mercoledì 31 agosto 2011

Italia, l'illusione dura poco: la Serbia è di un altro pianeta


Debutto europeo, 18-10 al termine del primo quarto: è il punteggio con cui l'Italia guida l'incontro inaugurale contro la formidabile Serbia. Nel secondo periodo si spegne la luce, con gli avversari che volano sul 35-29. Una vera è propria altalena è la quarta frazione, dove prima la selezione tricolore va sotto di 20, poi risale sino a -4. Quando sembrano esistere i presupposti per assistere ad un ultimo quarto combattuto, l'Italia sparisce improvvisamente dal campo e ripiomba a -15, passivo solo limato negli ultimi scampoli della sfida. 80-68 è il risultato finale che sintetizza come la formazione del Bel Paese sia ancora molto distante dall'elite della pallacanestro europea.
Diciamo subito cosa non ha funzionato:
1) Discontinuità. La nazionale di Pianigiani procedeva a strappi, alternando minuti (pochi) spumeggianti con diversi momenti di totale black-out, nei quali i serbi riuscivano a colpire con inusitata facilità.
2) Totale dipendenza dal trio Nba, che, Gallinari a parte, ha offerto nel complesso una prestazione sottotono. E' proprio questa una delle chiavi di lettura dell'incontro: da un lato la panchina serba ha cambiato l'inerzia del match, dall'altro quella italiana si è rivelata inadatta e priva di vere alternative ai titolari. Ci si aspettava di più anche da Stefano Mancinelli.
3) Non competitività tecnico-fisica a livello europeo del play-maker Anthony Maestranzi. Si tratta di un oriundo americano: possibile che nel nostro campionato (ma anche all'estero) non vi fosse un equiparato di caratura superiore? Se la risposta è no, allora sarebbe stato meglio puntare su un regista italiano.
4) Il tiro da 3. Eloquente il deficitario 2/17 al termine dell'incontro.

Tra gli aspetti positivi, invece, va segnalato il grande salto di qualità del play-maker Daniel Hackett, i cui margini di miglioramento sono ancora importanti. Fuori dal gioco, invece, sono apparsi i veterani Carraretto e Mordente.
Insomma, sfavorita da un sorteggio a dir poco sfortunato, l'Italia si ritrova già con le spalle al muro: bisogna vincere non solo con la Germania (almeno per superare il primo turno), ma anche con la Francia per coltivare delle serie velleità di quarti di finale. In caso di passaggio del turno, infatti, gli azzurri si ritroverebbero Spagna, Lituania e, presumibilmente, Turchia, avversarie contro cui risulta arduo pensare ad un'impresa italica.
L'impressione, dunque, è che il ct Pianigiani dovrà sfruttare le partite di questo Europeo per cementare un gruppo completamente nuovo, il quale, con gli innesti imminenti degli enfant prodige Melli, Gentile e Moraschini, solo tra un paio di stagioni potrà realmente sferrare l'attacco al trono del Vecchio Continente.

Federico Militello

8 commenti:

  1. concordo, a mio modo di vedere, la squadra è oggettivamente molto limitata: a parte Gallinari (ala) e Mancinelli (ala forte), tutti gli altri sono degli atipici pur di lusso (Belinelli ma lo stesso Bargnani) o semplicemente dei giocatori inadeguati al livello di Serbia, Spagna etc., ma anche di Germania e Israele, forse pure della Lettonia

    leggo che ci sono giovani interessanti, non capisco perché siano a casa quando da Maestranzi, Carraretto, Mordente (Cusin mi piace anche se non è un granché) si sa già che avrai poco o niente

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  2. Melli doveva far parte di questa nazionale, purtroppo si è fortunato alla vigilia degli Europei. Gentile, invece, è stato ritenuto ancora acerbo, anche se io lo avrei convocato ad occhi chiusi. Sono convinto che l'inerzia dell'Europeo azzurro questa sera cambierà: ce la giochiamo con chiunque

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  3. non so quanto siano scarse le più scarse, ma di certo le più forti sono molto più forti di noi: abbiamo solo 4 giocatori di livello internazionale (di uci solo 2, Bargnani e Gallinari, di livello assoluto), possiamo vincere qualche partita se almeno 3 di loro girano al massimo, ma niente di più
    viceversa, se gira male, prenderemo tanti schiaffi, e forti
    io spero solo che con la Francia non faremo ridere (vivo in Francia e quella squadra di "fenomeni" mi sta altamente sulle scatole)

