giovedì 28 gennaio 2010

I love Olympia: prospettive olimpiche per l'Italia


Cari amici, I love Olympia è la nuova rubrica da me creata per seguire da vicino le Olimpiadi Invernali di Vancouver che inizieranno il 12 febbraio.
Ieri è stata presentata la delegazione italiana che parteciperà alla rassegna canadese, ben 109 atleti: ma quali sono le reali possibilità di ben figurare degli azzurri? A tal proposito analizzo in questo primo numero ogni singola disciplina.

Sci alpino: in campo maschile nelle prove veloci Werner Heel è la nostra punta di diamante, bravo sia in Discesa Libera che in SuperG. Werner può agguantare qualsiasi risultato. Occhio a Peter Fill: si sta allenando sodo e, a differenza degli avversari, ha sì meno gare nelle gambe (ne ha una sola in realtà!), ma è anche più fresco e più libero mentalmente. La pista di Whistler, poi, si addice molto alle sue caratteristiche tecniche. Fill sarà quindi un outsider di lusso. Possibile sorpresa in SuperG potrà essere Patrick Staudacher, mentre da Christoph Innerhofer non dovrebbero arrivare squilli di tromba. Nelle prove tecniche abbiamo una squadra fortissima in Gigante, con Blardone, Simoncelli, Moellg e (perchè no?) Ploner sicuramente da medaglia. Lo stesso Moellg sarà poi tra i favoriti con Razzoli in slalom. Tra le donne, invece, puntiamo tutto su Nadia Fanchini in Discesa e, soprattutto, SuperG, ma la sorella Elena e Lucia Recchia vogliono provare a stupire, tornando magari ai livelli di qualche stagione fa. In Gigante, inoltre, Karbon e Molleg cercano la medaglia che può valere una carriera, mentre Federica Brignone, con la sua incosciente e soave spensieratezza, scierà attaccando come sempre al massimo: è la possibile rivelazione dei Giochi. Poche speranze, invece, nello slalom femminile, anche se Chiara Costazza proverà certamente a smentirmi.

Sci di fondo: nonostante la loro stagione sia stata sino a qui poco brillante, Pietro Piller Cottrer (che ha vinto sulla pista olimpica nel 2007) e Giorgio Di Centa sono sempre tra i grandi favoriti dello sci di fondo ed hanno finalizzato la preparazione proprio per l'evento a cinque cerchi. Nella 15 km skating e nella 15+15 km a inseguimento possono dire la loro per il podio. Roland Clara, Thomas Moriggl e Valerio Checchi cercheranno la consacrazione alla soglia dei 30 anni. Il particolare il laziale potrà compiere una grande 15 km a tecnica libera. La staffetta, se tiene in classico, è da podio. Questa la composizione del quartetto secondo me ideale: Di Centa, Checchi, Cottrer e Zorzi. Quest'ultimo sarà in lizza per una medaglia con uno tra Renato Pasini e Loris Frasnelli nella team sprint. Tra le donne Arianna Follis e Marianna Longa saranno sicure protagoniste nella 10 km skating e nella 15 km pursuit. Insieme a Magda Genuin, inoltre, la Follis partirà tra le grandi favorite nella team-sprint. Per quanto riguarda la staffetta rosa, invece, il podio sembra lontano (Finlandia, Norvegia e Russia sono superiori), ma con una Sabina Valbusa in forma tutto può succedere. Il mio quartetto ideale è il seguente: Longa e Follis in alternato per non perdere terreno dalle rivali, Valbusa in terza frazione e Genuin in ultima per lo sprint finale.

Slittino: il mitico Cannibale Armin Zoeggeler aspira deciso al terzo oro olimpico. Dovrà guardarsi bene dal forte russo Albert Demtschenko, in grande forma, e dai tedeschi David Moller e Felix Loch. La classe di Arminator, comunque, è decisamente superiore a chiunque: è il più forte slittinista della storia. Nel doppio Oberstolz-Gruber e Plankensteiner-Haselrieder sono due equipaggi sicuramente da medaglia. Invece Sandra Gasparini, alla prima esperienza olimpica, ha come obiettivo la top10. Lo slittino è una sicurezza.

Biathlon: difficile che arrivi una medaglia, sarebbe un mezzo miracolo. Gli azzurri si sono rivelati spesso fallosi al poligono e non velocissimi sugli sci. Auguriamoci che il giovane Lukas Hofer faccia la gara della vita (10 su 10 l'ideale) nella 10 km sprint. Tra le donne la punta Michela Ponza entra solitamente in forma nel mese di febbraio. La sua gara potrebbe essere la 15 km individuale (dove un errore penalizza di un minuto), ma deve in queste ultime settimane ritrovare una dignitosa condizione sugli sci stretti. Insomma, nel biathlon servirà una buona dose di fortuna, quindi non aspettiamoci grandi cose.

