martedì 2 novembre 2010

Italia inguardabile, desolante ko con la Repubblica Ceca


Disastrosa sconfitta per l'Italia ai Campionati del Mondo in Giappone, superata per 3-2 dalla Repubblica Ceca dopo essere stata in vantaggio per 2 set: giocando in questo modo è scontato un addio prematuro alla competizione. La nazionale di Barbolini è il ritratto fedele della nazionale 2006, ovvero quella pre-Aguero: in 4 anni non sono mutate le difficoltà nel fare punto in ricostruzione, il servizio è quasi sempre innocuo ed alle prime insidie si perdono sicurezza e punti di riferimento. Con la fuoriclasse cubana in passato non solo si era risolto il problema colmando il gap con le grandi potenze straniere, ma addirittura si era un gradino al di sopra (ricordate la trionfate World Cup del 2007?). L'Italia attuale, dunque, è una squadra dalle modeste ambizioni, in cui la forza del gruppo non è tale da sopperire alle carenze individuali. Le assenze di Jenny Barazza e Carolina Costagrande (colpevolmente ignorata per tutta l'estate, quando già di intravedevano le prime difficoltà), inoltre, pesano come macigni e non si vede come la selezione tricolore possa risollevarsi in questa edizione iridata. La Repubblica Ceca rappresenta sicuramente una nazionale in forte crescita, che in futuro lotterà per obiettivi importanti; al momento, però, non appare di certo una scoglio insormontabile. Lo è stato però per le ragazze di Barbolini, sovrastate dalla imperiosa prestanza fisica delle avversarie. A tratti l'Italia è parsa imbarazzante nelle rigiocate, quando ottenere il punto pareva una sorta di miracolo contro la tenace difesa ceca. La sconfitta odierna, realisticamente, rende quasi impossibile l'accesso delle azzurre alle semifinali, considerando che adesso servirà vincere (e potrebbe non bastare) almeno con una tra Brasile e Stati Uniti (senza dimenticare poi le sfide a Germania e Cuba...). Proprio le verdeoro saranno le nostre prossime avversarie nel match di domani: vista il notevole divario tecnico attuale, è altamente probabile un 3-0 per le sud-americane. Insomma, serve un vero miracolo.

Federico Militello

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