domenica 10 gennaio 2010

La Juve non esiste più

0-3. Il risultato è impietoso. La Juventus è giunta al capolinea. La squadra è vecchia in molti suoi elementi (Del Piero, Grosso, Cannavaro sono sul viale del tramonto da molto tempo), non c'è un'identità, un'idea di gioco, ma soprattutto non si intravede più, nemmeno vagamente, l'antico spirito della Juve. La mentalità non è vincente, ma serpeggia invece nei giocatori, nell'allenatore e nella dirigenza un sentimento di rassegnazione, quasi di impotenza. Il mercato, come appare evidente ormai da mesi, è stato completamente sbagliato: Felipe Melo è forse uno dei maggiori flop della storia del calcio, Diego è sopravvalutato e poco adatto alle marcature strette del campionato italiano. Amauri è l'ombra del calciatore che incantava Palermo. Se a tutto questo aggiungiamo i tantissimi infortuni (Buffon, Iaquinta, Camoranesi, Giovinco, Sissoko in Coppa d'Africa), questo quadro desolante è servito. Cosa può fare allora la Juve per risollevarsi? La prima mossa, obbligata, è la sostituzione dell'allenatore: Ferrara si è rivelato troppo inesperto ed affidare la panchina bianconera ad un tecnico alla prima esperienza è parsa una scelta per lo meno scellerata. Senza esperienza non si può allenare la Juventus. Hiddink potrebbe essere l'uomo giusto, ma, con la rosa attuale, forse nemmeno lui potrebbe fare miracoli. Quindi, per l'anno in corso i bianconeri dovranno cercare di ottenere con umiltà l'obiettivo minimo della zona-champions, cercando magari di fare strada nella non insormontabile Europa League. A giugno, poi, servirà una totale rivoluzione. Via tutti i giocatori non all'altezza (Melo, Diego, Amauri, Grygera, Poulsen) o ultratrentenni (Del Piero, Trezeguet, Cannavaro, Grosso). La Juve deve ripartire da poche certezze (Buffon, Chiellini, Sissoko, Marchisio, Giovinco) e puntare a coltivare in casa i campioni del futuro. Anche a livello internazionale, infatti, non abbondano i fuoriclasse, in un contesto tecnico in costante decadimento ed in cui la recessione economica sta avendo un forte influenza. La strada da seguire è obbligata: coltivare il vivaio e, soprattutto, far capire già ad un ragazzino che cosa significa indossare la maglia bianconera: la maglia che fu di Sivori, Platini, Tardelli, Zidane e Del Piero, la maglia che ha più sostenitori in Italia, la maglia rispettata in tutto il mondo, la maglia che ha vinto più scudetti in Italia. La Juventus deve avere la forza di ripartire dalla disfatta con il Milan verso un futuro nuovamente consono alla propria storia.

Federico Militello

2 commenti:

  1. secondo me un errore era stato credere troppo e a tutti i costi nelle persone sbagliate (Felipe Melo ad esempio, e i suoi 25 milioni di euro di cartellino, ma anche Ferrara, alla sua prima esperienza da allenatore)... errori dirigenziali, che andando ad analizzare hanno realizzato una juve con in difesa Caceres e Grosso, a centrocampo Melo e Poulsen, in attacco Amauri (che ha chiuso l'anno 2009 con CINQUE gol all'attivo, penso che abbia segnato di più Chiellini)... giocatori che sono da Lazio, Roma, Fiorentina, insomma, squadre che lottano per un posto tra le prime 4, non per il titolo di Campione d'Italia. L'inter ha un allenatore d'esperienza, e nel mercato d'agosto ha speso meno e meglio, con i vari Milito e Snejider, e alla lunga queste cose si vedono...

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  2. SICURAMENTE LA JUVE HA BISOGNO DI CAMBIARE ASSOLUTAMENTE GIOCO DI SQUADRA MA SOPRATTUTTO DEVE LASCIARE ANADRE PEDINE ORMAI INUTILI ALLA SQUADRA...CONCORDO CON L'AUTORE DELL'ARTICOLO MILITELLO FEDERICO .....HAI RESO PERFETTAMENTE L'IDEA...GRAZIE PER QUESTI TUOI PUNTI DEL CALCIO CHE SICURAMENTE AIUTANO A CAPIRE QUALCOSA IN PIU' AI TIFOSI...

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