martedì 13 aprile 2010

Intervista esclusiva a Dalila Mirabella, grande talento dell'hockey azzurro


L'Hockey sul prato femminile italiano sta crescendo di giorno in giorno e, dopo aver sfiorato una storica qualificazione alle Olimpiadi di Pechino, le ragazze allenate dal ct Fernando Carrara puntano diritte su Londra 2012. Prima del sogno a cinque cerchi, tuttavia, dal 17 al 25 aprile a Kazan (Russia) le azzurre proveranno a staccare il pass per i Campionati del Mondo che si disputeranno quest'anno in Argentina. L'Italia manca da una rassegna iridata dal 1976, quando giunse decima a Berlino. In un gruppo in cui si qualifica solo la prima classificata, sfideremo Giappone (favorito), Azerbaijan, Russia, Bielorussia e Galles. Alla vigilia della partenza ho intervistato la più giovane atleta della selezione tricolore, Dalila Mirabella (la giocatrice sullo sfondo della foto), appena 16enne.

L'hockey femminile italiano sta progredendo a vista d'occhio: quali sono i motivi di questa ascesa?
Abbiamo una squadra ed un gruppo molto compatto, che cresce sempre di più in vista di ogni raduno. Inoltre mettiamo il cuore e l'anima in ogni partita ed interpretiamo ogni match come se fosse quello decisivo per la qualificazione alle Olimpiadi. Possiamo contare su giocatrici di grande esperienza che per noi sono una guida. Il nostro ct, poi, crede molto nelle giovani e questo penso sia importantissimo poiché è giusto arrivare a Londra con giocatrici di esperienza, ma non si può non tenere conto di coloro che rappresentano il futuro dell'hockey italiano.

A Kazan è in gioco il 'Mundial argentino'. Ci credete? Giappone (che non manca una qualificazione dal 1998) squadra da battere?
Certo, è un nostro obiettivo. Noi puntiamo a tutto: Mondiale ed Olimpiadi. Ci stiamo preparando ormai da un anno e siamo fermamente convinte di potercela fare. Vogliamo che l'hokey continui a crescere in Italia e nei prossimi anni aspiriamo a vincere delle medaglie importanti.

L'obiettivo principale, però, resta Londra 2012? Quali reali possibilità esistono per realizzare il sogno?
Le possibilità sono elevatissime. Ci stiamo allenando moltissimo e puntiamo molto sullo spirito di gruppo, consapevoli che in campo la nostra unione possa fare la differenza. Lo staff e tutta la Federazione credono molto in noi, anche grazie alla fiducia che ci siamo guadagnate la scorsa estate vincendo gli Europei (in realtà l'Italia è arrivata seconda nella competizione continentale di gruppo B, ottenendo comunque la promozione tra le magnifiche 8 d'Europa, n.d.r.).

Nelle scorse settimane avete partecipato ad una importante tournée in Argentina: com'è andata?
E' proprio in questo raduno pre-mondiale che il gruppo si è consolidato. Si è trattato di un'esperienza bellissima, sia dentro che fuori dal campo. L'Argentina è riuscita a batterci solo nella prima partita, quando ancora dovevamo trovare il giusto ritmo di gioco, ma subito dopo siamo state in grado di fermarle e di credere in quello che siamo, vincendo i successivi due incontri. Siamo una nazionale vera, in grado di battere una corazzata come quella sudamericana che da sempre ottiene grandi risultati ai Giochi Olimpici.

Ferrara punta su alcune atlete davvero di età verdissima come te ed Elisabetta Pacella (entrambe classe 1994): un esempio anche per gli altri sport?
Sicuramente! Fa piacere vedere come un allenatore dia fiducia ad atlete così giovani. Inoltre è riuscito ad inserirci nel migliore dei modi. Per me è un'emozione fortissima far parte della lista delle convocate ed anche per Elisabetta è la stessa cosa. Siamo onorate di poter giocare al fianco delle nostre più esperte ed affermate compagne di squadra.

Come ti sei avvicinata a questo sport? Pensi che si stia diffondendo anche tra i bambini?
Grazie a mia madre, che, oltre a curare i rapporti tra la Federazione e la scuola, è molto impegnata a diffondere l'hockey a livello promozionale. Anche Trinidad Canon e Pablo Vignale stanno lavorando molto nelle scuole ed a Catania esiste già un grande vivaio. Nel week-end siamo tutti riuniti al campo e quando non ci sono partite di Serie A, anche noi giocatrici collaboriamo nell'organizzazione di manifestazioni (molto frequenti) per i più piccoli, magari allenando, arbitrando, etc.

Come ti definiresti caratterialmente in tre parole?
Testarda, determinata e grintosa.

Federico Militello




Nessun commento:

Posta un commento