lunedì 14 marzo 2011

'Italia, come stai?': un fine settimana trionfale per il tricolore


Un week-end all'insegna di podi e vittorie in tutte le discipline: lo sport italiano può esultare e guardare con legittimo ottimismo ai prossimi eventi in programma.

Nei tuffi il Bel Paese ha concluso gli Europei di Torino al terzo posto nel medagliere finale (preceduto da Russia e Germania) con 3 ori ed un bronzo, un bottino lusinghiero e maturato grazie a prestazioni tecniche che permetterebbero di lottare anche in orbita iridata. Protagoniste assolute sono state le donne, in grado di accaparrarsi tutte le medaglie del carniere tricolore. Tania Cagnotto è l'atleta copertina di questa rassegna continentale, nella quale ha colto 2 successi (1 metro e 3 metri sincro) ed una terza piazza (3 metri). La 25enne di Bolzano, seppur ancora giovane anagraficamente, rappresenta ormai una certezza consolidata nei grandi appuntamenti da quasi un decennio ed i suoi numeri, d'altronde, parlano chiaro: 18 allori internazionali, di cui 4 agguantati ai Mondiali (1 argento e 3 bronzi) e 14 agli Europei (9 ori, 1 argento e 4 bronzi). Mai in passato l'Italia aveva potuto contare su una tuffatrice di tale levatura. A questo punto alla figlia di Giorgio Cagnotto manca solo una medaglia olimpica per completare un palmares strepitoso: a Londra 2012 avrà la maturità giusta e l'esperienza necessaria per tentare l'impresa. Serve ricordare, infine, che il programma della tuffatrice italica dai 3 metri presenta lo stesso coefficiente di difficoltà delle cinesi, dunque, una volta trovati gli automatismi ideali nell'esecuzione, anche le asiatiche potranno considerarsi a tiro. Nei 10 metri, inoltre, è esplosa definitivamente la stella di Noemi Batki, regina d'Europa per la prima volta in carriera. Talento, dedizione al lavoro ed ambizione sono le componenti che meglio descrivono questa 23enne italo-ungherese, il cui programma di gara sarà arricchito da tuffi a più alto coefficiente: la sfida al resto del mondo è già lanciata. Il settore maschile, invece, attraversa un momento di appannamento: in parabola discendente l'eterno Nicola Marconi (neppure in gara nel sincro da 3 metri a causa dell'infortunio del fratello Tommaso), discreto ma non competitivo per il podio Michele Benedetti, buio assoluto nella piattaforma. Certamente hanno influito sul rendimento negativo gli infortuni di Christopher Sacchin e Francesco Dell'Uomo (ormai fermi da diverso tempo), tuttavia la sostanza non muta: alle spalle dei titolari faticano ad emergere nuovi talenti. Purtroppo si è arrestata completamente la crescita dell'astro nascente Andrea Chiarabini, annunciato fenomeno a 14 anni (dove fu schierato nel sincro 10 metri a Roma 2009) ma ora in preda ad una vera crisi di identità. Da seguire il promettente Giovanni Tocci, già messosi in luce alle Olimpiadi giovanili di Singapore. Serve un cambio nelle modalità di allenamento, privilegiando maggiormente l'aspetto della preparazione fisica in uno sport sempre più popolato da culturisti.

Nel biathlon l'Italia ha conquistato una medaglia iridata a 10 anni dall'ultima volta. Il merito è del fenomenale Lukas Hofer, atleta dal talento immenso ed in prepotente crescita. Il 21enne altoatesino ha disputato la propria miglior gara proprio nell'appuntamento più importante della stagione, denotando un carattere da campione autentico. Formidabile ed incisivo nel passo sugli sci, la promessa tricolore dovrà incrementare ulteriormente il proprio rendimento al poligono per poter ambire a competere per la Coppa del Mondo assoluta (anche se il 19/20 della mass start lascia ben sperare per l'avvenire). Infine una suggestione: considerando il momento opaco dello sci di fondo tricolore, Hofer non potrebbe far molto comodo in una eventuale quarta frazione in staffetta? Nel complesso il biathlon nostrano si trova appena all'inizio di una nuova era di successi, che non solo rinverdirà i fasti degli anni '90, ma potrebbe addirittura raccogliere frutti maggiori. Oltre all'ormai affermato Lukas, infatti, costituiscono delle garanzie i veterani René Vuillermoz e Christian De Lorenzi, mentre il 26enne Markus Windisch, una volta che avrà superato le paure dell'ultimo poligono, sarà in grado di agguantare qualche sporadico podio, soprattutto nella 20 km individuale. Alle spalle dei capitani, inoltre, spingono per l'ingresso in squadra i giovani Pietro Dutto (il più pronto al grande salto), Dominik Windisch e Michael Galassi. In campo femminile, inoltre, è solo questione di tempo l'ascesa ai vertici globali di Dorothea Wierer, già nona nella prova ad inseguimento a soli 20 anni (dopo aver vinto tre ori nella rassegna iridata juniores dello scorso mese di gennaio): con Hofer potrà formare una coppia di fuoriclasse assoluti. Insomma, l'Italia possiede le credenziali giuste per poter divenire una potenza di questo sport.

