Italia potrà puntare su atleti dal sicuro avvenire in tre tra gli sport più popolari al mondo, ovvero tennis, golf e ciclismo. Nel tennis Gianluigi Quinzi (nella foto) rappresenta il vero Messia di un movimento maschile che da oltre trent'anni attende invano l'erede di Adriano Panatta. Campione d'Europa under14 nel 2010, attuale n.1 al mondo tra gli under16, sin dalla più tenera età il predestinato campioncino del Bel Paese ha sfoderato delle performance strabilianti, vincendo praticamente tutte le rassegne giovanili cui ha partecipato. Attualmente il 15enne mancino marchigiano compete nella categoria juniores, dove prevale con regolarità su rivali di 3 anni più grandi. A breve si dedicherà con costanza al circuito dei Futures, diventando in pratica un professionista a tutti gli effetti. Inutile fare ora pronostici o voli pindarici, la realtà attuale è la seguente: Quinzi, seguito da uno staff che ne cura sapientemente la programmazione, possiede le qualità tecniche e soprattutto la personalità giuste per affacciarsi da stella cometa nell'universo del tennis dei grandi.

Tra le nostri giovani leve, Matteo Manassero rappresenta certamente quello più affermato, avendo già vinto a soli 18 anni due tornei dell'European Tour di golf, oltre che essere approdato alle soglie dei primi 30 del ranking mondiale. La stampa internazionale, sin dai suoi esordi, è rimasta stupefatta da questo ragazzo veneto, indicato quale possibile successore di Tiger Woods, tigre ormai in declino da un paio di stagioni. Manassero, effettivamente, per doti caratteriali (freddo e tranquillo) e tecniche (ottimo negli approcci al green, abile nel putt) a prima vista potrebbe definirsi un veterano di questo sport. Sebbene i fratelli Molinari abbiano già conquistato una Coppa del Mondo, oltre ad altri numerosi trofei di prestigio (con la ciliegina sulla torta della Ryder Cup), l'impressione è che il teen-ager di Negrar possa in breve tempo diventare il primo azzurro nella storia a vincere un torneo del Grande Slam. Nel complesso, tuttavia, risulta complesso fissare degli obiettivi per una carriera di cui non si intravedono i limiti.

Le ultime tappe del Giro d'Italia hanno fornito un verdetto incontestabile: il futuro è adesso. Diego Ulissi ed Eros Capecchi sono due corridori dall'avvenire radioso. Il primo, in particolare, possiede l'indole del predestinato: nato a Cecina, paese natale di Paolo bettini, bi-campione del mondo in campo juniores, adatto a percorsi duri (Liegi-Bastogne-Liegi per intenderci), dotato di ottimo spunto nelle volate ristrette. Sì, potrebbe essere il vero erede del 'Grillo', ovvero l'attuale ct della nazionale. Nel corso degli anni, inoltre, Ulissi, già discreto nelle prove contro il tempo, potrebbe persino puntare a vincere un Grande Giro. Proprio le corse di tre settimane, invece, saranno l'obiettivo di Capecchi, scalatore di talento che ha solo bisogno di prendere totale coscienza dei propri mezzi. La lista delle giovani leve su due ruote, comunque, non si limita ai due nomi sopracitati, ma comprende anche i vari Davide Appollonio, Elia Favilli, Elia Viviani, Alfredo Balloni, Adriano Malori (il Cancellara italiano), Davide Malacarne, Andrea Guardini (un fulmine nelle volate), senza dimenticare Ignazio e Moreno Moser, rispettivamente figlio e nipote del mitico Francesco.

Nel motomondiale, da un paio di stagioni, i giovani italiani faticano a conseguire dei risultati accettabili in 125. Anche in questa disciplina, tuttavia, è in arrivo un potenziale fuoriclasse. Si tratta di Luca Marini. Chi è? Il fratello di Valentino Rossi, nato dalla relazione della mamma con il nuovo compagno. 13 anni appena, il fratello d'arte di una delle più grandi icone dello sport italiano ha già vinto due gare su due nelle mini-moto, denotando uno stile di guida in cui si intravede chiaramente la stirpe di appartenenza. Ora, fare pronostici su un adolescente può rivelarsi alquanto azzardato, poiché numerose sono le variabili che possono accompagnare un processo di crescita. Le premesse, tuttavia, inducono a pensare che un antico detto possa trovare una nuova conferma: buon sangue non mente.

L'elenco dei possibili numeri 1 del futuro non finisce certo qui. Tra questi, solo per elencarne alcuni (altrimenti la trattazione diverrebbe eccessivamente lunga), cito la saltatrice in lungo e triplista Darya Derkach (un talento del genere in Italia non si vedeva dai tempi di Fiona May), Andrea Mitchell D'Arrigo, Diletta Carli ed Alessia Polieri nel nuoto, Alessandra Pagliaro nel sollevamento pesi, Luca Giacon nel pugilato professionistico, Gerhard Kerschbaumer nella mountain bike, Laura Linares nella vela, Leonardo Mutti nel tennis-tavolo, senza dimenticare gli innumerevoli talenti che ogni anno si affacciano nella scherma.
L'imperativo categorico per questi astri nascenti sarà il seguente: allenarsi con volontà, abnegazione, costanza ed umiltà, senza mai accontentarsi dei primi risultati tra i seniores, ma anzi provando in ogni circostanza a valicare le soglie dei proprio limiti.
Se lo sport italiano può sfoderare con orgoglio passato e presente gloriosi, il futuro si può raffigurare come un turchese e limpido cielo di giottesca memoria.

Federico Militello

mercoledì 25 maggio 2011

Quando le migliori restano a casa


Scegliere le migliori individualità del campionato ed assemblare una squadra in grado di competere in campo internazionale. Un principio semplice, sul quale dovrebbero basarsi le convocazioni dei tecnici delle varie selezioni nazionali degli sport di squadra. Nelle ultime settimane, tuttavia, sono state compiute delle scelte a dir poco opinabili.
Nella pallanuoto femminile il neo ct Fabio Conti, che ha centrato comunque l'obiettivo minimo della SuperFinal di World League, pare essersi dimenticato completamente delle giocatrici della Formoline Catania. Peccato che questo club si sia appena laureato campione d'Italia ed abbia raggiunto la finale di Eurolega; tra le sue fila, inoltre, militano alcune giocatrici indiscutibilmente tra le migliori del Bel Paese, ovvero Garibotti (nella foto), Radicchi, Aiello e Motta, per di più tutte under23 e sempre convocate non solo nelle varie selezioni giovanili, ma anche nell'ultima gestione Fiori. Entrando maggiormente nel dettaglio, in Italia non esiste una tiratrice dalla lunga distanza superiore alla Garibotti, mentre Rosaria Aiello rappresenta un centro-boa in costante ascesa: il ct, tuttavia, preferisce puntare sulla navigata 37enne Elisa Casanova. Perché, dunque, queste atlete sono state ignorate? ''Decido io e non devo dare delle spiegazioni'', le parole del tecnico. Pare che alla base di questa scelta insensata vi siano dei dissapori personali tra Conti e Formiconi, quest'ultimo allenatore proprio del Catania ed ex commissario tecnico del Setterosa campione olimpico ad Atene 2004. Se con la squadra al completo non sarebbe stato facile qualificarsi a Lonrda 2012 (dove partecipano appena 8 nazionali, Gran Bretagna inclusa), senza gli elementi citati le possibilità diventano prossime allo zero.


Sono per lo più condivisibili, invece, le convocazioni di Massimo Barbolini per la nazionale femminile di pallavolo, bravo soprattutto a puntare sull'oriunda argentina Carolina Costagrande. Clamorosamente, tuttavia, dal listone manca Monica Ravetta, ovvero la miglior giocatrice italiana della Serie A1 per punti e rendimento complessivo. La 25enne di Pavia, giunta ormai ad una piena maturità agonistica, ricopre anche quel ruolo di opposto che, dopo il ritiro di Tai Aguero, costituisce un problema per la selezione tricolore. L'impressione è che almeno una chance la meritasse, magari nell'imminente Gran Prix in cui non verranno schierate gran parte delle titolari. Anche in questo caso non è dato sapere il motivo dell'esclusione. A differenza della pallanuoto femminile, tuttavia, il volley rosa possiede comunque le potenzialità per risalire sul tetto d'Europa e giocarsi un podio alle prossime Olimpiadi.

Federico Militello

domenica 22 maggio 2011

Golf, scherma, canoa, atletica, mountain bike e beach volley: Italia onnipresente


Golf: accanto ai successi del fenomeno Manassero e dei fratelli Molinari, torna a ruggire anche Diana Luna. La 28enne romana si è aggiudicata l'Open di Germania con ben 24 colpi sotto il par, staccando le più dirette inseguitrici di ben 7 lunghezze. Da segnalare che la campionessa azzurra, al quarto successo in carriera, il primo dopo la maternità, non ha commesso neppure un bogey in tutte e quattro le giornate di gara.

Canoa velocità: Michele Zerial ha conquistato il terzo posto nel K1 200 metri nella prova di Coppa del Mondo di Racine, in Repubblica Ceca. Nella distanza breve si sono ben comportati anche i K2 maschile e femminile di Mauro Pra Floriani-Alberto Regazzoni e Cristina Petracca-Sofia Campana, rispettivamente settimi e seste. Non ha raccolto il podio sperato Paolo Buccione nel C1 500, sesto, mentre il K2 500 formato da Matteo Galligani e Nicola Ripamonti si è installato in settima piazza. Il bilancio tricolore, quindi, può considerarsi pienamente positivo.

