Vittoria schiacciante, netta, indiscutibile. L'Inter infligge una lezione di calcio al Milan, fortemente ridimensionato dopo le recenti ed esaltanti prestazioni. Più che per i 9 punti di vantaggio accumulati in classifica, questo successo è fondamentale per i risvolti psicologici che comporterà: i nero-azzurri escono galvanizzati dalla stracittadina, avendo sfoderato forse la miglior prestazione stagionale; i rossoneri, invece, potrebbero ora accusare una sorta di complesso di inferiorità, avendo perso anche il derby di andata per 4-0. L'Inter è più forte e non solo del Milan, ma di tutte le squadre della serie A. Sono tre stagioni che lo dimostra. Questa sera, poi, finalmente si è visto in campo un gioco di squadra corale, cui si aggiungono ovviamente le prodezze dei singoli (una pennellata la punizione di Pandev). Mourinho ha vinto su tutti i fronti: tatticamente ha collocato in campo una formazione corta, aggressiva, abile nel pressing a tutto campo e nel ribaltare velocemente il gioco. Tutti i reparti partecipavano efficacemente alla fase di costruzione del gioco. L'allenatore portoghese, inoltre, ha annullato completamente le fonti di gioco del Milan: Pirlo e Ronaldinho, gli uomini di maggior inventiva, sono stati limitati con continui raddoppi di marcatura e la manovra del Milan non trovava sbocchi se non nei cross di Beckham. L'Inter, inoltre, sino al momento dell'espulsione di Schneider, ha tenuto dei ritmi di gioco altissimi, non sostenibili dalla squadra di Leonardo. Anche in inferiorità numerica la capolista, salvo i primi 8 minuti della ripresa, ha mantenuto la calma, difendendosi con grande ordine (Lucio e Samuel sono stati insuperabili) e non rinunciando ad attaccare. A questo proposito Pandev e Milito sono una coppia d'attacco perfetta, in quanto i due possiedono delle attitudini ideali per integrarsi. Vedendoli duettare sembra che giochino insieme da una vita, in realtà ciò accade solo da qualche partita. Migliore in campo, tuttavia, è stato il capitano Javier Zanetti, un vero mastino in mezzo al campo, capace di sradicare palloni agli avversari in quantità industriali: a 36 anni l'argentino è un grande esempio di longevità agonistica.
Probabilmente in molti diranno che il campionato è finito qui. Ma era mai cominciato? Questa Inter è una corazzata che può dominare ancora per anni il calcio italiano. Ha individualità di livello mondiale e soprattutto in panchina siedono giocatori che sarebbero titolari in qualsiasi altra squadra (Balotelli, Thiago Motta, Cordoba, etc.). Inoltre Mourinho, benchè criticabile per alcuni suoi comportamenti, è innegabilmente un grande allenatore, superbo nell'infondere alla squadra la propria personalità ed una mentalità vincente.
Ora L'Inter dovrà puntare con decisione ad esportare oltre confine queste convincenti prestazioni: giocando su questi livelli, la Champions League diventa un obiettivo ampiamente alla portata.
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