La pallavolo maschile italiana ha toccato il fondo. Perdere per 3-0 in Turchia, contro una squadra modesta, carente dal punto di vista tecnico e senza tradizioni in questo sport, è davvero un colpo durissimo per il movimento del Bel Paese. A meno di miracoli (l'Italia dovrà battere per 3-0 Bielorussia, Romania e Turchia nel prossimo week-end, sperando che gli anatolici lascino per strada, oltre a quelli del match contro gli azzurri, altri due set: ipotesi alquanto improbabile, ma non si può mai sapere) gli azzurri saranno relegati ad uno spareggio di andata e ritorno nel mese di settembre, contro Lettonia o Grecia (i baltici hanno vinto il primo confronto per 3-2, ma la sfida decisiva sarà in casa degli ellenici. In entrambi i casi, comunque, si tratterà di avversari decisamente abbordabili), per agguantare in extremis la qualificazione agli Europei del 2011. Cerchiamo di capire i motivi della disfatta. Il volley italiano non è in una situazione così disastrosa come si può pensare: solo 2 anni fa (e non 15...) la nazionale sfiorava la medaglia a Pechino 2008. Non siamo più la squadra da battere come negli anni '90, tuttavia disponiamo di un potenziale che ci consente di giocarcela ad armi pari contro qualsiasi formazione. Questo significa che l'Italia, se concentrata ed in giornata di grazia, può sconfiggere anche il Brasile; se sottovaluta l'avversario, però, allora può certamente perdere anche contro la Turchia. Il materiale umano a disposizione del ct è buono (Fei, Mastrangelo, Birarelli, Parodi, Savani e Cernic) e, sebbene l'inizio sia stato disastroso, ritengo e auspico che sia ancora possibile una grande stagione tra World League e Mondiale casalingo. Ad Anastasi è imputabile la mancata convocazione (che pare definitiva) di Matteo Martino, unico giovane davvero talentuoso della nostra pallavolo, messo da parte per motivi oscuri. Stesso discorso per il libero Bari, al quale è stato preferito l'indeciso ed impreciso Marra. Questo 2010, con la competizione iridata in Italia, è un'occasione troppo grande per il volley tricolore, che può riportarci finalmente nell'olimpo di questa disciplina: non sprechiamola.
Nel Motomandiale preoccupa sempre più l'ascesa inesorabile di Jorge Lorenzo. L'iberico, infatti, ha sconfitto Valentino Rossi per la seconda volta consecutiva e, questo il dato più allarmante, lo ha fatto con una facilità quasi irrisoria: sorpasso agevole ed immediata fuga solitaria. L'impressione è che il 23enne di Maiorca abbia ormai raggiunto un notevole grado di maturità, grazie al quale riesce a sfoderare grande continuità di prestazioni, a discapito delle molteplici cadute del passato. Il fenomeno di Tavullia, da parte sua, sembra frastornato e quasi inerme davanti alla (forse inaspettata) crescita esponenziale dello spagnolo, di gran lunga il rivale più ostico che abbia mai incontrato in carriera. Insomma, il prossimo Gp del Mugello, per anni il regno incontrastato del Dottore, appare uno snodo cruciale per questo campionato, soprattutto in chiave psicologica: se Lorenzo riuscirà a superare Rossi anche in casa sua, allora si avvierà in pompa magna verso il titolo. Nei prossimi anni, comunque, sembra palese come il motociclismo italiano, dopo il ritiro dei totem Rossi, Biaggi e Capirossi, subirà una profonda involuzione ed i fasti del passato rimarranno, si spera per pochi anni, un sublime ricordo. In 125 (dove si coltivano i campioni del futuro), infatti, sono praticamente scomparsi i centauri italiani, che faticano sia ad entrare in zona punti che ad arrivare al traguardo. Serve un'immediata svolta: obbligatorio tornare ad investire sui vivai, privilegiando i giovani piloti italiani piuttosto che quelli stranieri.
Quanto al Giro d'Italia, che sta regalando un susseguirsi di magiche emozioni, vi invito tutti al prossimo lunedì per un vivace approfondimento sulla mitica Corsa Rosa.
Federico Militello
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