Beach volley: Greta Cicolari e Marta Menegatti concludono il loro straordinario Open di Myslowice in seconda posizione, superate in finale dalle olandesi Keizer-Va Iersel per 2-0 (17-21, 18-21). In entrambe le frazioni la coppia tricolore ha subito l'allungo decisivo delle rivali proprio nei punti finali. Questo podio, comunque, infonde grande fiducia ed ottimismo in vista degli ormai imminenti Mondiali di Roma.

Mountain bike: brillante terzo posto per Marco Aurelio Fontana nella prova di Coppa del Mondo di Dalby Forest, in Gran Bretagna. Il rappresentante del Bel Paese è stato preceduto solo da due fuoriclasse assoluti come il ceco Jaroslav Kulhavy ed il campione olimpico francese Julian Absalon. Bene anche Eva Lechner, quarta tra le donne. L'impressione è che almeno una medaglia possa provenire da questa disciplina alle prossime Olimpiadi di Londra 2012.

Ciclismo: se l'Italia si difende con cuore ed orgoglio al Giro grazie agli stoici Scarponi e Nibali, grandi soddisfazioni provengono dal settore femminile, dove l'iridata Giorgia Bronzini ha vinto in volata il Gran Prix Gatineau disputato in Canada.

Atletica: grande ritorno in nazionale per Elisa Rigaudo. Nella Coppa Europa di marcia in programma ad Olhao (Portogallo), infatti, la neo-mamma ha colto un fantastico terzo posto alle spalle delle russe Sokolova e Kirdyapkina nella 20 km. Nella stessa distanza, ma in campo maschile, quinto posto per Giorgio Rubino, apparso in grande crescita di condizione dopo i vari problemi fisici patiti in inverno. Infine, con Alex Schwazer attualmente impegnato in faticosi allenamenti in altura, Marco De Luca si è classificato terzo nella 50 km, risultato che costituisce il primo podio della sua carriera.

Scherma: in una domenica densa di gioie italiche, non poteva di certo mancare la nostra disciplina regina. Nella prova di Coppa del Mondo di Seoul, doppietta italiana nella competizione individuale del fioretto femminile, con la campionessa del mondo Elisa Di Francisca che ha superato in finale la compagna di squadra Arianna Errigo per 15-8. Fuori nei quarti Valentina Vezzali. Sempre nella capitale coreana, inoltre, la nazionale maschile di fioretto si è imposta nella prova a squadre, prevalendo in finale sulla Russia per 45-44.

Boxe femminile: Marzia Davide ha vinto il prestigioso trofeo 'Opal Coast', competizione turca cui hanno preso parte nazionali di prestigio come Francia, Bielorussia, Belgio e le stesse padrone di casa. Nella categoria -60 kg, la 31enne di Pontecagnano (SA) ha piegato per 17-6 la francese Mossely Estelle. Un ottimo risultato, dunque, in vista dei Campionati dell'Unione Europea in programma a fine mese. Ricordiamo, infine, che proprio Marzia Davide rappresenta la carta più preziosa da giocare per l'Italia in vista delle qualificazioni a Londra 2012, dove per la prima volta anche le donne si cimenteranno nel pugilato.

Federico Militello

sabato 21 maggio 2011

Cicolari-Menegatti esaltanti nel beach volley; reazione d'orgoglio per Nibali


Beach volley: la sabbia polacca di Myslowice si è tinta di azzurro. Greta Cicolari e Marta Menegatti hanno raggiunto una straordinaria finale nella tappa del World Tour, superando in semifinale per 2-1 (26-24, 19-21, 15-11) le tedesche Goller-Ludwig e garantendosi la certezza di un posto sul podio. In precedenza, nell'ultimo turno del tabellone perdenti (cui la coppia tricolore era approdata dopo la sconfitta con le campionesse del mondo statunitensi Kessy-Ross) le superlative rappresentanti del Bel Paese avevano prevalso addirittura per 2-1 sulle brasiliane Talita-Antonelli, teste di serie n.1 del tabellone. Nell'atto conclusivo in programma domani alle 13, il duo italico affronterà le vincenti del match tra le americane Kessy-Ross (presumibile, dunque, una rivincita) e le olandesi Keizer-Va Iersel, queste ultime già sconfitte dalle azzurre nel terzo turno del tabellone principale. L'Italia, dunque, ha trovato una coppia rosa in grado di ambire al podio degli imminenti Mondiali di Roma.

Giro d'Italia: la Spagna trionfa anche sullo Zoncolan. La notizia, tuttavia, è che ad imporsi sulla tremenda ascesa friulana non è stato Alberto Contador, bensì il basco Igor Anton, coetaneo del 28enne di Madrid. L'onore dell'Italia, però, è stato salvato da un eroico Vincenzo Nibali: il 26enne siciliano ha affrontato la salita con il proprio passo, perdendo inizialmente terreno da Anton, Contador e Scarponi, ma raggiungendo questi ultimi due a pochi chilometri dalla vetta. A quel punto il vincitore della Vuelta 2010, con Anton ormai in fuga solitaria, ha provato persino ad aumentare il ritmo per staccare la maglia rosa, tentativo risultato invano. Alla fine Nibali, terzo al traguardo ma in evidente crescita di condizione, ha pagato 40 secondi dal vincitore di tappa Anton ed appena 7 da Contador, comunque inarrivabile in classifica generale. Per la seconda piazza finale, invece, si preannuncia una dura lotta tra Nibali ed Anton, separati dall'inezia di un solo secondo. Flessione conclusiva per Michele Scarponi, quarto ad 1'11'' ed ora ai piedi del podio anche nella graduatoria complessiva. Si può affermare senza mezzi termini, inoltre, che la tappa odierna è stata falsata dai commissari di gara, che hanno eliminato la scalata al Crostis e, soprattutto, la conseguente discesa, probabilmente l'unico tratto di questo Giro in cui Nibali avrebbe potuto provare a fare il vuoto su Contador. Indiscrezioni, infine, parlano di una possibilità inconcepibile: anche in caso di squalifica da parte del Tas di Losanna, il ciclista iberico non si vedrebbe privato del successo nella corsa rosa. Insomma, non esiste alcun limite alla vergogna.

Canoa velocità: quarto posto per Sergiu Craciun nel C1 1000 metri nella prova di Coppa del Mondo di Racine (CZE). L'azzurro ha perso il podio al fotofinish, superato di appena dal polacco Piotr Kuleta. Successo finale per il canadese Oldershaw. Settima ed ottava piazza rispettivamente per Maximilian Benassi nel K1 1000 e per il K4 1000 composto da Scaduto, Facchin, Ricchetti e Piemonte. Nel pomeriggio, inoltre, sono state disputate le qualificazioni dei 200 metri. Ottima prova di Michele Zeria nel K1, primo in semifinale, approdato nell'atto conclusivo con il terzo crono complessivo. Obiettivo finale raggiunto anche per il K2 maschile di Mauro Pra Floriani ed Alberto Regazzoni e per quello femminile composto da Cristina Petracca e Sofia Magali Campana. Quest'ultima competizione è l'unica tra quelle citate a non far parte del programma olimpico, dunque l'Italia può sino ad ora considerarsi ampiamente soddisfatta. Peccato per il mancato ingresso in finale di Paolo Buccione nella finalissima nel C1 200, il quale avrà comunque grosse chances da giocarsi domani nei 500 metri.

Federico Militello

venerdì 20 maggio 2011

Canoa: un'Italia d'altri tempi brilla a Racine


Un'Italia di tale calibro non si ammirava da anni. Nella prova di Coppa del Mondo di Racine, in Repubblica Ceca, le imbarcazioni azzurre della canoa velocità hanno dato spettacolo. Tutti i risultati di rilievo sono maturati in campo maschile. Nel K1 1000 metri, Maximilian Benassi, dopo aver vissuto un triennio di apprendistato (proviene dal settore 'discesa'), pare aver imboccato la strada verso la definitiva consacrazione: il 25enne italo-tedesco, secondo in semifinale, è approdato senza patemi in una finalissima in cui potrà dare l'assalto alle prime 5 posizioni. Qualificati all'atto conclusivo anche il K4 1000 (Facchin, Piemonte, Ricchetti e Scaduto) ed il K2 500 composto dai giovani Matteo Galligani e Michele Ripamonti. La vera notizia di giornata, tuttavia, è la nuova e benvenuta competitività del Bel Paese nel settore della canadese. Stratosferica prestazione per il rumeno di recente naturalizzazione azzurra Sergiu Craciun, qualificato per la finale del C1 1000 col il miglior tempo assoluto: peccato che, in base ai regolamenti della Federazione Internazionale legati al cambio di nazionalità, potrà rappresentare il tricolore ai Mondiali di agosto, ma non alle Olimpiadi di Londra 2012. Per coronare il sogno a Cinque Cerchi, dunque, il fortissimo oriundo dovrà attendere Rio de Janeiro 2016. Impressionante anche la prova di forza del giovane Paolo Buccione nel C1 500, direttamente in finale dopo aver firmato il miglior crono nelle batterie. Certo, questa distanza non fa parte del programma olimpico, ma l'astro nascente della canoa azzurra si disimpegna con ottimi risultati anche nei 200 metri, gara cui prenderà parte nel pomeriggio di domani.
Nel settore femminile, invece, non sono pervenuti risultati altrettanto esaltanti. L'eterna Josefa Idem ha mancato di un soffio l'ingresso alla Finale A dopo aver concluso in terza piazza la propria semifinale. La preparazione della 47enne italo-tedesca, tuttavia, è stata calibrata in vista della rassegna iridata agostana. Un dato, però, appare inequivocabile: competere con rivali più giovani di 25 anni diventa sempre più arduo. L'immarcescibile campionessa azzurra, comunque, possiede ancora classe e determinazione intatte, dunque non è affatto escluso che possa ancora conseguire qualche medaglia di prestigio nel prossimo biennio. D'altronde la sfida contro lo scorrere del tempo affascina sempre. Alle spalle di Josefa, purtroppo, si conferma il solito vuoto, con il K4 1000 metri eliminato in semifinale.

