Non si può non partire da uno dei più grandi monumenti dello sport italiano: Armin Zoeggeler. Il Cannibale non è ancora sazio, tutt'altro. Agguantata la 50ma vittoria in Coppa del Mondo, la mente del fenomeno altoatesino è già rivolta ai prossimi ed immediati obiettivi: la conquista della sfera di cristallo e, soprattutto, i Mondiali di Cesana Pariol a fine gennaio. Il 36enne di Foiana ha dimostrato ancora una volta la sua netta superiorità su piste tecniche e tortuose (come quella di Winterberg), dove più della forza delle braccia in partenza contano la sapienza e la maestria nel saper condurre la slitta con sensibilità e leggerezza. In questo Armin è un maestro assoluto, inimitabile. Di questo campione colpisce proprio la continua ricerca di nuove sfide, l'ossessionante desiderio di voler riassaporare anno dopo anno il soave piacere del successo. Per certi versi, quanto ad ambizione e voglia di dominio, Zoeggeler può ricordare miti dello sport come Michael Schumacher, Valentino Rossi e Valentina Vezzali (tutti per fortuna ancora in attività!). Continua poi la crescita del 17enne Dominik Fischnaller, già decimo alla sua seconda gara nel circuito mondiale: insieme al cugino Kevin, abbiamo trovato una coppia dall'avvenire radioso. Molto bene nel doppio Oberstolz-Gruber, sempre continui in zona podio e non a caso in testa alla classifica generale. Pure in questo campo i 19enni Rieder-Rastner, anch'essi già tra i top10 alla seconda apparizione, assicurano un tranquillo ricambio generazionale.
Nello sci di fondo Arianna Follis, da degna campionessa del mondo in carica, si è rivelata ancora una volta tra le migliori interpreti di tutti i tempi nelle sprint a tecnica libera, agguantando a Dusseldorf sia la prova individuale che quella in coppia con Magda Genuin. Peccato che mancasse la norvegese Marit Bjoergen, unica forse in grado di impensierire l'azzurra e con la quale si sarebbe potuto assistere ad un duello stellare. In Germania era presente anche la promessa Gaia Vuerich (di poco fuori dalle 30), talento su cui puntare ad occhi chiusi per un futuro nemmeno troppo lontano. Molto bene anche gli uomini, con Fulvio Scola bravo ad ottenere il primo podio della sua vita: a 28 anni sembra arrivato finalmente il momento del definitivo salto di qualità. Nella sprint l'Italia si è confermata molto competitiva, come dimostra anche la terza piazza conseguita da Fabio Pasini e David Hofer nel team-sprint. Era nelle previsioni. Ora bisogna risollevarsi anche nelle lunghe distanze: in questo senso sarà importante l'apporto dei veterani Pietro Piller Cottrer e Giorgio Di Centa, nell'auspicio che anche i vari Valerio Checchi, Roland Clara e Thomas Moriggl diano finalmente un segnale di vita.
Sono deluso per quanto riguarda il comportamento dello sci alpino. Inutile cercare di addolcire la pillola, per una nazione come la nostra tanti piazzamenti a ridosso del podio, seppur discreti, devono considerarsi come risultati al di sotto delle aspettative e delle possibilità. In particolare ci si deve attendere molto di più dai velocisti. Christof Innerhofer è tornato in forma e, a mio modo di vedere, tecnicamente è il migliore insieme all'austriaco Mario Scheiber; paga dazio, però, nei tratti di scorrimento puro, dove comunque ha compiuto qualche miglioramento rispetto al passato. Peter Fill, inoltre, appare ormai uno sciatore completo. Tuttavia ai nostri manca sempre un numero per fare tombola, per salire cioè sul podio con costanza. Più delicato il problema dei gigantisti, che, come noto, riescono ad esprimersi al massimo solo sulle piste di maggior blasone come Val Badia ed Adelboden. Su pendii come quello americano, più adatti ai supergigantisti per intenderci, i vari Blardone, Simoncelli e Ploner non possiedono alcuna chance si primato. In teoria questo handicap verrà superato con le nuove generazioni, dove talenti in erba come Giovanni Borsotti e Mattia Casse sin dalla giovane età stanno si cimentano nella polivalenza. Insomma, nello sci moderno la specializzazione non paga più ed è necessario puntare a più di una disciplina.
In campo femminile, invece, con Nadia Fanchini ancora ai box, sarà impensabile, a meno di qualche prestazione a sorpresa, cogliere qualche podio nella velocità. Il motivo è presto detto: la concorrenza è mostruosamente superiore. Fenomeni come Vonn, Riesch, Mancuso e Gut appaiono obiettivamente un gradino sopra alle nostre rappresentanti, se si eccettua per l'appunto la minore delle sorelle Fanchini, il cui recupero (dovrebbe avvenire a gennaio) sarà fondamentale. Dunque la quarta piazza della Merighetti e la settima della Schnarf costituiscono complessivamente dei risultati da non disprezzare.
Sta arrivando Lukas Hofer e con lui il Bel Paese potrebbe tornare protagonista nel biathlon. Il 21enne altoatesino, dominatore nella categoria juniores due stagioni or sono, sembra aver metabolizzato il passaggio nel circuito maggiore, dove ha ottenuto uno spettacolare settimo posto nell'inseguimento. L'azzurro è formidabile sugli sci stretti, mentre è ancora perfezionabile al poligono. L'impressione è che ci sarà da divertirsi quando avrà raggiunto una buona continuità di rendimento con carabina alla mano. Positivo in generale il comportamento di tutta la selezione tricolore, con De Lorenzi in costante crescita e Windisch in ripresa. Tra le donne al momento Katia Haller ha superato Michela Ponza: chissà che questa rivalità interna possa servire per scalare ulteriormente le classifiche.
Nella combinata nordica Alessandro Pittin si è confermato in difficoltà nel salto dai trampolini grandi, anche se la sua condizione nello sci di fondo è parsa in progresso. Tra due settimane a Ramsau (piccolo trampolino) mi aspetto nuovamente il 20enne di Cercivento in lizza per le primissime posizioni, senza dimenticare che il vero obiettivo stagionale restano i Mondiali nel mese di febbraio. Se il capitano è in difficoltà, altrettanto non si può dire di Lukas Runggaldier, finito per la prima volta in carriera tra i top15. Insomma, non è escluso che presto l'Italia, considerando anche i vari Michielli, Bauer, Costa e Mattia Runggaldier, possa essere competitiva anche nella staffetta. E' solo questione di tempo. Se pensiamo che fino a 3 anni fa nel Bel Paese in pochissimi sapevano cosa fosse questo sport...
Federico Militello
Sport Invernali a parte, vorrei risaltare le dichiarazioni di Alex Schwazer, che ha detto di avere nuove motivazioni e volersi ancora divertire. Per me é un oro sicuro a Londra, utilissimo per il medagliere finale. Dobbiamo assolutamente recuperarlo!!! I suoi battiti cardiaci al minuto (in pieno sforzo agonistico) sono impressionanti!!!
RispondiEliminaSe Sxhwazer sta bene è pressoché imbattibile. Il problema è che è successo una volta sola negli ultimi anni. Se ritrova le motivazioni e la voglia di sacrificarsi, allora sarà dura togliergli l'oro. Attenzione che gli ori potrebbero essere anche due: Rubino nella 20 km
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