martedì 13 settembre 2011

Jessica Rossi: "Ho tanta voglia di vincere"


Quando a 19 anni si è già una certezza dello sport italiano, allora forse nel proprio DNA vi è qualcosa di speciale. Jessica Rossi si è rivelata al mondo nel 2009, quando ha vinto praticamente tutti i titoli della fossa olimpica femminile, Europei e Mondiali inclusi. Positivo anche il bilancio del 2010, arricchito da un bronzo iridato e da un argento nella finale di Coppa del Mondo.
Nella stagione attuale, tuttavia, la campionessa di Crevalcore ha subito diverse critiche per aver fallito l'ingresso in finale sia agli Europei che ai Mondiali, dimenticando, però, un primo ed un secondo posto nelle prove di Coppa del Mondo che le sono valse in anticipo la qualificazione all'atto conclusivo di questa competizione. Insomma, il livello tecnico-agonistico di Jessica Rossi non si discute; al contrario, bisogna tutelare un talento cristallino destinato a segnare un ventennio di storia dello sport italiano. Jessica è decisa ed ambiziosa, proiettata con grande convinzione verso l'olimpo del tiro a volo.

Tiriamo le somme della tua stagione: bilancio positivo?
"Al 50% è un bilancio positivo. Su due gare di Coppa del Mondo ho ottenuto un primo ed un secondo posto. Mi dispiace aver mancato l'ingresso in finale ai Mondiali, ma ciò è accaduto per soli 2 piattelli: il livello generale di queste competizioni si è molto alzato, quindi per vincere serve quasi la perfezione. Io, comunque, mi sento in forma ed il mio vero obiettivo stagionale è rappresentato dalla finale di Coppa del Mondo cui mi sono qualificata in anticipo".

A soli 19 anni hai già vinto praticamente tutto: nel tuo palmares manca solo l'oro olimpico. E' il tuo vero obiettivo?
"Chiaramente nella mia testa ci sono le Olimpiadi, tuttavia al momento preferisco non pensarci. Inoltre dovrò meritarmi la partecipazione: sebbene io abbia conquistato la qualificazione a Londra 2012, la carta olimpica non è nominale, bensì assegnata alla nazione, dunque spetterà alla Federazione convocare l'atleta che reputerà avere maggiori possibilità".

Quale avversaria temi maggiormente in ottica Cinque Cerchi?
"Devo dire che la cinese Yingzi Liu (che ha appena vinto i Mondiali, n.d.r.) è diventata la mia vera rivale, di cui temo soprattutto la grande costanza di rendimento. Attenzione anche alla crescita della sanmarinese Alessandra Perilli".

Nel 2009 eri praticamente imbattibile: ti capita di ripensare a quella stagione? Per te rappresenta uno stimolo a ripetersi o una fonte di pressione?
"E' normale che ci penso. All'epoca le mie vittorie destarono scalpore perché un'impresa simile, ovvero rimanere imbattuta per tutta la stagione, non era mai riuscita a nessuna atleta. Avevo 17 anni, dunque quei risultati furono anche il frutto dell'incoscienza. Comunque non è un peso per me, bensì uno stimolo per provare a ripetermi. Io ho ancora tanta fame di vittorie".

Vista la tua giovane età, ti piacerebbe segnare un'era non solo del tiro a volo, ma anche di tutto lo sport italiano?
"Posso riuscirci. Attualmente la Polizia mi garantisce un posto fisso, permettendomi di allenarmi e di inseguire i risultati. E' chiaro che in queste condizioni posso continuare a gareggiare sino a 40 anni e per questo li ringrazio".

Hai toccato un argomento molto dibattuto nelle ultime settimane: si dice che molti giovani, entrati a far parte dei corpi militari, si adagino sugli allori e perdano lo smalto delle rassegne juniores: che ne pensi?
"E' vero, molti ragazzi si vedono arrivati nei gruppi sportivi, paghi dello stipendio a fine mese. Secondo me, invece, anche per una questione di rispetto, l'atteggiamento dovrebbe essere il contrario. Proprio perché Esercito, Polizia, etc. di garantiscono la possibilità di praticare la tua disciplina grazie ad un importante contributo economico, bisognerebbe ripagare la loro fiducia a suon di prestazioni e buoni risultati".