Federico Militello

mercoledì 18 maggio 2011

Confortola:''Ora sto bene. Tornerò presto e con grandi ambizioni''


Terminare una stagione i primi di novembre per la rottura di tibia e perone può incrinare le certezze e le convinzioni di qualsiasi atleta, minandone la forza di volontà e le determinazione per ricominciare da zero. Yuri Confortola, invece, da quel maledetto incidente patito a Quebec City nel tentativo di superare un avversario e scivolando contro i materassi di protezione, ha sin da subito fissato nella propria mente un obiettivo affascinante ed intrigante, che continua ad accompagnarlo nel lungo e tortuoso percorso di riabilitazione: tornare sul ghiaccio più forte di prima. Nella generale flessione dello short track italiano in campo maschile, il 25enne di Tirano è convinto di poter raggiungere risultati di rilievo, con il mirino puntato alle Olimpiadi di Sochi 2014.

Come procede il suo programma di recupero dal grave infortunio?
‘’Il processo riabilitativo procede molto bene. Attualmente siamo nella fase del recupero della massa muscolare. La gamba risponde molto bene alle sollecitazioni e, per quanto riguarda il pattinaggio, ho già fatto i miei primi giri, anche se con un ritmo da bambino di 7 anni: lo scopo era provare come avrebbe risposto il mio arto inferiore’’.

Ritiene di poter tornare alle gare sin dagli albori della prossima stagione?
‘’La prossima stagione magari prenderò il via in qualche gara. Ora dobbiamo pianificare bene il tutto con il medico federale. La cosa certa è che dovrò tenere le placche ancora un anno in quanto la frattura era veramente scomposta: per questo seguirò una programmazione differenziata dal gruppo per non prendere altri rischi. Comunque bisognerà valutare tutto mese dopo mese’’.

Dopo l’incidente occorsole, secondo lei lo short track è uno sport pericoloso? Cosa si potrebbe fare per incrementare la sicurezza?
‘’Sì, non bisogna nasconderlo: è uno sport abbastanza pericoloso. Si potrebbe gareggiare con maggiore sicurezza se ci fossero sempre i materassi mobili. In tante piste, invece, le balaustre sono inadeguate. Spero che i vari infortuni facciano riflettere affinché la situazione migliori’’.

Come ha trascorso questi mesi di inattività e quanto le sono mancate le competizioni?
‘’In questi mesi mi sono rilassato molto ed ho riscoperto la bella vita a casa e con gli amici. Tuttavia non ho mai dimenticato di far guarire bene la gamba, lavorando tantissimo per un recupero ottimale. Ho pensato molto alle gare e mi dispiaceva moltissimo non poterci essere. Mi facevo forza pensando che sono giovane e che avrò ancora molte occasioni per impormi’’.

Quali sono i suoi obiettivi personali a medio-lungo termine?
‘’Non faccio che pensare a Sochi 2014. Sarà la mia terza Olimpiade e vorrò essere protagonista’’.

Punterà su una distanza in particolare?
‘’Di sicuro la mia attenzione sarà concentrata principalmente sulle lunghe distanze, anche se l’obiettivo rimane preparare bene pure i 500 metri, di modo da poter essere competitivo nell’All-Round agli Europei ed ai Mondiali’’.

Quali sono, secondo lei, le cause che hanno portato la selezione maschile a vivere la stagione peggiore di sempre sul piano dei risultati?
‘’L'assenza di molti atleti come Nicolas Bean e Tommaso Rinaldi: sarebbero stati fondamentali per allenarsi bene. Non riesco ancora a capire come mai non si è fatto niente per tenere Rinaldi, poiché era un giovane di ottimo livello’’.

Indubbiamente anche la sua assenza ha pesato molto sul rendimento complessivo della squadra.
‘’Non saprei. Sicuramente a Nicola (Rodigari, n.d.r.) è pesato molto. Negli allenamenti io e lui ci stimolavamo molto. Credo che da solo sia stato molto più difficile’’.

Cosa propone per migliorare e dare una scossa al movimento?
‘’Io cambierei molte cose: sicuramente non c’è un’ottima organizzazione. Questo sarebbe il primo punto da cui ripartire per invertire questa tendenza negativa’’.

Intravede dei giovani promettenti per un pronto ritorno al vertice dell’Italia?
‘’Non vedo molti giovani. Purtroppo credo che per tornare ai vertici globali serviranno molti anni ed un progetto lungimirante’’.

Essendo molto vicino all'età della piena maturità agonistica e con Rodigari ormai 30enne, sente il peso della responsabilità di dover reggere da solo le sorti di questa disciplina nel Bel Paese?
‘’Non sento alcuna responsabilità particolare. Rodigari è ancora un ottimo atleta e da compagno di stanza non vorrei perderlo. So che assieme sappiamo lavorare bene e senza di lui sarebbe un grosso problema. In questo sport, infatti, senza gruppo è davvero difficile arrivare ad ottimi risultati’’.

Nei pochi allenamenti che ha potuto effettuare, che idea si è fatto del tecnico canadese Eric Bedard? Spera in una sua riconferma, magari in questa volta full-time?
‘’A dir la verità non mi son trovato molto bene. Per quel poco che ho potuto vedere, non condivido molti suoi pensieri. L'impostazione degli allenamenti non si addice particolarmente alle mie caratteristiche’’.

Si aspettava che l’Italia sarebbe stata superata da nazioni europee come Francia, Olnada e Gran Bretagna?
‘’Ero consapevole che avremmo perso molte posizioni. Bisogna darsi una mossa: tra due anni c'è una qualificazione olimpica da conquistare e, se si continua su questo trend, allora sarà molto dura’’.

Come ha iniziato a fare short track e quando ha capito che sarebbe potuto diventare un ottimo atleta?
‘’Ho iniziato con i corsi dell'asilo. Fino a 14 anni è stato solo un puro divertimento per stare insieme ai miei amici. Ho compreso che potevo diventare forte due anni prima dell'Olimpiade di Torino 2006. Da lì l'impegno è stato sempre massimo, anche se credo di poter ancora migliorare’’.

In che modo ama trascorrere il suo tempo libero?
‘’Pratico vari sport, soprattutto ciclismo. Per il resto mi piace condurre una vita normale tra amici e divertimento’’.

Troverete l'intervista anche su wintersport-news: http://wintersport-news.it/5457,News.html.
Inoltre sul nuovo numero di Universo Bianco potrete leggere due mie interviste esclusive a Simone Morassi e Mattia Runggaldier. Abbonamento e spedizione alla rivista sono gratuiti, basta compilare il seguente modulo: http://www.solomagazine.it/iscrizione.php. Perché per i veri appassionati, l'inverno non finisce mai.

Federico Militello

martedì 17 maggio 2011

Ritiri, ritorni e decisioni inspiegabili


Sci di fondo: Marianna Longa ha deciso di porre fine all'attività agonistica e di appendere gli sci al chiodo. ''Ci pensavo già dall'inizio della stagione. E' giunto il momento di fare la mamma a tempo pieno''. A soli 32 anni, dunque, la nativa di Livigno conclude una carriera nel cui palmares figurano una vittoria in Coppa del Mondo, un argento iridato nella 10 km tc di Liberec ed il terzo posto finale nel Tour de Ski 2011. L'Italia, dunque, in un colpo solo ha perso le proprie (ed uniche) punte di diamante, ricordando che l'addio di Arianna Follis era stato ufficializzato sin da marzo. A questo punto, per forza di cose, bisognerà dare spazio e fiducia alle giovani leve. Servirà tempo: dopo un ventennio di trionfi con le varie Di Centa, Belmondo, Paruzzi e le stesse Follis e Longa, si preannunciano tempi duri, dove anche un piazzamento nelle 10 dovrà venire celebrato come lusinghiero.

