lunedì 17 maggio 2010

'Italia, come stai': sorride il taekwondo, hockey ghiaccio ad un passo dal baratro


Il taekwondo è un'arte marziale entrata a far parte del programma olimpico da Sidney 2000, dunque in un periodo relativamente recente. L'Italia ha da subito potuto contare su ottime individualità ed il primo metallo a cinque cerchi è stato agguantato da Mauro Sarmiento a Pechino 2008 (argento). Ora la strada verso Londra 2012 sembra indurre all'ottimismo. Le certezze sono rappresentate dal neo-campione d'Europa Carlo Molfetta, da una sempre continua Veronica Calabrese e dallo stesso Sarmiento. Da tenere sotto osservazione anche la promettentissima Roberta Ramazzotto. Questo sport, dunque, continua il suo interessante percorso di crescita.

L'hockey sul ghiaccio azzurro, salvo improbabili ed imponderabili eventi (già descritti da me in precedenti articoli), è vicinissima al baratro della retrocessione. Un peccato, poiché il potenziale della formazione tricolore era certamente di un valore maggiormente elevato. Cosa è mancato a questa nazionale? Certamente fantasia ed imprevedibilità: John Parco paga dazio all'età, Giulio Scandella, il giocatore più talentuoso, non ha mostrato le consuete giocate offensive, in parte condizionato dal lungo stop per infortunio subito in questa stagione. Se, come ormai appare quasi scontato, si verificherà la retrocessione in serie B, dal prossimo anno sarà necessario procedere ad un deciso rinnovamento della formazione, soprattutto nel reparto avanzato, dove i gol sono arrivati con il contagocce: Bernard, Kostner e Insam gli atleti su cui puntare, senza dimenticare le possibili naturalizzazioni di Borrelli e Sirianni. Per aumentare il livello del nostro hockey, tuttavia, occorrerebbe diffondere questa disciplina in tutta l'Italia, organizzando tornei e manifestazioni in grandi città come Milano, Roma, Napoli e Torino. Sino a quando questo sport manterrà una connotazione provinciale (Alto Adige e Veneto), allora sarà molto arduo emergere.

Capitolo motori. In Superbike Max Biaggi dovrà sudare molto per conquistare il suo quinto titolo mondiale. Leon Haslam, infatti, si è rivelato ancora una volta un centauro affidabile e valoroso, la cui grande qualità risiede nella costanza di rendimento: il britannico, infatti, non ha praticamente commesso errori in questa prima fase di stagione, giungendo sempre in zona-punti. Il rivale dell'italiano non sarà velocissimo e talentuoso come l'ex-iridato Ben Spies, tuttavia è abile nel trarre sempre il massimo da ogni situazione. Il Corsaro da parte sua ha disputato un Gp accorto, cercando (riuscendoci) di limitare i danni. Sul circuito sudafricano, tortuoso e privo di grandi staccate in fondo ai rettilinei, l'Aprilia non ha potuto usufruire delle sue qualità motoristiche, ma dalla prossima gara di Salt Lake City il mitico pilota romano dovrebbe tornare all'arrembaggio del rivale inglese.

In Formula1 mi sento di bocciare (senza attenuanti) l'avvio di campionato di Fernando Alonso. Il pilota iberico, su 6 gran premi sin qui disputati, ne ha falliti 2 per errori grossolani ed evitabilissimi: 1) la partenza anticipata in Cina; 2) lo schianto nelle prove libere a Montecarlo. Certo, le grandi (e fortunate) rimonte (è bene sottolineare che ieri le vetture sorpassate erano di ben 5 secondi più lente) hanno in parte limitato i danni, ma ciò non toglie che un campione tanto conclamato come lo spagnolo non debba permettersi simili passi falsi. Al momento, con una Red Bull nettamente superiore, è sconsigliabile perdere simili occasioni: a Monaco, infatti, il potenziale della Ferrari era da prime due piazze. Alonso, inoltre, appare troppo nervoso in alcune circostanze troppo e proprio la mancanza di tranquillità lo porta a commettere degli sbagli. In grande forma l'australiano Webber, reduce da due successi consecutivi: prima di fare paragoni con Mansell e Senna (come fatto dagli organi di stampa), però, è opportuno attendere ulteriori riscontri. Resta tutto sommato un campionato incertissimo ed aperto ad ogni soluzione: sarà decisiva la continuità in zona-podio.

Federico Militello

Nessun commento:

Posta un commento