Nel tiro a volo moderno la componente mentale è divenuta più importante di quella tecnica?
"La tecnica è sempre importante, però le gare si vincono con la testa. Soprattutto dopo un errore, bisogna essere bravi a resettare immediatamente la mente ed a guardare al piattello successivo. Io, ad esempio, ho commesso questo errore agli ultimi Mondiali. Lo scorso anno ho letto "Leader di te stesso", un libro che mi ha aiutata molto sotto questo punto di vista ed il cui autore, Roberto Re, mi affianca ora nella vigilia delle gare".

La concorrenza internazionale diventa sempre più pressante e pericolosa: quale futuro intravedi per l'Italia in questa disciplina?
"Siamo sempre stati la nazione dominate nel tiro a volo e penso che resteremo al top. Infatti possiamo contare su ottimi tecnici e la Federazione lavora in modo ottimale. Inoltre possediamo le giuste risorse per primeggiare, basti pensare che i fucili delle nazioni straniere vengono prodotti in Italia. Certo, sarà sempre più difficile vincere, ma nella lotta noi ci saremo sempre".

Nonostante i tuoi tanti successi, il nome ed il cognome di Jessica Rossi sono sconosciuti a gran parte degli italiani: come mutare la cultura calciofila del nostro Paese?
"Guarda, sono disperata. Il calcio ha veramente stancato e non capisco perché si segua solo quello. Tutte le altre discipline vengono definite 'minori', tuttavia sono proprio quelle che portano le medaglie e le vittorie. Per quanto riguarda il tiro a volo, bisognerebbe maggiormente reclamizzarlo sui giornali ed in Tv, anche se in questo senso, grazie a Raisport, sono stati compiuti dei passi in avanti".

Federico Militello

12 commenti:

  1. jessica è uno dei pochi talenti giovanili emersi prepotentemente a livello assoluto in questo quadrienno preolimpico, ed ha svolto completamente iul suodovere assicurandosi la carta olimpica che con il sistema delle qualificazioni è l'evento più importante delle stagioni preolimpiche. Lodevole anche la sua maturità insolita per i suoi 19 anni, mostrata in alcune delle risposte all'intervista....comunque forza jessica e appuntamento a londra.

    pio napolitano

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  2. Jessica è una delle nostre certezze in vista dell'Olimpiade: ha grande carattere e quando conta davvero lei c'è sempre. Si sa che le donne maturano sempre prima degli uomini, comunque lei ragiona da vera campionessa.
    Comunque, Pio, ho letto alcuni tuoi commenti: secondo me dovresti essere più ottimisti, come ho detto lo sport vive di cicli ed in alcuni settori è normale una flessione.
    Sebbene saranno delle Olimpiadi di transizione, a Londra l'Italia non sfigurerà. Il boom è previsto per le edizioni successive, sperando di coronare il sogno di Roma 2020.

    A presto!

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  3. L'opinione di Jessica Rossi sui giovani nei gruppi sportivi militari mi spinge un po' di più dalla vostra parte...
    Probabilmente bisogna essere molto più selettivi nella scelta degli atleti da arruolare.
    Per quanto riguarda Jessica, solo una persona matura può affermarsi in quel modo prepotente a 17 anni. Le critiche piovutele addosso, già nel 2010, perché ai campionati mondiali era arrivata "solo" terza dimostrano la scarsa cultura sportiva di chi le ha fatte.
    Prospettive per Londra: finora abbiamo conquistato ai mondiali 5 ori, 4 argenti e 6 bronzi nelle gare olimpiche. Ricordiamoci che mancano ancora il pugilato, il ciclismo su strada, la ginnastica ritmica, la ginnastica artistica, la vela e, SOPRATTUTTO, la scherma. Non scordiamoci della marea di quarti posti (per ultimo quello amarissimo del nostro campionissimo Daniele Molmenti, ma anche Rigaudo, Pellielo, la 4X100 sl a Shanghai, ecc.).
    A fine anno potremo tracciare un bilancio più preciso.
    Ciao!
    Gabriele

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  4. Io già da ora ho fatto qualche proiezione. Diciamo che i 10 ori non sono così impossibili, così come le 30 medaglie complessive. Ma aspettiamo, in un anno, in meglio (speriamo) o in peggio, le cose possono sensibilmente cambiare. Di sicuro per gran parte dipenderemo da scherma e nuoto.

    A presto!

