giovedì 18 agosto 2011

Mondiali di canoa, debutto amaro per l'Italia


Non ci siamo. Nella prima giornata dei Campionati del Mondo di Szeged (Ungheria), validi anche come principale prova di qualificazione alle Olimpiadi di Londra 2012, l'Italia ha collezionato delusioni in serie. Al momento neanche un'imbarcazione azzurra ha staccato il biglietto a Cinque Cerchi, le speranze residue saranno ora riposte nel K4 1000 maschile (la gara dalla concorrenza maggiore), nell'eterna Josefa Idem (opaca durante la stagione di Coppa del Mondo ed agli Europei) e nello sprinter Michele Zerial, anche se i 200 metri rappresentano sempre una distanza soggetta a svariate variabili. Il rischio, neanche così irrealizzabile, è che il Bel Paese non schieri alcun proprio rappresentante nella canoa velocità alle prossime Olimpiadi.
Continua il totale anonimato del settore femminile. Il K4 composto da Stefania Cicali, Alessandra Galiotto, Fabiana Sgroi e Alice Fagioli ha subito nell'ultimo quadriennio una sostanziale involuzione: dal quinto posto iridato di Duisburg 2007, che lasciava presumere una costante scalata ai vertici internazionali, ed all'ottavo di Pechino 2008, sino al crollo inesorabile delle recenti apparizioni, dove persino il raggiungimento della finale è diventato un obiettivo fuori portata. Quest'oggi, sia in batteria sia in semifinale, l'equipaggio tricolore è sempre apparso molto distante dalle prime tre posizioni, quasi che la concorrenza pagaiasse su una dimensione parallela.
Non è andata meglio a Maximilian Benassi, eliminato nel K1 1000 metri. E dire che il 25enne nativo di Colonia rappresenta una delle punte di diamante del movimento nostrano, il quale non a caso verrà impiegato anche nel K4 1000. Per l'azzurro, tuttavia, vale in qualche modo lo stesso discorso fatto per il K4 femminile: nelle ultime stagioni non si sono verificati i progressi sperati ed il livello, sostanzialmente, è rimasto il medesimo (mentre la concorrenza internazionale è cresciuta in maniera oltremodo celere).
Insomma, a prescindere da ciò che potrà accadere nelle prossime competizioni, l'impressione è che la canoa italiana si basi su di un sistema oramai obsoleto, risultando quindi una semplice comparsa sulla scena internazionale. Ad inizio anni Duemila i podi e le vittorie erano all'ordine del giorno con i vari Rossi, Bonomi ed Idem. Ora pensare ad una medaglia olimpica è diventato fanta-canoa. Siamo sprofondati in basso, in un anonimato che fa male. Speriamo che questa debacle possa scuotere la Federazione ed i vertici del Coni affinché venga operata una totale rifondazione tecnico-agonistica a partire dal quadriennio che porterà a Rio de Janeiro 2016.

Federico Militello

6 commenti:

  1. beh, non vorrei cantare il de profundis prima della fine della rassegna ma ormai sono anni che la canoa velocità cammina come un gambero...
    Non vincere neanche una medaglia ci può stare ma non riuscire neppure a centrare una finale né una qualificazione olimpica, per una nazione come l'Italia, è francamente inaccettabile.
    Aggiungo una nota generale che riguarda anche altri sport: il CONI pronostica circa 340 qualificati per Londra; a me sinceramente sembra che, già rispetto a Pechino, stiamo perdendo quota in quasi tutte le discipline; paradossalmente forse vinceremo anche più medaglie di allora ma credo che difficilmente supereremo i 300 atleti qualificati.
    Ciao,
    Gabriele

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  2. Meglio la qualità della quantità. Francamente non vedo l'utilità di qualificare barche che abbiano come obiettivo massimo l'ottavo posto. Come dici tu, la situazione è inaccettabile. Realisticamente dovrebbero farcela solo il K4 (ha un 70% di possibilità) e Zerial, con quest'ultimo anche da primi 5. Per il resto affidiamoci ad un ennesimo (ma difficile) miracolo della Idem e, magari, qualche sorpresa nel K1 200 femminile e nel K2 200 maschile.
    In generale sino ad ora si stanno qualificando gli stessi atleti di Pechino, la differenza la fanno gli sport di squadra e per noi pesa in negativo il flop del calcio. Aspetto con curiosità gli Europei di Basket.