Basket femminile: dopo 4 anni di assenza, Francesca Zara torna in nazionale. In vista dell'Additional Round in programma ad inizio giugno (e da vincere per qualificarsi agli Europei) il ct Giampiero Ticchi, per fronteggiare la defezione di Chiara Pastore (fermata da un infortunio), ha convocato una delle giocatrici italiane più famose e carismatiche della storia cestistica tricolore. La 34enne play-maker di Bassano del Grappa è reduce da una stagione ottima ad Umbertide e la sua esperienza potrebbe rivelarsi fondamentale per apportare ulteriore qualità ad un gruppo molto valido. Peccato che ad un gradito ritorno sia corrisposta una inspiegabile rinuncia all'azzurro: Laura Macchi, l'italiana più rappresentativa in campo continentale, si è chiamata fuori dall'avventura europea, adducendo come motivazione la volontà di dedicarsi solamente al proprio club (Schio). Singolare che a 32 anni la campionessa del Bel Paese abbia rinunciato all'ultima possibilità della carriera per provare a staccare il biglietto per le Olimpiadi.

Atletica: la maratona italiana, così come quella europea, vive un periodo di profonda crisi, travolta dalla debordante superiorità degli atleti africani. L'unica azzurra in grado di competere in campo internazionale è Anna Incerti, medaglia d'argento agli ultimi Campionati Europei di Barcellona 2010. Come già accaduto nel 2009, tuttavia, la 31enne siciliana ha deciso di non prendere parte ai Mondiali in programma ad inizio settembre a Daegu, in Corea del Sud. Dopo aver denotato una crescita interessante negli ultimi mesi, perché rinunciare proprio alla competizione che fornisce maggior visibilità in campo globale? Perché rimandare ancora una volta il confronto con le migliori al mondo?

Federico Militello

lunedì 16 maggio 2011

'Italia, come stai?: sto con Simoncelli; al di sotto delle attese l'hockey prato


Probabilmente il mio pensiero potrà apparire controcorrente: ritengo, infatti, che il sorpasso di Marco Simoncelli a Daniel Pedrosa non solo non fosse da sanzionare, ma facesse parte addirittura della tradizionale natura delle corse motoristiche. Non discuto sul fatto che, considerato il passo gara superiore, il 24enne di Cattolica avrebbe potuto attendere anche qualche tornata successiva per sferrare l'attacco. Tuttavia l'essenza del motociclismo poggia su due fondamentali fattori: istinto e duelli corpo a corpo. Perché, secondo voi, tra le vittorie più belle della carriera di Valentino Rossi si ricordano lo 'scontro' con Sete Gibernau a Jerez 2005 o il cavatappi affrontato praticamente a contatto con Casey Stoner a Laguna Seca 2008? In quei casi il Dottore di certo non premeditò quegli attacchi, ma agì seguendo l'impulso del momento. Esattamente quanto accaduto a Simoncelli, che non a caso possiede l'indole del campione. Nel sorpasso a Pedrosa sono emerse aggressività, decisione e sprezzo del rischio, non di certo cattiveria o volontà di stendere l'avversario. I piloti, soprattutto quelli spagnoli, continuano a lamentarsi per la pericolosità di alcune manovre in pista. Sarà il caso che guardino un filmato del 1998: Loris Capirossi si giocava il titolo mondiale della 250 all'ultima gara (Gp d'Argentina) con Tetsuya Harada. All'ultima curva l'allora 25enne emiliano tentò il tutto per tutto, staccando in extremis e speronando il centauro nipponico, che cadde. Tutto fu valutato regolare. Oggi, forse, Lorenzo e company proporrebbero la squalifica a vita. Il motociclismo è stato e sarà sempre uno sport rude, per uomini veri.

La nazionale italiana femminile di hockey prato ha raccolto un onorevole secondo posto nel Challenge II di Vienna, perdendo in finale con il Belgio e mancando dunque la promozione nel gruppo maggiore. Quella disputata in terra austriaca, infatti, rappresentava una sorta di Serie C di questo sport, alla quale hanno preso parte le squadre classificate oltre la 16ma piazza del ranking globale. A questi livelli il Bel Paese ha dimostrato di essere ormai competitivo, tuttavia il sogno di agguantare una storica qualificazione alle Olimpiadi di Londra 2012 appare di difficile realizzazione. Nell'ultimo triennio, da quando l'Italia perse per 5-1 con la Corea del Sud nello spareggio decisivo per staccare il biglietto per Pechino 2008, non è stato compiuto un salto di qualità significativo (e desiderato), come dimostrato sia dalla mancata qualificazione ai Mondiali 2010 sia dall'eccessiva difficoltà di prevalere su selezioni del medesimo livello. L'impressione, dunque, è che le ragazze del ct Fernando Ferrara siano ancora piuttosto distanti da nazionali come Giappone, India, Corea e Nuova Zelanda, quelle cioè da battere per coronare l'impresa a Cinque Cerchi, per non parlare di Germania, Argentina ed Olanda, le più grandi interpreti dell'hockey sul prato internazionale.

Federico Militello

Denuncia al sistema sportivo della Spagna


Primavera 2006: scoppia lo scandalo 'Operacion Puerto'. Eufemiano Fuentes e Manolo Saiz gestivano un'organizzazione dedita alla gestione di autoemotrasfusioni ed alla vendita delle più disparate sostanze dopanti (ormoni della crescita, Epo, anabolizzanti). Coinvolti circa 50 ciclisti professionisti (tra cui Contador, Valverde, Basso ed Ulrich) ed un'altra cinquantina di atleti provenienti da altre discipline (calcio compreso). Risultato? Tutto cadde sotto silenzio, con alcuni nomi che non si seppero (e non si sapranno) mai. Basso ed Ulrich pagarono il loro coinvolgimento con 2 anni di squalifica, Contador e Valverde ne uscirono limpidi come la rugiada alpina.

Dicembre 2010: altre ombre si addensano sullo sport iberico. Prolifera l'Operacion Galgo. Il dottor Fuentes afferma: ''se parlassi io, la nazionale spagnola perderebbe i Mondiali e gli Europei vinti''. Anche in questo caso le indagini furono avvolte dalla melma del silenzio.

Tour de France 2010: Alberto Contador risulta positivo al clembutarolo in un controllo anti-doping. Il 28enne iberico attribuisce l'accaduto all'aver mangiato filetto di manzo proveniente dal proprio Paese. Nei Grandi Giri i corridori si nutrono in maniera maniacale solo di ciò che viene preparato dal cuoco della squadra: possibile che il n.1 al mondo abbia commesso un'ingenuità simile? Successivamente nel suo sangue vengono riscontrate anche tracce di plastica, segnale inequivocabile di autoemotrasfusione: tuttavia tale scoperta non possiede rilievo giuridico perché la tecnica utilizzata non è inserita tra quelle consentite dalla Wada. Ad inizio 2011 la Federazione spagnola, ovviamente, assolve Contador. Seguono il ricorso al Tas di Wada ed Uci. Attualmente il madrileno corre il Giro d'Italia sub-judice. Il problema è che per tutti gli altri corridori si applica una legge diversa: in caso di inchieste giudiziarie, infatti, si viene sospesi in attesa di giudizio (eclatante il caso Pellizzotti). Due pesi, due misure.

Vuelta di Spagna 2010: a poche settimane dal termine della corsa a tappe iberica, Ezequiel Mosquera, secondo alle spalle di Vincenzo Nibali, viene trovato positivo ad un controllo antidoping. Ad 8 mesi di distanza, non si hanno più notizie di questa vicenda. Di certo, però, non è stato squalificato.

Inverno 2010-2011: quasi tutta l'atletica spagnola risulta coinvolta nell'Operacion Galgo. Marta Dominguez, campionessa del mondo nei 3000 siepi nel 2009, viene trovata con le mani nel sacco, o forse sarebbe più appropriato dire 'nella sacca', dato che in suo possesso figurano involucri di plastica con all'interno quel sangue utile alla solita autoemotrasfusione. Stesso discorso per il naturalizzato etiope Alemayehu Bezabeh, del quale è emersa anche un'intercettazione ad opera della Guardia Civil. Si tratta di un frase del suo allenatore, Manuel Piqueras, al termine dei campionati di cross spagnoli: ''Ora vai in Etiopia ad allenarti in altura, poi quando torni queste sacche le reinfondi''. Incredibilmente (ma forse non c'è più da stupirsi) sia Dominguez sia Bezabeh sono stati assolti dai collegi giudicanti della Spagna.

Primavera 2010: il nuotatore Rafael Munoz salta ben tre controlli anti-doping a sorpresa. Si giustifica dicendo che sua madre non lo ha avvertito delle lettere ricevute dalla Federazione Internazionale. Assolto, vince l'oro agli Europei di Budapest nei 50 farfalla.