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  5. Sono d'accordo; in gran parte dipenderemo da scherma e nuoto. Ma in futuro dovremmo assolutamente recuperare il ruolo guida che ci apparteneva nel ciclismo (per Londra ormai è tardi, salvo incredibili exploit 4 medaglie su 4: strada maschile - strada femminile - omnium maschile - cross country femminile).
    Dovrebbe essere anche interesse della federciclismo che, dopo la FIGC, credo che sia la federazione di gran lunga più ricca.
    Il CONI, poi, dovrebbe tornare a puntare sulle discipline dove abbiamo una solida tradizione tralasciando, se necessario, di destinare risorse a quelle federazioni che non possono o non vogliono produrre grandi cose. Difficile, lo so, dal momento che i quadri dirigenziali per essere eletti hanno bisogno anche dei voti della pallamano, dell'hockey e del badminton...
    Gabriele

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  6. Nel ciclismo non sottovaluterei neppure Noemi Cantele nella crono femminile, in questa specialità è stata argento mondiale. Chiaramente
    ci manca l'apporto della pista, dove si è ricominciato ad investire da alcuni anni. Il venir meno della corsa a punti e dell'americana ci ha profondamente danneggiato, dovremo adattarci a discipline in cui facciamo fatica. Per Rio, comunque, saremo pronti, soprattutto nel settore femminile.
    Secondo me il Coni fa bene a credere in tutte le discipline, al contrario dovrebbe comminare sanzioni a quelle disfunzionali al progetto di rendere l'Italia completa a 360 gradi.

    A presto!

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  7. Secondo me l'unica sanzione applicabile è tagliare i fondi. Se fosse possibile lo farei. Ma è difficile. Ragioni di politica... chiamiamola "politico-elettorale".
    Quando vedi che una federazione da decenni non produce un atleta di livello internazionale, non è meglio distribuire soldi ad altre federazioni che hanno più mezzi, più tradizione, più cultura e una mentalità vincente per competere coi migliori? La federscherma, per esempio, se avesse più soldi potrebbe portare la spada e la sciabola ai livelli del fioretto. Il ciclismo potrebbe finalmente smetterla di essere monocorde e tornare a brillare. Il nuoto potrebbe raggiungere i livelli dell'Australia. E via dicendo...

    Gabriele

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  8. Nel 2012, con l'addio di Petrucci ai vertici del Coni, è attesa una svolta dirigenziale. Alcuni atleti della lotta mi hanno confermato che i nostri allenatori non sono certo i migliori al mondo. Bisogna scegliere i più competenti, non i più politicamente convenienti.

    A presto

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  9. Sugli allenatori di molte discipline credo che tu ormai sappia come la penso.
    Ai mondiali di lotta, a parte Andrea Minguzzi, abbiamo visto una sfilza di eliminazioni al primo turno e nessuno dei nostri ha superato il secondo combattimento. Non è mia abitudine dare addosso agli sconfitti però, avendo letto che i tecnici citavano mezzo mondo dicendo che tutti sono cresciuti prepotentemente, tutti sono diventati fortissimi, viene da chiedersi come mai allora l'Italia sia l'unica a non progredire.
    Rimproveravano poi agli azzurri di non essere abbastanza intraprendenti.
    Ma l'intraprendenza non ci può essere se si parte timorosi del progresso fatto dagli altri; mi sembra un segnale di sfiducia nei propri mezzi e forse questo è il primo avversario da sconfiggere. Discorso che vale anche per tante tante altre federazioni.
    A presto,
    Gabriele

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  10. Alcune dichiarazioni dei tecnici lasciano veramente attoniti e i mancati provvedimenti del Coni tracciano un quadro della situazione sin troppo chiaro. Aspettiamo con ansia l'autunno del prossimo anno, nella speranza di una netta inversione di tendenza

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  11. Come esempio citato da Gabriele cito specificamente la FIJLKAM: Come sapete, questa federazione comprende 3 sport; judo, lotta, karate. Non vi siete domandati perche la lotta e il judo non vincono niente, mentre il karate é ancora ai vertici mondiali???????????Risposta semplice: il karate non e olimpico, gli altri 2 sí. Dunque, la competitivita globale aumenta giorno dopo giorno, mentre il livello dell´Italia rimane lo stesso. Punto e basta. Percio non e questione di soldi: il karate scommetto riceve meno fondi delle altre 2 nella sua federazione, e nonostante cio vince ancora. La soluzione perció é una sola: dotarsi di allenatori e tecnici competenti

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  12. Quello che dici, Mauro, è giusto! Però, per dotarsi di tecnici competenti (spesso stranieri), è necessario mettere mano al portafoglio. Il problema, però, è che a certe federazioni i soldi vengono dati ma i risultati non si vedono mai. Meglio allora finanziare chi potrebbe fare meglio di quello che fa.
    Gabriele

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