giovedì 10 giugno 2010

La nazionale italiana di pallamano rischia di sparire


Al termine delle Olimpiadi di Pechino 2008 il presidente del Coni Gianni Petrucci disse: ''Mi auguro di vedere a Londra le nazionali italiane di hockey sul prato e pallamano''. Si riferiva, ovvero, agli unici due sport di squadra nei quali, per storia e tradizione, l'Italia non ha mai conquistato delle medaglie in campo internazionale. Ma, se per l'hockey femminile, notevolmente migliorato ed in costante crescita, è vivo e realizzabile il sogno londinese, per la pallamano italiana la nottata sembra non voler proprio passare. Dopo che il biennio 2006-2008 aveva lasciato intravedere segnali positivi (con la nazionale maschile allenata da Tedesco sconfitta dalla Svizzera nei play-off di qualificazione agli Europei), 21 mesi fa, in settembre, sembrava profilarsi la svolta: la Federazione assumeva il vincente allenatore spagnolo Equisoain Azanza, con il chiaro intento di compiere il salto di qualità. Ecco i risultati: fallita qualificazione a Mondiali ed Europei, terzultimo posto ai Giochi del Mediterraneo. L'Italia è 31ma nel ranking europeo, tra le peggiori selezioni del Vecchio Continente. E rischia di scomparire dai campi di gioco almeno per due anni. Il motivo è presto detto.
Da domani la formazione azzurra, guidata dal dimissionario ct iberico (fallimentare la sua gestione), sarà di scena in Georgia per un torneo di pre-qualificazione agli Europei del 2012, dove affronterà, oltre ai padroni di casa, anche Finlandia e Lettonia, con i baltici che ci precedono di 4 posizioni nella classifica continentale. Solo la vincente del girone avrà accesso al raggruppamento di qualificazione vero e proprio che comprende avversari insormontabili come Germania (campione del Mondo nel 2007), Islanda (argento a Pechino 2008) ed Austria. Se l'Italia, per avventura, dovesse terminare in seconda piazza il torneo di Tbilisi, per un biennio intero non disputerebbe nessun incontro ufficiale, venendo praticamente cancellata dal panorama internazionale.
I motivi di questa sinistra situazione sono molteplici: carenza di risorse, mancato investimento sui giovani, inspiegabile ostracismo nei confronti degli oriundi, livello oltremodo modesto del campionato italiano ed attenzione dei media pari a zero. La conduzione tecnica di Azanza, inoltre, ha ulteriormente aggravato un quadro desolante. Le cose non vanno molto meglio in campo femminile (salvo la vittoria europea nel Beach Handball, comunque totalmente diverso dalla pallamano indoor). Se non si opereranno delle svolte radicale, questa disciplina resterà ancora per decenni la pecora nera dello sport italiano. Il sogno di Petrucci, quindi, resterà tale. C'è una sola speranza per 'ammirare' l'Italia della pallamano ai Giochi Olimpici: Roma 2020.

Federico Militello

3 commenti:

  1. L'Italia è in grado di primeggiare in così tanti sport con così poche risorse che "tagliare" qualche disciplina diventa quasi inevitabile.
    Inoltre non dimentichiamo l'estrema calciofilia regnante nel nostro Paese...

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  2. E' proprio quel 'quasi' che mi lascia l'amaro in bocca. Perché primeggiare in tutto, tranne che nella pallamano? Io penso che, con dei dirigenti seri e dediti alla causa, qualcosa si potrebbe anche fare

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  3. Le critiche sono sempre necessarie. E' da quelle che bisogna partire, soprattutto per un movimento come la pallamano, che di fattori positivi all'esterno ne mostra ben pochi.
    Ma dall'altra parte il mio pensiero è sempre lo stesso: la pallamano italiana va a rotoli perchè tutti la criticano, e nessuno dice 'facciamo questo'. Nessuno propone, perchè probabilmente non ne ha coraggio, competenze, o non so...
    Il Coni non taglia nessuna disciplina se non quelle che non ottengono risultati. Anche se, a tratti, è un po' un controsenso: come può, la pallamano, ripartire da zero e rifondare un movimento che parta dai piccoli, se non ha fondi per finanziare progetti nelle scuole (ad esempio), ritiri e tornei all'estero per le Nazionali giovanili, e quant'altro?

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