Questi sono solo alcuni esempi (certamente i più eclatanti) della malsana gestione dello sport attuata in Spagna. Pare di assistere a tutti gli effetti a quel doping di Stato così diffuso e praticato negli Anni '80 in Unione Sovietica e Germania Est. In effetti il ruolo della politica assume dei connotati non indifferenti: basti pensare che nell'affaire Contador intervenne in maniera decisiva addirittura il premier. Sino all'inizio del nuovo millennio la nazione iberica aveva rappresentato una sorta di comparsa nel mondo dello sport, con qualche sporadico successo legato all'estemporanea nascita di qualche campione come Indurain e Ballestreros. Per stessa ammissione del giornalista di 'El Pais' Carlos Arriba, lo sport iberico, dal rachitismo che da sempre aveva caratterizzato la sua storia, volse repentinamente lo sguardo alla scalata del ranking mondiale. A qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo. Dopo tutti questi vergognosi episodi, tuttavia, è giunto il momento di dire a gran voce: Basta! Lo sport, come da tradizione, deve rappresentare un modello da seguire per i giovani, con i suoi ideali di lealtà ed aggregazione. La ricerca del risultato con pratiche illecite, purtroppo, non fa altro che infangare l'immagine e la credibilità del movimento sportivo di una nazione, costituendo inoltre un deprecabile modello per le nuove leve. E bisogna dire basta anche alla abominevole ipocrisia degli organi di stampa: che senso ha incensare Contador facendo finta di niente sul processo in corso al Tas? Possibile che gli sponsor ed i ritorni economici che indubbiamente il campione iberico porta al Giro d'Italia siano tali da far dimenticare passato e presente?
E' tempo che il mondo apra gli occhi e che gli enti e gli organi a ciò delegati prendano dei provvedimenti forti ed esemplari. Appassionati, tifosi ed addetti ai lavori, infatti, sognano di poter assistere a delle gare immuni da sospetti di sorta.
L'Italia, sotto questo punto di vista, rappresenta insieme alla Francia il Paese che più ha investito contro la lotta al doping ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Possiamo andare fieri, dunque, del rendimento dei nostri atleti, nel bene o nel male. Senza dimenticare che, come detto già circa un anno fa, lo sport iberico, sebbene con gli ormai tristi aiuti del doping, dista ancora anni luce dal prestigio e dai trionfi di quello tricolore.
Per un ulteriore approfondimento vi invito a leggere anche questo articolo: http://www.repubblica.it/sport/ciclismo/2010/12/19/news/operacio_puerto-10399244/.
Infine, potete esprimere il vostro parere sul sondaggio creato appositamente per questo argomento.

Federico Militello

domenica 15 maggio 2011

Contador troppo forte, Nibali e Scarponi al tappeto


Giro d'Italia: bisogna essere sportivi: Alberto Contador in questo momento è nettamente il corridore più forte al mondo nelle corse a tappe, di un'altra categoria rispetto agli avversari. Il suo scatto ai -7 km dal traguardo della salita dell'Etna ha fatto il vuoto, una rasoiata tremenda che ha piegato le gambe dei rivali. Ha provato a rispondere Michele Scarponi, pagando lo sforzo dopo poche centinaia di metri ed andando fuori giri. Morale della favola: dopo la prima vera tappa di montagna di questo Giro d'Italia, il ciclista iberico, al primo successo parziale della carriera nella corsa rosa, è già in testa alla classifica con circa un minuto e 20 secondi di vantaggio su Vincenzo Nibali, salito con il proprio passo, e qualcosa in più su Scarponi. Da qui a Milano si correrà per la seconda piazza.

Hockey sul prato: dopo aver superato per 3-2 la Bielorussia nella semifinale del Champions Challenge II, la nazionale italiana femminile è stata sconfitta nell'atto conclusivo dal Belgio per 2-1, mancando quindi la promozione nel Challenge I. Per ulteriori approfondimenti, rimando alla rubrica 'Italia, come stai?'.

Federico Militello

sabato 14 maggio 2011

Equitazione: una bella Italia è terza a Linz; Contador spaventa tutti


Equitazione: ottimo debutto per l'Italia nella Coppa delle Nazioni di Linz (Austria). Con 20 penalità complessive, la selezione tricolore ha conquistato una brillante terza piazza a pari merito con il Brasile, preceduta solo da Germania (13) e Belgio (16), due corazzate già qualificate per le Olimpiadi di Londra 2012. Straordinaria prestazione per l'emergente amazzone Lucia Vizzini, autrice di un doppio percorso netto. Bene anche Davide Kainich (4), mentre si sono difesi egregiamente Roberto Airoldi (12) e Fabio Brotto (16). Un inizio molto incoraggiante, dunque, in una stagione che vivrà il suo momento cruciale i primi di settembre, quando agli Europei di Madrid si assegneranno tre biglietti per i Giochi Olimpici.

Scherma: terzo posto per Aldo Montano nella prova di Coppa del Mondo di Madrid. Il campione olimpico di Atene 2004 si è fermato in semifinale contro il russo Yakimenko, alla fine vincitore della competizione, che ha prevalso per 15-11.

Giro d'Italia: la prima settimana di gara si è rivelata molto positiva per l'Italia. Se il veterano Alessandro Petacchi ha lanciato la sua prepotente candidatura non solo per i Mondiali di Copenhagen, ma anche per le Olimpiadi di Londra (in entrambi i casi il tracciato sarà per velocisti), diversi giovani azzurri si stanno mettendo in mostra, tra tutti Oscar Gatto (oggi primo a Tropea con un splendido allungo in salita) e Davide Apollonio, appena 21enne ma già stabilmente tra i primi 10 negli arrivi di gruppo. In chiave classifica generale, però, preoccupa la straripante condizione di forma dello spagnolo Alberto Contador, in grado di staccare i più diretti rivali su uno strappo di appena 900 metri al 7%. Domani l'Etna fornirà le prime risposte sulle reali possibilità dell'iberico di monopolizzare la corsa rosa.

Federico Militello

venerdì 13 maggio 2011

Schiavone, fine del sogno: passa la Stosur


Francesca Schiavone è stata eliminata dall'australiana Samantha Stosur nei quarti di finale degli Internazionali di Roma. La 27enne aussie si è imposta piuttosto agevolmente con il punteggio di 6-2, 6-4 in 1 ora e 17 minuti di gioco. Sin dalle battute iniziali la finalista del Roland Garros 2010 ha preso in mano le redini dell'incontro, dominando gli scambi da fondo campo grazie alla sua perentoria forza fisica. La nativa di Brisbane ha costruito molti punti con il servizio ad uscire, al quale hanno fatto puntualmente seguito dei micidiali diritti lungo linea.
Il rendimento della 31enne milanese, al contrario, è stato altamente discontinuo, con diversi errori di diritto ed una risposta scarsamente incisiva. In particolare la Leonessa non mai cercato di variare lo schema tattico con palle corte e rovesci in back. Insomma, un match a senso unico, in cui la tennista tricolore non solo è apparsa lontana dalla miglior condizione pisco-fisica, ma non ha mai fornito l'impressione di poter prevalere. I prodromi di questa sconfitta si erano già percepiti nell'ottavo contro la slovacca Daniela Hantuchova, in cui la regina di Parigi 2010 l'aveva spuntata più grazie alla forza dei nervi che alla fluidità di gioco.
Risulta importante rimarcare una considerazione: se in ogni torneo si paragona il livello della Schiavone a quello espresso in quelle due magiche settimane transalpine, il confronto sarà sempre impietoso. Francesca, infatti, si è resa interprete di un'ottima carriera, in cui ha sempre veleggiato alle soglie delle top10 del globo sino a 29 anni(senza mai riuscire ad entravi però), con periodici e diffusi exploit contro le top player (soprattutto in Fed Cup). Poi è arrivato l'inaspettato trionfo del Roland Garros, ampiamente meritato per quanto mostrato sulla terra rossa di Francia. Bene, la rappresentante del Bel Paese, in quella circostanza, sfoderò un rendimento superiore alle sue reali potenzialità, che, se mantenuto, l'avrebbe portata addirittura al primo posto del ranking mondiale. A Parigi, in pratica, l'azzurra disputò a 30 anni il torneo della vita, difficilmente ripetibile. Da allora, infatti, la lombarda non è più riuscita a sconfiggere una top10. Prigioniera forse di una pressione mediatica improvvisa e mai provata in precedenza, la Schiavone fatica a sostenere il peso della responsabilità derivante dalla classifica iridata, in cui occupa la piazza n.5 (era quarta sino ad una settimana fa). Non c'è dubbio che la Leonessa, a maggior ragione per aver oltrepassato i propri limiti, meriti un plauso per aver portato nuovo lustro ed interesse al movimento italiano, senza dimenticare che attualmente rappresenta senza discussioni la miglior tennista azzurra di tutti i tempi (e lo sarà per decenni presumibilmente). Ora, però, dopo aver avuto la Luna, non chiediamole anche Marte.

Federico Militello

giovedì 12 maggio 2011

Schiavone nei quarti a Roma; Hockey: Italia-Malesia 2-1


Tennis: al termina di una cruenta battaglia, Francesca Schiavone ha superato la slovacca Daniela Hantuchova in tre set (3-6, 6-2, 7-5), approdando per la quinta volta in carriera (l'ultima volta nel 2006) ai quarti di finale degli Internazionali di Roma. Domani la Leonessa affronterà l'australiana Samantha Stosur, già sconfitta in questa stagione nel primo turno di Fed Cup, nella rivincita dell'ormai leggendaria finale del Roland Garros dello scorso anno. Sino ad ora, la 31enne milanese non ha espresso il suo miglior tennis, aggrappandosi al servizio nei punti decisivi e risultando spesso fallosa con il rovescio. Contro la storica rivale aussie, n.7 del mondo, sarà necessario innalzare notevolmente il livello di gioco, possibilmente incrementando discese a rete e palle corte, quest'oggi utilizzate con parsimonia dalla n.5 del globo. L'Italia tennistica, ancora una volta, si aggrappa alla sua ruggente trascinatrice.

