lunedì 21 febbraio 2011

'Italia, come stai?': sci alpino, il bilancio di un Mondiale strepitoso


A Garmisch Partenkirchen si è conclusa una delle migliori rassegne iridate di sempre per l'Italia. La selezione tricolore ha eguagliato il record di medaglie vinte (6, di cui un oro, 2 argenti e 3 bronzi) ai Mondiali di Sestriere 1997 (quando i nostri alfieri si chiamavano Alberto Tomba, Deborah Compagnoni, Kristian Ghedina ed Isolde Kostner...), dove però gli ori furono 3 ed il Bel Paese fu secondo nel medagliere finale (l'anno prima, a Sierra Nevada, l'Italia giunse addirittura prima grazie a 4 ori ed un argento). In questa circostanza, invece, gli azzurri hanno chiuso la classifica finale in terza posizione, alle spalle di Austria e Francia (davanti a noi solo grazie alla vittoria nella prova a squadre): un risultato lusinghiero, ma addirittura migliorabile nella prossima edizione di Schladming.
Il Bel Paese, infatti, può contare su un gruppo molto giovane, nel quale figura un numero elevato di talenti che persino la corazzata austriaca ci invidia.


Christof Innerhofer ha finalmente raggiunto la meritata consacrazione. Il 26enne di Gais è altamente competitivo in ben 3 discipline e, una volta che avrà assimilato anche i tempi e la tecnica di velocità del Gigante, potrà lottare per la Coppa del Mondo assoluta: l'età, in un circuito sempre più popolato da veterani, gioca certamente a suo favore. Una medaglia meritata l'ha conquistata anche Peter Fill, i cui problemi familiari ne avevano pregiudicato il rendimento per tutto l'arco della stagione. In generale il settore della velocità maschile induce ad un grande ottimismo: quando tornerà ai consueti standard Werner Heel ed il giovanissimo Dominik Paris acquisirà quell'esperienza di cui ancora difetta, l'Italia potrà calare un magico poker da medaglia in ogni gara. Nello Slalom Manfred Moelgg, mai salito sul podio nelle precedenti prove del massimo circuito mondiale, ha colto un importantissimo bronzo. Il 28enne di San Vigilio di Marebbe, che in bacheca vanta un altro argento iridato ad Are 2007, 2 vittorie in Coppa del Mondo ed una coppa di specialità (2008), ha ormai varcato le porte della storia dello sci alpino italico: una carriera importante, cui manca solo la ciliegina a Cinque Cerchi. Peccato per Giuliano Razzoli, del quale sono comunque piaciuti l'atteggiamento e l'approccio alla gara: il campione olimpico, 11mo dopo la prima manche, ha sciato per vincere, consapevole dell'inutilità di un semplice piazzamento. La sua classe non si discute: in futuro tornerà a primeggiare. Bene anche Cristian Deville, i cui miglioramenti non potranno che regalargli già nelle prossime competizioni il tanto atteso podio. In Slalom potrebbe presto trovare spazio anche Paolo Pangrazzi, che ha destato impressione per potenza ed intraprendenza nella manche tra i pali stretti della Supercombinata, mentre continua a progredire il giovane Stefano Gross. In campo maschile, dunque, l'Italia si è rivelata la miglior rappresentativa del globo (come dimostra il primo posto nel medagliere). L'unico settore in grave difficoltà è quello del Gigante. Il grosso errore è stato quello di puntare ancora una volta sui vari Blardone e Simoncelli dopo le Olimpiadi di Vancouver dello scorso anno. Questi sciatori, che hanno tenuto alto l'onore della bandiera per circa un decennio, sono ormai in palese declino, non più all'altezza dei grandi specialisti stranieri. Il problema, però, non è di agevole risoluzione: Giovanni Borsotti a parte e con Mattia Casse ancora non adattatosi al circuito di Coppa Europa, in questa disciplina scarseggiano i ricambi e dunque sarà importante dirottarvi alcuni discesisti e slalomisti (Innerhofer e Razzoli in primis).


