giovedì 29 dicembre 2011

Intervista a Federica Brignone: "Attacco sempre e punto a vincere"



Due uscite nelle prime due gare stagionali potevano mettere pressione a chiunque, ma non a Federica Brignone. La 21enne di Milano ha approcciato con la consueta grinta il Gigante di Lienz, agguantando una preziosissima seconda piazza alle spalle dell'austriaca Anna Fenninger. Una prestazione che la vice-campionessa iridata valuta come punto di partenza in vista dell'unico risultato in grado di appagarla completamente: la vittoria.



All'arrivo abbiamo notato un certo rammarico da parte tua. A mente fredda, prevale più la gioia per il podio o il rammarico per il successo sfiorato?
"Sono contentissima per il secondo posto, il disappunto era dettato dal fatto che in quel momento non solo non ero prima, ma non ero neppure sicura di salire sul podio. Comunque io voglio sempre vincere, quindi completamente soddisfatta lo sarò solo quando avrò concluso una gara davanti a tutte le avversarie".

Dove pensi di aver lasciato quei 2 decimi alla Fenninger?
"Ho commesso un errore nella seconda manche prima di immettermi nel pianetto. Lì ho perso velocità ed almeno 3 decimi se ne sono andati".

Nonostante le uscite nelle prime due gare stagionali, non hai mutato il tuo approccio, attaccando a tutta e lasciando sempre correre gli sci: un segnale di grande maturità agonistica. 
"La verità è che io non ero per nulla preoccupata dalle uscite precedenti, anche perché dai tempi si capiva che ero competitiva. Insomma, queste fantomatiche paure di tipo psicologico sono state create dai giornalisti. Puoi anche non finire due gare, ma non è una tragedia, soprattutto se ti accorgi di star bene e di andare forte in allenamento. In ogni competizione io parto sempre per dar tutto ed attaccare: è la mia filosofia".


Al momento l'impressione è che in Gigante quattro atlete abbiano qualcosa in più delle altre: Federica Brignone, la tedesca Viktoria Rebensburg, la francese Tessa Worley ed Anna Fenninger. Dal prossimo anno, tuttavia, cambieranno la lunghezza degli sci e le sciancrature. Pensi, dunque, che le gerarchie potranno ribaltarsi?
"Credimi, non cambierà molto. Io, ad esempio, uso già degli sci di 1.89 metri, ovvero la lunghezza prevista per il prossimo anno. E' da valutare, però, cosa comporteranno le nuove sciancrature. Secondo me, comunque, la sciata non cambierà molto da quella attuale, anche perché il raggio di curva varierà di 1-2 metri ed in questo senso penso che si adatteranno anche le tracciature. Ritengo che le migliori continueranno ad essere forti anche la prossima stagione,  perché alla fine vince solo chi sa sciare bene. Diciamo che io avrei fatto rimanere le cose come stanno, anche perché i cambi di regolamenti comportano che gli atleti debbano prendere confidenza con i nuovi materiali e questo può provocare spesso degli infortuni".

La nazionale azzurra di Gigante femminile si è rivelata altamente competitiva. Quanto è importante poter contare su delle compagne forti per rendere al meglio in allenamento?
"E' fondamentale, perché in allenamento ci tiriamo a vicenda e partiamo con la consapevolezza che, realizzando il miglior tempo, abbiamo fatto veramente una bella discesa. Siamo un bel gruppo, composto da veterane e ragazze più giovani, in cui tutte andiamo molto d'accordo anche dal punto di vista personale. Per le prossime gare sono convinta che potrà ottenere degli ottimi risultati anche la mia compagna di stanza Lisa Agerer: in allenamento spesso siamo molto vicine".

Ti stai impegnando molto in Slalom: pensi che un giorno potrai diventare competitiva in questa disciplina come lo sei in Gigante?
"In Slalom non mi sento male ed anche oggi a Lienz stavo sciando bene. Infatti stavo realizzando davvero una bella manche, sarei potuta entrare tra le 20, ma poi ho commesso un grave errore che ha compromesso tutto. Diciamo che scendere con pettorali superiori al 50 non è affatto facile e per qualificarti devi andare veramente forte. In questa disciplina non so dove posso arrivare, anche se sono convinta di avere ancora grossi margini per migliorare".

Il sogno polivalenza continua, oppure stai pensando di specializzarti solo in Gigante e Slalom?
"Continua perché mi diverto tanto a cimentarmi in tutte le discipline. Già a Bad Kleinkirchheim parteciperò alle prove della Discesa e dovrei disputare anche il SuperG. Sono consapevole che fare tutte le gare non è facile e richiede una grande preparazione dal punto di vista fisico, ma anno dopo anno voglio provare a migliorarmi su tutti i fronti".

Ora che hai raggiunto il primo podio stagionale, quali sono i tuoi obiettivi per i primi mesi del 2012?
"Io penso gara per gara. In termini metaforici, potrei dirti che la mia carriera è come un libro all'interno del quale ogni giorno si scrive una pagina nuova. Quindi io non guardo troppo in là, ma il mio pensiero è già rivolto allo Slalom notturno di Zagabria".

Hai classe e qualità tecniche, ma soprattutto il tuo volto e la tua personalità denotano un forte appeal nei confronti dei media: ti senti l'erede naturale di Deborah Compagnoni?
"Mi fa piacere che possiate fare accostamenti di questo genere, ma se realmente sono l'erede di Deborah Compagnoni te lo dirò a fine carriera: prima devo incominciare a vincere".

http://www.wintersport-news.it/6717,News.html

Federico Militello

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