Nel 321 a.C. i soldati romani patirono una delle più umilianti sconfitte della loro storia, costretti ad arrendersi ai Sanniti ed a subire l'onta del passaggio sotto i gioghi dei nemici. Una disfatta che passò alla storia e che non fu mai più dimenticata. Con una fantasiosa trasposizione dalla storia allo sport, si può affermare che per la pallamano italiana è accaduto un evento simile e dai contorni traumatici. Dopo anni di delusioni e brutte figure, nel torneo di pre-qualificazione agli Europei 2012 disputatosi in Georgia la nazionale maschile ha toccato il fondo, perdendo 36-32 con la Lettonia e dicendo addio alla competizione continentale. Le conseguenze saranno devastanti. Per 2 anni l'Italia sarà un fantasma che vagherà senza obiettivi nel panorama internazionale, dal momento che in questo lasso di tempo non sono previste partite ufficiali (siamo fuori da tutto). Dunque non vi saranno né occasioni di crescita per i giocatori né dirette televisive da parte della Rai (che in qualche modo avrebbe potuto incrementare il numero degli appassionati). L'allenatore spagnolo Azanza, che fortunatamente ha dato le dimissioni, si è reso artefice di una gestione scadente e totalmente fallimentare, avendo non solo fallito tutti gli obiettivi prefissati, ma anche (ed era davvero un'impresa difficile) peggiorato ulteriormente la situazione. L'Italia è una selezione davvero modesta, ormai relegata tra le ultime posizioni del ranking europeo. Il nostro Paese storicamente ha sempre brillato in tutti gli sport di squadra ed anche in quelli con minore tradizione (rugby ed hockey sul prato) i progressi in questi anni sono manifesti. Perché, invece, la pallamano continua a racimolare disonorevoli sconfitte in giro per il continente? Perché questo quadro desolante non cambia? I motivi sono davvero molteplici. In questo sport non esiste il professionismo e molto spesso i giocatori sono costretti a dividersi tra lavoro quotidiano ed allenamenti (pochi) per il loro sport. Inoltre è mancata per anni da parte delle società una ferma volontà di investire sui giovani italiani, al posto dei quali quasi sempre vengono acquistati degli stranieri di scarsa levatura tecnica. Il livello del nostro campionato è paragonabile ad una Serie D di quello francese. In nazionale, infine, spesso non vengono convocati nemmeno gli atleti migliori (azzurri od oriundi che siano) e le cause sono pressoché incomprensibili.
Impossibile fare peggio di così. Ora è necessario un progetto di rinascita, anche a cadenza ventennale, purché serio e produttivo. Servono maggiore visibilità, investimenti da parte di sponsor e televisioni, maggiore comunione di intenti tra Federazione e società. L'Italia, inoltre, dovrebbe disputare amichevoli con le migliori selezioni al mondo (Francia e Croazia): il confronto con l'alto livello è di importanza vitale per accrescere le proprie capacità tecniche.
Insomma, o si fa riparte totalmente da zero per cancellare questa vergognosa situazione, oppure la pallamano italiana resterà per sempre, meritatamente e da sola ai margini dello sport italiano.
In Formula1 la Ferrari ha mostrato segnali di crescita con il podio di Montreal, anche se, ancora una volta, Fernando Alonso ha deluso le aspettative. Il potenziale della vettura di Maranello, infatti, era da primo posto, tuttavia l'iberico ha prima avventatamente tentato un sorpasso sullo svizzero Buemi (che si sarebbe fermato ai box dopo poche curve), venendo quindi sopravanzato da Hamilton che approfittava della circostanza; successivamente, nel corso di un doppiaggio, il pilota della Rossa veniva nuovamente infilzato, questa volta da Button. Due errori nello stesso Gp sono inammissibili per un campione che ambisce a conquistare il suo terzo titolo mondiale. Ancora più anonima la gara di Massa, sfortunato in partenza ma poco incisivo (ed ingenuo nel finale) per tutta la corsa. In classifica generale sembra delinearsi una sfida a 5 per il mondiale, con Hamilton, Button, Webber, Alonso e Vettel racchiusi in meno di 25 punti.
La Ferrari porterà nella prossima gara di Valencia una versione B della F10, che dovrebbe migliorare sensibilmente l'aerodinamica della monoposto. Le possibilità di vittoria sono ancora concrete, a patto che Ferrari ed Alonso imbocchino finalmente la strada della continuità.
Federico Militello
La nazionale italiana di pallamano vale quanto un granello di sabbia nel deserto....
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