Lenta, opaca, scialba, imprecisa e, soprattutto, senza personalità. La nazionale femminile di pallanuoto non poteva iniziare peggio il suo Europeo, inchinandosi alla non irresistibile Grecia per 7-5. In vantaggio per 4-2 all'intervallo, le azzurre non hanno in seguito realizzato neppure un gol per ben 18 minuti, palesando degli evidenti ed esagerati limiti in fase realizzativa. Eloquente, inoltre, lo 0/7 nelle azioni in superiorità numerica. Questa selezione tricolore è composta per la maggior parte da ventenni di belle speranze (plurititolate in campo juniores), le quali, ovviamente, difettano del necessario bagaglio di esperienza. Il potenziale è più che discreto; senza carattere, però, non si va da nessuna parte. Quando le elleniche sono passate in vantaggio per 5-4, infatti, le azzurre sono in pratica uscite dal match senza lottare. Non convince mai sino in fondo, infine, il portiere Elena Gigli (25 anni ma ormai una veterana), che spesso subisce delle marcature sul proprio palo.
Per la qualificazione ai quarti non ci saranno comunque problemi, in quanto vincere con la modesta Croazia (sommersa dalla Russia per 28-3!) rappresenterà poco più di una formalità. A quel punto però, contro una tra Ungheria, Olanda o Spagna, servirà un'Italia più coraggiosa e determinata, che affronti l'impegno con lo spirito di chi non ha nulla da perdere. Come ha affermato il ct Fiori ''questa sconfitta potrà essere molto salutare per noi per cementare ulteriormente il gruppo e compattarlo dal punto di vista psicologico'': di sicuro dopo un debutto così sottotono non si potrà che migliorare.
Federico Militello
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