lunedì 27 settembre 2010

'Italia, come stai?': Alonso, il Corsaro e le farfalle tricolori: un week-end trionfale


Intramontabile Max Biaggi. Sulla vittoria (persino anticipata ben 7 mesi or sono) del Corsaro abbiamo già discusso molto: ora vediamo di approfondire qualche ulteriore aspetto. Il titolo mondiale della Superbike, primo della storia per un nostro rappresentante, possiede un significato importantissimo: in questo 2010 in cui nel Motomondiale non arriveranno successi iridati (con l'unica nota positiva costituita dalla crescita di Andrea Iannone in Moto2), Biaggi ha letteralmente salvato la Patria con un'affermazione storica, prestigiosa e di incommensurabile valore tecnico. Se l'Italia ha vinto nel motociclismo, il merito è tutto del suo fuoriclasse romano. Il pilota azzurro, inoltre, ha rasentato la perfezione per tutta la stagione, con una continuità di rendimento impressionante: tralasciando i nove successi di manche, il Corsaro non è mai rimasto vittima di alcuna scivolata, riuscendo sempre ad agguantare la zona punti. Quando doveva piazzare la stoccata lo ha fatto con arte e maestria; nel momento in cui serviva correre in difesa, non ha esitato nel rallentare per non correre rischi. L'azzurro, inoltre, ha stabilito un record: è stato il primo centauro ad imporsi sia nel Motomondiale che in Superbike. A questo punto della carriera, con la quinta stella ormai in bacheca, cosa farà il neo campione del mondo? Di sicuro monterà in sella alla propria Aprilia per altri 2 anni e l'obiettivo sarà quello di rimpinguare ulteriormente il suo già ricchissimo palmares. Facile prevedere grandi duelli ed epiche battaglie anche nel 2011, quando la lotta per il titolo potrebbe addirittura rivelarsi un discorso tutto tricolore: è in arrivo infatti Marco Melandri. Il mondo del motociclismo e lo sport italiano tutto gioiscono con Max Biaggi, fenomeno senza età e grande esempio di dedizione e perseveranza: anche i sogni apparentemente più irrealizzabili, se coltivati con volontà e determinazione, possono diventare realtà. E' questa la lezione di vita fornita dal Corsaro.

In Formula1 Fernando Alonso ha realizzato l'incredibile impresa di rimettersi in corsa per il Mondiale nel giro di due gare, riportandosi a soli 11 punti di distanza dal leader della classifica, l'australiano Mark Webber. Quello attuale rappresenta indubbiamente il Mondiale più equilibrato della storia, con ben 5 piloti potenzialmente in lotta per l'iride e racchiusi in appena 25 lunghezze (il punteggio che si assegna con una singola vittoria). Il pilota iberico appare emotivamente quello lanciato meglio verso lo sprint finale, anche se la Ferrari dovrà fronteggiare il non indifferente problema di non poter più contare su motori completamente nuovi. Tutta da verificare la tenuta dei due piloti della Red Bull nelle ultime 4 gare: se Webber non ha mai vissuto simili esperienze e potrebbe soffrire non poco il peso della responsabilità, Vettel in alcuni frangenti pecca ancora di inesperienza ed ingenuità. In un rush conclusivo che si preannuncia scoppiettante, bisognerà allora fare molta attenzione a Lewis Hamilton, il pilota che maggiormente si esalta in questi frangenti grazie ad una competitività intrinseca che lo porta sempre a provarci sino in fondo: l'inglese, poi, sa già come si vince un titolo. Infine il campione in carica Janson Button, sempre attendista, pronto ad inserirsi in caso di errori altrui e capace di graffiare in gare condizionate dalla pioggia (altro elemento che potrebbe rivoluzionare tutto nelle ultime gare).

Nella ginnastica ritmica le azzurre si sono confermate campionesse del mondo per il secondo anno consecutivo, riuscendo ad imporsi addirittura in casa delle formidabili russe. La caratura internazionale di questa selezione tricolore è ormai assodata e costituisce un dato di fatto il sorpasso alle zarine nella gerarchia mondiale. Il prossimo passo sarà pianificare una programmazione razionale e convincente per il prossimo biennio, che dovrà culminare con le Olimpiadi di Londra 2012. Se a Pechino 2008 le ginnaste italiane furono letteralmente frodate (Cina sul podio e poi sparita dalla scena globale: anche a Mosca è giunta 11ma...), in terra britannica non solo si dovrà puntare alla medaglia, ma al metallo più pregiato, per entrare definitivamente ed indelebilmente nel mito dello sport italiano. L'era delle farfalle tricolori è solo a metà di un entusiasmante sentiero.

Infine riscontri negativi sono giunti dai Campionati del Mondo di sollevamento pesi: se in campo femminile l'Italia, 23ma, è distante solo 8 punti da quella 21ma piazza che qualifica a Londra 2012, la speranza si è invece già spenta con un anno di anticipo per gli uomini, addirittura 48mi. In una disciplina che vede sempre più netto il predominio delle nazioni asiatiche (Cina in primis), il vero quesito italiano è rappresentato dalla grave involuzione della sua stella più lucente, quella Genny Pagliaro che si presentò agli scorsi Giochi Olimpici addirittura per puntare al podio. Come sappiamo, però, non andò nel modo da lei sperato e da quel momento la 22enne siciliana appare l'ombra di sé stessa (anche in questa occasione è giunta appena 12ma). Possibile che un'atleta così giovane abbia smarrito la dritta via ritrovandosi per una selva oscura ed ormai sul viale del tramonto? Non voglio crederci. Genny, con un carriera ancora lunghissima davanti a sé, dovrà ritrovare nuovi stimoli e motivazioni, cercando di ritrovare lo smalto perduto. Per farlo, però, dovrà scacciare i fantasmi che infestano la propria testa. In campo maschile, inoltre, la bocciatura è totale, con i vari Dellino e De Luca lontani parenti di quei pesisti che tanto bene avevano fatto in passato (un oro europeo per il primo, un quinto posto mondiale per il secondo). Ritengo che almeno due atleti dovrebbero alla fine staccare il pass per Londra (Pagliaro e Dellino?), tuttavia il sollevamento pesi italiano necessità di una riforma strutturale: con lo sviluppo sempre più inarrestabile di nazioni come Cina, Corea del Sud, Turchia ed Iran, urge l'ingaggio di tecnici stranieri magari provenienti proprio da questi Paesi. Senza dimenticare, come sempre, la possibile carta delle naturalizzazioni.

Federico Militello

2 commenti:

  1. la pagliaro è uno dei tanti talenti italiani supespremuti da junior, per portare tante facili medagliette, e poi non sufficientemente motivata nè adeguatamente assistita nella crescita necessaria al salto di qualità assoluta.

    pio napolitano

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  2. In parte è vero, ma non dimentichiamo che ha vinto anche degli ori europei da senior, oltre che dei podi in Coppa del Mondo...Secondo me è tutta una questione mentale in questa circostanza. Cmq dobbiamo ringraziare lei se il sollevamento pesi è tornato a far parlare di sé dopo non so quanto tempo...Mi auguro davvero che possa riprendersi...(se quando va male, come quest'anno, poi vince un bronzo nello strappo agli Europei....).

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