Si è completato il primo turno del primo Slam stagionale di tennis, l'Australian Open (manca solo il match tra Garbin e Vesnina). Un dato è lampante: cinque azzurre si sono qualificate al match successivo, mentre tutti e cinque gli uomini sono stati eliminati al primo ostacolo ed il solo Seppi, contro l'americano Isner, ha vinto due set. La crisi del tennis maschile appare per il momento irreversibile. Seppi è il migliore dei nostri rappresentanti, ma non è e non sarà mai un fuoriclasse. E' un giocatore da top30-40, ma nulla più. Il più promettente era Simone Bolelli, che negli ultimi due anni, però, non ha compiuto il salto di qualità che ci si attendeva, ma è anzi addirittura crollato intorno alla centesima posizione dal ranking. Starace ormai è un veterano e non bisogna chiedergli null'altro che qualche buon risultato nei tornei sulla terra rossa. Fognini, infine, è il più giovane ma somiglia già molto agli stessi Seppi e Bolelli... Ai tennisti italiani manca prima di tutto l'umiltà, poiché non riescono a comprendere quanto sia basso il loro livello di gioco rispetto al resto del mondo. Se non si possiede il talento di Federer, con l'impegno ed il lavoro si possono comunque raggiungere posizioni di classifica decisamente migliori ( il russo Davydenko è l'esempio più calzante, non un fenomeno ma sempre fra i top10). Servono qulla forza di volontà e quella voglia di lottare che agli italiani mancano totalmente. I tennisti azzurri dovrebbero imparare dalle donne. Pennetta e Schiavone sono ormai delle garanzie (non a caso per due volte hanno vinto il titolo mondiale con la Fed Cup), ma anche da Errani, Vinci e Brianti sono arrivate ottime risposte. 5 azzurre tra le prime 64 in un torneo dello Slam (aspettando, si spera, anche la Garbin), sono un risultato eccezionale, che conferma la scuola italiana nell'elite del tennis mondiale, superata solo dalla corazzata russa. Perchè le donne hanno successo e ottengono i risultati tanto desiderati? I motivi sono semplici: si allenano moltissimo, cercano di migliorare i loro difetti, lavorano molto sull'aspetto psicologico e, soprattutto, hanno fame di vittoria e voglia di arrivare. All'orizzonte, inoltre, si affaccia un'altra tennista molto promettente come Camila Giorgi, classe 1991. Segno che anche i ricambi non mancano. Dunque gli uomini, più che rassegnarsi alla loro sconcertante posizione, dovrebbero trarre giovamento dall'esempio fornito loro dalle nostre splendide tenniste. Risalire la china non è impossibile: basta volerlo.
Federico Militello
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