giovedì 5 aprile 2012

Intervista esclusiva a Mirco Scarantino, giovane talento azzurro della pesistica





Con i fondamentali Europei di Antalya ormai alle porte, abbiamo intervistato il giovane talento azzurro Mirco Scarantino, campione europeo lo scorso anno nella categoria 50 kg riservata agli Under17.
Quest'anno, poi, il 17enne siciliano si è già aggiudicato il titolo italiano juniores nei 56 kg, terminando invece secondo agli assoluti alle spalle del compagno-rivale Michael Di Giusto.
Ora la grande speranza del sollevamento pesi tricolore volerà in Turchia prima di tutto per fare esperienza, ma anche per proseguire un processo di crescita che lo vede in costante progresso.


In poche settimane hai vinto Campionati italiani Under17 e juniores, stabilendo anche diversi record nazionali di categoria: ti aspettavi questi risultati o pensavi di poter fare ancora meglio?
"Il mio 2012 è iniziato molto bene con due vittorie agli Italiani giovanili. Ho fatto segnare il record italiano juniores nello slancio (126 kg) e nel totale (227 kg). Sinceramente mi aspettavo questi risultati, perché in inverno ho svolto una buona preparazione grazie al supporto dei tecnici Petr Poletaev e Angelo Mannironi".


In campo maschile il futuro della pesistica italiana sembra fare affidamento proprio su di te e sul tuo ormai eterno rivale Michael Di Giusto: è una responsabilità che ti stimola?
"Certamente sì, ma devo dire che in campo maschile non ci siamo solo noi, ma anche tanti altri giovani che stanno facendo bene e si stanno mettendo in mostra. Abbiamo tutti un buon futuro davanti a noi".

Quali sono i tuoi obiettivi stagionali?
"Sono molti, perché sarà un anno ricco di gare. Ora ci saranno gli Europei in Turchia, dopodiché si svolgeranno i Campionati Italiani assoluti proprio a casa mia, cioè a Caltanissetta. In seguito ci saranno gli Europei ed i Mondiali Under17, dove sia io che Di Giusto punteremo in alto".


Quale sogno vorresti realizzare nella tua carriera?"Il primo obiettivo è quello di partecipare un giorno alle Olimpiadi. Poi, una volta lì, le pretese cresceranno".

Negli ultimi anni gli atleti asiatici e dell'Est Europa sono sembrati irraggiungibili: a tuo modo di vedere, perché? Ritieni che siano irraggiungibili?
"Ormai le nazioni dell'Est Europa sono irraggiungibili in questo sport, ma noi non ci arrendiamo mai. Cerchiamo di dare sempre il massimo, sperando che il lavoro paghi. Magari non raggiungeremo mai il loro livello, ma l'importante è provarci e dare tutto".

Tuo padre, Giovanni Scarantino, ha partecipato a ben tre edizioni dei Giochi Olimpici (Seul 1988, Barcellona 1992 ed Atlanta 1996): ti sei avvicinato a questo sport grazie a lui?
"Sì, la mia grande passione per il sollevamento pesi è nata grazie a mio padre, che per anni ha rappresentato un riferimento per la pesistica italiana".

Cosa bisognerebbe fare, secondo te, perché il sollevamento pesi si diffonda sempre più in Italia, sia a livello di media che di praticanti?
"Purtroppo il mio sport è poco seguito, perché in Italia si dà spazio solo al calcio. Io mi auguro che questa mentalità possa cambiare, altrimenti trovare spazi sarà sempre molto difficile".



Da qualche anno la Federazione ha avviato un progetto a Roma in cui voi giovani potete al tempo stesso allenarvi con tecnici esperti e qualificati e continuare a studiare: come lo giudichi?"Penso che sia importantissimo, perché associa sport e scuola, dunque per un giovane è fondamentale. La Federazione ci ha dato una grande possibilità".

Pensi che Genny Pagliaro possa puntare a vincere una medaglia a Londra 2012? Quanto sarebbe importante per il movimento?
"Innanzitutto speriamo che riesca a qualificarsi, dopodiché credo che abbia ottime possibilità di puntare al podio. Incrociamo le dita: sarebbe fondamentale per il sollevamento pesi conquistare una medaglia a Cinque Cerchi dopo tanti anni".

A parte te e Di Giusto, secondo te quale altro atleta della vostra età potrà garantire all'Italia un futuro roseo?
"Ce ne sono molti, ma vorrei citare la sorella di Genny Pagliaro, Alessandra (appena classe 1997, ndr)".

Federico Militello

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