lunedì 12 luglio 2010

Anna Maria Mazzetti in esclusiva:''Splendido il podio, ora punto a migliorare ancora''


Il triathlon italiano è tornato a splendere grazie allo straordinario secondo posto di Anna Maria Mazzetti nella tappa di Coppa del Mondo ad Holten, risultato che è seguito all'ottava piazza della stessa azzurra agli Europei della scorsa settimana. La 22enne di Cesate (Milano) mi ha raccontato le sensazioni vissute in gara e le ambizioni per il futuro.

A cosa è dovuta la tua crescita esponenziale nelle ultime gare?
''Sicuramente al grande lavoro svolto in questi anni: prima è necessario gettare le basi, poi pian piano si cominciano a raccogliere i frutti. Devo dire che un grande aiuto deriva dal clima di serenità con cui si svolgono i miei allenamenti: non sono mai da sola e mi diverto molto''.

Quali sensazioni hai provato durante la competizione?
''Mi sono sentita un mostro. Avevo visto tante gare e tutte le vincitrici mi sembravano sempre delle super-donne. Io invece mi sento una ragazza normalissima, non mi sembra di fare niente di speciale. L'emozione più grande l'ho vissuta nel secondo giro a piedi, quando sono passata vicina al traguardo: lì ho capito di poter arrivare seconda ed a quel punto non vedevo l'ora di giungere sino in fondo''.

Ti senti l'erede di Nadia Cortassa? Dove vuoi arrivare?
''No, per me lei è sempre stata un esempio e sono cresciuta con il suo mito. Mi dispiace non aver potuto gareggiare molto con lei. Non mi accontento, l'obiettivo principale è l'Olimpiade ovviamente. Tuttavia cerco di non crearmi troppe aspettative sui risultati perché nel triathlon ci sono talmente tante variabili che ogni competizione costituisce una gara a sé. La volontà è quella di crescere sempre''.

In quale delle tre frazioni pensi di dover migliorare maggiormente?
''In tutte e tre! Anche se nel nuoto sono molto migliorata, non è scontato uscire dall'acqua con le migliori. Nel ciclismo, poi, la concorrenza è accesissima, mentre nella corsa è necessario tenere un ritmo inferiore ai 3 minuti al km. Insomma, c'è da lavorare molto.

Federico Militello

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