Primavera 2006: scoppia lo scandalo 'Operacion Puerto'. Eufemiano Fuentes e Manolo Saiz gestivano un'organizzazione dedita alla gestione di autoemotrasfusioni ed alla vendita delle più disparate sostanze dopanti (ormoni della crescita, Epo, anabolizzanti). Coinvolti circa 50 ciclisti professionisti (tra cui Contador, Valverde, Basso ed Ulrich) ed un'altra cinquantina di atleti provenienti da altre discipline (calcio compreso). Risultato? Tutto cadde sotto silenzio, con alcuni nomi che non si seppero (e non si sapranno) mai. Basso ed Ulrich pagarono il loro coinvolgimento con 2 anni di squalifica, Contador e Valverde ne uscirono limpidi come la rugiada alpina.
Dicembre 2010: altre ombre si addensano sullo sport iberico. Prolifera l'Operacion Galgo. Il dottor Fuentes afferma: ''se parlassi io, la nazionale spagnola perderebbe i Mondiali e gli Europei vinti''. Anche in questo caso le indagini furono avvolte dalla melma del silenzio.
Tour de France 2010: Alberto Contador risulta positivo al clembutarolo in un controllo anti-doping. Il 28enne iberico attribuisce l'accaduto all'aver mangiato filetto di manzo proveniente dal proprio Paese. Nei Grandi Giri i corridori si nutrono in maniera maniacale solo di ciò che viene preparato dal cuoco della squadra: possibile che il n.1 al mondo abbia commesso un'ingenuità simile? Successivamente nel suo sangue vengono riscontrate anche tracce di plastica, segnale inequivocabile di autoemotrasfusione: tuttavia tale scoperta non possiede rilievo giuridico perché la tecnica utilizzata non è inserita tra quelle consentite dalla Wada. Ad inizio 2011 la Federazione spagnola, ovviamente, assolve Contador. Seguono il ricorso al Tas di Wada ed Uci. Attualmente il madrileno corre il Giro d'Italia sub-judice. Il problema è che per tutti gli altri corridori si applica una legge diversa: in caso di inchieste giudiziarie, infatti, si viene sospesi in attesa di giudizio (eclatante il caso Pellizzotti). Due pesi, due misure.
Vuelta di Spagna 2010: a poche settimane dal termine della corsa a tappe iberica, Ezequiel Mosquera, secondo alle spalle di Vincenzo Nibali, viene trovato positivo ad un controllo antidoping. Ad 8 mesi di distanza, non si hanno più notizie di questa vicenda. Di certo, però, non è stato squalificato.
Inverno 2010-2011: quasi tutta l'atletica spagnola risulta coinvolta nell'Operacion Galgo. Marta Dominguez, campionessa del mondo nei 3000 siepi nel 2009, viene trovata con le mani nel sacco, o forse sarebbe più appropriato dire 'nella sacca', dato che in suo possesso figurano involucri di plastica con all'interno quel sangue utile alla solita autoemotrasfusione. Stesso discorso per il naturalizzato etiope Alemayehu Bezabeh, del quale è emersa anche un'intercettazione ad opera della Guardia Civil. Si tratta di un frase del suo allenatore, Manuel Piqueras, al termine dei campionati di cross spagnoli: ''Ora vai in Etiopia ad allenarti in altura, poi quando torni queste sacche le reinfondi''. Incredibilmente (ma forse non c'è più da stupirsi) sia Dominguez sia Bezabeh sono stati assolti dai collegi giudicanti della Spagna.
Primavera 2010: il nuotatore Rafael Munoz salta ben tre controlli anti-doping a sorpresa. Si giustifica dicendo che sua madre non lo ha avvertito delle lettere ricevute dalla Federazione Internazionale. Assolto, vince l'oro agli Europei di Budapest nei 50 farfalla.