Hockey prato: grazie ad una doppietta dell'italo-olandese Alessia Padalino, la nazionale femminile det ct Fernando Ferrara ha superato per 2-1 la Malesia nei quarti di finale degli FIH Champions Challenge II. Le azzurre per larghi tratti si sono rivelate padrone del campo, portandosi in vantaggio di 2 reti e subendo solo nel finale la veemente reazione delle asiatiche. Sulla strada verso la finale, ora la selezione tricolore troverà la Bielorussia (sabato, ore 17.30).

Federico Militello

mercoledì 11 maggio 2011

L'Italia si difende nel tennis-tavolo e Stoyanov regala l'impresa


Con Nikoleta Stefanova in dolce attesa (tornerà il prossimo anno per conquistare la sua terza partecipazione olimpica) e le 'cinesi' Weng Lin Tan Monfardini e Tiang Jing ormai da tempo fuori dal giro azzurro, le nazionali italiane di tennis tavolo si sono presentate ai Mondiali di Rotterdam con scarse aspettative, con l'intento principale di far acquisire esperienza ai tanti giovani portati nella terra dei tulipani. In realtà i risultati sono andati al di là delle più rosee aspettative.
In campo femminile Deborah Vivarelli, sebbene oltre la 400ma posizione nel ranking internazionale, è riuscita a superare lo scoglio delle qualificazioni, fermandosi al primo turno contro la spagnola Zhu Fang (n.52).
Tra gli uomini, invece, si è registrata una grande impresa ad opera di Niagol Stoyanov: il pongista italo-bulgaro, infatti, ha superato per 4-2 il rappresentante di Hong Kong Li Ching, n.36 del globo. Un risultato importantissimo per il rappresentante tricolore, entrato con merito tra i migliori 64 della rassegna iridata: la strada intrapresa è quella giusta per provare a staccare il pass per Londra 2012. Subito eliminato, invece, Mihai Bobocica, inchinatosi per 4-1 al coreano Cho Eon Rae (n.56).
Gli stessi Bobocica e Stoyanov, inoltre, hanno regalato ulteriori emozioni nel doppio, dove si sono imposti per 4-3 sui cechi Korbel-Prokopcov, agguantando i sedicesimi di finale. A breve affronteranno addirittura i cinesi Wang Hao-Zhang Jike, coppia n.1 al mondo. Presumibile (e probabile) un'eliminazione, tuttavia per il Bel Paese, viste le premesse iniziali, rappresenta già un obiettivo centrato quello di confrontarsi con giocatori di tale livello.
Intanto a questo Mondiale ha partecipato anche il 16enne fenomeno Leonardo Mutti, eliminato nelle qualificazioni ad un soffio dal tabellone principale: l'impressione è che in campo maschile l'Italia possa tornare tra qualche stagione ai fasti dei primi anni 2000, quando, trascinata da Yang Min, colse uno storico bronzo iridato nella prova a squadre.

Federico Militello

martedì 10 maggio 2011

Tennis: azzurre scatenate a Roma; ok l'hockey prato


Tennis: debutto convincente per Francesca Schiavone agli Internazionali di Roma. Essendo testa di serie n.2 del torneo, la Leonessa ha ricevuto un bye al primo turno, superando quest'oggi l'americana Christina McHale per 6-3, 6-1 ed approdando comodamente agli ottavi di finale. Il movimento femminile, mostrando ancora una volta uno stato di salute invidiabile, ha visto approdare al secondo turno ben quattro atlete, in attesa che in serata scenda in campo Flavia Pennetta contro l'ostica statunitense Mattek-Sands: Alberta Brianti (6-4, 7-5 alla cinese Zheng), Sara Errani (che sul 6-2, 1-0 ha approfittato del ritiro di Roberta Vinci) e Romina Oprandi (ottima prova contro l'estone Kanepi, superata 7-5, 1-6, 6-3). Proprio la tennista italo-svizzera, nel caso di successo nel match contro la slovacca Hantuchova, avrebbe l'opportunità e l'onore di sfidare la Schiavone agli ottavi. In campo maschile, invece, il Bel Paese si affida alla generazione 1981. Potito Starace e Filippo Volandri affronteranno domani rispettivamente il serbo Troicki e lo svizzero Wawrinka (giustiziere di Fabio Fognini): due partite certamente ardue, ma l'obiettivo resta l'ingresso tra i migliori 16. Una grande sorpresa, inoltre, è giunta anche da Paolo Lorenzi, capace di prevalere in 2 set (7-6, 6-3) sul brasiliano Bellucci, fresco semifinalista nel Masters Series di Madrid. Al secondo turno il 30enne toscano dovrà vedersela con il n.1 al mondo Rafael Nadal: di sicuro un'esperienza che un giorno potrà raccontare ai nipoti. Niente da fare, infine, per Simone Bolelli, liquidato dall'iberico Almagro con un agevole 6-0, 7-6.

Hockey sul prato: la nazionale italiana femminile ha sconfitto il Canada per 2-1 nel terzo incontro del girone A del Champions Challenge II a Vienna. In precedenza le azzurre avevano superato l'Austria per 4-1 e perso con il Cile per 2-1. Proprio la sfida in corso tra le sudamericane e le padrone di casa determinerà la selezione che vincerà il raggruppamento: l'Italia, grazie alla differenza reti favorevole, possiede buone chances. Domani giornata di riposto, mercoledì via ai quarti di finale: la formazione tricolore sfiderà una tra Malesia e Russia.

Scherma: un argento e due bronzi per il tricolore nel fioretto individuale maschile disputatosi a Shanghai e valido come prova di Coppa del Mondo. Luca Simoncelli si è inchinato nell'atto conclusivo al francese Le Pechoux per 15-5, che in precedenza aveva avuto la meglio in semifinale su Andrea Cassarà (15-13). Sul terzo gradino del podio è salito anche Alessio Foconi. Eliminato ai trentaduesimi, invece, Andrea Baldini, sorpreso dal coreano Heo (15-14).

Federico Militello

lunedì 9 maggio 2011

'Italia, come stai?': Molfetta, una certezza nel taekwondo


I Campionati del Mondo di taekwondo hanno portato in dote all'Italia la medaglia di bronzo di Carlo Molfetta nei -87 kg, confermatosi sul podio dopo l'argento del 2009. Il 26enne romano da ormai tre stagioni non fallisce un solo grande appuntamento, come dimostra anche la medaglia d'oro europea conquistata nella passata stagione. Singolare la progressione agonistica di questo atleta: rivelatosi a soli 17 anni come grande talento della disciplina, quando colse l'argento iridato nei -67 kg, partecipò ai Giochi di Atene 2004; successivamente, dopo un bronzo nei -72 kg agli Europei di Riga 2005, l'alfiere tricolore è andato incontro ad un quadriennio travagliato, caratterizzato dalla carenza assoluta di risultati e dalla mancata qualificazione alle Olimpiadi di Pechino 2008. Nel 2009, però, si verificò la svolta: il campione azzurro, infatti, decise di cambiare radicalmente categoria, diventando un peso massimo e conservando allo stesso tempo quella velocità che lo aveva contraddistinto nelle categorie minori. Attualmente l'atleta italiano è in grado di vincere in qualsiasi competizione, grazie ad una ferrea determinazione ed a qualità tecniche che ne fanno uno dei migliori interpreti in campo internazionale (non a caso è il n.1 del ranking mondiale). Se Molfetta costituisce una solida certezza in vista dei Giochi di Londra 2012, il Bel Paese potrà contare ancora una volta anche su Mauro Sarmiento, già argento olimpico in carica e quinto nella rassegna iridata appena conclusa. Preoccupa, invece, l'eliminazione al primo turno di Veronica Calabrese, unica esponente del gentil sesso a nutrire fondate ambizioni non solo di qualificazione alla rassegna a Cinque Cerchi, ma anche di medaglia. Al di fuori dei soliti noti, però, il taekwondo italiano fatica a proporre interessanti nomi nuovi, con giovani come Claudio Treviso e Cristian Clementi che attualmente occupano posizioni discrete in campo globale, ma ancora piuttosto distanti dal vertice. Urge investire sin da ora sui talenti del futuro per non farsi trovare impreparati in vista del prossimo quadriennio.

Federico Militello

domenica 8 maggio 2011

Scherma e Karate, gioie tricolori; Howe, che debutto!



Scherma: dopo la mancata e insolita mancata vittoria nella prova individuale, le formidabili fiorettiste azzurre si sono rifatte nella prova a squadre della prova di Coppa del Mondo di Shanghai, trionfando in finale per 41-40 sulla Russia. Decisiva l'ultima stoccata piazzata da Valentina Vezzali nel minuto supplementare.

Karate: l'Italia ha vinto il medagliere finale degli Europei di Zurigo. Ai podi di ieri si sono aggiunte altre due medaglie: l'oro di Michele Giuliani nel kumite individuale ed il bronzo a squadre nella medesima disciplina. Con 3 ori, 6 argenti ed un bronzo, la selezione tricolore si è rivelata di gran lunga la migliore del Vecchio Continente.

Pentathlon moderno: buon sesto posto per Riccardo De Luca (già settimo nel ranking internazionale) nella prova di Coppa del Mondo di Budapest vinta dal ceco David Svoboda. L'alfiere italico è giunto quarto nel combined event e settimo nell'equitazione, mentre non ha brillato particolarmente nella scherma (16mo) e nel nuoto (18mo). Gli altri italiani in gara, Nicola Benedetti e Auro Franceschini, hanno concluso rispettivamente in 21ma e 24 piazza.

