martedì 25 ottobre 2011

Pallamano, arrivano gli oriundi! (e le azzurre fanno soffrire la Danimarca)


Era ora! La Federazione Italiana di Pallamano ha finalmente deciso di puntare sui naturalizzati per elevare il tasso tecnico della nazionale maschile. Il ct Franco Chionchio, dunque, ha colto l'occasione convocando ben 4 nuovi oriundi, ben 8 in totale (la metà della selezione tricolore). Si tratta degli argentini Juan Martin Carrara e Martin Ariel Doldan (rispettivamente centrale e pivot), del brasiliano Luis Felipe Gaeta e del croato Dean Turkovic (entrambi terzini). A questi si aggiungono Demis Radovcic (nella foto), Tin Tokic e Michele Skatar, senza dimenticare il rientro del veterano Damir Opalic, formidabile in fase difensiva. Inutile nasconderlo: si tratta dei migliori giocatori del campionato italiano, in grado di garantire un miglioramento esponenziale per quanto riguarda atletismo e fase realizzativa. Il 2 novembre, nella prima partita delle qualificazioni ai Mondiali 2013 contro la Svizzera, vedremo quanto vale davvero questa nuova selezione tricolore densa di naturalizzati: l'impressione è che faremo una figura decisamente migliore rispetto al recente e desolante passato. Come anticipato spesso ne 'La politica degli oriundi', ricorrere ai 'nuovi italiani' non deve far passare in secondo piano la crescita dei giovani nostrani. E' auspicabile, dunque, che anche in campo maschile la FIGH crei quella squadra federale che tanto bene sta facendo nel campionato di A1 femminile.
A proposito di gentil sesso, la nazionale femminile di Sergio Dovesi, infarcita di giocatrici under18, ha perso di sole cinque reti (22-27) contro la fortissima Danimarca (stabilmente tra le prime 5 nazionali al mondo) nel match giocato domenica a Mestrino e valido per le Qualificazioni agli Europei 2012. Le giovani azzurre hanno tenuto testa alle più quotate rivali per tutto il match, sfiorando addirittura il pareggio nel finale. Insomma, la strada tracciata è quella giusta e non è insensato pensare ad una pallamano italiana finalmente competitiva nel prossimo lustro. Lo sport azzurro rinuncerebbe ben volentieri ad avere una pecora nera.

Federico Militello

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