venerdì 4 marzo 2011

Staffetta uomini, il futuro non è così buio


Premesso che il quinto posto odierno del quartetto tricolore rappresenta un risultato encomiabile per come è maturato (discreto Checchi, stoico Di Centa, radioso Clara, impotente Piller Cottrer contro i mostri sacri di questa disciplina), molti organi di informazione hanno parlato però di 'mancanza di ricambio generazionale, nessuna prospettiva per il futuro, generale mediocrità, corsa al risparmio, etc.''. La mia sensazione è che tutti questi soloni del settore siano prevenuti nei confronti dello sci di fondo italiano, fermandosi ad analisi crudelmente superficiali e poco approfondite. Il Bel Paese oggi ha schierato una formazione composta solo per metà da veterani, ovvero il 38enne Di Centa (senza il quale non si sarebbe lottato sino in fondo per una medaglia) ed il 36enne Piller Cottrer, i quali hanno subito delle critiche ingiuste: certo, il loro rendimento ha subito una flessione nell'ultimo biennio, tuttavia al momento rimangono superiori a tutti i nostri atleti under28, dunque perché dovrebbero appendere gli sci al chiodo? Con la loro esperienza potranno essere utili anche sul sentiero verso Sochi 2014, ricordando che Maurilio De Zolt vinse la medaglia d'oro in staffetta a Lillehammer 1994 a ben 42 anni!
Valerio Checchi (30 anni) e, soprattutto, Roland Clara (28), rappresenteranno invece due importanti capisaldi delle formazioni future. Il quartetto italico, inoltre, tornerà da medaglia quando il talentuoso Federico Pellegrino (20) avrà acquisito le prerogative giuste per ben figurare anche nelle gare di distanza: il giovane aostano, infatti, possiede tutte le doti per divenire un fondista completo e con il suo impressionante spunto veloce potrà rivelarsi decisivo per le sorti delle staffette del futuro.
Di sicuro l'Italia dovrà lavorare molto più alacremente sulla tecnica classica, ormai da troppo tempo il punto debole della selezione, che nel recente passato poteva contare su campioni del calibro di Fabio Maj e Fulvio Valbusa: è inconcepibile che il passo alternato venga accantonato a priori (i 4 atleti schierati nella 15 km tc hanno rappresentato una chiara dichiarazione di resa), dunque serve la giusta convinzione per provare a colmare il gap con le nazioni scandinave. In questo campo il 22enne Dietmar Noeckler costituisce uno degli uomini su cui investire per eludere queste difficoltà tra i binari.
Insomma, auspicando un ingresso sempre più massiccio di giovani azzurri nel panorama di Coppa del Mondo (in particolare Claudio Muller e Nevio Zeni), l'avvenire immediato della staffetta italiana non è affatto catastrofico, anzi. Già tra due anni in Val di Fiemme ci sono i presupposti per tornare a gioire.
Intanto il Mondiale di Holmenkollen non è ancora terminato: domenica nella 50 km Roland Clara ha le carte in regola per sorprendere.

Federico Militello

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