Atletica: super debutto per Andrew Howe. Il 26enne reatino ha tagliato per primo il traguardo nei 400 metri nel meeting di Pavia, realizzando il lusinghiero crono di 45.70, con il record personale precedente frantumato(46.03). Il talentuoso azzurro ha preceduto lo specialista Marco Vistalli, secondo in 45.94. ''Finalmente i piedi funzionano come devono. Oggi il mio obiettivo era stabilire il mio record personale e ci sono riuscito. Questo risultato costituisce un buon punto di partenza per far bene i 200 ed il lungo. Inoltre sono a disposizione anche per la staffetta''. 4x100''. L'atletica italiana, dunque, spera di aver ritrovato finalmente il suo ''Figlio del Vento''.
Nella stessa riunione lombarda, inoltre, ottime performances sono giunte per tre atleti in attesa di cittadinanza italiana. In particolare spicca il 6.46 metri della promettentissima 18enne Dariya Derkach nel lungo, primato personale e miglior misura stagionale a livello mondiale in campo juniores. Bene anche Judy Ekeh, 11''73 nei 100 metri, e Mohad Abdikadar, secondo nei 1500 con un discreto 3:44.09. Insomma, grazie ai 'nuovi italiani', il Bel Paese intravede delle prospettive rosee per un futuro non così lontano.

Badminton: Agnese Allegrini è stata sconfitta in finale dalla russa Anastasia Prokopenko nell'Open di Danimarca con un periodico 21-15. Un mancato successo che non macchia un torneo da grande protagonista, in cui la 28enne romana ha dimostrato di poter entrare stabilmente tra le prime 30 del ranking mondiale.

Federico Militello

sabato 7 maggio 2011

Italia protagonista su più fronti


Badminton: lo disse quattro mesi or sono: ''Più maturo e più miglioro alcune componenti del mio gioco''. Agnese Allegrini, in effetti, appare una giocatrice di livello superiore dopo il rientro all'attività agonistica targato autunno 2010. Dopo aver scalato in pochi mesi il ranking mondiale sino alla 61ma posizione, la 28enne romana è giunta in finale nel prestigioso International di Danimarca, superando nei quarti la bulgara Linda Zechiri (n.26 del globo) ed in semifinale l'irlandese Chloe Magee (n.64). Domani, nell'atto conclusivo del torneo, la rappresentante tricolore affronterà la russa Prokopenko. Con l'inizio di maggio è iniziato l'arco temporale di un anno nel quale i giocatori dovranno raccogliere punti utili alla qualificazione alle Olimpiadi di Londra 2012: non ci sono dubbi che Agnese abbia intrapreso nel migliore dei modi il sentiero verso la seconda partecipazione a Cinque Cerchi.

Tiro con l'arco: prestigioso secondo posto per Pia Carmen Leonetti nella prima prova di Coppa del Mondo a Porec. La portacolori italica ha compiuto due autentiche imprese, eliminando prima agli ottavi la plurititolata compagna di squadra Natalia Valeeva e poi in semifinale la coreana Dasomi Jung. Un'altra atleta del medesimo Paese asiatico, Gyeonghee Han, ha sbarrato la strada all'azzurra nell'atto conclusivo, aggiudicandosi la contesa per 7-1.

Scherma: una mancata vittoria da parte delle fiorettiste tricolori desta sempre scalpore. Nella tappa di Coppa del Mondo di Shanghai, infatti, l'Italia si è dovuta accontentare 'solo' di un terzo posto della campionessa del mondo Elisa Di Francisca, con Valentina Vezzali quinta. Vittoria per la coreana Nam. Domani le azzurre proveranno l'immediato riscatto nella prova a squadre.

Karate: pioggia di medaglie per il Bel Paese nelle prime due giornate dei Campionati Europei di Zurigo. Nel carniere tricolore, infatti, figurano ben 6 medaglie: 2 ori e 4 argenti. Grande protagonista è stato Luca Valdesi, vincitore sia nella prova di kata individuale sia, affiancato da Lucio Maurino e Vincenzo Figuccio, in quella a squadre.

Judo: buona Italia nel Grand Prix di Baku. La nazionale azzurra, infatti, ha racimolato due terzi (Elena Moretti nei -48 kg e Francesco Faraldo nei -66kg) e due quinti posti (Erica Barbieri -70 kg ed Antonio Ciano -81 kg). Tutti questi atleti, dunque, hanno racimolato importanti punti in vista della qualificazione olimpica. Londra 2012, invece, diventa sempre più una vera utopia per Edwige Gwend, fuori al primo turno nei -63 kg: da grandissima promessa del judo italiano, la guerriera nera sta stentando all'inverosimile a raggiungere dei risultati consoni alle sue conclamate ed effettive potenzialità.

Federico Militello

venerdì 6 maggio 2011

Molfetta di bronzo; sarà il Giro di Contador?


Taekwondo: è terminata in semifinale l'avventura di Carlo Molfetta ai Campionati del Mondo di Gyeongju (Corea del Sud) nella categoria -87 kg, sconfitto per 5-4 dal padrone di casa e campione olimpico Dong Ming Cha. I tecnici italiani recriminano per alcuni punti non concessi all'azzurro e per aver subito delle ammonizioni quanto meno dubbie. Il combattente asiatico, in seguito, ha perso la finalissima contro l'iraniano Yousef Karami per 8-6. Per Molfetta, comunque, resta una medaglia di bronzo preziosissima, che lo riconferma ai vertici internazionali. Fuori al secondo turno, invece, Leonardo Basile nei +87 kg, sconfitto dall'iraniano Kourosh Rajoly per 3-0.

Giro d'Italia: inizia domani l'attesissima corsa rosa. Il tracciato si preannuncia come il più duro degli ultimi dieci anni, con ben nove tappe di alta montagna. Considerando che, oltre all'iniziale cronometro a squadre ed alla cronoscalata Belluno-Nevegal, l'unica prova 'vera' contro il tempo sarà quella nell'ultima frazione di Milano (31,5 km dove conteranno pesantemente le ultime, residue energie rimaste), sarà un Giro per scalatori. L'inevitabile favorito, dunque, non può che essere lo spagnolo Alberto Contador (per la verità lo sarebbe stato anche in caso di percorso consono ai cronomen...): a meno di imprevisti, infatti, non si vede chi possa realmente impensierirlo. L'Italia punterà al podio con il suo astro nascente Vincenzo Nibali, già terzo lo scorso anno e vincitore della Vuelta di Spagna, e Michele Scarponi. Dalla carta stampata e dai media sono giunte dichiarazioni del tipo ''sarà una corsa pulita e limpida, non vi saranno sospetti di doping'': perché, dunque, partecipa anche Contador? Non è forse in attesa di conoscere l'esito del ricorso al Tas per il notorio caso di positività al clembuterolo? Perché gli italiani, anche al minimo sospetto, vengono sospesi, mentre gli iberici continuano a gareggiare come se nulla fosse successo? Nel caso del ciclista spagnolo, probabilmente, la risposta ha motivazioni economiche: un Giro con Contador, infatti, possiede sicuramente maggiore appeal ed attira sponsor e televisioni. In questo modo, però, il ciclismo continua a perdere credibilità: se il 28enne di Madrid verrà squalificato, infatti, la competizione sarà vinta dal secondo in classifica. E se qualcuno decidesse di non attaccare Contador, accontentandosi della piazza d'onore nell'attesa del verdetto dei giudici?

Federico Militello

giovedì 5 maggio 2011

Taekwondo: Molfetta non tradisce e porta l'Italia sul podio


Carlo Molfetta costituiva l'asso nella manica dell'Italia ai Campionati del Mondo di Gyeongju (Corea del Sud) e non ha deluso le aspettative. Nella categoria -87 kg, infatti, il campione d'Europa in carica, oltre che medaglia d'argento iridata nel 2009, è approdato in semifinale, raggiungendo l'obiettivo minimo di una medaglia (non è prevista, infatti, la finale 3°-4° posto).
Il 26enne di stanza a Roma ha superato al primo turno il mozambicano Arsenio Nhandime per 6-2. Agli ottavi, poi, si è presentato l'ostacolo britannico Damon Sansum, campione del mondo di kickboxing e di recente approdato al taekwondo per cullare il sogno della partecipazione alle Olimpiadi casalinghe di Londra 2012. Dopo un inizio in sostanziale equilibrio, Molfetta subiva un colpo alla testa dal suo avversario, avanti di 3 lunghezze (7-4). A quel punto, con dei gesti tecnici eseguiti in maniera fulminea e brillante, l'azzurro azionava un progressione inarrestabile, imponendosi poi per 16-8.
L'ultimo ostacolo verso la medaglia era rappresentato dal greco Konstantinos Goltios, campione d'Europa a Roma 2008 nei -84 kg. Dopo un inizio sprint, il nostro portacolori volava subito sull'8-1. Complice un calo di tensione, però, il rivale ellenico si riportava sotto sino al 7-8, prima che l'italiano stabilisse il definitivo 10-7 con due colpi in rapida sequenza.
Carlo Molfetta, dunque, si conferma l'atleta di maggior spicco e prestigio del taekwondo tricolore: nelle ultime tre stagioni, infatti, non ha fallito un solo obiettivo.
Domani, nella giornata conclusiva dei Mondiali, l'atleta del Bel Paese, n.1 del ranking iridato, affronterà in semifinale il padrone di casa, nonché campione olimpico in carica, Dong Min Cha: una sorta di affascinante finale anticipata.
Sul quadrato farà il suo esordio anche Leonardo Basile, a caccia di un podio nei +87 kg.

