lunedì 5 settembre 2011

'Italia, come stai?':Atletica, si può crescere; canottaggio in salute


Come previsto, l'Italia ha vinto una sola medaglia ai Mondiali di atletica di Daegu, il bronzo di Antonietta Di Martino nel salto in alto. Al risultato della campionessa campana si sono aggiunti due podi sfiorati, il quarto posto di Elisa Rigaudo nella marcia 20 km ed il quinto della 4x100.
Volgendo lo sguardo alle Olimpiadi del prossimo anno, la situazione non appare così drammatica: 2 allori sembrano un obiettivo raggiungibile, soprattutto se i marciatori (Schwazer in primis) ritroveranno smalto e competitività. Il progetto staffetta veloce, inoltre, dovrà essere coltivato con ulteriore abnegazione, magari rinunciando sin dall'inizio alle prestazioni dei singoli.
Importanti ritorni, poi, potrebbero accrescere il livello di una nazionale quantitativamente scarna: tra questi vanno ricordati Elisa Cusma, Giuseppe Gibilisco, Anna Incerti, Libania Grenot (presente solo nella 4x400 in Corea del Sud) e Marco Vistalli.
Non si può negare, comunque, che il rendimento complessivo dell'Italia induca a riflettere su una situazione allarmante: siamo praticamente scomparsi dal mezzofondo, dove il solo Daniele Meucci (secondo degli europei e secondo bianco nella prova dei 5000 metri) costituisce l'appiglio per continuare a sperare che anche nel Bel Paese vi siano atleti con voglia di soffrire e faticare negli allenamenti, e dalle prove ad ostacoli, mentre nei concorsi, Di Martino a parte, fatichiamo oltremodo persino a raggiungere un ingresso in finale. Proprio lanci e salti, in un momento storico in cui le lunghe distanze sono monopolizzate dall'Africa e la velocità da Giamaica e Stati Uniti, dovrebbero rappresentare una risorsa su cui investire in maniera decisa. A tal proposito, un esempio tangibile è quello della Germania, dove esiste una vera e propria scuola dei lanci che produce metalli preziosi in quantità industriali. In Italia, invece, il problema è culturale: provate a chiedere ad una mamma di una ragazzina intorno ai 10-12 anni di portare la propria figlia a provare il lancio del peso, del giavellotto o del martello. Nove volte su dieci sgranerà gli occhi, vi prenderà per folli e dirà che la sua bambina è portata per la danza, o, al limite, per la pallavolo! Luoghi comuni difficili da superare.
Come anticipato prima della rassegna iridata, l'atletica del Bel Paese attraversa un momento di transizione, in attesa (e nella speranza) che nel prossimo triennio emergano diversi talenti di nuova generazione, tra cui le lunghiste Dariya Derkach ed Anastassia Angioi, il mezzofondista Abdikadar, gli astisti Claudio Michael Stecchi e Rachele Bruni, il pesista Daniele Secci, l'ostacolista José Reynaldo Bencosme, la saltatrice in alto Alessia Trost, senza dimenticare l'interessante vitalità giovanile dei quattrocentisti, con reali ambizioni di creare in futuro una 4x400 da podio iridato. Bisogna prendere in seria considerazione, inoltre, la possibilità di ricorrere a delle naturalizzazioni di massa in quei settori in cui, oggettivamente, sia l'Italia che l'Europa ormai faticano ad affacciarsi con dignità.

I Mondiali di Bled hanno fornito un gradito responso: il canottaggio italiano è vivo e può guardare ai prossimi appuntamenti internazionali con rinnovate ambizioni.
Si conferma di livello eccelso il settore dei pesi leggeri, dove il 4 senza ed il doppio hanno ottenuto rispettivamente un argento ed un bronzo. L'innesto di Marcello Miani ha rafforzato un equipaggio dal potenziale già molto elevato, forse l'unico per il tricolore in grado di puntare all'oro ai Giochi di Londra 2012. Bertini-Luini, inoltre, hanno maturato oramai un'esperienza pluridecennale, riuscendo sempre a preparare i grandi eventi in maniera impeccabile.
Ha strabiliato la crescita esponenziale del due senza di Mornati-Carboncini, capaci in una sola stagione di colmare il gap da Grecia e Canada e di agguantare un bronzo scintillante. Nuova Zelanda e Gran Bretagna restano ancora molto lontane, ma la mentalità del duo italico è quella giusta: lavoro, lavoro, lavoro.
Per creare un 4 di coppia nuovamente competitivo, invece, servirà una pianificazione definita sin dagli albori stagionali. Diversi canottieri si contendono il posto per la barca che da sempre ha portato maggiori soddisfazioni al Bel Paese: è auspicabile, dunque, che i prescelti vengano decisi in base a dure prove di selezione, badando solo alla reale consistenza dell'atleta e non al suo palmares.
Si è arrestata, invece, la crescita del quattro senza, in cui neppure l'ingresso di Agamennoni ha cambiato volto ad un equipaggio che aveva dominato tra gli under23.
In campo femminile, infine, un risultato storico è stato conquistato dal due senza di Wurzel-Bertolasi (settime e qualificare alle Olimpiadi), anche se era lecito attendersi di più sia dal quattro di coppia che dal doppio pesi leggeri (che hanno mancato, per ora, il pass a Cinque Cerchi: ci riproveranno il prossimo anno nella prova di Coppa del Mondo di Lucerna).