    A presto

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  3. il mio vero autentico dubbio è come faremo a raggiungere il numero di qualificati di pechino, eppure molti annunciano un numero di qualificati ancora superiore, per me i conti non tornano proprio.

    pio napolitano

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  4. Non verrà raggiunto, ma non è un elemento su cui soffermarsi oltremodo. Di 300 eventuali atleti quanti sono effettivamente da podio? Forse 50. La realtà è questa: a Pechino eravamo più completi, in grado di andare a medaglia in moltissime discipline; ora, invece, puntiamo su alcuni settori in particolare (scherma e nuoto su tutti) ed abbiamo più assi da giocare (Molmenti, Campriani, etc.). Ripeto: quelle londinesi saranno delle Olimpiadi di transizione. 27-28 medaglie sarebbero un ottimo risultato.

    A presto

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  5. Intendiamoci: io sono uno di quelli che preferisce vincere un oro solo anziché cinque argenti e cinque bronzi, e in quest'ottica sono d'accordo con te sulla qualità meglio della quantità; se vincessimo 27 medaglie come a Pechino, ma con 10 ori, sarei contento. Tuttavia non è bello vedere che a Londra mancheranno, tanto per fare alcuni esempi, l'otto del canottaggio o la squadra di calcio (quest'ultima sarebbe andata lì per vincere una medaglia!). Il valore di un movimento sportivo non è dato solo dalle medaglie ma anche dal numero di atleti che accedono alle competizioni di vertice. Rischiamo di andare a Londra senza atleti nella canoa velocità, nel ciclismo su pista (anche se speriamo in Elia Viviani), con una squadra di atletica ridotta all'osso e, se dovesse andar male, con una o due rappresentative di squadra. E' sicuramente prematuro formulare giudizi fin da ora ma mi auguro che i dirigenti delle federazioni che usciranno con le ossa rotte (perché ce ne saranno, eccome!) si rimbocchino le maniche e non stiano sempre a trovare scuse: "La concorrenza è aumentata", "Il livello medio è elevatissimo", ecc. Altrimenti più che Olimpiade di transizione diventerebbe l'inizio di una regressione stile anni '70 (come ben diceva Pio l'altra volta).
    Ho sentito Barelli dire che Shanghai è stata eccezionale e che lui a Londra si accontenterebbe di tre medaglie! Stimo molto Barelli per il lavoro che sta facendo alla FIN ma non capisco perchè, se si son vinte sei medaglie in gare olimpiche quest'anno, non se ne possano vincere sette o magari otto a Londra. Chi si pone dei limiti prima ancora che glieli mettano gli avversari non fa molta strada...
    Questa è la mia perenne preoccupazione sullo sport azzurro: quando abbiamo fiducia e convinzione non temiamo confronti con nessuno; non c'è Cina, Russia o USA con cui non possiamo batterci. Ma quando si cominciano a sentire quegli "al lupo! al lupo!" allora facciamo fatica a battere pure il Vaticano

    :-)

    Gabriele

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  6. Non ho condiviso neppure io le esternazioni di Barelli, insensate e prive di ambizioni. Si deve sempre puntare in alto e mai accontentarsi. 7-8 medaglie dalle discipline acquatiche sono possibili. Sugli sport di squadra, penso che almeno 3 si qualificheranno (la pallanuoto c'è già). Alcune Federazioni non lavorano come dovrebbero, ma dopo Londra 2012 cambieranno i vertici del Coni e forse la situazione cambierà.

    A presto

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