Continua la scalata la scalata di Arianna Fontana verso l'Olimpo dello short track. Dopo aver conseguito una medaglia di bronzo nei 500 metri alle Olimpiadi di Vancouver (senza dimenticare la terza piazza in staffetta a Torino 2006 a soli 15 anni!), la 20enne di Sondrio si è consacrata definitamente in questa stagione, nella quale ha ottenuto diversi piazzamenti tra le top3 in Coppa del Mondo e, soprattutto, tre medaglie ai Mondiali, con 2 argenti (500 e 1000) ed un bronzo (classifica all-round). La pattinatrice tricolore ha raggiunto una grande completezza, avendo aggiunto una grande resistenza alla sua fulminea velocità di base: ciò permette alla giovane italiana di poter essere competitiva in tutte le distanze. Inoltre, grazie agli insegnamenti del tecnico canadese (part-time) Eric Bedard, è decisamente migliorata anche la sua tattica di gara: ora Arianna sa gestire la competizione con scaltrezza e prontezza di riflessi, doti fondamentali in una disciplina dove a causa di pochi millesimi di secondo si può passare dal paradiso all'inferno. Insomma, la forte atleta lombarda può considerarsi una vera stella di questa disciplina, essendo l'unica europea dell'ultimo decennio ad aver colmato il gap con le grandi potenze asiatiche (Cina e Corea del Sud). L'impressione è che presto l'azzurra potrà ambire anche al primato assoluto, considerando la sua età ancora verdissima ed inferiore a quella delle rivali.
Complessivamente il settore femminile gode di una vitalità mai provata in passato, con Martina Valcepina già tra le protagoniste della distanza più breve (della quale è campionessa del mondo juniores) e le giovanissime Arianna Valcepina ed Elena Viviani già affacciatesi con discreti risultati nel circuito maggiore: esistono i presupposti per creare una staffetta di valore.
Stagione molto negativa, invece, per gli uomini. In un'annata in cui le compagini del Vecchio Continente (Francia, Germania, Olanda e Gran Bretagna) hanno in più di una circostanza sorpreso le corazzata asiatiche e nord-americane, la selezione del Bel Paese ha palesato una preoccupante flessione. Nicola Rodigari, ormai alla soglia dei 30 anni, fatica al reggere il ritmo delle nuove leve straniere, mentre l'assenza da inizio stagione di Yuri Confortola (fermo un grave infortunio) ha privato il gruppo del suo elemento di maggiori prospettive. Come per i tuffi, anche in questo settore emerge una totale assenza di ricambio generazionale, dove il solo Tommaso Dotti (18 anni) ha mostrato delle qualità interessanti su cui lavorare.

Federico Militello

4 commenti:

  1. nella sezione dei tuffi hai scritto per due volte tommaso riferendoti ai due fratelli :) comunque mi trovo in sintonia con il tuo articolo; aggiungo che sarebbe interessante sapere di più sulla situazione di chiarabini, mi ricordo che agli europei di budapest il suo allenatore (se non sbaglio de angelis) dichiarò ai microfoni rai che aveva perso i punti di riferimento dalla piattaforma (dovuto alla crescita) poi non ho più avuto notizie

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  2. Grazie per la segnalazione. Il realtà il motivo è noto: Chiarabini prova paura nel tuffarsi dalla piattaforma, dunque per ora vi ha rinunciato. E' una questione psicologica

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  3. voglio sottolineare la vittoria di Campriani al campionato universitario americano NCAA, dalla carabina 10 metri. Nella qualificazione ha fatto 599, quasi perfetto e quasi record mondiale. Al secondo posto si é qualificata Petra Zublasing (la gara era open uomini/donne) che ha fatto una finale strepitosa (105.1). Ma come mai questa atleta in allenamento e altre gare fa sfracelli, mentre quando veste l´azzurro si blocca? Speriamo diano con il problema, potenzialmente é da oro olimpico.
    Infine, voglio evidenziare la crescita a cronometro di Adriano Malori, che quasi batte Cancellara. Si vede che i raduni con Bettini servono eccome! Secondo me, lotterá per l´oro a cronometro a Rio2016 con Taylor Phinney, il nuovo Armstrong americano.

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  4. Petra è ancora molto emotiva in gara, con l'esperienza imparerà a gestirsi e diventerà una campionessa. In fondo ha appena 21 anni. Campriani ha vinto per la seconda volta questa gara negli Usa: essendo campione del mondo in carica, il suo valore non si discute. Malori costituisce davvero una grande speranza: si era già imposto in un Mondiale under23 3 stagioni fa e la sua crescita procede a piccoli passi. Al momento Cancellara resta di un altro pianeta (16 secondi in 9 km sono tanti), tuttavia i margini per progredire sono immensi. Mi chiedo come mai Malori non venga schierato su pista nell'inseguimento a squadre.

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