giovedì 9 dicembre 2010

Intervista a 360 gradi al Cannibale dello sport italiano: Armin Zoeggeler!


9 Coppe del Mondo, 5 titoli iridati, 2 ori, 1 argento e 2 bronzi olimpici, 50 vittorie nel circuito mondiale, atleta azzurro più vincente della storia degli sport invernali, classe da vendere, qualità uniche, indole da fuoriclasse incontentabile: è il biglietto da visita del monumento vivente dello sport italiano, l'immenso ed inimitabile Armin Zoeggeler. E' stato per me un onore ed un piacere intervistare il Cannibale all'indomani dell'ennesimo trionfo di Winterberg ed alla partenza per la trasferta in Nord-America, già importante ai fini della classifica generale.

A quasi 37 anni rimane sempre l'uomo da battere: si può dire che il mancato oro di Vancouver le abbia dato la voglia di proseguire per altri 4 anni?
‘’No. Fino a quando avrò forza ed andare in slitta sarà per me un divertimento, la mia carriera agonistica non si fermerà. E poi devo dire che la medaglia di bronzo di Vancouver per me vale come un oro, soprattutto pensando alle condizioni che trovai in Canada’’.

Dove trova ogni anno le motivazioni per continuare a vincere?
‘’Per me ogni stagione è importante e io vedo la mia passione anche come un lavoro, dove ogni giorno mi impegno e cerco di dare il massimo. Non ci si può mai rilassare quando ci si prende un impegno di questo genere’’.

Dopo due gare è in testa alla classifica generale. Sulla strada della decima Coppa del Mondo, tuttavia, il tedesco Felix Loch appare ormai sempre più insidioso: è preoccupato in questo senso?
‘’Gli atleti tedeschi sono sempre stati e sono tuttora molto forti. In questo momento Loch è il migliore tra i giovani teutonici e si posiziona molto vicino a Georg Hackl, mio grande rivale del passato. Una buona concorrenza è stimolante e il mio obiettivo rimane quello di vincere’’.

Se dovesse scegliere un regalo per il 2011, meglio l'ennesima sfera di cristallo o il sesto titolo iridato?
‘’Non penso mai ai titoli che non ho ancora vinto. Per me ogni Coppa del Mondo è importante e il bilancio delle mie vittorie lo faccio a fine stagione’’.

Nel mese di gennaio si terranno a Cesana Pariol i Campionati del Mondo. Si tratta di una pista dove ha sempre vinto: come spiegherebbe questo magico feeling?
‘’È una pista molta impegnativa, dove riesco a gareggiare sempre bene. Ho vinto a Cesana la mia prima medaglia d’oro per l’Italia alle Olimpiadi 2006. Un bel ricordo che forse mi trasmette un feeling particolare con quel budello’’.


Dopo la morte dell'atleta georgiano Nodar Kumaritashvili a Vancouver è sorto il problema della sicurezza delle piste: in questo senso cosa si potrebbe fare secondo lei per rendere meno pericolosi i budelli?
‘’Penso che non si possa rimproverare nulla agli organizzatori i quali hanno rispettato i massimi standard di sicurezza. È un sport pericoloso, dove c’è sempre un piccolo rischio di incidenti’’.

Lei da bambino andava a scuola con la slitta ed in tal modo ha iniziato ad amare questa disciplina: le capita ancora di andare in giro con lo slittino nel suo paese?
‘’Ora vivo in paese e non c’è più la possibilità di slittare all‘interno. Purtroppo con il traffico di oggi è diventato anche pericoloso’’.

L'aiuto della Ferrari nella realizzazione delle slitte ha portato dei reali vantaggi oppure il progetto verrà accantonato?
‘’La collaborazione con la Ferrari ci ha dato alcuni utili input. Solo il nostro direttore tecnico Walter Plaikner, però, è qualificato per stabilire quanto ciò possa esserci utile o che applicazioni si possano trovare in proposito’’.

Dopo molti anni sembra che abbia trovato finalmente due degni eredi, ovvero i cugini Dominik e Kevin Fischnaller: che ne pensa? Possiedono le carte in regola per ripercorrere le sue orme? Inoltre cosa si dovrebbe fare per far avvicinare sempre più i giovani a questo sport?
‘’Sia per la nostra squadra che per il futuro dello slittino artificiale è importante che ci sia un ricambio di giovani atleti. Sono particolarmente ottimista sul loro futuro perché credo che abbiano le caratteristiche giuste per raggiungere grandi successi. Avvicinare i giovani a questo sport è difficile, perché le strutture per gli allenamenti sono lontane da casa’’.

Le piace il soprannome ''il Cannibale''?
‘’Questo appellativo mi è stato dato proprio dai giornalisti, ma ad essere sincero non ne vado particolarmente fiero’’.

Come ama trascorrere il suo tempo libero? Nel suo futuro da post-atleta pensa di rimanere nel mondo dello slittino?
‘’Trascorro il mio tempo libero con la mia famiglia, faccio passeggiate in estate e dopo la stagione agonistica vado anche qualche volta a sciare. Il mio futuro al momento è nel presente, quando sarà il momento ci penserò’’.

Federico Militello

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