lunedì 11 giugno 2012

'Italia, come stai?': bene il 3-5-2, ma servono accorgimenti




Il pareggio dell'Italia nel debutto europeo contro la Spagna può essere analizzato sotto punti di vista differenti.
Partiamo dal risultato. Il calcio iberico, nonostante sia campione di tutto, ancora una volta non è riuscito a prevalere su quello italiano nei 90 minuti in una partita ufficiale di un Mondiale o un Europeo. L'ultimo successo non amichevole delle Furie Rosse, infatti, risale addirittura alle Olimpiadi di Anversa 1920.
Anche nella rassegna continentale di quattro anni fa, infatti, Casillas e compagni si imposero solo ai calci di rigore, dopo che era stata l'Italia ad andare più vicina al gol con Mauro German Camoranesi.
Tutto questo per dire che, se esiste una nazionale in grado di mandare in confusione e rendere prevedibile il tiki-taka spagnolo, questa è proprio quella azzurra.
La scelta del 3-5-2 ha premiato Prandelli. E' bene sottolineare che tale sistema di gioco sarebbe stato perfetto con la presenza di Andrea Barzagli (attualmente infortunato) in difesa e lo spostamento di Daniele De Rossi nel suo ruolo naturale di centrocampista. Tuttavia il 28enne romano si è disimpegnato egregiamente anche nel settore arretrato, anche se, naturalmente, manca dell'esperienza necessaria per controllare con disinvoltura alcuni automatismi fondamentali come il fuorigioco (non è un caso, infatti, che Torres si sia ritrovato per ben due volte solo dinanzi a Buffon). E' mancato, invece, l'apporto sperato dalle fasce. A destra Maggio appare piuttosto scarico dopo una logorante stagione vissuta a mille all'ora al Napoli, mentre Giaccherini, schierato in una posizione nuova per lui, si è limitato al compitino mantenendo la posizione e non attaccando con decisione gli spazi che la difesa iberica concedeva. Il calciatore della Juventus, inoltre, soffre molto in fase di contenimento, come è accaduto dopo l'ingresso in campo di Jesus Navas. In vista del prossimo impegno, dunque, potrebbero salire vertiginosamente le quotazioni di Ignazio Abate e Federico Balzaretti.

Il centrocampo tricolore ha retto al meglio l'urto del palleggio spagnolo, soprattutto in fase di possesso. Il credo calcistico di Prandelli emerge lampante sul campo: gli azzurri non lanciano mai il pallone, a costo di risultare snervanti. Di contro, tuttavia, il filtro non sempre ha funzionato al meglio, con gli incursori avversari che spesso si sono ritrovati ad affrontare direttamente la difesa a tre. Per questo, considerando la sua cadenza piuttosto lenta, Thiago Motta potrebbe lasciar spazio ad Antonio Nocerino.

Il reparto offensivo, poi, desta molti punti interrogativi. Se Mario Balotelli è quello visto con la Spagna, la selezione tricolore rischia di giocare in dieci. Difficile capire cosa passi per la mente del 21enne talento bresciano, che di questo passo rischia di diventare il nuovo Godot del nostro calcio. L'ingresso di Di Natale ha infuso una sterzata al gioco azzurro, perché, come si è visto anche nell'occasione del gol, consente di attaccare la profondità. Discreta, nel complesso, si è rivelata la prova di Antonio Cassano, che ha dispensato buone giocate, seppur ad intermittenza: considerando il lungo periodo di inattività, il 30enne barese potrà riacquistare brillantezza solo giocando.

Infine uno sguardo alla classifica: dando quasi per scontata (anche se nel calcio la certezza non esiste) il successo della Spagna sull'Irlanda del Trap, l'Italia, per non essere chiamata per l'ennesima volta a dipendere dai risultati altrui, dovrà battere a tutti i costi la Croazia nel match di giovedì. Se la Spagna non ci batte dal 1920, noi non superiamo i croati dal 1942 ed anche gli ultimi due precedenti parlando di due sconfitte (2-1 ai Mondiali del 2002 e 2-0 in un'amichevole del 2006). Insomma, dovremo avere la meglio della nostra bestia nera per cercare di fare strada in questo Europeo che, come previsto, si sta rivelando decisamente complesso ed impegnativo.

Federico Militello

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