Si sono concluse oggi a Singapore le prime Olimpiadi Giovanili della storia, una manifestazione osteggiata da gran parte dei media, considerata inutile e fuori luogo. Il sottoscritto, invece, la ritiene una grande trovata, una vetrina straordinaria per i giovanissimi (di età compresa tra i 14 ed i 18 anni), dove appunto i talenti del domani possono sin da subito confrontarsi con coetanei provenienti da tutti i continenti in una competizione a Cinque Cerchi. Assaporare l'inebriante spirito olimpico costituisce qualcosa di magico. Molti di questi atleti si imporranno in un futuro prossimo anche a livello senior, tanti altri, però, rimarranno dei perfetti sconosciuti. Poco importa: in tutti loro, comunque vada, rimarrà nella memoria il ricordo di un'esperienza formativa ed indimenticabile.
Per quanto riguarda i risultati della nostra amata Italia, anche tra i giovani, come d'altronde tra i senior, ci confermiamo tra le prime 5 potenze sportive del mondo. Il Bel Paese, infatti, è giunto quinto nel medagliere complessivo con 25 medaglie (8 ori, 10 argenti e 7 bronzi) alle spalle di Cina, Russia, Corea del Sud e Ucraina. Insomma, la spedizione tricolore ha preceduto niente meno che lo squadrone degli Stati Uniti, oltre che potenze come Grand Bretagna, Germania, Francia e Australia. Tra i giovani medagliati più interessanti in chiave futura meritano una segnalazione Edoardo Luperi e Camilla Mancini nella scherma, Carlotta Ferlito nella ginnastica artistica (e grande speranza per Londra 2012), Alessia Trost nell'atletica e Flavio Bizzarri nel nuoto. Questi sfavillanti risultati vanno ad aggiungersi ai già innumerevoli successi in campo juniores ottenuti quest'estate dall'Italia nelle discipline più disparate. Sì, il futuro è sempre più azzurro.
Federico Militello
non mi stupisce il garnde successo dell'italia alle olimpiadi giovanili: l'italia è da anni all'avanguardia nel settore giovanille dello sport, e sforna incredibili talenti in ogni sport. Il problema italiano è che la stragrande maggioranza dei nostri giovani si fermano alla soglia del salto nello sport assoluto e non operano il dovuto salto di qualità.
RispondiEliminaBisognerebbe capire qual'è la spegazione di questo freno, ed operare efficacemente in sede di gestione e motivazione dei talenti.
pio napolitano
Vincere da juniores e poi essere un fenomeno da senior non è un'equazione matematica. In genere solo i talenti precoci e fuori dal comune mantengono davvero le aspettative (ad es. Pittin). Per tutti gli altri, invece, entrano in gioco diversi fattori: le motivazioni, il confronto con una realtà completamente nuova, l'allenamento e le nuove responsabilità. Al di là dei tecnici, in queste circostanze ciò che conta davvero sono la testa degli atleti e la loro voglia di arrivare in alto
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