Il
destino a volte ci presenta delle opportunità piacevoli ed
inaspettate. Soli in un tunnel apparentemente senza via d'uscita,
ecco improvviso un raggio luminoso di speranza.
E'
quanto potrebbe accadere a Valentino Rossi, il più grande
motociclista di tutti i tempi.
In
verità, negli ultimi tempi, la fama del 33enne di Tavullia si sta
oltremodo appannando. Dopo aver vinto 9 Mondiali e 105 Gp complessivi
in 14 anni di carriera, l'approdo in Ducati si è rivelato come il
più grande (ed unico) flop per il fuoriclasse pesarese.
Nella
passata stagione il Dottore ha ottenuto solo un podio in sella alla
Rossa di Borgo Panigale (terzo a Le Mans, proprio il circuito dove si
correrà domani), concludendo al settimo posto in classifica generale
(peggio aveva fatto solo al suo primo anno nel Motomondiale, quando a
16 anni fu nono in 125).
L'inizio
2012, se possibile, si è rivelato anche peggiore, tanto che Rossi ha
agguantato solo una settima piazza come miglior prestazione in tre
gare.
Un
rendimento di questo genere non rende onore ad un campione senza
eguali e che, ne siamo certi, sarebbe ancora pienamente in grado di
dar del filo da torcere ai vari Lorenzo e Stoner in accesi duelli
corpo a corpo.
In
quasi due anni Valentino ha fornito notevoli informazioni ai tecnici
della Ducati su dove intervenire per migliorare la Desmosedici. Il
centauro italiano non si è mai trovato a proprio agio su un mezzo
che in passato era riuscito a domare il solo Casey Stoner con il suo
stile di guida aggressivo e sempre al limite, mentre Rossi, al
contrario, avrebbe voluto (lasciateci passare il termine)
'giapponesizzare' la Rossa, ovvero renderla in tutto e per tutto
simile alla Yahama che negli anni aveva forgiato a sua immagine e
somiglianza.
La
rivoluzione copernicana, tuttavia, non è avvenuta, tanto che Rossi,
ormai rassegnato, si è deciso da qualche settimana a mutare il
proprio stile di guida, sfruttando maggiormente l'accelerazione in
uscita di curva piuttosto che una frenata al limite in entrata. Anche
così facendo, tuttavia, l'impressione è che con il mezzo a
disposizione neppure quest'anno il nove volte iridato possa riuscire
a lottare per podi e vittorie (salvo qualche possibile gara atipica
con la pioggia).
Se
il presente è malinconico, ecco profilarsi la grande occasione per
un rilancio in grande stile: il ritiro a fine stagione di Casey
Stoner potrebbe spalancare le porte ad un clamoroso ritorno di
Valentino Rossi alla Honda Hrc 10 anni dopo.
E'
una soluzione veramente possibile? A nostro parere sì. Nel 2003 il
Dottore, reduce da tre trionfi consecutivi nella classe regina, e la
casa giapponese si lasciarono male, molto male: il Fenomeno motivò
l'addio affermando che il pilota valeva più della moto e lo dimostrò
la stagione successiva vincendo il titolo con la Yamaha. A Tokio non
gradirono, tanto che il vice-presidente della Honda Shuei Nakamoto,
lo scorso anno ed a distanza di quasi un decennio, disse che per
Rossi non vi sarebbe stata mai più una Hrc ufficiale a disposizione.
Il parere di Nakamoto, tuttavia, è radicalmente mutato qualche
giorno fa: “Rossi in sella ad una Honda ufficiale? Tutto è
possibile”. A parte l'apertura del dirigente nipponico, sono altri
i motivi che fanno pensare al nuovo matrimonio del secolo. In primo
luogo, con l'addio di Stoner alla MotoGp, non restano che tre
campioni veri: il primo, Pedrosa, è già alla Honda, il secondo,
Lorenzo, a breve dovrebbe legarsi a vita con la Yahama (aggiungendo
che da Tokio hanno fatto sapere che non vorrebbero mai due spagnoli
insieme), il terzo è Valentino Rossi. Inoltre l'astro nascente Marc
Marquez, attuale leader della Moto2, per regolamento al primo anno
nella classe regina non potrebbe utilizzare una moto ufficiale.
Oltre
a ciò, è innegabile come il circus su due ruote gestito da Carmelo
Ezpeleta sia ormai boccheggiante, con pochi team ufficiali iscritti,
gare sempre meno spettacolari (con il pubblico sempre più attratto
dalla entusiasmante Superbike) e, da ultimo, la farsa delle Crt (in
pratica nella stessa categoria gareggiano due prototipi di moto
differenti). Insomma, serve una scossa tellurica per ridare interesse
al Motomondiale. Cosa ci sarebbe di meglio di un Valentino Rossi in
sella ad una Honda ufficiale e nuovamente in grado di lottare per
l'agognato decimo iride?
Federico Militello
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