Bob: Simone Bertazzo mi confessò in un'intervista che della Coppa del Mondo quest'anno gliene importava davvero poco, essendo il suo unico obiettivo le Olimpiadi di Vancouver. In effetti i risultati sono stati pessimi, i peggiori degli ultimi 4 anni. Il 27enne pilota azzurro ha utilizzato ogni gara per testare la slitta che è stata realizzata dalla casa di Maranello ed ha nelle ultime gare ritrovato l'apporto del frenatore Samuele Romanini. E se sul catino olimpico il forte Bertazzo sfrecciasse con il bob rosso-Ferrari?

Combinata nordica: Alessandro Pittin è il più giovane tra i migliori interpreti di questa disciplina, avendo appena 20 anni. Tuttavia, soprattutto nella gara che si disputa dal trampolino piccolo, può provare un leggendario colpaccio. Ale sa gasarsi in queste gare, come dimostra il sesto posto ai Mondiali dello scorso anno, miglior risultato di sempre per un azzurro della combinata. I due podi ottenuti quest'anno mostrano inoltre un Pittin ormai sempre più continuo nelle posizioni di classifica che contano. Nessuno gli chiede una medaglia (tra 4 anni gliene chiederemo 2 invece), ma lui senz'altro ci crede (e un pò anche io).

Free-style: Deborah Scanzio ha ritrovato una buona continuità di rendimento, che le ha permesso di entrare due volte tra le prime 10 in stagione. La sua condizione sembra in continuo progresso, così come la sua convinzione. Realisticamente può puntare ad un sesto-settimo posto, ma se alcune delle migliori dovesse sbagliare...

Pattinaggio velocità: Enrico Fabris, la Freccia Azzurra. Può giocare un ruolo chiave nell'Olimpiade italiana. Il bi-olimpionico di Torino 2006 è competitivo in ben 4 gare: 1500, 5000, 10000 metri e pursuit (con Anesi e Stefani). A novembre dissi che era finito dopo i deprimenti risultati di inizio stagione, poi Enrico mi ha felicemente smentito tornando sui suoi livelli, forse anche meglio. Inoltre nessuno ne parla ma Chiara Simionato sta covando la sorpresa nei 1000 metri. La piccola, grande Italia, che ha pochissimi praticanti da cui attingere per i posti in squadra, è pronta a sfidare di nuovo corazzate storiche come Olanda e Stati Uniti.

Pattinaggio di figura: poche storie, Carolina Kostner è da medaglia. A differenza di Torino ora è una donna matura e l'oro europeo le ha restituito quelle certezza di cui andava alla disperata ricerca. Carolina se la giocherà con tutte, anche con la coreana Kim, che potrebbe soffrire il peso del pronostico (si parla di un oro già sicuro). Nella danza Faiella-Scali sono tra le prime 5 coppie al mondo, quindi un bronzo è obiettivo non irraggiungibile.

Salto con gli sci: possibilità di podio pari a zero. Colloredo, però, può collocarsi tra i primi 15 se compie una grande performance. Aspettiamo Sochi 2014: lì gareggeranno anche le donne e le giovani azzurrine Insam, Demetz e Stuffer promettono molto bene.

Short Track: obiettivamente Cina, Korea, Canada e Stati Uniti hanno qualcosa in più. Difficile vincere una medaglia, ma non impossibile. Arianna Fontana nei 500, Nicola Rodigari e le staffette possono lottare sino alla fine per il grande risultato. In questo sport imprevedibile speriamo che la sorte ci dia una mano.

Snowboard: nel PGS maschile Roland Fischnaller può recitare un ruolo da grande protagonista, mentre Aaron Mach può costituire la grande sorpresa. Nello snowboardcross Alberto Schiavon è stato costantemente a ridosso dei top10 per tutta la stagione: con maggiore convinzione può credere in qualcosa in più. Tra le donne Carmen Ranigler potrà ben figurare nel PGS, anche se la medaglia sembra piuttosto distante.

Skeleton: la pecora nera degli sport invernali italiani. Sono anni che non riusciamo ad ottenere risultati decenti (tranne l'incredibile e forse casuale quinto posto della Zanoletti a Torino 2006): e pensare che il primo oro tricolore della storia alle Olimpiadi è stato vinto nel 1948 a St. Moritz da Nino Bibbia proprio in questo sport! Per Nicola Drocco e Costanza Zanoletti a Vancouver il motto sarà quello del barone de Coubertin: l'importante è partecipare.

L'Italia si è qualificata in tutte le discipline ad eccezione di hockey sul ghiaccio e curling: nei prossimi articoli parlerò anche di questi due fantastici sport. Comincia il conto alla rovescia verso Vancouver: Forza Azzurri!

Federico Militello

Nessun commento:

Posta un commento