lunedì 11 ottobre 2010

'Italia, come stai?, prima parte': volley, un quarto posto scontato


Il quarto posto dell'Italia ai Mondiali di pallavolo può essere considerato un risultato più che positivo, considerando che obiettivamente la selezione tricolore ha ottenuto il massimo possibile. Una volta giunta in semifinale affrontando una sola gara 'vera' (quella con gli Stati Uniti) a dispetto di match non proprio insormontabili con Francia, Germania, Iran, etc, gli azzurri si sono ritrovati tra le prime 4 del globo contro avversarie notevolmente superiori ed il quarto gradino del podio ne è stata la naturale conseguenza. La selezione tricolore, comunque in miglioramento rispetto al decimo posto dell'Europeo 2009, non aveva chances contro Brasile e Serbia per i seguenti motivi: senza un opposto efficiente (Fei purtroppo era l'ombra del campione di un tempo) nel volley moderno non si va da nessuna parte; la mancanza di una continua e ben preparata organizzazione difensiva; un servizio alterno e quasi mai incisivo; l'età media sin troppo elevata di alcuni giocatori-chiave; la mancanza di carattere che consentisse di supplire alle carenze tecniche (evidenti in alcuni casi) nei confronti degli avversari. Premesso che per Fei (al 100%), Vermiglio, Mastrangelo e Cernic si è trattato quasi certamente dell'ultimo ballo in azzurro, si capisce come dal prossimo anno si assisterà ad un obbligato rinnovamento. Quale futuro, dunque, per il nostro movimento pallavolistico? A breve termine scordiamoci di vincere l'Olimpiade: l'obiettivo primario sarà quello di qualificarsi, poi, una volta giunti sul suolo londinese, si cercherà di andare più avanti possibile. Il vero problema da risolvere per il nuovo ct (con Anastasi vicino alla riconferma) sarà quello di trovare un opposto in grado di fare la differenza. Al momento, però, in questo ruolo esistono pochissime alternative nel Bel Paese (Lasko e Gavotto, con Perazzolo ormai disperso), dunque vi sarà adattato con tutta probabilità il talentuoso Zaytsev. Proprio dal giovane italo-russo e da Matteo Martino (chissà perché ignorato in questi mesi) dovrà ripartire la rifondazione, senza dimenticare che dal 2011 diverrà eleggibile il fenomenale cubano Osmany Juantorena, il quale risolverebbe molti (se non quasi tutti) i problemi. Certo, la politica degli oriundi (spesso) si rivela redditizia, tuttavia le squadre di club italiane devono ritrovare il coraggio di puntare sui giovani di casa nostra a discapito di stranieri di modesta caratura. E' questa l'unica strada per strappare un giorno al Brasile lo scettro che ci è appartenuto per tutto il decennio degli anni '90.

Federico Militello

2 commenti:

  1. Mi domando perché ancora tu non sia stipendiato dalla Gazzetta.
    Ritratto chiaro, idee precise e stile scorrevole. Se l'Italia arriva quarta nella pallavolo, può ambire al primo posto nel giornalismo sportivo!
    Ciao Fede! ;o)
    Andrea A

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