mercoledì 7 aprile 2010

Messi come Diego? Non ancora


In questo momento Lionel Messi è il calcio. I 4 gol realizzati contro l'Arsenal sono solo l'ultima perla di una stagione sino a qui stratosferica. Il fenomeno argentino in alcuni momenti sembra giocare da solo contro tutti: salta avversari in serie, è micidiale nel dribbling, preciso ed affidabile nel tiro da fuori, freddo e spietato sotto porta, un'artista quando rifinisce l'azione con assist illuminanti. E' il trascinatore, il leader carismatico del Barcellona. Inoltre, il fattore che maggiormente impressiona di Messi e che permette il paragone con Diego Armando Maradona è la mostruosa continuità di rendimento: nonostante abbia appena 22 anni, il calciatore albiceleste si mantiene da almeno 5 anni su standard di rendimento impensabili per chiunque altro, risultando quasi sempre decisivo ed accusando molto raramente delle flessioni psico-fisiche. La strada intrapresa è quella giusta per raggiungere 'El Pibe de Oro', ma per l'entrata definitiva nella leggenda Messi deve vincere il Mondiale, possibilmente da protagonista assoluto. Proprio la nazionale argentina è stata in questi anni l'unico tallone d'Achille della 'pulce': ad eccezione della medaglia d'oro olimpica di Pechino 2008, Leo ha sempre faticato nell'esprimere il suo valore con la divisa del proprio Paese, sollevando anche vivaci polemiche in patria. La prossima missione di Messi dovrà essere proprio questa: ripetere con l'Argentina le prodezze che sono ormai una piacevole abitudine a Barcellona. La nazionale sudamericana, guidata proprio dal grande Dieguito, possiede un tasso tecnico leggermente inferiore alle grandi favorite Spagna e Brasile, ma con il vero Messi potrebbe diventare la più seria pretendente al titolo. Nel 1986 Diego vinse il Mondiale praticamente da solo, trascinando una selezione tutt'altro che eccelsa. Se anche Lionel ci riuscirà, allora potrà accomodarsi sul trono dei più grandi di sempre insieme a Maradona e Pelé.

Federico Militello

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