Questi sono solo alcuni esempi (certamente i più eclatanti) della malsana gestione dello sport attuata in Spagna. Pare di assistere a tutti gli effetti a quel doping di Stato così diffuso e praticato negli Anni '80 in Unione Sovietica e Germania Est. In effetti il ruolo della politica assume dei connotati non indifferenti: basti pensare che nell'affaire Contador intervenne in maniera decisiva addirittura il premier. Sino all'inizio del nuovo millennio la nazione iberica aveva rappresentato una sorta di comparsa nel mondo dello sport, con qualche sporadico successo legato all'estemporanea nascita di qualche campione come Indurain e Ballestreros. Per stessa ammissione del giornalista di 'El Pais' Carlos Arriba, lo sport iberico, dal rachitismo che da sempre aveva caratterizzato la sua storia, volse repentinamente lo sguardo alla scalata del ranking mondiale. A qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo. Dopo tutti questi vergognosi episodi, tuttavia, è giunto il momento di dire a gran voce: Basta! Lo sport, come da tradizione, deve rappresentare un modello da seguire per i giovani, con i suoi ideali di lealtà ed aggregazione. La ricerca del risultato con pratiche illecite, purtroppo, non fa altro che infangare l'immagine e la credibilità del movimento sportivo di una nazione, costituendo inoltre un deprecabile modello per le nuove leve. E bisogna dire basta anche alla abominevole ipocrisia degli organi di stampa: che senso ha incensare Contador facendo finta di niente sul processo in corso al Tas? Possibile che gli sponsor ed i ritorni economici che indubbiamente il campione iberico porta al Giro d'Italia siano tali da far dimenticare passato e presente?
E' tempo che il mondo apra gli occhi e che gli enti e gli organi a ciò delegati prendano dei provvedimenti forti ed esemplari. Appassionati, tifosi ed addetti ai lavori, infatti, sognano di poter assistere a delle gare immuni da sospetti di sorta.
L'Italia, sotto questo punto di vista, rappresenta insieme alla Francia il Paese che più ha investito contro la lotta al doping ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Possiamo andare fieri, dunque, del rendimento dei nostri atleti, nel bene o nel male. Senza dimenticare che, come detto già circa un anno fa, lo sport iberico, sebbene con gli ormai tristi aiuti del doping, dista ancora anni luce dal prestigio e dai trionfi di quello tricolore.
Per un ulteriore approfondimento vi invito a leggere anche questo articolo: http://www.repubblica.it/sport/ciclismo/2010/12/19/news/operacio_puerto-10399244/.
Infine, potete esprimere il vostro parere sul sondaggio creato appositamente per questo argomento.
Federico Militello
straordinario: dall'elogio a Contador (ma il Giro è lungo) alla denuncia!
RispondiEliminaE cmq c'è un (piccolo ma particolare) esempio di un dopato fermato: Alejandro Valverde. Le ns autorità gli impedirono di correre sul ns suolo due anni fa (saltò quindi il Tour che allora attraversava Cuneo).
Tra le righe si poteva leggere la satira. D'altronde i miei lettori più fedeli sanno come la penso in proposito sia su Contador sia sulla Spagna. Valverde è stato fermato solo grazie all'intervento del Coni, ma anche il quel caso la Federazione iberica si oppose fermamente. Poi il Tas fece giustizia. Auguriamoci davvero che accada anche con Dopador
RispondiEliminaMi trovi perfettamente concorde, Federico. Tant'è che anche a me è capitato di scrivere di queste cose, non al tuo livello, ovviamente ;)
RispondiEliminafosse stato per la federazione spagnola valverde non sarebbe stato fermato. E' ingiusto che vi siano pesin e misure a seconda dellle diverse nazioni. Le federazioni italiane hanno fermato basso,pellizzotti, riccò, ma anche lo schermitore baldini al primo sospetto.
RispondiEliminaconcordo sul doping di stato spagnolo ma aggiungo che ho forti sospetti anche su francia e gran bretagna (in grecia è ormai conclamato) soprattutto per i nuotatori francesi alcuni dei quali in previiosne dell'uso dei costumoni per i quali prevaleva la potenza misero venti chili di muscoli in una sola stagione.
pio napolitano
In effetti servirebbero delle regole uniformi ed universali per tutte le nazioni del mondo. Non capisco perché si lasci ancora campo libero alle singole Federazione, che, come in Spagna, alla fine fanno il bello ed il cattivo tempo. Per quanto riguarda la Francia, sul ciclismo non penso, ma è più fattibile nel nuoto, dove effettivamente la crescita degli stileliberisti è stata quasi repentina. Tuttavia, in questo campo, non abbiamo fatti o prove certe, quindi non possiamo sbilanciarci più di tanto.