Federico Militello

7 commenti:

  1. concordo per il buon momento del canottaggio italiano, anche se vedo solo prosperttive di medaglia e non intravedo il possibile equipaggio da medaglia d'oro.
    disastrosa è invece la situazione dell'atletica leggera, dove nonb vedo nè campioni attuali (a meno che alex swatzer non si stanchi di giocare a fare il perdente) nè promesse per il futuro. Giusta comunque la tua analisi dello spazio rimasto solo nei salti e lanci dove dovremmo investire a tutto tondo. COMUNQUE TI RICORDO CHE NELL'INTERVISTA A BORDO CAMPO FATTA MENTRE SI DISPUTAVA LA imbarazzante gara di donato, finalmente qualcuno ha affermato che il problema è nei grupoi sportivi militari perchè i ragazzi guardano all'arruolamento come ad un punto di arrivpo e non ad un punto di partenza: la verità sta finalmente venendo a galla.

    pio napolitano

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  2. Ma il problema non sta tanto nei gruppi sportivi militari.. è la MENTALITA' dei ragazzi che bisogna cambiare! Come disse qualcuno un paio di mesi fa: "stiamo crescendo una generazione di idioti....!!!".

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  3. ritengo che sia proprio il contrario, caro danilo: non stiamo crescendo una generazione d'idioti, ma una generazioni di utilitaristici furbetti (come del resto è notoriamente la italica mentalità). ragazzi che con la complicità dei loro tecnici e il beneplacito delle famiglie, forzano prematuramente la preparazione per ottenere grandi perfomances a 17/18 anni ed assicurarsi l'arruolamento nei gruppi sportivi militari. Dopo di che ci si acconbtenta dello stipendiuccio ec si limita ad allenarsi quel tanto che basta per restare nei gruppi sportivi e non andare in servizio attivo. Peraltro essendo stato per anni nel poligono di tiro di napoli, ho parlato direttamente con alcuni di questi giovani promesse che hanno ammesso candidamente che tale era il loro obiettivo. MA PURTROPPO QUESTA è UNA VERITà POCO PIACERVOLE E UN Pò SCOMODA.

    PIO NAPOLITANO

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  4. ok ma dietro le solite certezze... zeru speranze

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  5. Appunto.. è la mentalità dei ragazzi, dei tecnici e delle famiglie che deve cambiare, non il meccanismo dei gruppi sportivi militari. Senza di quelli lo sport in Italia è bello che finito. Poi sul fatto che spesso e volentieri vengano arruolati cani e porci (e non una Marzia Caravelli...) sono d'accordissimo con te.

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  6. In effetti il problema dei corpi militari è tangibile e ne abbiamo già discusso approfonditamente nella rubrica 'Verde Italia' quasi due mesi or sono: http://sportsecondomilitello.blogspot.com/2011/07/la-verde-italia-giovanile-tra-promesse.html.

    I nuovi vertici del Coni dovranno far sì che questa tendenza all'accontentarsi dello stipendio cessi, incentivando invece gli atleti a ricercare il risultato con premi a rendimento (il che sarebbe anche da apprezzare in una fase di crisi economica globale). Concordo anche sul fatto che diversi miei coetanei non hanno la mentalità giusta per emergere. Lo sport d'alto livello richiede sacrifici e rinunce immani, oggi, invece, la tendenza è quella di ricercare divertimento e bella vita. E' un problema non solo dello sport, ma della nostra società tout court.
    Comunque, fortunatamente, ci sono ancora degli atleti che rappresentano dei modelli da seguire (Pittin, Fabian, Pellegrino, Hofer, Molmenti, etc.).

    A presto

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  7. Ciao Fede, prima del mio top settim, una mia opinione sui corpi militari. Ma come mai qualche anno fa eravamo la nazione da seguire per il suo modello sportivo dei Corp. mil, ammirati da tutti ????? e ve lo puo affermare uno che abita all`estero. Dunque, concordo con Danilo. Forse anni fa eravamo il modello da seguire perche i giovani avevano FAME DI VITTORIA, oggi semplicemente (secondo voi) NO. Ma scusate, non so di leggi militari italiane, ma cosi come un giovane e stato arruolato per buoni risultati, non puo nello stesso modo essere cacciato dal corpo militare per risultati deludenti, oppure regresso nei risultati???
    Pio Napolitano, quando dici che i tecnici (in appoggio dei genitori) "forzano" la preparazione del giovane per farlo arruolare, vuoi dire che ricorrono al doping sistematico da giovani, e poi per questa ragione non fanno piu gli stessi tempi, misure, ecc?
    Voglio capirci una buona volta su tutte su questo fatto dei giovani, perche secondo me siamo fra le 3 (non sono ubriaco, ho scritto tre) nazioni piu forti al mondo in ambito juniores (posso documentare il tutto) nei piu di 50 sport esistenti.
    Grazie della Vs risposta

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