Pietro Piller Cottrer è uno dei più grandi sciatori di fondo italiani di tutti i tempi. E’ stato Campione del Mondo della 15 km nel 2005, medaglia di bronzo olimpica nel pursuit e d’oro nella staffetta a Torino 2006. Vanta inoltre cinque vittorie in Coppa del Mondo, oltre che la conquista della sfera di cristallo della Long Distance lo scorso anno. In questa stagione Pietro, 35 anni, è partito cauto, in quanto nella sua testa vi è un solo obiettivo ben definito: Vancouver!
In questa stagione non hai ancora ottenuto grandi risultati. Ai campionati italiani, poi, sei stato addirittura raggiunto da Moriggl nella staffetta: è tutto calcolato o c’è qualche effettiva difficoltà? A Vancouver rivedremo il vero Pietro?
L’inizio della stagione non è stato esaltante a livello di quelle precedenti, anche se bisogna dire che sono arrivato due volte a 10 secondi dal podio pur classificandomi decimo e undicesimo: è la testimonianza che il livello si è alzato moltissimo. La mia preparazione è stata finalizzata al mese di febbraio, quindi spero che in Canada potrete contare sul vero Pietro. Agli assoluti appena svolti non ero al 100% anche perché storicamente il mio calo di forma è coinciso spesso con la metà di gennaio, quindi a conti fatti penso di essere andato anche meglio rispetto ad atleti che invece si sono preparati per queste gare come se fossero un’Olimpiade.
A cosa può aspirare l’Italia a Vancouver? Pensi che ci saranno sorprese dai vari Checchi, Clara e Moriggl?
Sui miei compagni non saprei cosa dire. Comunque sono certo che possiamo fare bene. Spero che l’Italia sia una grande protagonista di questi Giochi Olimpici.
Come vedi la staffetta? Saresti disponibile anche ad una frazione in alternato?
La staffetta azzurra può fare grandi cose, soprattutto se terremo il ritmo dei migliori in alternato. Per quanto mi riguarda non avrei problemi a gareggiare in una delle due frazioni in tecnica classica, ma il mio primo e vero amore è la terza frazione a skating.
Lukas Bauer, con la sua condotta di gara volta a fare selezione, potrebbe costituire un problema (soprattutto nella 15+15 Km e in staffetta)?
No, anzi. Penso che se davvero adottasse una tattica del genere in molti sarebbero contenti, perché così si eviterebbe di portare Northug in volata.
Ma questo Northug è battibile? Se sì, in che modo?
E’ un grande talento dello sport. Molti giovani lo ammirano e sta dando molto risalto allo sci di fondo, il che fa bene a tutti. Però spesso il suo modo di comportarsi in gara è un po’ troppo strafottente nei nostri confronti. Per batterlo non bisogna portarlo in volata, come ha fatto Bauer al Tour de Ski.
Perché l’Italia lamenta da anni che il proprio punto debole è la tecnica classica e, al posto di compiangersi, non punta invece a migliorare?
Ci stiamo provando da una vita a migliorare, ma io credo si tratti di una questione culturale. In Norvegia ancora adesso per andare a fare la spesa si mettono gli sci e si va in alternato. Per loro lo stesso problema si pone nella tecnica libera.
Da anni in Italia non nascono nuovi talenti e la carretta la portate sempre tu, Di Centa e Zorzi. Ora, tuttavia, si sta affacciando il talento di Noeckler, che sta dominando la Coppa Europa: cosa ne pensi? Potrà ricalcare le vostre orme?
Io sinceramente glielo auguro, così come ai suoi compagni di squadra. Spero che guardando a noi come punti di riferimento possano prendere la giusta ispirazione per andar forte.
Federico Militello
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