RispondiEliminaComplimenti sinceri per quello che hai scritto.
RispondiEliminaPio napolitano mi trova perfettamente d'accordo. Trovo scandalose le decisioni prese su Valverde ma anche sullo stesso Contador ( ma come si fa a credere alla storia della bistecca?); in Italia si viene fermati subito e non si può correre ( vedi Pellizzotti e Basso).
Sul nuoto sfondate una porta aperta: da quello che so i controlli antidoping vengono fatti dalla Wada nei grandi appuntamenti e non durante l'anno a sorpresa e quindi chiunque potrebbe fare un uso tranquillo di doping ( non so se le federazioni hanno il diritto di fare controlli ma dubito sulla correttezza di alcune); gli esempi di Bernard e degli altri nuotatori francesi ne sono un clamoroso esempio di come la massa muscolare sia aumentata di colpo.
Forse il doping non è un problema solo della Spagna ma anche di molte altre nazioni, certo gli iberici vengono sempre salvati o incredibilmente assolti.
Purtroppo così è lo sport che perde di credibilità ed è la cosa che fa più male
Grazie per i complimenti. speriamo che questo articolo-denuncia serva a far comprendere a molta gente quale sia la vera situazione in Spagna. Ho allegato prove e fatti, dunque penso che in proposito non possano esserci dubbi: è doping di Stato
RispondiEliminaBravissimo hai usato le giuste parole: Doping di Stato. Chissà quando tutto il mondo sportivo, in particolare la giustizia lo capirà
RispondiEliminaScusa Fede ma questa settimana non mi allunghero troppo perche sono in vacanze: niente "top" oggi.
RispondiEliminaSul doping di stato spagnolo, come anche scritto da me nel mio blog, non ci sono dubbi. Solo una riflessione: Supponiamo che Nibali sapendo che non vincera il giro, si lascia andare e si fa passare da un altro straniero e finisce terzo in generale. Poi squalificano contador al TAS: Il vincitore sará il secondo e non Nibali. Ti pare questo giusto? Solo perche Contador porta soldi al giro lo fanno correre. Perche non hanno fatto come Valverde, non facendolo partecipare a gare in territorio italiano? Noi stessi (Zomegnan per primo) abbiamo fatto la frittata. Non so chi fa piu schifo se i ciclisti o gli organizzatori. Per Andrea: i controlli nel nuoto si vengono fatti a sorpresa durante l´anno ma dalla FINA non dalla WADA. Ma indovina chi ha rotto questa regola? La Spagna con Muñoz che poi ha vinto l´oro. Incredibilmente poi la FINA non lo ha squalificato. Non solo la Spagna non squalifica i suoi atleti, ma anche le federazioni tipi FINA, FIFA e UCI li proteggono. Mafia spagnola? Penso di si.
Certo che non è giusto, ma a questo punto bisogna correre per il secondo posto, sperando che tra un mese arrivi per noi il sospirato verdetto che faccia giustizia. Se ci sia o meno la mafia spagnola, questo non lo so. Mi auguro di no, anche perché in tal caso questa situazione sarebbe destinata a durare per decenni. Invece io penso che sia un fuoco di paglia e presto gli iberici torneranno nell'anonimato da cui erano spuntati
RispondiEliminaPerchè non parli anche del tennis Spagnolo? nadal, ferrer e gli altri sono la punta dell'iceberg di un sistema che ha portato 10 tennisti spagnoli nei primi 50 del mondo (ogni 5 posizioni del ranking in media!!!)
RispondiEliminaNadal è stato più volte sospettato a ragione di doping, ha saltato controlli antidoping a sorpresa, si è sottoposto a trattamenti a base di ormoni della crescita (PRP)... Io ho personalmente ricostruito tutta la vicenda nadal e mi ha fatto disinnamorare del tennis!!
Ciao, ciò che scrivi è davvero molto interessante. Sospettavo che anche nel tennis il sistema non fosse molto differente da atletica, nuoto, etc.
RispondiEliminaMi piacerebbe se ci potessimo scambiare ulteriori pareri: se ti va scrivimi su federico1987great@hotmail.it o aggiungimi su Facebook.
A presto