Federico Militello

mercoledì 4 maggio 2011

Schiavone e Vinci avanti tutta; news da taekwondo ed hockey prato


Tennis: continua il buon momento del tennis femminile italiano. Nel prestigioso torneo Premiere di Madrid, Francesca Schiavone e Roberta Vinci hanno raggiunto gli ottavi di finale, superando rispettivamente l'azzurra Sara Errani e la russa Alisa Kleybanova, n.25 del mondo. Se le due giocatrici dovessero superare anche il prossimo turno (contro Mattek e Na Li), si affronteranno in un quarto di finale tutto tricolore. Il livello di gioco della Leonessa sta lentamente crescendo verso gli standard della scorsa stagione, mentre la Vinci viaggia sulle ali dell'entusiasmo dopo il trionfo nel torneo di Barcellona della scorsa settimana: l'impressione è che, insieme ad Errani e Brianti, abbia compiuto un salto di qualità dopo aver rappresentato l'Italia in Fed Cup contro la Russia, acquisendo nuova consapevolezza e maggiore fiducia nei propri mezzi.

Taekwondo: a due giorni dal termine dei Mondiali di Gyeongju (Corea del Sud), l'Italia non ha ancora conquistato alcun podio. E' andato molto vicino all'obiettivo il campano Mauro Sarmiento (-80 kg), argento a Pechino 2008, fermatosi ai quarti (6-7) con l'iraniano Farzad Abdollahi, poi vincitore del titolo. Ha deluso appieno le attese, invece, Veronica Calabrese (-57 kg), fuori al primo turno con la giovane britannica Jade Louise Jones, successivamente giunta sino alla finalissima. La rassegna iridata, tuttavia, non è ancora finita e domani il Bel Paese cala il suo asso: si tratta del capitano Carlo Molfetta (-87 kg), campione d'Europa in carica e medaglia d'argento ai Mondiali 2011. Nutre ambizioni di podio anche Leonardo Basile, tornato in gran forma dopo un paio d'anni altalenanti: presumibilmente si giocherà l'accesso alle semifinali contro il temibile tedesco Kaya.

Hockey sul prato: dal 7 al 15 maggio la nazionale italiana femminile disputerà il Champions Challenge 2, con l'obiettivo di conquistare il primo posto per approdare il prossimo anno nella serie maggiore. Ricordo che la prossima estate la selezione rosa parteciperà ai Campionati Europei di gruppo A, dunque figura già tra le prime 8 formazioni del Vecchio Continente. Dopo aver sfiorato la qualificazione a Pechino 2008, ora si vuole tramutare in realtà il sogno Londra 2012. Dalle convocazioni emerge lampante un dato: il ct argentino Fernando Ferrara attua alla grande la politica degli oriundi. Sono ben 8, infatti, le 'nuove italiane' in rosa: Ana Laura Bertarini, Candelaria Blanco, Julieta Obrist, le gemelle olandesi Alessia e Chiara Padalino, Macarena Ronsisvalli, Rosario Sosa Cazales ed Agata Wybieralska. Al loro fianco, inoltre, spicca la presenza di alcune giovani autoctone come Dalila Mirabella (classe 1994), Martina Chirico, Marta De Guio, Chiara Tiddi e Jasbeer Singh. In un gruppo molto eterogeneo, fondamentale risulterà l'esperienza delle veterane Roberta Faustini (36enne capitano), Romina Dinucci e del portiere Roberta Lilliu. A testimonianza della crescita del movimento tricolore, ben 7 azzurre giocano all'estero nei più importanti campionati stranieri. Frattanto, anche la nazionale maschile ha deciso di seguire l'esempio delle colleghe donne, convocando diversi sudamericani nell'ultimo raduno: Maximiliano Raul Felicioni, Augustin Nunez, Ignacio Salas, Diego Torres, Nicolas Truksinas e Martin Zalatel. Non è escluso che, grazie al loro impiego, la formazione di Roberto Da Gai scali repentinamente diverse posizioni nel ranking mondiale. Per gli sport con scarse tradizioni, la strada da seguire è questa: naturalizzazioni al tappeto, risultati immediati, allargamento dei praticanti e crescita dei giovani. Nel segno della politica degli oriundi.

Federico Militello

lunedì 2 maggio 2011

'Italia, come stai?': squash, un esempio da seguire; la rinascita della Kostner


Stefane Galifi, nato ad Aix En Provence, Francia; Amr Swelim, nato a Il Cairo, Egitto; Marcus Barrett, inglese di recente naturalizzazione italiana. Lo squash azzurro è un esempio pratico di quali grandi (e tanti) benefici possa portare la cosiddetta 'politica degli oriundi'. Sino a 10 anni fa, infatti, questo sport viveva avvolto da anonimato ed indifferenza, con il solo Davide Bianchetti, italiano vero ed ancora imprescindibile pilastro della nazionale, a regalare qualche sprazzo di luce con l'approdo ai quarti di finale dei Mondiali 2003, dopo aver sconfitto l'allora n.1 al mondo Peter Nicol, e la scalata fino alla 24ma piazza del ranking iridato, raggiunta nel 2004. Mai, tuttavia, l'Italia aveva calcato i palcoscenici della massima divisione europea a squadre, relegata sempre in un Purgatorio distante dalle migliori otto del Vecchio Continente. La recluta degli oriundi ha permesso un rapido ed immediato salto di qualità: non solo lo scorso anno il Bel Paese ha conquistato una storica promozione in prima divisione, ma al primo tentativo è riuscito addirittura a salire con pieno merito sul podio alle spalle delle due corazzate Inghilterra e Francia. In questo momento, infatti, la selezione tricolore può definirsi compatta in tutti i suoi elementi, non denotando punti deboli di sorta. Certo, per puntare al titolo serviranno ulteriori investimenti e progetti di crescita, allargando la base dei praticanti e lavorando a stretto contatto con le nuove leve. La scelta effettuata, tuttavia, è stata di sopraffina razionalità: non potendo vincere subito e necessitando di anni per la maturazione dei giovani, la Federazione ha giustamente puntato sui cosiddetti 'nuovi italiani', raggiungendo immediatamente dei risultati sino ad oggi solo sognati. Molte altre discipline del panorama italiano dovrebbero prendere esempio dallo squash: la politica degli oriundi, infatti, garantisce il conseguimento di medaglie in tempi rapidi ed una scalata progressiva ed inarrestabile nel lungo periodo.

E' decisamente positivo il bilancio della spedizione italiana ai Campionati del Mondo di Pattinaggio di Figura tenutisi a Mosca. Carolina Kostner, dopo un biennio tormentato in cui, complici i risultati negativi, ha subito pesantissime critiche anche dai vertici del Coni, è sbocciata nuovamente nella tiepida primavera moscovita, tornando sul podio iridato a distanza di tre anni. Dal punto di vista artistico la 24enne altoatesina resta la migliore del globo: espressività coinvolgente, spirali e 'rondini' eseguite con quella disarmante naturalezza che continua ad incantare le platee. Sui salti, invece, Carolina resta inferiore alle campionesse asiatiche, anche se in questa circostanza ha saputo limitare i danni con una grande prova di carattere. Non bisogna dimenticare che la fidanzata di Alex Schwazer da anni raccoglie medaglie in una specialità in cui il Bel Paese per decenni aveva raccolto le briciole. Dunque, tra alti e bassi, è innegabile come sin da ora la Kostner sia indelebilmente iscritta nella storia del pattinaggio azzurro. Superate le paure del passato e con un mutato approccio alle gare (''sono finalmente tornata a divertirmi''), la campionessa italiana possiede le carte in regola per vivere un triennio da protagonista sulla strada di Sochi 2014. La concorrenza diventerà sempre più agguerrita: oltre alle asiatiche Asada, Kim ed Ando, dal 2013 calcherà la scena anche la formidabile russa Adelina Sotnikova (serve il compimento del 16mo anno di età per partecipare alle competizioni internazionali), potenzialmente la futura dominatrice di questo sport. In un contesto di livello elevatissimo, però, Carolina Kostner ha dimostrato ancora una volta di poter raggiungere piazzamenti di alto rango. Bene nel complesso anche Cappellini-Lanotte e Berton-Hotarek, rispettivamente ottavi nella danza e decimi nelle coppie (risultato che l'Italia non raggiungeva dal 1936): si tratta di atleti giovani e dalle buone prospettive, in grado di assicurare un futuro più che dignitoso al pattinaggio artistico tricolore. Se anche Samuel Contesti, solamente 17mo, dovesse tornare a rendimenti più consoni al suo passato (ammesso che decida di proseguire l'attività agonistica), l'Italia avrebbe ottime chances di cullare ambizioni da top5 nella prova a squadre di Sochi 2014, disciplina che farà il proprio debutto nel programma a Cinque Cerchi.

Federico Militello