venerdì 10 giugno 2011

Cicolari-Menegatti, spettacolo in Cina; un nuovo Moser nel ciclismo italiano


Beach volley: vincere è facile, ripetersi testimonia una competitività assodata nei palcoscenici elitari internazionali. Greta Cicolari e Marta Menegatti, a 3 giorni dall'inizio dei Campionati del Mondo in programma a Roma, hanno raggiunto la semifinale nel torneo del Grande Slam di Pechino, superando nell'ordine e sempre per 2-1 le americane Akers-Branagh, le tedesche Ludwig-Goller e le formidabili brasiliane Maria Clara-Carol, queste ultime regolate per 20-18 nell'ultimo e decisivo parziale dopo aver annullato quattro match point. La coppia tricolore, per la seconda volta consecutiva tra le prime quattro del World Tour dopo il secondo posto conseguito a Mislowice il 22 maggio, affronterà le tedesche Holtwick-Semmler per l'approdo all'atto conclusivo della manifestazione. Buona anche la prestazione delle italiane Gioria-Monoli, sconfitte per 2-0 agli ottavi dalle campionesse del mondo americane Kessy-Ross.

Ciclismo: la prima tappa del Giro d'Italia dilettanti (definito attualmente come GiroBio) porta la firma di un nome sporico del ciclismo italiano. Si tratta di Moreno Moser, nipote del grande Francesco. Il 20enne trentino l'ha spuntata in un arrivo a ranghi ristretti, precedendo il brasiliano Gideoni Rodrigues. La corsa si è decisa ai -23 km dal traguardo, quando Matteo Di Serafino ha lanciato l'attacco sul secondo ed ultimo GPM di giornata. Nella successiva discesa, tuttavia, il fuggitivo è stato ripreso da un gruppetto di 6 atleti, tra cui lo stesso vincitore di tappa. Tardiva la reazione del gruppo, giunto a 5 secondi dai 7 attaccanti. Moser è un corridore completo, ottimo passista che si difende bene in montagna e dotato di uno spunto veloce di tutto rispetto. Supportato dai consigli dello zio Francesco, possiede i mezzi necessari per affermarsi come corridore di alto rango. A questa competizione partecipa praticamente al completo la novelle vague del pedale italico, tra i cui massimi esponenti spiccano Trentin, Battaglin, Puccio e Aru. A loro si affida l'Italia, oltre che ai già citati Ulissi, Viviani, Guardini, Appollonio e Favilli, per imporsi come potenza ciclistica egemone del prossimo decennio.

Federico Militello

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