''Se arriviamo quarti, quinti o sesti, saremo degli stupidi'', queste le parole del direttore tecnico Ravetto alla vigilia della gara di SuperG dei Mondiali di Garmisch. Christof Innerhofer ha risposto sul campo al suo allenatore: ''Io sono intelligente. Io sono campione del mondo''.
Una prestazione eccezionale per il 26enne di Brunico, da vero mago. L'azzurro, infatti, ha disegnato delle traiettorie da artista dello sci, costruendo il proprio vantaggio sin nella parte alta a lui meno favorevole. Da metà tracciato in giù, inoltre, il campione italico è stato perfetto nel pennellare le curve sul tratto più ghiacciato, scavando un distacco abissale nei confronti della concorrenza: 60 centesimi il margine del secondo, l'austriaco Hannes Reichelt, 72 quelli del terzo, il croato Ivica Kostelic. Una supremazia netta. Nel terso cielo della Baviera, dunque, si è levato leggiadro e soave il tricolore. L'Italia è tornata sul tetto del mondo a 4 anni di distanza dal successo a sorpresa colto da Patrick Staudacher ad Are, sempre in SuperG. In una stagione di Coppa del Mondo avara di primi posti, per il Bel Paese il trionfo più atteso è maturato proprio nell'occasione più importante dell'anno: insomma, è accaduto (fortunatamente) il contrario delle stagioni precedenti, quando ci presentavamo alle rassegne iridate da favoriti per poi lasciare le medaglie ad altri. Innerhofer, inoltre, si è finalmente consacrato come atleta dal talento sublime, il migliore al mondo dal punto di vista tecnico.
Solo discreta la prestazione degli altri azzurri: ottavo Werner Heel, nono Peter Fill, quattordicesimo Matteo Marsaglia. Poco importa, oggi è un'apoteosi verde, bianca e rossa.
Federico Militello
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