In campo femminile l'unica medaglia è pervenuta da Federica Brignone, argento in Gigante. La 20enne di Milano possiede l'identikit perfetto della sciatrice moderna: sci sempre rivolti verso la massima pendenza in cerca di velocità, mentalità aggressiva, ambizioni di polivalenza. A breve termine la figlia di Maria Rosa Quario non dovrebbe tardare a diventare competitiva anche in Slalom, mentre serviranno ancora un paio di stagioni (e massa muscolare) per la velocità. Un talento così cristallino, tuttavia, non si ammirava nello Stivale da 15 anni, ovvero dalla mitica Deborah Compagnoni. Si conferma allergica ai grandi eventi Manuela Moelgg, sesta sia tra i pali larghi che tra quelli stretti: per la 27enne marebbana l'austriaca Elisabeth Gorgl, vincitrice di 2 ori a 30 anni dopo una carriera buona ma non eccezionale, dovrà rappresentare un esempio da seguire. Anche Denise Karbon, quarta a pochi centesimi dal podio, ha dimostrato di essere ancora tra le migliori quando il fisico la sorregge. In Gigante è atteso nel prossimo biennio l'avvento di Lisa Agerer, atleta dal fisico possente che si è già aggiudicata la classifica di specialità in Coppa Europa. Nel settore veloce la novità più piacevole è rappresentata da Elena Curtoni. La 20enne di Morbegno, nel giro di una settimana prima ai Mondiali juniores e sesta a quelli assoluti di SuperG, ha mostrato un potenziale notevole, con capacità nel pennellare le curve e sensibilità nel condurre gli sci fuori dal comune: è già pronta per dare fastidio alle padrone della disciplina, ovvero Gorgl, Vonn, Gut e Riesch. Ancora da perfezionare, invece, la discesa libera, specialità in cui è necessaria una maggiore dose di esperienza. In linea con le aspettative Daniela Merighetti, tra le top10 sia in SupeG sia in Discesa Libera, ma oggettivamente troppo lontana dal vertice. Preoccupa sempre più la regressione tecnica di Elena Fanchini, ormai sempre più distante dai livelli del biennio 2005-2006, quando si aggiudicò un argento iridato ed un successo in Coppa del Mondo: gli infortuni, evidentemente, ne hanno condizionato in negativo la carriera (stesso discorso vale per la sorella Nadia). Da seguire con attenzione i progressi della 20enne Francesca Marsaglia, dotata di buona scorrevolezza.
Infine una considerazione: al contrario che nelle scorse stagioni, gli azzurri sono giunti all'evento più importante dell'anno senza il peso dei favori del pronostico, avendo raccolto poco (solo 8 podi) nelle precedenti gare di Coppa del Mondo. I risultati, poi, sono stati eccellenti. Di certo la preparazione è stata calibrata in ottica Mondiale, tuttavia è indubbio come i nostri atleti rendano al massimo quando possono sciare senza l'assillo del dover trionfare a tutti i costi.
Per ulteriori approfondimenti sul tema, vi invito inoltre ad ascoltare on-line Radio Onda Ligure, dove sarò intervistato venerdì alle ore 19.45 da Stefano Mentil nel corso della trasmissione sportiva. Di seguito troverete il link della radio: http://www.ondaligure.it/news/sport/.

Federico Militello

2 commenti:

  1. Sono d'accordo con l'ultima parte e credo che sarebbe una pazzia mandare via Ravetto dopo questi mondiali..ma ho un brutto presentimento..
    Non credo comunque che, nonostante la rassegna strepitosa, l'Italia possa considerarsi la migliore nazione al maschile..siamo una delle migliori nella velocità (ma Austria e Svizzera ci sono superiori) e nello slalom (Austria e Svezia superiori e Francia al nostro livello). Nel gigante invece siamo indietro, dove tuttavia il problema non penso siano Blardone e Simoncelli, dato che non si passa dal piazzarsi 4 e 5 nella coppetta l'anno precedente, all'essere totalmente fuori dai giochi. Credo che sia più una questione di animi tesi all'interno della squadra. Per il discorso riguardante Brignone, sono convinto che sia più predisposta per le discipline veloci che per lo slalom (recentemente è stata anche 20ma in Super-G a Cortina), ma magari mi smentirà.
    Sono comunque d'accordo su ciò che riguarda i giovani..e si lavora bene in futuro si potrebbe raggiungere veramente un bel livello (nel gigante maschile aggiungerei forse Fantino, anche se quest'anno è un pò in regresso).

    Una piccola correzione: Manfred Moelgg è di San VIGILIO di Marebbe..;)

    Saluti!!

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  2. Intanto grazie per la precisazione. Federica Brignone ha ammesso che il SuperG è la sua disciplina preferita, tuttavia già ora in Slalom si disimpegna abbastanza bene: deve solo affinare la tecnica. Nella velocità maschile, a livello di squadra e considerando l'età, siamo i migliori, mentre forse nello Slalom ci precede solo la Svezia. Fantino e Peraudo potrebbero essere due prospetti interessanti, ma ancora non hanno fatto vedere grossi risultati in Coppa Europa.
    A presto

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