Giaime Origgi è da anni uno degli atleti più rappresentativi della nazionale italiana di mountain bike orienteering. In agosto ha preso parte ai Campionati del Mondo tenutisi a Vicenza. Il 31enne brianzolo ci spiega i segreti della sua disciplina ed i propositi per il futuro.
1) Soddisfatto del sesto posto nella Long Distance ai Mondiali?
"Anche se il 6° posto nella Long e nella staffetta sono due buoni risultati, sento che mi manca una medaglia sul collo".
2) Descrivi per i non addetti ai lavoro le regole del mountain-bike orienteering.
"In modo molto semplice e intuitivo: la MTBO è una disciplina in cui si deve compiere un percorso nel minor tempo possibile transitando da tutti i check-point nell’ordine stabilito. La strada per raggiungere i punti di controllo e l’arrivo non è obbligata, gli atleti la scelgono in base ad una carta particolare che viene consegnata al momento del via. I regolamenti internazionali danno anche la possibilità, dove sia possibile, di uscire anche dai sentieri e dalle strada ma qui in Italia spesso non è possibile farlo. Ai campionati del mondo si corre su diverse distanze: Sprint – Middle – Long ed è inoltre prevista una prova di staffetta a 3 frazionisti".
3) Come ti sei avvicinato a questa disciplina?
"Io ho cominciato con la corsa di orientamento nell’ormai lontano 1993 e solo recentemente, a causa di continui infortuni alla caviglia, sono passato alla bicicletta anche se devo ammettere che son sempre stato appassionato delle 2 ruote".
4) Consiglieresti ad un giovane di praticare questo sport?
"Certamente e per vari motivi! Tra i tanti ti cito:
1. Il carattere altamente formativo dell’orienteering che non a caso è utilizzato molto anche in ambito di team-building e formazione professionale.
2. Si ha l’occasione di visitare molti luoghi splendidi e di stare a contatto con la natura.
3. I valori insiti nello sport orientamento favoriscono lo stringersi di amicizie vere che durano poi negli anni.
Poi bisogna veramente provare per capire la magia del nostro sport!".
5) Quella che è appena finita è stata la tua ultima stagione da atleta o pensi di proseguire ancora per qualche anno?
"Ad oggi non so darti una risposta, di sicuro non smetterò di fare orientamento per divertirmi, se poi m’impegnerò ancora a livello Élite devo ancora deciderlo".
6) In futuro pensi di restare nel mondo dell'orienteering come allenatore o dirigente?
"Sono già quasi 6 anni che sono Presidente della Commissione Atleti e membro del Consiglio Federale, inoltre dallo scorso anno faccio parte anche della Commissione Atleti MTBO della Federazione Internazionale. Penso che con la fine del quadriennio olimpico e il rinnovo delle cariche federali non presenterò più la mia candidatura in ambito nazionale".
7) Cosa consiglieresti per aumentare la visibilità di questo sport in Italia?
"Credo che la FISO abbia fatto molto in questi ultimi anni per apparire e farsi conoscere. Ad esempio, per i recenti mondiali svoltisi nel vicentino, ogni sera si teneva uno speciale sui RAI Sport che riassumeva la giornata conclusasi. Purtroppo il nostro Paese è quasi monotematico e assai carente in termini di cultura sportiva".
8) Quale futuro e prospettive ritieni che possa avere questo sport in Italia? Intravedi qualche campioncino che un giorno potrà diventare forte in campo internazionale?
"Per quanto riguarda la MTBO, abbiamo dei giovani di belle speranze che hanno già dimostrato di poter ben figurare a livello internazionale, speriamo che il loro passaggio nella categoria Élite sia altrettanto proficuo".
9) Nel tuo sport quanto è importante la preparazione fisica? Che tipo di allenamenti e diete svolgi?
"E’ fondamentale come in ogni sport di resistenza anche se per quanto ci riguarda la componente tecnica è altrettanto importante perché si può andare fortissimo in bici, ma se poi si sceglie una strada sbagliata o si è troppo lenti nelle scelte, si perde quanto di guadagnato sui pedali. Io da quest’anno son seguito dal centro CAB di Barzanò e ho seguito una preparazione studiata per sviluppare sia le caratteristiche di fondo sia quelle di esplosività, in pratica un po’ quello che fanno i corridori di MTB anche se, visti i terreni dei campionati mondiali, ho cercato di privilegiare anche il lavoro in salita.
Per quanto riguarda la parte nutrizionistica, anche in questo caso seguo un programma alimentare che mi faccia mantenere una bassa percentuale di grasso, ma che al tempo stesso mi permetta di recuperare i lavori svolti durante la settimana.
10) Secondo te, in un futuro lontano, l'orientamento può sperare di entrare nel programma olimpico?
"Allo stato attuale vedo la cosa piuttosto difficile, ma la speranza è l’ultima a morire".
Federico Militello
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