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  4. informatemi sul come abbiamo perso nel 4/4, me lo sentivo che finiva cosi e non ce l'ho fatta a vedere i tedeschi vincere, ma non so come abbiano fatto visto che giocavano in 3
    ho visto un bargnani da entrare dentro alla TV e prenderlo a schiaffi, letteralmente imbambolato
    buoni mancinelli, gallinari e la pressione che siamo riusciti a mettere sui loro piccoli (bravo l'allenatore qui), belinelli più croce che delizia ma ci sta, la fine fortunatamente non l'ho vista
    noto che Repubblica.it non degnava niente, manco un articoletto sulla sua versione online, la gazzetta fa un LIVE che si aggiorna ogni 5 minuti, fanno letteralmente vomitare, e intanto giù paginate su forlan e zarate
    vabbé adesso un trentello dalla francia e poi si arriva alla conclusione che era eglio per tutti stare a casa, mi fermo qua per rispetto dello spazio digitale in cui sto, ma sono furibondo, COI TEDESCHI NO

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  5. Seguo il basket (e ci gioco) dal '77 (avevo 5 anni!), sono cresciuto con l'abitudine alle vittorie contro Francia e Germania di 30 punti. Allora le migliori 4 d'Europa erano URSS, Jugoslavia, Italia e Spagna; 3 su 4 di queste ci sono ancora...
    Mentre gli altri crescono noi andiamo sempre più a picco. Non mi faccio illusioni sul futuro; i bravi Under20 che abbiamo sono destinati a marcire in panchina con minutaggi ridicoli o in qualche serie minore per fare spazio a qualche islandese, georgiano o di chissà quale angolo remoto del mondo!
    Ho visto qualche giocatore che difettava grossolanamente nel fondamentale del tiro e che sembrava veramente un pesce fuor d'acqua (non faccio nomi, per carità!).
    Io di questa squadra promuovo solo Gallinari e, nonostante tutto, Mancinelli, Belinelli e Hackett. Coach Pianigiani invece è proprio bravo perché, nonostante i palesi limiti qualitativi del basket italiano di questi anni, riesce a dare una chiara impronta al progetto tattico della squadra che solo i limiti tecnici di molti elementi non riescono a trasformare concretamente.
    Gabriele

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  6. Capisco la vostra delusione, che è normale risultati alla mano. C'è nostalgia dell'Italia operaia di Recalcati, quella che senza stelle, ma conscia dei propri limiti, metteva in campo cuore e sudore. I risultati furono un bronzo europeo ed un argento olimpico (ormai sono passati 7 anni, cominciano ad essere tanti). Poi sono arrivate le star Nba e, se ci fate caso, da allora sono maturate delusioni in serie. Si possono avere anche 12 prime donne, ma senza il gruppo e senza l'umiltà di lottare su ogni pallone, non si va da nessuna parte

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  7. guardate, sinceramente a me non pare sia una squadra che non si sbatte, ieri in difesa ci siamo fatti il mazzo e lo sforzo è stato collettivo, la squadra di Recalcati (che è molto peggio di Pianigiani) aveva stelle meno luccicanti ma con gli attributi (Basile, su tutti) e soprattutto play e pivot presentabili; insomma per me non è che è venuto meno lo spirito, è che la squadra è meno equilibrata e quando non hai un pivot che in attacco sia un minimo pericoloso, né un play affidabile, fai davvero fatica, anche in una partita come ieri in cui nel 3/4 la partita potevi tranquillamente portarla a casa

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  8. Sì, sono d'accordo con te, renna, la squadra si sbatte, lotta. Il fatto è che, rispetto a questi avversari, manca proprio la qualità nei ruoli chiave (il play e il pivot). Anche negli anni '70-'80 spesso ci mancavano pivot di livello internazionale (a parte SuperDino), ma avevamo dei play bravi e intelligenti che sapevano dettare i tempi del gioco. Questa squadra gioca bene fino a un certo punto ma poi, quando si entra nella fase calda della partita, fa solo confusione. Lasciano che a tirar le castagne dal fuoco siano Belinelli o Gallinari in uno contro uno o Bargnani perlopiù in post basso. Troppo prevedibile, ci conoscono a memoria. Ma non è colpa dell'allenatore.
    Gabriele

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