martedì 8 marzo 2011

'Italia, come stai?' (seconda parte): atletica in salute, Campriani una sicurezza nel tiro a segno


Più che per i podi conquistati agli Europei indoor di Parigi, l'Italia deve gioire per le eccellenti prestazioni dal punto di vista tecnico di Simona La Mantia, Antonietta Di Martino e Fabrizio Donato: tutti e tre, nelle rispettive discipline, hanno ottenuto misure che consentirebbero loro di lottare per le medaglie in qualsiasi grande evento globale (Mondiali ed Olimpiadi). Si tratta di atleti non più giovanissimi, ma affatto logori dal punto di vista fisico: le molte stagioni ai box a causa degli infortuni, infatti, hanno preservato la muscolatura, dunque è plausibile che Di Martino e Donato possano presentarsi nelle prossime competizioni internazionali nella miglior condizione della loro carriera. Il discorso è leggermente diverso per La Mantia, più giovane (27 anni) ed ancora in grado di migliorare anche dal punto di vista dell'esecuzione, in particolare nella fase di step (il secondo salto per intenderci). La triplista sicula, inoltre, potrà giovarsi del fatto che al momento questa disciplina non presenta fuoriclasse in grado di monopolizzare le gare, al contrario di quanto accade in campo maschile, dove il francese Thamgo rischia di segnare un'era.
Se i veterani, fieri ed orgogliosi, mostrano gli artigli, non sfigurano neppure alcuni giovani di belle speranze. In particolare piace sempre più l'approccio alle gare di Marco Fassinotti nel salto in alto, grande agonista che proprio in gara riesce ad esprimere il meglio delle proprie potenzialità. Il 2.29 saltato Oltralpe è un messaggio chiaro: il record italiano (2.33) di Marcello Benvenuti, datato addirittura 12 settembre 1989, pare ormai in serio pericolo. Bene anche Marta Milani nei 400 metri piani, atleta in crescita esponenziale e traino della staffetta del miglio (che potrà rafforzarsi ulteriormente con l'innesto estivo di Libania Grenot). Da rivedere completamente, invece, il settore del mezzofondo, non competitivo in Europa ed addirittura assente al cospetto dell'Africa. Da questo punto di vista urge un cambiamento nella legislazione italiana, o almeno una deroga ad hoc per il mondo nello sport (come già accade all'estero, Russia in primis): non è possibile che tanti figli di immigrati, seppure in Italia sin dalla tenera età, non acquisiscano la cittadinanza a 18 anni se non in presenza di determinati requisiti. Si parla tanto di integrazione, ma poi la realtà dei fatti è completamente avulsa dagli intenti sbandierati. Insomma, servono nuovi innesti per far risorgere un settore che tante gioie aveva portato al nostro Paese in passato.

Agli Europei di tiro a segno di Brescia i rappresentanti del Bel Paese hanno patito oltremodo la pressione di competere in casa. Tuttavia un podio è arrivato grazie all'ormai maturo Niccolò Campriani, una vera certezza in campo internazionale. Il 23enne fiorentino da ormai tre anni agguanta medaglie in tutte le manifestazioni di spicco (non a caso è campione del mondo in carica) ed anche nella rassegna del Vecchio Continente, sebbene debilitato dall'influenza, non ha tradito le aspettative nella carabina 10 metri. Nel prossimo biennio, inoltre, il cecchino tricolore reciterà un ruolo da out-sider anche nella specialità delle 'tre posizioni'. Per quanto riguarda gli altri azzurri, si conferma altalenante il rendimento di Mauro Badaracchi, in grado nello stesso tempo sia di vincere sia di uscire tra i primi 20: ''il pistolero'' tricolore, tuttavia, rimane un talento cristallino, vicinissimo alla consacrazione definitiva. Lo stesso discorso vale anche per la carabina femminile, dove Elania Nardelli e Petra Zublasing necessitano solo di una maggiore costanza per riuscire ad esprimere al meglio il loro grande talento. L'anello debole rimane al momento la pistola 10 metri nel settore del gentil sesso, dove le tiratrici nostrane arrancano ancora a lunga distanza dalla vetta (anche se è da seguire con attenzione la crescita della giovanissima Arianna Comi).

Federico Militello

2 commenti:

  1. Parlando di atletica, una domanda: Qual´é esattamente la situazione attuale della cittadinanza di Daria Derkach? Ci sono reali possibilitá di naturalizzarla? Per quale anno? Spero si faccia subito, L´ucraina giá la vuole e spero la ragazza dica di no. Potenzialmente, questa atleta puó darci 2 ori a Rio: Triplo e lungo. Non voglio esagerare, ma anche nell´eptathlon...

    RispondiElimina
  2. La situazione legale della Derkach è un mistero, sto indagando ma per ora senza successo. Al momento so solo che abita a Pagani da quando aveva 4 anni. In teoria può chiedere il passaporto nel 2012 (l'Italia vorrebbe schierarla ai mondiali giovanili della prossima stagione), ma con la nostra legislazione non si sa mai. Credo, francamente, che la Federazione farà in modo di accelerare i tempi. Darya è un talento mostruoso, può diventare una fuoriclasse di salto e triplo. L'eptathlon lo dovrà mettere da parte invece, è più portata per i balzi. Sceglierà l'Italia perché si sente (ed è) italiana.

    RispondiElimina